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Intervista del 25/01/2012 al Dott Stefano Lambertini, Amministratore Delegato

5 UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE DELL’NFC IN ITALIA:

5.5 Intervista del 25/01/2012 al Dott Stefano Lambertini, Amministratore Delegato

1) Che cos’è e quando è nato il progetto Safeatwork ? Quali sono i rapporti di Safeatwork con Olivetti ? In rete sono disponibili alcuni video nei quali l’ingegner Giuseppe Radaelli spiega le caratteristiche del progetto SAW. L’ingegner Radaelli è il fondatore di SAW ?

SAW è una società di privati nata nel 2009 che si pone l’obiettivo di aumentare la sicurezza sul lavoro, fornendo ai lavoratori, per mezzo di telefonini dotati di tecnologia NFC, informazioni in maniera costante e tempestiva relativamente alla sicurezza delle attività che stanno svolgendo. La forma societaria è quella di una SRL e vi lavorano gran parte dei soggetti che hanno partecipato allo spin-off dell’Università Bicocca, NFC Alias.

Olivetti non ha preso parte al progetto Safeatwork ma si è interessata al prodotto ed ha deciso di inserirlo nel proprio panel di prodotti per la rete ed ha dunque trovato un accordo commerciale con Safeatwork, presentando il servizio offerto con il nome di Olisafe.

L’ingegner Radaelli è fondatore ed uno dei soci di Safeatwork.

2) Per vendere la soluzione che SAW propone in termini di consulenza suppongo che siano necessarie conoscenze tecniche, legali e di marketing. A livello di risorse umane quali sono le figure che lavorano in SAW? Esperti industriali, periti tecnici, consulenti di parte nelle cause relative agli incidenti sul lavoro per grandi aziende?

Sì, c’è una funzione marketing e un supporto tecnico. Il supporto tecnico però è un supporto non tanto dal punto di vista tecnico-informatico ma dal punto di vista tecnico- business per l’ambito industriale e la strutturazione delle possibili implementazioni: ci sono una serie di possibili ambiti di impiego ma che devono essere nella pratica implementati ed adattati alla realtà. Ci sono diversi ambiti come l’oil&gas, la chimica, l’edilizia, la manutenzione in cui il supporto alla sicurezza vuol dire cose diverse: per esempio nelle centrali elettriche assume rilevanza la corretta sequenza delle operazioni di lavoro, nell’edilizia sono altre le questioni rilevanti per la sicurezza.

3) Dunque, dovendo fornire soluzioni di sicurezza differenti a seconda del settore in cui siete chiamati ad operare, assumete delle figure che vi possano fornire una perizia tecnica di volta in volta a seconda del settore?

No, in realtà lavoriamo con i responsabili di sicurezza che ovviamente le grosse aziende hanno, anche se una base dobbiamo averla. Le conoscenze che abbiamo in Safeatwork sono più legate all’ oil&gas, alla power generation e all’impiantistica e ciò ha una sua storia perché uno dei soci ha lavorato sempre in quest’ambito sui sistemi di manutenzione legati a SAP e a INFOR. Per altri ambiti un pò ci si reinventa e un pò si lavora in collaborazione con il cliente, anche se c’è da dire che in realtà per la sicurezza in senso stretto SAW non può portare le maggiori innovazioni, in quanto questa è già ampiamente regolata da delle norme ben precise che definiscono degli standard, piuttosto è il working sight of control che cambia.

4) In che modo dunque i sistemi di protezione sul lavoro implementati da SAW garantiscono la sicurezza sul lavoro?

Sono sistemi di protezione del modo di lavorare aziendale a posteriori, basati sull’azione sui comportamenti delle persone: solamente dopo l’infortunio posso dire che il lavoratore, nonostante l’avviso, non abbia adottato le corrette misure di sicurezza. Il responsabile della sicurezza non può sapere se poi effettivamente il lavoratore indossa i dispositivi di protezione individuale altrimenti si rischia di cadere nel telecontrollo che sindacalmente è vietato. Però un sistema attivo in cui l’operatore o il dipendente dichiara attivamente, utilizzando lo smartphone NFC, che sta usando i dispositivi di protezione individuale è diverso: una dichiarazione attiva è diversa dal telecontrollo e costituisce comunque una prova maggiore rispetto a un varco passivo RFID che verifica la presenza dei dispositivi di protezione individuali ma non il fatto che siano indossati. Un sistema del genere è una prova molto forte, dopo che comunque si è andati in contenzioso, e va verificata in dibattimento.

