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e gli sia inscritto Veni, Vidi, Vici

Nel documento LAMENTI DI ROMA 1527 (pagine 129-136)

Commento

Lamento di Roma

1.2. lamento lacrimoso: Filenio Gallo, Rime, A Safira, Egloga: «lacrimoso

lamento».

1.3 sgg. invoco quel: è rito d’esordio della verseggiatura canterina

l’invo-cazione religiosa.

1.3-4. quel, di tutto... sposo: colui (Dio), che pervade tutto l’universo per

mezzo dello Spirito Santo.

1.5. non sia sumerso: non venga meno sotto il peso del compito che mi

so-no assunto.

1.6. di rima... copioso: poeta facondo.

2.2. caput mundi: capitale del mondo.

2.3. Prego... d’ascoltare: anche questo è uno stereotipo della poesia

cante-rina.

2.5. essemplo sì ne potria pigliare: potrebbe imparare dalle mie sventure.

2.8. parti: partiti, fazioni; nella stesura orginale del Lamento (del 1494) si

intendeva l’aristocrazia romana che si opponeva alla politica accentratrice

di Alessandro VI, che mirava a concentrare tutto il potere nella sua stessa

famiglia, eliminando fisicamente gli oppositori; nella stesura del 1527 il

ter-mine sfuma nel vago (o nel nulla).

3.2. Carlo in Franza: Carlo Magno nel suo fortunatissimo ciclo

romanze-sco più che nella storia.

3.7. per esser diviso: ha valore causale (‘a causa delle divisioni interne che

affliggono ogni stato’, ma in realtà lo stato della Chiesa).

4.4. Bertagna: Bretagna, per metatesi di gusto demotico.

4.5. oltramontani: si lega ad sensum con gente, ma è maschile per obbligo

di rima.

4.6. Magna: Alemannia, Germania.

5.1. Biastemar(e): bestemmiare, maledire; Orso... Colonda: ed ecco i veri

bersagli polemici del 1494 di cui resta ancora qualche traccia nel 1527: i

“baroni” romani che il papa Borgia voleva eliminare: Colonda è il prodotto

di un’ipercorrezione che reagisce alla tendenza dei dialetti laziali ad

assimi-lare il gruppo -nd- in -nn- (del tipo mondo > monno); per reazione Colonna

> Colonda, qui, fra l’altro, su pressione della rima.

Commento

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5.6. confini: territori, come il lat. fines.

6.1. Però: perciò.

6.3. il freno: la briglia.

6.4. ritornar(e): convertire.

7.8. sonio: sogno.

8.1. Savino: la Sabina; la Campagna: il territorio circostante la città di

Roma fino al Circeo con il prossimo piano collinare, comprendente parte

dell’Agro romano.

8.2. el Patrimonio: il Patrimonio di San Pietro (Patrimonium Sancti Petri),

era in origine costituito dalle semplici proprietà fondiarie della Chiesa;

di-venne poi una delle province delle stato pontificio, estesa all’attuale

provin-cia di Viterbo e al comprensorio di Civitavecchia; el Ducato: il Ducato di

Spoleto, già ducato autonomo longobardo, comprendeva parte di Abruzzo,

Lazio, Marche e Umbria; dopo varie vicissitudini entrò a far parte dello

sta-to pontificio verso la fine del XIII sec.

8.3. la Marca d’Ancona: una delle tre province istituite nel 1210 da papa

Innocenzo III.

8.5. si cagna: si cambia, si muta.

8.7. i Tramontani: i popoli a nord delle Alpi.

9.7. per merto: giustamente, detto con ironia.

10.2. non mi disperare: fare pazzie in preda alla disperazione.

10.3. pensando el mondo: si sottintende la congiunzione che, con avviene

spesso nella lingua antica; in mia libertà: in mio arbitrio; fone: fu, con

para-goge dettata dalla rima.

10.6. inclinare: inchinarmi.

10.7. ciascun... e passo: non per caso desunto dal testo del 1494; infatti,

accingendosi ad attraversare l’Italia per marciare contro i Turchi in una

san-ta crociasan-ta (così diceva lui), nel 1494 Carlo VIII lanciava proclami alle

au-torità e alle popolazioni indigene reclamando «nobis et nostris liberum

in-gressum et rein-gressum per civitates, oppida, terras et loca prædicta ac

victua-ria necessavictua-ria» come contributo alla nobile impresa.

10.8. dutta: latinismo (ducta: ‘condotta’).

11.1. Dove è: schema di rimpianto che dilaga nella poesia tardo-medievale

(l’esempio più sintetico è forse nel goliardico De brevitate vitae: «Ubi sunt

qui ante nos / in mundo fuere?»); qui è il pretesto di una prolissa

elencazio-ne di fasti imperiali.

12.2. aver(o): ebbero.

12.8. convien(e): bisogna.

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14.7. però: perciò.

14.8. la pena... del suo peccato: con la sua morte violenta nel 44 a.C.

15.8. el popul... nimico: il mio popolo non sarebbe nemico a se stesso, a

causa della discordia civile causata dalla contrapposizione delle “parti”.

16.2. e mia: i miei.

16.3. aduti ne sono a mal porto: sono capitati male; aduti: latinismo da

adducti.

16.7. però: perciò; voria che Cesare tornassi: nel 1494 era chiarissimo

quale Cesare si invocasse come “pacificatore” (il Valentino); il testo del

1527, anche rabberciato, non aveva molto senso.

17.1. discense: discendeva da Cesare, ovvero era suo pronipote, essendo

figlio di Azia, figlia di Giulia, sorella di Cesare, ma fu da lui adottato.

17.5. pense: dipinse, iscrisse.

19.3. suo corone: oggi si direbbe le loro maestà.

19.4. Troiano: volgarismo per Marco Ulpio Nerva Traiano, parificato al

nome di un re saracino assai noto nella narrativa canterina.

19.5. lascione: lasciò, con paragoge.

20.2. Cassian[o]): in alcune cronache medievali e persino rinascimentali

compare con il nome di Cassiano l’imperatore Lucio Settimio Bassiano, più

noto come Caracalla (188-217); Magrino: Marco Opellio Macrino

(164-218), successore di Caracalla per 18 mesi.

20.3. d’onorarmi giamai non fu stanco: Franco Sacchetti, Terzo capitolo

de’ Reali di Francia, v. 54: «di ben far mai non fu stanco».

20.5. manco: meno.

21.3. fu dilettoso: ebbe piacere.

22.2. Tacito: ovviamente non lo storico, ma Marco Claudio Tacito (200

circa – 276).

23.1-2. L’ultimo... disfazione: Roma attribuisce a Costantino la sua rovina

(disfazione) a causa della cosiddetta “donazione di Costantino”, un

docu-mento apocrifo conservato nei Decretali dello Pseudo-Isidoro (IX secolo) e

nel Decretum Gratiani (XII secolo); in esso, che reca la data del 315,

l’imperatore riconosce al potere ecclesiatico il primato sul potere civile e la

piena giurisdizione su amplissimi territori in Italia e in Europa; nella logica

distorta (manipolata) del libello del 1494 la donazione di Costantino

avreb-be portato all’infeudamento dei territori pontifici e all’ingrandimento di

fa-miglie nobiliari capaci di opporsi al potere centrale del papa: un fenomeno

che andava duramente represso per il bene dello stato (e di casa Borgia); nel

testo del 1527 il motivo delle “parti” (troppo sfrondato) diventa

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sibile, al pari della reprimenda contro Costantino, che, fra l’altro, era stato

Nel documento LAMENTI DI ROMA 1527 (pagine 129-136)