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Questi interventi del Capitano del popolo, — numericamente limitati, — dimostrano che il disinteresse del governo popolare

per gli affari della Contea non va inteso in senso assoluto, ma in relazione ad una specifica politica antiangioina.

2 . - I n d i c a z io n i precise di fatti ben più im portanti si hanno d a l n o v e m b r e 1 2 5 7 , con la concessione dei pieni poteri al fra tello d e l C a p i t a n o d e l pop olo, Iacobo Boccanegra, e a due An ziani. La c o n c e s s io n e d e i pieni poteri è del 28 novembre 1 2 5 7 . Sebbene d i essa si a b b i a notizia attraverso un documento rogato a V e n ti­

m i g l ia , la s u a im p o rta n z a valica i confini della Contea ed è tale da f a r c i r i t e n e r e che ogni studio sull’attività del Capitano del p o p o l o in L i g u r ia , esclusa Genova, per i prim i tempi del suo go­

v e r n o , d e b b a p re n d e re le mosse da essa. Dal 28 novem bre, per q u a n t o r i g u a r d a Ventim iglia, inizia la prima fase di una specifica

53 A .S.G ., Cartul. 56 cit., c. 14 v. Marino Alvernia era anche serviens della Rocca e, nel 12 6 0 , fu cabellator salis : cfr. A.S.G., Cartul. 57 cit.. c. 76 v. e passim.

Su lla presenza dei Templari a Ventimiglia, cfr. G. Rossi, La Storia cit., p. 76, testo e nota 1. II 9 ottobre 1257 Bartolomeo Ferrario, giudice del comune di V entim iglia, chiede al vescovo Azzo che custodisca Raimondo Galiana. templare, fe rito re di G uglielm o da Voltri, affinchè, se il ferito dovesse morire, Raimondo possa essere p u n ito ; Azzo rifiuta, ma si fa garante del templare: A.S.G., Cartul.

56 cit., c. 14 v. Su Iacopo Contardo cfr. anche Cartul. 33 cit., c. 59 r.

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politica d e l B o cca n eg ra: fase che si potrebbe ch ia m a re d i p lo m a tic a , e che in d u e p e rio d i arriva fino al maggio d e ll’anno successivo.

Il p o d e s tà ed il Capitano del popolo vogliono p o r r e rim e d io ai m a l i ed e lim in a r e le cause d e ll’inimicizie esistenti in alcu ne p a r t i dei t e r r i t o r i soggetti al governo genovese in L ig u r ia 5\ A tale fin e c o n ce d o n o la loro stessa potestatis p len itu d in em a l n o b ile la- cobo B o c c a n e g ra , fra tello del Capitano del popolo, ed agli A n z ia n i G io v a n n i B o caz io e Lanfranco P ig n a t a r io 55. I p ien i p o t e r i sono concessi a Ia co b o Boccanegra, da solo o con i due A n z ia n i, di m odo che Ia cob o, da solo o con i due Anziani, possit p ro m itte re , co m ­ p ro m itte re , o b lig a re , conventionem fa cere , im ponere p en as et im ­ p ositas e x to rq u e re , p re cip ere , statuere, o rd in are et d e m u m o m n ia ja c e re , tam ex p ressa quam non exp ressa. La giurisdizione p le n a r ia di Ia cobo n o n ha lim iti te rrito ria li nè personali: essa si estende a tu tto il d istretto genovese in L ig u ria : il podestà ed il C a p ita n o

54 A .S.G ., Cartul. 60 cit., c. 189 d. ; edizione in M, G. Can a l e, Nuova Istoria cit., p. 13 6 . I m ali e le discordie che il Podestà ed il Capitano del popolo di Genova vogliono estirpare con la missione dei plenipotenziari, sono, almeno per quanto riguarda Ventimiglia, le peggiorate relazioni coi Conti; se si eccettua, infatti, un intervento presso Azzo Visconti, vescovo di Ventim iglia. per la puni­

zione da infliggersi ad un chierico di cattiva condotta, — incombenza per la quale non erano evidentemente necessari i pieni poteri, — dalla documentazione arrivata fino a noi si vede che i plenipotenziari non si occuparono d'altro che di norma­

lizzare i rapporti tra i Conti ed il comune di Genova.

55 Iacobo Boccanegra era stato in relazione di affari col re di Francia Luigi IX in occasione della realizzazione della prima Crociata di quest'ultimo: cfr.