SAW permette di supportare il datore di lavoro in eventuali contestazioni da parte delle autorità o dei lavoratori in merito a violazioni come il non aver provveduto affinché per

ogni attrezzatura i lavoratori disponessero di ogni informazione e istruzione all’uso in rapporto alla sicurezza e alle condizioni di impiego. Permette anche di agire contro contestazioni, come il non aver fornito al lavoratore, ai subappaltatori e al personale esterno operante in azienda dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ ambiente di lavoro; oppure non aver promosso la cooperazione all’attuazione delle misure di sicurezza e protezione dai rischi sul lavoro, sugli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono stati esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente al fine di eliminare i rischi medesimi.

5) L’attività svolta da Safeatwork è quella di consulenza per comprendere le esigenze dell’azienda, sommata alla fornitura dell’hardware necessario all’implementazione del serivizio ?

No, in realtà non forniamo hardware perché la piattaforma di gestione o consolle web based è fornita in Saas e inoltre al massimo forniamo il client per i vari dispositivi telefonici. Può essere che l’azienda compri autonomamente i dispositivi abilitati all’NFC o ci chieda un aiuto.

6) Dal momento che la vostra piattaforma di gestione è fornita in modalità Software as a service i vostri clienti non necessitano di acquistare dunque alcun software? È una modalità di forniutura del servizi in stile cloud ?

Esattamente.

7) Viene presentato un prospetto che chiarisce i costi e i benefici di SAW? Dal punto di vista dei costi penso che questi possano essere quantificati facilmente ma come si arriva a quantificare i benefici per una soluzione di questo tipo ?

Ci sono una serie di vantaggi operativi e anche la possibilità di riduzione del tasso INAIL.

Inoltre un’impresa potrebbe anche assicurare un impianto produttivo ed elementi di enforcement della sicurezza dei cicli di lavoro sono in generale ben visti: per esempio

nei petrolchimici e nelle raffinerie ci sono tutta una serie di aree nelle quali non si può entrare per motivi di sicurezza con certi tipi di attrezzature e quindi dei sistemi che facciano l’enforcement su delle sequenze di attività possono essere di grande aiuto ed evitare non solo infortuni sul lavoro ma anche incidenti ambientali. La soluzione SAW può evitare dunque in generale danni ambientali e quindi danni economici.

Altro tipo di vantaggio della soluzione SAW è il training on the job che permette una maggiore efficienza da parte dei lavoratori e un costante aggiornamento delle procedure.

8) I tag presenti nei filmati sul sito di Safeatwork sono degli NFC tag. Deduco quindi che l’NFC nella soluzione SAW è usato in modalità reader/writer? Le informazioni scritte sui tag sono scritte tramite NFC? L’NFC viene mai usato in modalità peer-to- peer o in modalità card emulation nel progetto SAW?

Si, l’NFC lo usiamo prevalentemente in modalità reader, dal momento che i telefonini abilitati all’NFC nella nostra soluzione vanno semplicemente a leggere il tag. C’è anche la modalità writer poiché andiamo anche a scrivere sui tag. Per la modalità writer c’è una specifica applicazione per gestire la scrittura dei tag NFC mediante telefonino. Ciò che è scritto sui tag non è il contenuto dei tag ma un puntatore ad un contenuto che tecnicamente viene gestito dal sistema centrale e distributo sui dispositivi. Nel momento in cui il mio telefonino abilitato all’NFC va a leggere il tag, il puntatore contenuto nel tag rimanda ad un contenuto che è già immagazzinato nel telefonino. Una delle caratteristiche del sistema Safeatwork, dovendo garantire la sicurezza, è quella di funzionare sempre. Non può non funzionare, l’informazione deve essere sempre disponibile. Il contenuto di sicurezza deve essere già immagazzinato sul telefonino e non ci si può affidare alla rete perché questa trasferisca l’informazione dal sistema centrale al telefonino nel momento in cui andiamo a leggere il tag.

