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Lamento di Roma
1.2. lamento lacrimoso: Filenio Gallo, Rime, A Safira, Egloga: «lacrimoso
lamento».
1.3 sgg. invoco quel: è rito d’esordio della verseggiatura canterina
l’invo-cazione religiosa.
1.3-4. quel, di tutto... sposo: colui (Dio), che pervade tutto l’universo per
mezzo dello Spirito Santo.
1.5. non sia sumerso: non venga meno sotto il peso del compito che mi
so-no assunto.
1.6. di rima... copioso: poeta facondo.
2.2. caput mundi: capitale del mondo.
2.3. Prego... d’ascoltare: anche questo è uno stereotipo della poesia
cante-rina.
2.5. essemplo sì ne potria pigliare: potrebbe imparare dalle mie sventure.
2.8. parti: partiti, fazioni; nella stesura orginale del Lamento (del 1494) si
intendeva l’aristocrazia romana che si opponeva alla politica accentratrice
di Alessandro VI, che mirava a concentrare tutto il potere nella sua stessa
famiglia, eliminando fisicamente gli oppositori; nella stesura del 1527 il
ter-mine sfuma nel vago (o nel nulla).
3.2. Carlo in Franza: Carlo Magno nel suo fortunatissimo ciclo
romanze-sco più che nella storia.
3.7. per esser diviso: ha valore causale (‘a causa delle divisioni interne che
affliggono ogni stato’, ma in realtà lo stato della Chiesa).
4.4. Bertagna: Bretagna, per metatesi di gusto demotico.
4.5. oltramontani: si lega ad sensum con gente, ma è maschile per obbligo
di rima.
4.6. Magna: Alemannia, Germania.
5.1. Biastemar(e): bestemmiare, maledire; Orso... Colonda: ed ecco i veri
bersagli polemici del 1494 di cui resta ancora qualche traccia nel 1527: i
“baroni” romani che il papa Borgia voleva eliminare: Colonda è il prodotto
di un’ipercorrezione che reagisce alla tendenza dei dialetti laziali ad
assimi-lare il gruppo -nd- in -nn- (del tipo mondo > monno); per reazione Colonna
> Colonda, qui, fra l’altro, su pressione della rima.
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5.6. confini: territori, come il lat. fines.
6.1. Però: perciò.
6.3. il freno: la briglia.
6.4. ritornar(e): convertire.
7.8. sonio: sogno.
8.1. Savino: la Sabina; la Campagna: il territorio circostante la città di
Roma fino al Circeo con il prossimo piano collinare, comprendente parte
dell’Agro romano.
8.2. el Patrimonio: il Patrimonio di San Pietro (Patrimonium Sancti Petri),
era in origine costituito dalle semplici proprietà fondiarie della Chiesa;
di-venne poi una delle province delle stato pontificio, estesa all’attuale
provin-cia di Viterbo e al comprensorio di Civitavecchia; el Ducato: il Ducato di
Spoleto, già ducato autonomo longobardo, comprendeva parte di Abruzzo,
Lazio, Marche e Umbria; dopo varie vicissitudini entrò a far parte dello
sta-to pontificio verso la fine del XIII sec.
8.3. la Marca d’Ancona: una delle tre province istituite nel 1210 da papa
Innocenzo III.
8.5. si cagna: si cambia, si muta.
8.7. i Tramontani: i popoli a nord delle Alpi.
9.7. per merto: giustamente, detto con ironia.
10.2. non mi disperare: fare pazzie in preda alla disperazione.
10.3. pensando el mondo: si sottintende la congiunzione che, con avviene
spesso nella lingua antica; in mia libertà: in mio arbitrio; fone: fu, con
para-goge dettata dalla rima.
10.6. inclinare: inchinarmi.
10.7. ciascun... e passo: non per caso desunto dal testo del 1494; infatti,
accingendosi ad attraversare l’Italia per marciare contro i Turchi in una
san-ta crociasan-ta (così diceva lui), nel 1494 Carlo VIII lanciava proclami alle
au-torità e alle popolazioni indigene reclamando «nobis et nostris liberum
in-gressum et rein-gressum per civitates, oppida, terras et loca prædicta ac
victua-ria necessavictua-ria» come contributo alla nobile impresa.
10.8. dutta: latinismo (ducta: ‘condotta’).
11.1. Dove è: schema di rimpianto che dilaga nella poesia tardo-medievale
(l’esempio più sintetico è forse nel goliardico De brevitate vitae: «Ubi sunt
qui ante nos / in mundo fuere?»); qui è il pretesto di una prolissa
elencazio-ne di fasti imperiali.
12.2. aver(o): ebbero.
12.8. convien(e): bisogna.
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14.7. però: perciò.
14.8. la pena... del suo peccato: con la sua morte violenta nel 44 a.C.
15.8. el popul... nimico: il mio popolo non sarebbe nemico a se stesso, a
causa della discordia civile causata dalla contrapposizione delle “parti”.
16.2. e mia: i miei.
16.3. aduti ne sono a mal porto: sono capitati male; aduti: latinismo da
adducti.
16.7. però: perciò; voria che Cesare tornassi: nel 1494 era chiarissimo
quale Cesare si invocasse come “pacificatore” (il Valentino); il testo del
1527, anche rabberciato, non aveva molto senso.
17.1. discense: discendeva da Cesare, ovvero era suo pronipote, essendo
figlio di Azia, figlia di Giulia, sorella di Cesare, ma fu da lui adottato.
17.5. pense: dipinse, iscrisse.
19.3. suo corone: oggi si direbbe le loro maestà.
19.4. Troiano: volgarismo per Marco Ulpio Nerva Traiano, parificato al
nome di un re saracino assai noto nella narrativa canterina.
19.5. lascione: lasciò, con paragoge.
20.2. Cassian[o]): in alcune cronache medievali e persino rinascimentali
compare con il nome di Cassiano l’imperatore Lucio Settimio Bassiano, più
noto come Caracalla (188-217); Magrino: Marco Opellio Macrino
(164-218), successore di Caracalla per 18 mesi.
20.3. d’onorarmi giamai non fu stanco: Franco Sacchetti, Terzo capitolo
de’ Reali di Francia, v. 54: «di ben far mai non fu stanco».
20.5. manco: meno.
21.3. fu dilettoso: ebbe piacere.
22.2. Tacito: ovviamente non lo storico, ma Marco Claudio Tacito (200
circa – 276).
23.1-2. L’ultimo... disfazione: Roma attribuisce a Costantino la sua rovina
(disfazione) a causa della cosiddetta “donazione di Costantino”, un
docu-mento apocrifo conservato nei Decretali dello Pseudo-Isidoro (IX secolo) e
nel Decretum Gratiani (XII secolo); in esso, che reca la data del 315,
l’imperatore riconosce al potere ecclesiatico il primato sul potere civile e la
piena giurisdizione su amplissimi territori in Italia e in Europa; nella logica
distorta (manipolata) del libello del 1494 la donazione di Costantino
avreb-be portato all’infeudamento dei territori pontifici e all’ingrandimento di
fa-miglie nobiliari capaci di opporsi al potere centrale del papa: un fenomeno
che andava duramente represso per il bene dello stato (e di casa Borgia); nel
testo del 1527 il motivo delle “parti” (troppo sfrondato) diventa
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sibile, al pari della reprimenda contro Costantino, che, fra l’altro, era stato
Nel documento
LAMENTI DI ROMA 1527
(pagine 129-136)