L. T. Be l g r a n o, Documenti inediti cit., doc. CC. Un Iacobo Boccanegra s'in­

contra nel 12 7 2 : ha sposato una certa Iacoba che possiede una terra a Recco (cfr. A .S.G ., Cartul. 58 atti del notaio Giovanni di Amandolesio, c. 15 5 ): non si hanno elem enti sufficienti per identificarlo col fratello del Capitano del popolo. Nello stesso anno Iacobo Boccanegra. che è certamente il fratello del Capitano del popolo, concede a Marino Boccanegra, suo fratello, 1385 libre di genovini da negoziare a Cipro o in Siria ; è presente anche Sim onetto Bocca­

negra, figlio di Iacobo : cfr. A.S.G., Cartul. 55, atti del not. Angelino de Sigestro, c. 1 1 6 v. A ltri Boccanegra si incontrano negli anni 1257 e 1 2 5 8 : Nicola Bocca­

negra e Ogerio Boccanegra (A.S.G., Cartul. 33 cit.. c. 83 r.), Giovannino Boccane­

gra (A .S.G ., Cartul. 60 cit., c. 13 v.), ma non sappiamo se siano o no in relazione con Guglielm o. Lanfranco Pignatario era cognato del trovatore Lanfranco Cigala:

cfr. A. M. Bo l d o r i n i. Per la biografia del trovatore Lanfranco Cigala, in Miscella­

nea di Storia Ligure in onore di Giorgio Falco, Milano, 1962, pp. 173.193.

v o g l io n o e l i m i n a r e a lic u b i i m a li che sono, essi dicono, in nostro d is t r ic t u ; p e r quanto r ig u a rd a le persone, poi, il podestà ed il Ca­

p i t a n o si r iv o lg o n o a tutti, e da tutti, indistintam ente, singulis u n iv e r s a lit e r e t s in g u la rite r u n iversis, — esigono obb edien za verso i p l e n i p o t e n z i a r i . Sono queste fo rm u le generali, le q u a li caratte­

riz z a n o i p o t e r i concessi a Iacobo ed ai due A n zia n i, che inducono a v e d e r e n e l l ’atto del 2 8 n o v e m b re l ’inizio d ella p o litica ligure del g o v e r n o p o p o l a r e .

L ’8 d ic e m b r e , una decina di giorni dopo la lo ro elezione, i p l e n i p o t e n z i a r i sono al la v o r o in Ventim iglia. P ro b a b ilm e n t e in­

c o m i n c i a r o n o da V e n tim ig lia la loro opera di rifo rm a , m a non d o v e t t e r o l i m i t a r s i alla Contea. La priorità accordata a V en tim iglia d i m o s t r e r e b b e la p a rtic o la re delicatezza della situazione in questo s e t t o r e . L a l o r o presenza n e lla Contea è documentata fin o al 14 d i c e m b r e d e l l o stesso 1 2 5 7 58 ; poi di loro non sap piam o p iù nulla f i n o a l 4 giu gn o 1 2 5 8 , quando Iacobo Boccanegra è segnalato a S a v o n a c o m e p o d e s t à 57. E’ p ro b a b ile che n e ll’in te rva llo di tem po tra l a m is s io n e a V e n tim ig lia e l ’inizio della podesteria savonese, il f r a ­ t e l l o d e l C a p ita n o del p o p olo, munito degli stessi pieni p o te ri, abbia o p e r a t o in a l t r e lo calità del distretto genovese; ma a noi non consta e n e m m e n o interessa sap erlo, in questo momento. P e r quanto r i ­ g u a r d a V e n t i m ig li a , sembra che i plenipotenziari abbiano compiuto t u t t o q u e l l o ch e riuscirono a compiere nel periodo 8-1 4 dicembre, e c h e p o i n o n siano p iù r ia p p a rs i in Contea.

56 A .S.G ., Cartul. 60 cit., cc. 189 r.-190 r. ; Cartul. 56 cit., c. 55 v. La mis­

sione ven tim igliese dei plenipotenziari dovette durare una trentina di giorni : pos­

siamo ricavare indicazioni in questo senso dal cartulario di Angelino de Sigestro, n otaio che seguì i plenipotenziari in Contea e che ci lasciò tutti gli atti rogati in quest’occasione e arrivati fino a noi, eccetto quello attinente ad un intervento di Iacobo Boccanegra presso il vescovo di Ventimiglia e dovuto alla penna di Gio- van n i di Am andolesio. Angelino de Sigestro, prima della missione ventimigliese, roga a G enova fino al 24 novembre, e, dopo la missione stessa, riprende a rogare, il 22 dicem bre (A .S.G ., Cartul. 60 cit., cc. 188 U.-190 u.).