Il punto di forza sottostante a questa applicazione è un sistema molto raffinato di sincronizzazione di contenuti per cui sul portale di gestione vengono strutturati ed apparecchiati i contenuti, che possono essere contenuti testuali in varie lingue, immagini di supporto. Questi contenuti vengono attribuiti ai diversi operatori e c’è un sistema di sincronizzazione per il quale, almeno la prima volta, i contenuti associati ad ogni

operatore vengono sincronizzati in locale sul device in modo tale che siano già presenti e possano funzionare anche in assenza di rete. Dunque la lettura dei tag può avvenire tranquillamente anche senza la presenza di una SIM che garantisca la connessione dati. Il tracking delle operazioni svolte o le foto effettuate vengono “storate” in locale e non appena il telefono recupera campo vengono inviati al sistema centrale secondo uno schema di intervalli temporali deciso utente per utente. Non è neanche necessario l’uso della SIM: al mattino prendo in portineria il mio telefonino Android con Wi-Fi e questo durante il giorno aggiorna automaticamente i dati che ho immagazzinato e invia periodicamente i feedback che ho ottenuto, necessari per le verifiche sulla sicurezza da parte del sistema centrale.

È possibile inoltre geolocalizzare l’utente sempre per intervalli temporali definiti. Non viene geolocalizzato l’utente solo nel momento in cui legge un tag, ma a intervalli indipendenti.

9) Cosa si intende quando si dice che il telefonino abilitato all’NFC viene aggiornato dal portale di gestione centrale con modalità Wi-Fi “per delta” ?

Significa che i contenuti presenti sul telefonino abilitato all’NFC vengono aggiornati per differenza di contenuto. I contenuti non vengono reinviati ogni volta. Il sistema centrale aggiorna solamente le differenze sui contenuti.

10) Come funziona la console web based che gestisce in maniera centralizzata i flussi di informazioni? Si interfaccia col gestionale?

È strutturata secondo un albero di contenuti e mi permette di fare il tracking di ogni operazione effettuata dall’operatore: posso gestire la traccia delle operazione effettuate dal lavoratore, scaricarla e farne una analisi off-line oppure tenerla caricata sul sistema. Posso decidere tramite il portale centrale se richiedere una foto per ogni NFC tag letto oppure se impostare una serie di operazioni da svolgere secondo una precisa sequenza. 11) La console web based si interfaccia col gestionale? E se non è presente un gestionale è la stessa console web based ad inviare gli ordini di lavoro ?

La console web based si interfaccia in maniera molto naturale con i sistemi informativi presenti in azienda e permette di inviare gli ordini di lavoro ai dipendenti e inviare i feedback dei lavoratori in risposta al sistema informativo.

Sì, la console web based può svolgere la funzione di invio degli ordini di lavoro così come lo farebbe un gestionale. È presente la funzione “crea nuovo ordine di lavoro” che permette di associare ad un tag o ad una smart card un ODL, aggiornando tramite il sistema centrale le informazioni associate al puntatore.

12) E’dimostrata una maggiore efficienza sul lavoro da parte dei lavoratori, al di là dei minori infortuni,minori malattie e minori costi assicurativi? Ci sono dei dati che dimostrano un aumento di efficienza quando sono state implementate le soluzioni SAW?

La maggiore efficienza si traduce nel fatto che le informazioni sono automatizzate e c’è un supporto informativo di training on the job. È possibile distribuire anche dei tag semplicemente informativi, dove non c’è nulla di dispositivo ma è sufficiente toccarli per ricevere l’informazione. Il limite alle possibili applicazione di Safeatwork è un po’ la fantasia, nel senso che per le sue caratteristiche potrebbe essere certamente usato anche per altre applicazioni: quello che c’è di robusto dietro Safeatwork e che si porta dietro dallo spin-off universitario è un sistema di sincronizzazione dei dati molto preciso e questo funziona sempre, anche off-line, senza bisogno della rete, per diversi possibili tipi di applicazioni.

13) Perché si è scelto l’NFC per Safeatwork ?

