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Intervista telefonica alla dottoressa Giulia Buson, Artist Assistant and Studio Manager dell’artista Peeta (8 febbraio 2017)

D: Dottoressa Giulia, secondo Lei cosa ha fatto la differenza nel percorso di affermazione di Peeta rispetto a quello di altri street artist che ad oggi operano nel Veneto Orientale?

R: Credo che il progetto artistico intrapreso da Peeta nonché l’immaginario estetico rappresentato dal suo lavoro abbiano di per sè stimolato l’interesse di un largo ed eterogeneo pubblico. Se così si può dire, il suo è uno stile “vincente” che non deve certo al solo marketing la propria larga diffusione. Al contempo, ma questo accomuna l’intera categoria, il Writing, o più generalmente l’Arte Urbana (Writing, Street art), si presentano sin dall’inizio come forme d’arte invasive, non assoggettate alle

43 Per approfondimenti si rimanda al sito personale degli artisti, nell’ordine: “www.yama11.me”, “www.dulk.es”,

“www.el-pez.com”, “www.markryden.com”, “www.popaganda.com”, “www.okudart.es”, “www.lowbros.de”, “www.belin.es” e alle fanpage sui social per Smug.

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leggi di promozione e di mercato canoniche, quindi non sottoposte al giudizio altrui prima di poter essere esposte e divulgate, ma frutto di un gesto tanto autonomo ed arbitrario quanto immediatamente visibile al pubblico. Credo parta da qui “l’ascesa” di Peeta, dall’aver sfruttato al massimo gli spazi e le opportunità di dipingere pubblicamente, dall’aver investito nel suo “marchio” ancor prima che questo fosse ufficializzato dal mercato, fidelizzando un pubblico che ha imparato a riconoscerlo e ad apprezzarlo. Quella di Peeta è stata una generazione semi-pionieristica per questa disciplina in Italia, credo che il suo iter sia molto diverso da quello di un artista che vuole emergere oggi e quindi difficilmente esplicabile tramite quelli che oggi riteniamo i principali metodi di promozione. Ad esempio, internet è subentrato nella sua carriera quando era già conosciuto a livello italiano ed internazionale tramite le fanzine di settore, la presenza alle jam ed ai meeting e tramite la sua fama per passaparola. Alla pari di come fa internet oggi in modo più snello e veloce, Peeta aveva, con mezzi diversi, creato il suo network: un network volendo sotterraneo ma al contempo capillare. Peeta ha viaggiato molto, in Canada, negli Stati Uniti, ha investito nella ricerca di contatti e di opportunità e questo credo sia il punto di partenza fondamentale per una crescita artistica e commerciale che ha avuto una marcia in più rispetto ad percorsi artistici gestiti diversamente all’interno dello stesso settore. D: Esiste, a Suo avviso, un momento preciso in cui, si può dire, sia iniziato il “fenomeno Peeta”? Il fenomeno Peeta, come artista a tutto tondo e non solo come writer, è iniziato attorno al 2008, quando chi si era affezionato alle sue opere su muro ha suggerito lui l’idea di riproporle su supporti esportabili ed acquistabili: pannelli, tele. Da lì in poi il suo nome ha iniziato a diffondersi non solo nell’ambiente di nicchia del Writing puro ma in quello dell’Arte in generale, non solo nei muri e per strada, ma anche nelle collezioni private così come nei luoghi delegati all’esposizione ed al commercio delle opere. La cosa è progredita in un crescendo, seppur altalenante, influenzato da molti fattori esterni.

Per citarne due: il fatto che il Writing e la Street Art vengano sfruttati tanto da pubblicitari quanto da associazioni ed enti cittadini, ha presentato questo tipo di artisti ad un pubblico sempre più distante da quello che li aveva circondati fin dall’inizio; hanno avuto la possibilità di dipingere in luoghi nuovi, per persone diverse, sono diventati degli idoli popolari e non più di settore, delle “rockstar” nel loro piccolo. Il tutto sicuramente aiutato prima dal web in generale e poi, in maniera esponenziale, dai

social network che hanno amplificato il raggio di divulgazione di molti prodotti, tra cui quelli artistici,

soprattutto se si prendono in considerazione contenuti facilmente viralizzabili come delle macro-opere di muralismo.

D: Che ruolo assumono il marketing e le strategie di comunicazione nella sua proposta dell’offerta artistica?