57 Iacobo Boccanegra è podestà a Savona dal 1258 al 1262 : cfr. V. Po g g i, Series nobilium. Genuensium qui potestatis, capitami ac vicarii munere functi sunt extra patriam inde ab anno MCXX usque ad saeculi XV exitum, in H.P.M., XVIIL T orino, 1 9 0 1 , col. 11 2 3 ; cfr. anche I. Scovazzi-F. No be r a sco, Storia di Savona, I I, Savona, 19 2 7 , pp. 14-15.

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C o m e s i è visto, a un certo momento, e pre cisam en te a lla fine d el 1 2 5 7 , l a soluzione della questione ventimigliese si im p o s e con urgen za a n c h e al Capitano del pop olo. Guglielmo B o c c a n e g ra l ’a f ­ f r o n t ò c o n im pegno. Se ne può ved ere una prova a n ch e n e l fatto c h e eg li n o n ricorse a l l ’opera d e lla magistratura s o lita m e n t e im ­ piegata in R iv ie r a dai governi precedenti, cioè al c a p ita n e u s o v i­

ca riu s g e n e ra lis in R ip e ria p rò C om uni I a n u e 5S, m a ad u n p le n i ­ p o te n z ia rio , c h e poteva agire anche al di fu ori dei c o n fin i d e lla Ri»

v ie ra e c h e, p e r di più, era una persona a lui devotissima p e rc h è legata da v in c o li di sangue: il fra tello Iacobo. Il rico rso a l l ’op e ra d i f a m i l i a r i , — oltre che di Iacobo, come in questa occasione e poi p e r q u a tt ro an ni di seguito come podestà di Savona, il C a p ita n o del p o p o lo si servì anche di Lanfranco, altro suo f r a t e l l o , in occa­

sione d e l fa llim e n to di alcuni banch ieri genovesi n e l 1 2 5 9 , e di M a rin o c o m e am m iraglio della flotta p e r la R om ania n e l 1 2 6 1 , — giustifica ed estende anche al campo diplomatico, a m m in is tra tivo e m i li t a r e i l giudizio di « maggior attività », incisività ed im m e d ia ­ tezza già espresso a proposito degli interventi del gov erno p o p o la re n e l c a m p o fin a n ziario 59.

Questa maggiore immediatezza ed incisività di in te rve n to di­

v enta a n c o ra più evidente, se si analizza la lettera del 2 8 n o v em b re . D ei tr e i n v ia t i in Contea, Iacobo Boccanegra, G iovan n i Bocazio e L a n fra n c o P ig natario, il vero plenipotenziario è I a c o b o : a costui v engono concessi i pieni poteri, con la facoltà di a g ire anche da

58 Nel 12 5 5 è capitano nella Riviera Andrea Gattilusio ( capitaneus in Ri­

veria prò comuni Ianue) che promette a Guglielmo, conte di Ventimiglia, la resti­

tuzione di Roccabruna, per conto del Comune: cfr. E. C ais de P i e r l a s , Statuts cit., Appendice, doc. I l i (notizia inserta in un doc. del 1257, ascritto dal Cais de Pierlas, per una svista, al 1254; cfr. più avanti nota 77). In un anno impre­

cisabile, tra il 12 5 1 e il 1257, al tempo di Gigante Calvo podestà di Ventim iglia è vicarius generalis in Riperia prò comuni Ianue un certo Giovanni G uercio: cfr.

A.S.G., Cartul. 56 cit., c. 66 r., notizia inserta alla data 19 febbraio 1258. Anche il Capitano del popolo nell’aprile del 1258, in quella che si può chiamare la seconda fase diplom atica della sua politica ventimigliese, ricorrerà a due capitani o vicari, anch’essi dotati di pieni poteri, ma il fratello Iacobo, allora, sarà già diventato podestà a Savona.

58 R. S. Lo p e z, La prima crisi cit., pp. 88-89; Annali Genovesi cit., IV, pp. 42-43

so lo, i n d i p e n d e n t e m e n t e da gli a lt r i due. Può essere interessante al r i g u a r d o c o n s id e r a r e le d iff e r e n ti vesti giuridich e n e lle qu ali agi scono i t r e p le n i p o t e n z i a r i n e l periodo 8 -1 4 dice m b re 1 2 5 7 . Nella s t i p u l a z i o n e d e lle co n ven zio n i con i conti B o n ifac io e G iorgio, I a co b o B o c c a n e g ra , G io v a n n i Bocazio e L a nfran co P ig n atario agi scon o su u n p ied e di p a r i t à : d o m in i Iacobus B u ccan ig ra, fr a te r d o m in i G u ille lm i B u c a n ig re , c a p ita n ei p o p u li Ianuensis, Ioh an n es B o c a tiu s e t L a n fra n c u s P ig n a ta riu s, an cian i eiusdem p o p u li, h a b en ­ tes g e n e r a le m an d atu m et p le n a m b a ylia m et potestatem fa c ie n d i p a c ta e t c o n v e n tio n e s e t c e te ra . . . 80.