Perché i mobile phone o gli smartphone si sono diffusi globalmente e l’NFC è una tecnologia che sta sul mainstream dell’industria finanziaria e quindi, prima o poi, volenti o nolenti, ce l’avremo tutti. Sarà come per il Bluetooth. Non lo abbiamo scelto noi ma semplicemente si è deciso di inserirlo nei telefonini. L’industria finanziaria ha scelto già da anni questo standard e VISA e MASTERCARD sono già attive nel

distribuire delle carte di credito che hanno al proprio interno il chip NFC. Già a Milano e provincia tutti i Mac Donald’s hanno Paypass, cioè POS che accettano carte di credito contactless NFC e Banca Intesa sta già distribuendo da un anno questi tipi di carte di credito.

14) L’applicazione di NFC Alias è già salvata nella memoria dello smartphone o è salvata su SIM o micro sd? L’NFC è quindi embedded o add-on?

L’NFC Alias esiste in diversi formati, per Android, per Nokia Serie 40, per Symbian e per alcuni telefoni particolari usati in ambito industirale per zone ATEX ad alto rischio di esplosione. L’applicazione, qualunque sia la tipologia di telefono o di sistema operativo, risiede comunque sul telefono e i dati sono salvati sulla micro sd. L’ applicazione di NFC Alias non è salvata sulla SIM quindi. La SIM negli smartphone abilitati all’NFC per la soluzione di Safeatwork potrebbe anche non esserci, potrebbe essere utile per la connessione dati con la rete 3G ma ad ogni modo è possibile usare telefoni dotati anche solo di Wi-Fi per il trasferimento dei dati. L’applicazione inoltre può sempre funzionare senza NFC dal momento che comunque in ogni caso io conosco l’ID dell’oggetto sul quale punto il telefono: questo può essere scritto fisicamente sotto il tag e digitato sul telefono, anziché letto automaticamente, nel caso in cui l’NFC non funzioni.

15) Il dipendente, per certificare che sta iniziando a lavorare, è obbligato a leggere il proprio badge nella forma di contactless smartcard in modo da far partire la tracciatura e il controllo sulle attività che sta svolgendo?

No, questa funzione non c’è volutamente e le utenze telefoniche sono anonime perché altrimenti si rischia di cadere nel telecontrollo, vietato per legge. Le utenze telefoniche sono definite da un numero ma non da un nome e cognome. Non è neanche fondamentale sapere che un individuo sta lavorando in un dato momento e sta seguendo le procedure di sicurezza di Safeatwork perché questa informazione è sempre recuperabile a posteriori. I dati inviati tramite Safeatwork e la tracciatura delle operazioni vengono archiviati in modo da dimostrare un domani che sono state

implementate tutte le procedure di sicurezza nel caso vi siano ispezioni sulla sicurezza del lavoro.

16) SAW è vincitore nella sezione Europe 2011 di RedHerring, una delle più prestigiose media company specializzate nella diffusione e ricerca sui contenuti dell’innovazione a livello globale. Il team editoriale di RedHerring il 25 Maggio 2011 ha selezionato 100 progetti vincitori per l’Europa sulla base di criteri quantitativi e qualitativi come la performance finanziaria, l’innovazione tecnologica, il quality management, l’esecuizione della strategia e l’integrazione dei progetti nelle rispettive industrie. È così?

Sulla base di oltre 36.000 domande di partecipazione al concorso sono stati selezionati 300 vincitori distribuiti equamente tra Europa, Asia e Stati Uniti e SAW risulta essere tra i 100 vincitori per la sezione Europe del premio RedHerring, ricevendo dunque anche una conferma della validità del proprio progetto da parte di un team di esperti internazionali di innovazione.

CONCLUSIONE

Giunto al termine di questo lavoro di ricerca sull’NFC e in attesa di futuri sviluppi legati a questa tecnologia in costante evoluzione, trovo utile rielaborare personalmente alcuni dei principali concetti espressi al fine di sottolineare punti di forza e di debolezza di questa innovazione.