R: Nella proposta dell’offerta artistica, un ruolo essenziale. Come ogni prodotto, deve essere proposto al pubblico più adeguato, nel momento di maggior recettività e con un linguaggio appropriato. Di conseguenza, seguiamo una sorta di piano editoriale che rispetti certe regole e risulti coerente. Così

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come valutiamo attentamente i canali terzi su cui essere promossi e discussi. Alla base, alcuni “prodotti” sono pensati di per sè come strumento di promozione. Ad esempio, un pezzo su muro ben riuscito e di grandi dimensioni, oltre ad essere un’opera d’arte rilevante, se vissuta nel contesto in cui è fisicamente realizzata, è ad oggi fondamentale che rispetti la caratteristica di essere fotografabile. Più di un oggetto artistico prodotto in studio che risulta - più o meno facilmente - esportabile, il muro racchiude una forza enorme dal punto di vista del contenuto e, l’unico modo per diffonderlo e viralizzarlo, è tramite un adeguato lavoro di documentazione fotografica. Molta della promozione avviene anche in maniera indiretta ad oggi: blog, social network ed ogni canale nel quale esista la possibilità di re-postare un contenuto, ne amplifica il raggio di diffusione moltiplicandolo di molte volte. Le strategie di comunicazione non sono però messe in atto unicamente sul piano pubblico ma anche tramite determinate scelte di interazione privata con i clienti o gli altri protagonisti del mercato. D: Chi sono i più agguerriti fan di Peeta e cosa cercano?

I più agguerriti sono di sicuro gli altri writer che cercano ispirazione e soddisfazione tecnico-estetica nello scoprire le sue creazioni: il Writing anche quando mercificato e popolarmente accettato, resta un linguaggio di nicchia. Oggi come oggi, tra gli “agguerriti fan” in senso metaforico possiamo annoverare anche i pubblicitari: il linguaggio del Writing è fresco e diretto, piace ai giovani ed incuriosisce gli adulti. Writer e street artist stanno guadagnando sempre più fan sul web e non solo, dunque risultano un veicolo migliore rispetto alla presentazione leggera e velata di contenuti commerciali. I suoi collezionisti invece variano: dagli appassionati del genere che acquistano per un senso di appartenenza ed un valore affettivo, agli investitori, a chi riconosce una forte componente di arredamento nei suoi lavori (che prendono infatti largamente spunto da discipline come il design industriale). E’ anche per questo che i suoi prodotti sono il più possibile diversificati, dall’opera d’arte originale, alle copie, fino ad arrivare al semplice gadget (adesivo, t-shirt). Il Writing è una disciplina

underground a cui il mondo del lusso ha aperto le porte in una scalata che nel mezzo ha incrociato una

vastissima gamma di soggetti sociali e dove ciascuno di essi ha sviluppato interesse a riguardo a modo proprio. Così, la produzione è diversificata e mirata a ciascuno di loro.

D: Ritiene che Peeta con le sue opere si rivolga ad un target particolare o che piuttosto siano queste ultime ad attrarre determinate fasce di pubblico?

R: Una grossa distinzione va fatta tra: lavori pubblici su muro, opere create in studio e merchandising. Le opere su muro, che siano commissioni, iniziative benefiche o lavori pubblici, si rivolgono fondamentalmente al contesto nel quale sono state create e alle persone che le vivono quotidianamente, sono studiate per inserirsi nell’ambiente circostante e, se possibile, arricchirlo o addirittura migliorarlo. Per quanto riguarda le opere in studio ed il merchandising mi rifarei al secondo paragrafo della domanda precedente: “I suoi collezionisti variano: dagli appassionati del genere che acquistano per un senso di appartenenza ed un valore affettivo, agli investitori, a chi riconosce una forte componente di

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arredamento nei suoi lavori (che prendono infatti largamente spunto da discipline come il design industriale). E’ anche per questo che i suoi prodotti sono il più possibile diversificati, dall’opera d’arte originale, alle copie, fino ad arrivare al semplice gadget (adesivo, t-shirt). Il Writing è una disciplina

underground a cui il mondo del lusso ha aperto le porte in una scalata che nel mezzo ha incrociato una

vastissima gamma di soggetti sociali e, ciascuno di essi ha sviluppato interesse a riguardo a modo proprio. Così, la produzione è diversificata e mirata a ciascuno di loro.”

D: Quanto è importante il brand “Peeta”?

R: Credo sia ad oggi visto ormai in maniera assodata come simbolo di qualità e prestigio nel suo settore, all’interno del quale sicuramente si posiziona come una delle icone di stile, nel suo piccolo.

Intervista telefonica al Signor Mauro Baratto, proprietario del negozio “Hemp