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L’integrazione degli immigrati in Francia dal 2004 ad oggi A seguito degli episodi di conflitti e violenze verificatisi nelle banlieues

coloniale protettivo” francese Quali connessioni fra passato e presente?

3.3 Il modello d’integrazione repubblicano.

3.3.1 L’integrazione degli immigrati in Francia dal 2004 ad oggi A seguito degli episodi di conflitti e violenze verificatisi nelle banlieues

nell‟autunno del 2005, la società francese ha iniziato ad elaborare delle politiche

rivolte all‟integrazione che si fondino sul principio del “voler vivere insieme”262.

Ritorna in auge una filosofia volontarista dello Stato francese che si legittima quale garante per i processi d‟integrazione dei soggetti immigrati. D‟altro canto, resta forte l‟influsso dei valori assunti durante la costituzione della Repubblica francese: laicità e fraternità. In quest‟ottica, l‟integrazione non è sussunta tanto quale traguardo da raggiungere attraverso l‟emanazione di politiche ad hoc, quanto in una condizione a priori che deve esistere per l‟accesso dei migranti

nello Stato francese263. Il 20 gennaio del 2004, il Ministero degli Interni francese

dirama una Circolare a carattere applicativo che determina i criteri secondo i quali i migranti possono dimostrare la propria volontà d‟integrarsi nella società francese; volontà che si manifesta nel sottoporsi ad una formazione linguistica e civica. Alla fine del percorso di formazione è prevista una verifica ufficiale delle conoscenze della lingua francese e delle nozioni sui principi repubblicani. Il 18 gennaio 2005 viene istituito per legge il Contrat d‟Accueil et d‟Intégration, il quale diviene obbligatorio a partire dal 24 luglio 2006. Tale contratto, costruito sulla base della Circolare citata, prevede il rilascio dei permessi di soggiorno non temporanei solo se i criteri in esso contenuti (di effettiva conoscenza della lingua e dei principi repubblicani francesi) siano stati rispettati dai soggetti immigranti. La portata giuridica di questo Contrat d‟Accueil et d‟Intégration viene rinforzata

262 J. M. Lagrange, Accueil et intégration. Une priorité de gouvernement, in Nouvelles migrations

et politique d‟intégration. Tome II. Le contrat d‟accueil et d‟intégration. Les migrations roumaines, Actes de la rencontre du 19 décembre 2006 à la Mairie de S. Denis, profession

Banlieue, 2007.

263 A. Spire, Étrangers à la carte. L‟administration de l‟immigration en France (1945-1975),

con la istituzione, il 20 novembre 2007, del Contrat d‟accueil et d‟intégration pour la famille dove viene dichiarato che i genitori immigrati sono totalmente responsabili per la buona integrazione dei propri figli. Poiché il progetto d‟integrazione (condition d‟intégration) ha inizio nel momento in cui la decisione di emigrare viene formalizzata, questa normativa introduce l‟obbligo per i migranti di frequentare dei corsi di lingua e storia francese già prima della loro partenza. La prospettiva di fondo, sostanzialmente, attribuisce ai soggetti immigrati la responsabilità dell‟esito nel processo d‟integrazione, nonché tutte le modalità con cui affrontare e gestire le dinamiche connesse al processo medesimo. Sia per contesti sociali altri, sia in altri periodi storici, il processo d‟integrazione degli immigrati è successivo rispetto all‟ottenimento del permesso di soggiorno, con il CAI (Contrat d‟accueil et d‟intégration) l‟integrazione appare essere una prerogativa essenziale ai fini dell‟ottenimento dei permessi specifici per la residenza e il soggiorno in Francia264. I processi d‟integrazione hanno subìto un processo di reificazione poiché gli obiettivi inerenti la coesione sociale e l‟integrazione sociale dei soggetti non pare possano essere raggiunti solo attraverso modalità formali di conoscenza e apprendimento di competenze linguistiche e principi repubblicani. Se non si condivide un orizzonte di senso comune, in cui vengano comprese anche le azioni sociali e l‟agire comunicativo dei soggetti quali strumenti per il raggiungimento di un‟integrazione sociale stabile, si rischia di incorrere in una nuova modalità assimilatoria dei soggetti migranti.