M a q u e s ta è l ’unica v olta . Negli altri casi sono in un a posizione i n f e r i o r e : so n o soltanto testes d e l l ’azione del fra tello del Capitano d e l p o p o l o . C ostui agisce da solo col conte Guglielm ino, figlio del fu G u g l i e l m o c o n te di V en tim iglia, col castellano di R oc cab runa Iacobo d e l l a V o l t a , co i castaidi di R o c c a b ru n a ; da solo concede feud i, riceve g i u r a m e n t i d i fedeltà, fissa i lim iti di giurisdizione, esige il paga m e n t o di p e n e p ecu niarie e tratta col vescovo di V en tim ig lia I n q u e s ti stessi atti, anche la presenza di Iacobo si configura v a r i a m e n t e . I n due occasioni egli è fra te r dom in i G u ille lm i B u ca­

n ig re , c a p ita n e i p o p u li Ianuensis, nuncius com unis Ia n u e et eius­

dem. p o p u l i ; n e lle altre occasioni è soltanto fra te r G u ille lm i B uca­

n ig re , c a p ita n e i p o p u li Ianuensis. Nell’alterna presenza di a ltre q u a l i f i c h e , Ia c o b o Boccanegra è sempre chiamato « fra te llo del C a p it a n o d e l p o p olo », quasi a significare che il vincolo f a m ilia r e c h e lo u n is c e a Guglielmo costituisce di per sè un titolo sufficiente a l l a p a r t e c ip a z i o n e al potere. Può essere una prova della politica a c c e n t r a t r i c e d e l governo popolare. Sembra, poi, che p e r alcuni p r o b l e m i r ig u a rd a n t i la Contea Iacobo Boccanegra sia p artito da G e n o v a già c o n la soluzione decisa dal Comune; in questi casi egli n o n d o v e v a f a r e uso dei suoi pieni poteri, ma lim itarsi ad eseguire le i s t r u z io n i ricevute. Sono i casi nei quali egli ap pare nella veste d i n u n c iu s com u n is Ianue et eiusdem populi.

60 A .S.G ., Cartul. 60 cit., c. 189 r.

61 A .S.G ., Cartul. 60 cit., cc. 189 r.-190 r.; Cartul. 56 cit., c. 55 v.

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3. - L 8 d ic e m b re 1 2 5 7 , a V e n tim ig lia , n e lla casa d i O b e r to S a o n e s e e d e l fr a t e llo , Iacobo Boccanegra, G io va n n i B o c a z io e L a n ­ fr a n c o P ig n a t a r io , p e r il comune di Genova, da una p a r t e , i c o n ti di V e n t i m i g l i a , B o n ifa c io e Giorgio, figli del fu M an u ele c o n te d i V e n ti- m ig lia , d a ll a lt r a , p e rfez io n an o le conven zioni del 1 2 5 3 ez. In p r i m o lu o g o le d u e p a r ti giurano di osservare le co n ven zio n i s t i p u l a t e il 1 0 g e n n a io 1 2 5 3 ; in o ltre il com une di G enova si im p e g n a a r i s a r c i r e i d a n n i, e n t r o due mesi d a lla loro v alutaz ion e fatta d a u n e s t im a t o r e d i V e n t i m ig li a , a rrec ati ai conti o agli abitanti d e l le l o r o t e r r e , d u r a n t e l ’occu p a zion e genovese dei castelli c o m ita li, o d u r a n t e le g u e r r e sosten ute dai conti m andato com unis Ian u e, a n o n f a r e p a ce s e p a r a t a coi n em ic i dei conti, a p o r t a re da 30 a 4 0 l i b r e di ge novin i l a s o m m a a n n u a concessa, nelle con ven zioni del 1 2 5 3 , ai con ti p rò e o ru m fe u d o . I conti, a lo ro volta, giu rano di osserv are le n u o v e co n ­ v e n z io n i, di f a r le osservare dai lo r o u o m in i e di c o n s e g n a re al C o ­ m u n e d u e l o r o figli come ostaggi.

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