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Num Intervista, Referente/PDZ, Luogo, Data, Registratore Intervista Referente/PDZ Luogo Durata Data Registratore

N1 Cuccovillo Lecce 45’ 23-lug SI

N2 Incampo Altamura 45’ 24-set SI

N3 Dichiaro Cerignola 45’ 27-set SI

Le interviste e i questionarisi sono incentrati su specifici punti: la conoscenza dei principali fruitori del servizio, la descrizione delle principali attività svolte dal servizio erogato, e la concreta, o apparente, cooperazione tra le diverse sfere istituzionali coinvolte: PDZ, Terzo Settore e Sindacati.

Per comodità riporto solo i risultati delle interviste.

39 Dopo averli analizzati tutti, abbiamo considerato solo i PDZ in cui la popolazione straniera residente è

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4.2.1 Questionari 

Dunque, come già detto, per documentare i servizi rivolti agli stranieri effettivamente attivi sul territorio, è stato necessario analizzare i Piani Sociali di Zona, in quanto strumento principale di programmazione sociale.

All’interno dei Piani ho incontrato i responsabili dei programmi, o dei servizi, messi in atto per la tutela e il sostegno allo straniero.

Tali incontri hanno fatto emergere l’esistenza di una variabilità di interventi che non permettono, però, di giungere ad un unico modello risolutivo applicabile in tutti i Piani, in effetti, anche gli interventi più simili tra loro sono attuati in maniera diversa nei differenti contesti. Basta dare un’occhiata alle interviste e ai questionari per capire in che modo gli attori locali abbiano affrontato una situazione di emergenza che non poteva più essere rimandata.

Dall’indagine risulta che due intervistati su tre, impiegati nei PDZ, si occupano principalmente di sostegno al reddito dello straniero e lo fanno attraverso l’erogazione di contributi economici. Spesso a tali attività sono affiancate attività di assistenza e di supporto per la stesura di pratiche e documenti (quest.2), l’erogazione di servizi sociali e professionali, o ancora, una particolare attenzione all’inserimento dei minori in strutture protette (quest.3).

Per quanto riguarda i bisogni, invece, dall’analisi dei Piani emerge che quelli maggiormente espressi dagli stranieri riguardano prima di tutto il disbrigo pratiche amministrative, la ricerca di un lavoro, di una casa, l’assistenza socio-sanitaria, ed infine i corsi di lingua.

Una volta aver analizzato servizi offerti e bisogni percepiti si deve capire a chi sono rivolti tali interventi.

In genere, i servizi possono essere dedicati a fasce di utenza più vulnerabile, come ad esempio minori (dal prospetto si evince che sono i giovani e gli adulti a rivolgersi con più frequenza agli uffici, mentre per quanto concerne il sesso, abbiamo una presenza maggiore di uomini nel PDZ di Lecce, di donne nel PDZ di Altamura, nessuna prevalenza nel PDZ di Cerignola), oppure a soggetti in particolari condizioni di emarginazione sociale, povertà e bisogno.

Dalla lettura congiunta dei Piani si denota che non tutti i PDZ oggetto della ricerca posseggono un ufficio immigrati. Questo succede perché spesso l’area stranieri viene associata ad altre aree di intervento (es. area stranieri, minori) provocando così seri problemi di natura interventistica, in quanto, non si capisce bene quali siano effettivamente le priorità della comunità straniera presente sul territorio. E’ chiaro che i PDZ nel farsi carico delle problematiche espresse dallo straniero, dovranno affrontare le loro esigenze in modo diverso rispetto a come affronteranno quelle espresse dagli italiani, seppur apparentemente i bisogni siano gli stessi: casa, lavoro, integrazione.

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Comunque, l’assenza di sportelli, anche laddove la presenza degli immigrati è forte, potrebbe essere spiegata dal costo elevato del servizio stesso (mancanza dei finanziamenti40), o ancora, da una cattiva gestione dell’amministrazione locale.

Prendendo in esame la variabile provenienza, nel 2012 e nei Piani analizzati, ancora una volta vediamo una più alta presenza di stranieri proveniente dai Paesi dell’Est e dall’Africa Settentrionale.

Nel PDZ di Lecce gli operatori degli uffici ci dicono che è cresciuta la presenza di Senegalesi, Rumeni, Polacchi e Slavi. Nel PDZ di Altamura si riscontrano di più Albanesi e Bengalesi, mentre in quello di Cerignola Rumeni, Bulgari, Polacchi e Ucraini.

La crescente stabilizzazione degli stranieri sul territorio fa aumentare, secondo gli attori intervistati, le domande di ricongiungimento familiare.

In effetti, tale aumento registratosi in maniera costante un po’ ovunque è il risultato di un’espressa volontà, da parte dello straniero, di radicarsi sul territorio nazionale. Pertanto, con l’aumento dei ricongiungimenti aumentano di riflesso tutti i servizi che dovrebbero essere potenziati: dalla formazione degli adulti, all’alfabetizzazione dei più giovani, dall’inserimento scolastico dei bambini, alla loro integrazione sociale.

Nel contesto analizzato, tutte queste problematiche trovano risposta dagli uffici dei PDZ i quali, risultando abbastanza radicati sul territorio (nel PDZ di Altamura non è presente un ufficio immigrati, vedi prospetto), sembrano riuscire a rispondere bene alle esigenze, almeno prioritarie, dei “nuovi cittadini”.

Seppur riuscendo a gestire le richieste degli utenti, non manca la difficoltàrelativa l’assenza di finanziamenti esterni. In effetti, tra i problemi più affrontati dall’ufficio, resta notevole la problematicità di una mancata continuità del servizio dovuta a difficoltà economiche. Spesso non è possibile fare previsioni future perché manca la sicurezza di poter mantenere attivo un progetto nel tempo. Purtroppo tale difficoltà la riscontriamo qui, così come l’abbiamo riscontrata nei PDZ analizzati in Campania. A tal proposito le parole della Dott.ssa Cuccovillo, responsabile del settore stranieri servizi sociali PDZ Lecce:

“Le risorse economiche nel tempo, da quando abbiamo cominciato ad oggi, sono andate scemando, mentre prima si poteva dare dieci adesso si può dare quasi niente”

(Intervista 1).

Per finire, in tutti e tre i casi, si registra una buona collaborazione con il Terzo Settore che avviene perlopiù attraverso un rapporto informale.

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