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Come descritto nel Capitolo 1, l’area d’indagine appartiene ad una zona sottoposta ad orogenesi, in particolare al bacino di avanfossa. Quest’ultima è l’area depressa antistante la catena e costituisce una zona subsidente, di forte accumulo sedimentario sin-post orogenetico (FORTEY, 2005).

L’interpretazione a scala regionale in aree non esplorate necessita di una griglia di linee sismiche che permettano di individuare le strutture presenti e di seguirne l’andamento in tutta l’area d’interesse. Nel nostro caso sono state utilizzate solo le tre linee sismiche regionali con il supporto di dati di letteratura, del rilievo sismico 3D e di informazioni ricavate da linee sismiche pubblicate.

Gli orizzonti al di sopra e al di sotto dei dati registrati in pozzo sono stati riconosciuti grazie a dati di letteratura. Questi orizzonti sono: Messinian, Unconformity, Giallo, Ocra e Rosa visibili nella legenda (Figura 3.12) e nelle Figura 4.6, Figura 4.8 e Figura 4.9. Nella

Figura 4.6 le tracce in blu sono i sismogrammi sintetici relativi ai due pozzi, quelle in rosso sono i logs di impedenza acustica.

Figura 4.6 Calibrazione sismica-pozzo per i due pozzi considerati. A sinistra il Pozzo 2 e a destra il Pozzo 1. In blu i sismogrammi sintetici, in rosso i logs d’impedenza acustica.

Di seguito vengono descritti gli orizzonti dal basso verso l’alto.

L’orizzonte Messinian (verde) è stato interpretato come l’isocrona del Messiniano. È noto che si presenti come una doppietta di riflessioni, più o meno continue, ad alta ampiezza (vedi sismo-facies C). L’orizzonte è stato tracciato seguendo le gole ovvero marcando quello

Capitolo 4 Interpretazione sismica che i logs avrebbero manifestato come un aumento di impedenza acustica; è noto, infatti, che le evaporiti messiniane siano estremamente riflettive. Questa isocrona permette, automaticamente, di affermare che la sismo-facies più profonda B è pre-messiniana, i dati di letteratura permettono di associare tale facies ad una sequenza bacinale (vedi Figura 1.6).

L’orizzonte Unconformity (arancione) corrisponde al top della sismo-facies D che, come descritto in precedenza, ha una quasi totale assenza di riflessioni. Questo tipo di risposta sismica è tipica di formazioni argillose e siltose e infatti, sempre grazie ai dati di letteratura, è stato possibile datare questo marker al Pliocene medio ed identificarlo come il top del Membro Trubi (marne omogenee, vedi Paragrafo 1.2). L’orizzonte corrisponde ad una superficie di erosione o non deposizione (unconformity) in quanto i riflettori della facies superiore terminano contro di essa come visibile nella Figura 4.7. L’orizzonte è stato interpretato come un picco che, in pozzo, corrisponderebbe ad una diminuzione di impedenza acustica giustificata dal fatto che la successione stratigrafica continua verso l’alto con la Formazione Ribera costituita da argille e sabbie di ambiente torbiditico che sono state associate alla sismo-facies E.

Figura 4.7 Particolare della Linea 1 in cui sono visibili le terminazioni contro la superficie di unconformity.

L’orizzonte Giallo, anch’esso identificato da dati di letteratura, si trova immediatamente sotto il fondo-pozzo. Questo riflettore è costituito da una gola (aumento di impedenza acustica) e corrisponde al passaggio dalla sismo-facies E alla F che, in sismica, si manifesta con riflessioni di maggiore ampiezza e continuità. L’orizzonte è stato interpretato come il top delle Sabbie di Irene, parte alta della Formazione Ribera (Pleistocene inferiore) di natura torbiditica.

Al di sopra sono stati utilizzati i sismogrammi sintetici per l’interpretazione di: Rosso, Bottom Reservoir e Top Reservoir. La Figura 4.8 e la Figura 4.9 mostrano, in blu, i sismogrammi sintetici relativi ai due pozzi, in rosso la replica della traccia sismica estratta lungo il profilo; sono, inoltre, visibili gli orizzonti interpretati grazie all’analisi del log sonico e del log di impedenza.

I logs di pozzo sono stati osservati, contemporaneamente, sia in formato digitale che in formato cartaceo; questo ha permesso di trovare la corrispondenza tra gli eventi interpretati sul dato sismico 3D e quelli riprodotti dai sismogrammi sintetici.

Capitolo 4 Interpretazione sismica

Figura 4.8 Layout del Pozzo 1 che mostra la corrispondenza tra le riflessioni interpretate dalla sismica (a destra) e quelle del sismogramma sintetico (in blu).

Figura 4.9 Layout del Pozzo 2 che mostra la corrispondenza tra le riflessioni interpretate dalla sismica (a destra) e quelle del sismogramma sintetico (in blu).