Ritengo innanzitutto che l’NFC possa realmente divenire una tecnologia vincente in grado di entrare a far parte stabilmente delle nostre vite, creando un nuovo e più evoluto modello di interconnessione nelle comunicazioni: grazie all’integrazione negli smartphone e alla sempre maggiore diffusione di questi dispositivi, combinata alla semplicità d’uso della tecnologia, saremo in grado di effettuare una moltitudine di attività quotidiane, dalla condivisione di un contatto al pagamento in modalità mobile, in maniera sempre più semplice ed immediata. Per quanto riguarda la diffusione degli smartphone, le stime per il 2011 di Ipsos Media CT riguardanti il nostro Paese parlano di ben 20 milioni di dispositivi attivi con un rilevante incremento rispetto al 2010 del 52%80. Considerando il fatto che le compagnie telefoniche sono interessante sempre di più a sostituire nelle propria offerta gli obsoleti mobile phone con gli smartphone, grazie anche alla fonte di guadagno che questi generano mediante la connessione dati e l’utilizzo di applicazioni, i numeri appena citati sono destinati a crescere notevolmente. Per quanto riguarda invece l’integrazione dell’NFC all’interno degli smartphone, ho rilevato previsioni contrastanti che possono frenare facili eccessi di entusiasmo ma che comunque fanno presagire una inevitabile evoluzione nella direzione di questa tecnologia: Stephanie Tilenius, Vice Presidente di Commerce Google, durante la conferenza del 26 Maggio 2011 per il lancio dell’applicazione Google Wallet, parla del 50% degli smartphone al mondo abilitati all’NFC entro il 201481 mentre secondo le stime di Juniper Research per lo stesso anno saranno solamente il 20% gli smartphone ad essere abilitati alla tecnologia globalmente 82.

                                                                                                               

80 LaRepubblicasit. Italia è smartphonemania: gli utenti a 20 milioni

<http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/09/26/news/italia_smartphone-mania_gli_utenti_a_quota_20_milioni-22247656/>

81  Google Youtube Channel. (27th May 2011) Google Wallet Product Launch.

<http://www.youtube.com/watch?v=am8t6iZ7up0&feature=endscreen>.

82  Wilcox H. Juniper Research. (14th April 2011) “Press Release: 1 in 5 Smartphones will have NFC by 2014”.

Per quanto riguarda la facilità d’utilizzo dell’NFC posso affermare di averne testato in prima persona l’immediatezza nella sequenza di interazione fisica-interazione virtuale: avendo a disposizione due Google Nexus S mi è stato possibile trasferire contatti, URL e testi in modalità peer-to-peer semplicemente avvicinando i due smartphone, senza particolari difficoltà nell’impostare l’NFC come ulteriore modalità di comunicazione wireless rispetto alle reti Bluetooth o Wi-Fi. Lo stesso esperimento è riuscito con successo utilizzando il Google Nexus S per scrivere e poi leggere in modalità tag reader/writer alcuni tag MIFARE della NXP che ho acquistato su eBay e distribuiti dall’azienda finlandese TagAge83.

Per approfondire ulteriormente l’analisi di questa tecnologia, durante il mio lavoro ho ritenuto utile studiarne l’architettura e da questo punto di vista l’NFC rappresenta sicuramente un’innovazione ad architettura modulare laddove ogni componente del sistema implementa una singola specifica funzione e le interazioni tra i moduli risultano chiare e ben definite: non è difficile comprendere il ruolo svolto dal chip NFC, dall’antenna a bobina, dal software applicativo per la gestione dei dati, integrati all’interno dello smartphone, così come è facilmente intuibile il modo in cui essi si interfaccino. Data la modularità dell’architettura e la molteplicità delle applicazioni descritte, risulta ampio il ventaglio degli stakeholder interessati all’implementazione della tecnologia: le istituzioni finanziarie che processano i pagamenti, i produttori di smartphone, le compagnie di servizi di telefonia mobile, le istituzioni bancarie, i produttori di semiconduttori e di circuiti integrati, gli sviluppatori di applicazioni devono necessariamente trovare un punto di incontro al fine di definire uno standard. I maggiori investimenti per la creazione di un tale sistema non sono quindi a mio avviso rappresentati solamente da nuove risorse fisiche in termini di attrezzature e unità di R&D o da risorse immateriali quali nuove conoscenze tecniche o scientifiche. Sfruttare l’accoppiamento induttivo magnetico tra due dispositivi per creare un campo di radio frequenze sul quale comunicare non è un concetto nuovo ed appartiene già alla Radio Frequency Identification. Il consolidamento della diffusione dello smartphone a scapito del mobile phone, la miniaturizzazione dei circuiti integrati e la loro disponibilità ad un basso costo da parte di diversi players di mercato sono dati di fatto che storicamente rappresentano le basi per l’affermazione dell’NFC, ma non identificano il fattore

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