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L’internazionalizzazione della filiera: riduzione dei volumi ma maggiore presenza nei mercati esteri

ITALIA no FIAT 13,2%

TOTALE Piemonte

4.2.4 L’internazionalizzazione della filiera: riduzione dei volumi ma maggiore presenza nei mercati esteri

La crisi ha interessato buona parte delle industrie automotive nazionali, e in particolare lo scorso anno ha innescato un calo della produzione nell’Unione Europea pari al 17,3%. È quindi stato oggettivamente più difficile raccogliere commesse all’estero, al punto che più della metà dei rispondenti (il 57,4%) ha riportato una riduzione dei ricavi provenienti dall’estero nel 2009; un rispondente su cinque dichiara una perdita superiore al 20%. Le imprese che nel 2009 hanno incrementato il fatturato grazie a clienti oltre confine sono l’11,5% del totale dei rispondenti. Incrociando le dichiarazioni

dei rispondenti con i loro fatturati, si ottiene che nel 2009 la media dei ricavi dovuti all’estero è diminuita del 15% per il totale del campione e del 12% per le imprese piemontesi59.

Figura 4.8 Percentuale di fatturato estero sul totale della filiera (esportatori e non), con scomposizione per segmenti e confronto con il 2008.

Fonte: Elaborazioni Step Ricerche su dati rilevati da interviste e bilanci

Il dato positivo è rappresentato dai 617 intervistati (il 62,8% del campione) che nonostante l’anno difficile sono riusciti a vendere prodotti e servizi nei mercati esteri, non solo europei. Le imprese piemontesi hanno confermato una maggiore presenza sui mercati internazionali: ben il 69% di loro ha mantenuto commesse estere, contro il 58,5% nel resto d’Italia. I ricavi provenienti dall’estero nel 2009 hanno costituito il 42,6% del fatturato totale delle filiera, che comprende ovviamente anche i non esportatori.

59 Questi dati differiscono da quelli ISTAT riportati nel Capitolo III perché si basano su due indagini e due campioni, almeno in parte, diversi. Grazie all’aggiornamento del database condotto ogni anno con la collaborazione dell’ufficio studi della Camera di Commercio di Torino, l’universo (e il campione) analizzato dall’Osservatorio intercetta un numero crescente di imprese non strettamente rispondenti ai codici ISTAT relativi alla produzione di autoveicoli e loro parti (codice CL 29, Ateco 2007), ma che ugualmente svolgono un ruolo importante nella filiera automotive italiana. Basti pensare che su 890 imprese intervistate quest’anno, di cui l’Osservatorio conosce i dati di bilancio (2008), quelle che hanno il codice CL 29 (Ateco 2007) sono 427.

Tabella 4.12 Scomposizione del campione e dei segmenti tra esportatori e non, (in % dei rispondenti).

ED MOD SIST SPEC SUB TOTALE 2008 TOTALE 2009 imprese % imprese % imprese % imprese % imprese % imprese % imprese %

Non esportatori 57 27,5% 3 23,1% 8 20,5% 22 16,1% 276 47,0% 333 37,8% 366 37,2% Esportatori 150 72,5% 10 76,9% 31 79,5% 115 83,9% 311 53,0% 549 62,2% 617 62,8% Rispondenti 207 13 39 137 587 887 983

Osservando la quota degli esportatori sul totale del campione nel corso degli ultimi anni si può notare il picco registrato nel 2007, l’ultimo anno prima della crisi, durante il quale il 64% delle imprese (rispetto al 62% dell’anno precedente) aveva avuto accesso ai mercati esteri. Al manifestarsi della crisi (2008) il livello degli esportatori era tornato attorno al 62,2%, per assestarsi poi lo scorso anno al 62,8%. Dunque esiste ormai una quota di imprese stabile intorno al 62% (superiore alla media degli altri comparti) che ha strutturalmente acquisito commesse all’estero, e può affrontare variazioni congiunturali dei loro importi dovute alla domanda finale di autoveicoli. Analizzando i dati relativi ai vari segmenti del settore notiamo che sono le imprese specialistiche ad avere la maggior percentuale di esportatori (83,9%), ma anche i fornitori di servizi ingegneristici e di design hanno una significativa presenza all’estero (il 72,5% del totale). Il cluster meno rappresentato nei mercati oltre confine è quello dei subfornitori, che però negli ultimi anni sono stati costretti a investire nella ricerca di clienti stranieri, al punto che oggi più della metà (il 53%) non dipende più esclusivamente da commesse nazionali.

Se da una parte gli imprenditori denunciano la concorrenza dei prodotti esteri – soprattutto di quelli provenienti da paesi che fanno leva sul prezzo (come India e Cina) – come crescente minaccia alla tenuta delle quote di mercato, nei prossimi anni la ripresa della produzione in Europa e una maggiore presenza del Gruppo Fiat all’estero (dalla Serbia al Nord America) rappresentano indubbie opportunità per i nostri componentisti. Sono già 96 le imprese che hanno un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, e 91 quelle che fanno affari con l’Asia. 154 rispondenti hanno dichiarato di aver conquistato nuovi mercati negli ultimi anni, o di investire in questa direzione per il 2010. Analizzando le loro risposte si nota come – nonostante l’Europa occidentale rimanga un mercato importante (menzionata da 66 di loro) – acquistino sempre più peso le nuove frontiere

della produzione automotive: non soltanto l’Europa centrale (34 rispondenti), ma anche i paesi dell’area NAFTA (26) e dell’ Asia (56).

Figura 4.9 Intensità della presenza commerciale all’estero degli esportatori (numero di accessi nei primi 3 mercati esteri da parte dei 602 rispondenti).

773 116 96 42 11 19 11 19 5 17 28 21 11 15

Figura 4.10 I nuovi mercati conquistati (o in corso di essere conquistati) negli ultimi anni o quelli dove stanno concentrando i maggiori sforzi commerciali (e/o produttivi). (Dichiarazioni da parte di 154 aziende, sulle 602 con clienti all’estero).

66 34 26 14 8 10 4 4 2 6 22 20 11 5

Infine, notiamo ormai da qualche anno che l’internazionalizzazione delle nostre imprese comporta sempre di più una presenza produttiva in loco. Osservando la dinamica delle chiusure e delle aperture degli stabilimenti per collocazione geografica si può notare che il saldo positivo maggiore spetta proprio ai paesi esteri.

Tabella 4.13 Chiusure e aperture di unità locali in Piemonte, nel resto d’Italia e all’estero negli ultimi 3 anni.

Aperture Chiusure Saldo

Numero imprese Numero stabilimenti Numero imprese Numero stabilimenti Numero stabilimenti

Piemonte 4 6 9 10 -4

Resto d'Italia 11 15 7 7 8

Estero 17 25 6 13 12

Totale 32 46 22 30 16

Per completare il quadro relativo agli scambi commerciali tra Italia (e Piemonte) e resto del mondo, quest’anno abbiamo chiesto al campione di ripartire gli acquisti a seconda della regione di origine. Poco meno di un intervistato su tre ha dichiarato di rifornirsi di componenti e materie prime da imprese che hanno l’unità locale in Piemonte, mentre circa la metà ha ormai una rete di fornitura che supera i confini nazionali

4.3 I driver dei progetti di crescita