La tendenza a burocratizzare, formalizzare e ad anticipare la volontà d‟integrarsi,

viene definita da Costantini con i termini “integrazione contrattualistica”265. Egli

afferma: “La contrattualizzazione dell‟integrazione ha dato alla selezione degli immigrati più desiderabili che è operata dallo stato francese la forma di una valutazione individuale e discrezionale della loro buona volontà repubblicana, che è diventata condizione indispensabile del rilascio e del rinnovo dei permessi

264 D. Costantini, La condizione d‟integrazione, in D. Costantini (a cura di), Multiculturalismo alla

francese?, op. cit.; cfr. inoltre D. Lochak, L‟intégration à rebours, <<Plein droit>>, 76, 2008, pp.

7-10.

265 D. Costantini, La condizione d‟integrazione, in D. Costantini (a cura di), Multiculturalismo alla

di soggiorno. Ogni rifiuto potrà essere così fatto risultare dalla scarsa disponibilità dei candidati a spogliarsi simbolicamente della propria cultura di origine per abbracciare i valori della Francia repubblicana, seguendo le mosse di una violenza simbolica che non può non ricordare il pregiudizio assimilazionista lungamente professato nel corso della sua storia coloniale”266. La differenza culturale è una minaccia per l‟esistenza della repubblica, poiché trascende da quelli che sono i principi, i valori scelti per la costituzione del contratto sociale e della volontà generale267. Come già sostenuto a proprosito dei modelli multiculturalisti268, quando vi sia una negazione totale da parte dello Stato e delle istituzioni che lo rappresentano delle specificità culturali, si incorre nel rischio che si instaurino

dinamiche conflittuali estremamente critiche269. O nel caso specifico dei soggetti

migranti in Francia e della popolazione francese, si potrebbe rischiare che essi non riescano ad essere assunti in qualità di soggetti. I migranti vengono interpretati dalle istituzioni e politiche francese quali attori sociali in grado di agire positivamente sui percorsi d‟integrazione, però non viene riconosciuto a livello pubblico e ufficiale nessuno spazio per le specificità culturali. È così che la volontà generale di tutelare la libertà repubblicana potrebbe portare all‟esito paradossale di una disaggregazione sociale.

In conclusione, si potrebbe sostenere che la storia francese inerente la creazione di politiche per l‟integrazione e per l‟immigrazione (orientata rispetto ai modelli assimilazionisti - nelle loro sub-declinazioni - che si sono succeduti nel tempo) non abbia conosciuto esiti sempre positivi. I ricordati episodi di conflitti, le restrizioni normative, la prospettiva universalista che ha orientato le politiche per l‟integrazione dei soggetti immigrati, portano a riflettere sull‟alto rischio corso rispetto all‟insorgere di una chiusura forte dei gruppi d‟immigrati presenti nella

266 Ivi, p. 184.

267 È molto interessante notare quanto l‟impostazione attuale delle politiche per l‟integrazione,

unitamente al significato accordato all‟essenza repubblicana ,siano attinenti e coerenti con il giusnaturalismo contrattualista di J. J. Rousseau.

268 Cfr. Capitolo 2, par. 2.4.

269 In realtà, si ritiene che il conflitto faccia parte delle dinamiche relazionali e che non impedisca a

priori un esito positivo. Basato su uno scambio reciprocamente valutato ed elaborato, il conflitto può dimostrarsi anticipatorio di dinamiche sociali e relazionali orientate, tramite processi mediatori, su principi di rispetto. Ma il non riconoscimento totale potrebbe comportare conflitti più profondi e tendenti ad una cristallizzazione stabile.

società francese. Non si vuole sostenere che si debba cancellare l‟orizzonte etico del fondamento repubblicano della società francese, né che gli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza non siano validi per l‟esistenza di una società democratica e liberale. Si sostiene, però, che l‟interpretazione che i diversi governi francesi hanno dato di questo orizzonte etico sia stata contraddittoria e che talvolta,

CAPITOLO 4

La società italiana d’immigrazione: “creazione” di