L’orizzonte Rosso è stato individuato in corrispondenza di una diminuzione di impedenza acustica che, in termini di risposta sismica, si traduce in un picco. Questo orizzonte segna il passaggio dalla sismo-facies F ad ampiezza maggiore alla E con ampiezza minore; in particolare in corrispondenza del pozzo è stato osservato che la sismo-facies compresa tra gli orizzonti Giallo e Rosso, ovvero la F, presenta una variazione laterale: i riflettori continui e paralleli diventano discontinui e caotici. Questa variazione laterale di facies è dovuta alla presenza di un corpo argilloso che è stato identificato come slumping. Il

Capitolo 4 Interpretazione sismica materiale argilloso, infatti, provoca una diminuzione delle ampiezze e, essendo caotico, discontinuità nelle riflessioni. L’isocrona è datata al Pleistocene medio.

L’orizzonte Bottom Reservoir (viola) rappresenta il marker utilizzato per identificare il limite inferiore dell’intervallo di reservoir studiato. Il successivo modeling, infatti, verrà applicato solo alla parte alta del reservoir in quanto è stato osservato che la parte bassa ha un comportamento molto diverso da quella analizzata. Il bottom del reservoir è stato individuato sui logs di pozzo come un aumento di impedenza acustica corrispondente a gole in sismica. Come visibile dalla Figura 4.6 questo orizzonte marca il passaggio ad una zona in cui le ampiezze aumentano improvvisamente. La Linea 1 (Figura 4.3) mostra che siamo di nuovo in presenza di una variazione laterale di facies (E), ma questa caratterizzata da un locale rinforzo di ampiezza senza variazione nella continuità dei riflettori. Dal punto di vista litologico si è in presenza della parte alta della Formazione Ribera (Pleistocene medio) costituita da una fitta alternanza di strati di sabbia siltosa ed argilla (lobi torbiditici distali) all’interno dei quali è intrappolato il gas.

L’orizzonte Top Reservoir (fucsia) è stato interpretato come una diminuzione di impedenza acustica corrispondente, quindi, ad una gola sul sismogramma sintetico. Questo marker segna il passaggio dalla sottostante facies E alla sovrastante facies G, ben visibile nella Linea 1. Il dato sismico mostra che, al di sopra di tale orizzonte, si verifica una variazione nella configurazione delle riflessioni: da parallele e continue diventano discontinue e caotiche a marcare una variazione nella sedimentazione con apporto da SE. Tale orizzonte segna il limite superiore della facies E ovvero dell’area d’interesse minerario.

I marker Ocra e Rosa sono stati interpretati, nuovamente, grazie a dati di letteratura. L’orizzonte Ocra, sempre all’interno della sismo-facies G, chiude la serie di riflessioni caotiche sopra descritte e subisce una netta interruzione ben visibile sul lato ovest della Linea 1. La linea mostra un’area in cui si ha una locale e circoscritta variazione di facies (da G ad H) con comparsa di riflessioni ondulate e poco continue. Lateralmente i riflettori della facies G sono bruscamente interrotti da quelli che sono stati interpretati come i margini di una frana sepolta. Tale frana, risalente al Pleistocene superiore, ha, inoltre, dislocato l’orizzonte Rosa. L’orizzonte Ocra è stato interpretato come un aumento di impedenza acustica corrispondente a una gola sul dato sismico; tale contrasto è dovuto, probabilmente, all’aumento della componente argillosa.

L’orizzonte Rosa, infine, come già accennato, viene dislocato dall’evento franoso e, come visibile nella parte Est della Linea 1, si trova alla base di un’altra piccola frana. Anche questo orizzonte ricade nel Pliocene superiore all’interno di una complessa geometria di frane e scivolamenti generati dalla spinta del fronte dell’alloctono.

Tutti gli orizzonti descritti sono stati riportati, così come le sismo-facies, sulle tre linee sismiche regionali a disposizione: questa operazione ha permesso di osservare qualitativamente, a causa dell’esiguo materiale esaminato, l’andamento spaziale delle facies. Sulla Linea 2 (Figura 4.4), parallela alla Linea 1, compare la sismo-facies I che presenta riflessioni discontinue, caotiche, a frequenza ed ampiezza medie. Sono stati osservati elementi strutturali (terminazioni) e una forma esterna con forte variazione laterale di spessore; questa sismo-facies, osservata anche sulla Linea 3, è stata interpretata come il fronte della falda di Gela che ha creato una struttura compressiva evidenziata dalla presenza di faglie.

La Linea 3 (Figura 4.5), infine, mostra nuovamente tutte le sismo-facies e gli orizzonti descritti. A NE compare nuovamente la Falda di Gela, mentre a SW si osserva la sismo-facies

Capitolo 4 Interpretazione sismica L con caratteristiche, come già descritto, molto diverse da quelle delle altre facies. Da dati di letteratura è stato possibile interpretare questa facies come appartenente al dominio tunisino; si tratta formazioni di bacino carbonatico del Cretaceo formatesi in una zona fortemente subsidente.

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