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Intelligenza o semplicità

di U m b e r t o M o s c a Clélia Cohen IL W E S T E R N IL VERO VOLTO DEL CINEMA

AMERICANO

ed. orig. 2005, trad. dal francese di Elga Mugellini,

pp. 94, € 12,80, Lindau, Torino 2006

C

lélia Cohen, già

collabora-trice dei Cahiers du cinè-ma ed esperta del cinecinè-ma clas-sico hollywoodiano, affronta in questo libro un tema dalle proporzioni immense con il coraggio di chi non si lascia in-timidire dall'argomento, ma anche con l'atteggiamento di una critica che mette al di sopra di tutto la consapevolezza di svolgere una funzione divulgati-va. In tale prospettiva, colpisce l'attenzione con la quale si dedi-ca a rendere le informazioni semplici ma al tempo stesso vive, secondo il principio dell'accessi-bilità alla materia trattata. Senza voler esagerare, credo che siano questi i libri sul cinema che si leggono più volentieri, intanto per un fatto di immediatezza di linguaggio, ma anche perché amiamo ritenere che il leggere di cinema debba costituire uno sti-molo allo spettatore di film e non un esercizio fine a se stesso o, al massimo, rivolto a pochi e intimi eletti.

E anche attraverso questa "leggerezza" della critica, che non è "superficialità", che si può salvare il cinema dall'affos-samento nell'ambito del puro esercizio specialistico. "L'ele-mento di esaustività possibile e il solo intento riconosciuto di questo libro è di porre qualche base, fornire qualche traccia, e soprattutto di stimolare la cu-riosità di andare a scoprire da sé tutti i cliché che si ricompon-gono ogni volta in maniera ine-dita", sottolinea l'autrice, con-fermando l'esigenza di un per-corso critico che vede nel letto-re/spettatore una componente essenziale del processo di

inter-pretazione. Un lettore/spettato-re che sia ulteriormente solleci-tato a vedere, a partire da uno spunto critico, tutte quelle "sa-gome, gestualità familiari, situa-zioni familiari che si rinnovano senza fine". Secondo quello che Cohen definisce "il grande pia-cere di un genere", privilegian-do un approccio impressionisti-co alla materia che tende a ri-fuggire dai grandi sistemi di in-terpretazione (ma offrendo al-cune coordinate di base di tipo storico e culturale) in funzione di un approccio che tenda a non allontanarsi mai dal potere di suggestione espresso dalle immagini, dalla riproposizione di alcune sequenze emblemati-che, dalla ricostruzione dello sforzo espressivo di chi le ha co-struite.

Interessante, per questa ragio-ne, la seconda parte del libro de-dicata a testi, documenti e testi-monianze. E qui, ad esempio', che viene ripreso il celebre inter-vento di André Bazin nella rac-colta di scritti Che cosa è

cine-ma? in cui il critico francese, già

negli anni cinquanta, sottolinea-va: "Il problema fondamentale del western contemporaneo ri-siede nel dilemma dell'intelli-genza e della semplicità. Oggi il western di solito può continuare ad essere semplice e conforme alla tradizione solo se è volgare e idiota. Vi è tutta una produzione di basso profilo che persiste su queste basi. Il fatto è che dopo Thomas Ince e William Hart il cinema si è evoluto. Il western, genere convenzionale e sempli-cistico nei suoi motivi originari, deve tuttavia diventare adulto e intelligente se vuole porsi sullo stesso piano dei film degni di es-sere criticati. Così sono compar-si i western pcompar-sicologici, a tecompar-si so-ciali più o meno psicologiche: i western significanti". Il fatto è che il western ha continuato a evolversi, mescolandosi con gli altri generi, impugnato di tanto in tanto da qualche autore lusin-gato dalla possibilità di potervisi misurare per esprimere in fili-grana la propria visione del mondo. Chissà che adesso, in un momento in cui l'America sem-bra guardare con inedito e since-ro interesse al psince-roprio passato e ai suoi valori, il grande pubblico ritorni ad appassionarvisi, ab-bandonando pregiudizi e

pre-sunzioni. •

Potranno concorrere opere edite che abbiano come tema il viaggio e che stano state pubblicate per la prima vqta in italiano o in inglese successivamente al 31/12/2004. Le opere dovranno essere inviate in 6 copie, specificando la sezione per la

' ! si intende concorrere, alla PROVINCIA OS CASUARI - ASS. ' ~ CUirUftA

Viale Ciusa, 21 - 99131 CAGLIARI - ITALY entro il 28 f e r r a i o 2007.

Per informazioni rivolgersi a:

PROVINCIA DI CAGLIARI - « S . T Q CULTURA V.le Ciùsa 21 - 09131 CAGLIARI

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canoni elaborati dal contesto hollywoodiano che permettessero una funzionalità del com-mento sonoro in rifericom-mento a situazioni im-mediatamente riconoscibili e identificabili dal-lo spettatore. D'altro lato, dal-lo sviluppo del ruo-lo musicale nella significazione delle immagini si nutre di ricorrenti eterodossie o di persona-lizzazioni geniali che permettono di sviluppare nuove forme narrative e di creare un rapporto più complesso tra immagini e suoni, evitando che i secondi siano sempre subalterni alle pri-me.

In modo sintetico, Mouéllic offre anche le coordinate di base per identificare le principali

funzioni della musica in riferimento ai processi linguistici del film, con esemplificazioni tratte da opere mol-to eterogenee tra loro, sia in riferi-mento a generi narrativi, che a perio-di e autori della storia del cinema, proponendo anche alcuni spunti su figure di registi che sono pure musi-cisti, da Chaplin a Eastwood.

Nella seconda parte, il testo offre numerosi documenti, testimonianze e analisi riferiti a casi specifici in cui il rapporto tra musica e immagini è particolarmente significativo per cogliere l'im-portanza dell'elemento sonoro, sia nella co-struzione del senso narrativo che nella resa estetica o nell'innovazione linguistica. Da Wel-les a Godard, da Luci della città a JuWel-les e ]im, dalla Hollywood classica alla Nouvelle vague francese, dalle partiture sinfoniche al jazz, ogni testo diventa un'efficace testimonianza o anali-si che permette al lettore di cogliere immedia-tamente la complessità dei rapporti tra ciò che si vede e ciò che si sente durante la proiezione di un film.

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