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Introduzione della car- car-ta-moneta In Sardegna

Nel documento Fatti di ieri e problemi d'oggi (pagine 31-36)

Passata la Sardegna nel 1720 sotto il dominio sabaudo, per il giuramento del re Vittorio Amedeo II, le furono conser-vati gli antichi ordinamenti, gli antichi privilegi, le vecchie leggi immutate nella sostanza e nella forma, perchè la nuova dinastia volle, deliberatamente, portare ben pochi mutamenti al nuovo possesso.1)

Il regno del prudente Vittorio Ame-deo II si chiuse nel 1730; e grave fu il peso rimasto al saggio ed attivo Carlo

') MANNO, Storia di Sardegna, Capolago, 1840,

Emanuele III, sotto il quale, in Sardegna, dominò ancora grande confusione nel si-stema monetario, circolando ogni specie di moneta, alterata nel valore, deprezzata, falsificata anche, nonostante gravissime fossero le pene per i falsificatori.

Carlo Emanuele, in quel regno che an-cora non conosceva l'influsso dei costumi e del Governo sabaudo, — per il quale, del resto, l'acquisto dell'isola era stato un danno più che un vantaggio perchè le entrate che essa dava bastavano solo pel mantenimento delle sue truppe, — cercò introdurre gli stessi principii d'am-ministrazione che governavano gli Stati di terraferma, uniformandoli, per quanto era possibile con la natura degli abitanti e le loro consuetudini. Fra le sue prime cure fu quella di sistemare la circolazione monetaria, ritirando e rifondendo le mo-nete vecchie, dando così, a chi le presen-tava per il cambio, l'equivalente in mo-neta nuova, detratte le spese di conio ; introdusse poi la moneta di rame, che non solo non danneggiò, ma anzi agevolò la circolazione della moneta d'oro e d'ar-gento.

1) SAINTE CROIX, Memoires hìstoriques sur la mai-son royaìe de Savoie et les états du Roi de Sar-daicjne, Torino, 1876.

Egli fu dunque l'unificatore del sistema monetario, preparando così il regno a .quelle riforme successive che furono il

primo raggio di civiltà dopo tanti secoli di servaggio sotto la Spagna.

Nel 1745, si aveva in Piemonte la prima emissione di carta-moneta, sotta forma di biglietti di credito, portanti un tenue in-teresse; che, non pagato, portò ad un de-prezzamento dei biglietti stessi ; ma la prudente e saggia politica del Governo seppe bene evitare il fallimento. *)

Ma, come è noto, gli editti dei Sovrani piemontesi e le leggi emanate per gli Stati di terraferma, non potevano essere estesi alla Sardegna se non dopo essere stati promulgati separatamente, come leggi nuove, con data e formalità proprie ; per-ciò le leggi che regolavano le emissioni di carta-moneta, non furono estese alla Sardegna, forse anche perchè il Governo sabaudo non credeva giunto il momento

') PRATO, La teoria e la pratica della carta-mo-neta prima degli assegnati rivoluzionari, in Me-morie R. Accademia Scienze, Torino, II, 65, pag. 25; DUBOIN, Raccolta per ordine di materia delle leggi, editti, ecc., Torino, 1858, Tomo XIX, 21, X, pag. 1 Ì 4 7 ; MARCHISIO, Alcuni cenni e dati statistici sulla carta-moneta dei re dì Sardegna, in Mise, di studi sto-rici, in onore di Antonio Manno, Torino, 1912, li, pag. 125; ed ancora PRATO, Problemi monetarii e bancarii nei sec. XVII e XVIII, pag. 52 e note 2-3.

opportuno e lo spirito pubblico sufficien-temente preparato alla riforma. Così, nes-suna delle carte dell'epoca, nè la raccolta delle leggi sarde affidate nel progetto del 1760 ai giudici Francesco Cavazza di Bei-monte e Cristoforo Pau e da loro non compiuto e poscia affidato dal conte Bo-gino al Sanna-Lecca reggente la R. Can-celleria ed a Francesco Pes e da loro pubblicate nel 1775, ricordano alcuna di-sposizione sulla carta-moneta.

Troviamo però, nelle carte del nostro Archivio Cagliaritano, una proposta di in-troduzione di carta-moneta, che risale al 1766. Essa è contenuta nel «Progetto di S. E. il Viceré per l'erezione d'un Monte di Soccorso ».

Il 25 febbraio 1766 il viceré don Fran-cesco Luigi Costa della Trinità, presen-tava un progetto d'erezione in Cagliari d'un Monte di Soccorso, allo scopo di al-leviare le tristi condizioni dell'agricoltura sarda, oppressa dall'usura, dalla disoccu-pazione, dal banditismo, dalla miseria. Egli scriveva :

I) MANNO, Storia di Sardegna, 11, 017; Note e ri-cordi pag. 140; S A N N A - L E C C A , Editti e Pregoni ema-nati bel Regno di Sardegna, Cagliari, 1775: ANO-NIMO, Vita del conte G. B. Bogino, ministro di

« Poiché non sembra opportuno pren-dere a prestito da mercanti stranieri una somma onde formare i fondi del Monte di Soccorso,... sull'indubitato principio che dove manca la moneta effettiva e non con-viene di procurarla a titolo d'imprestito dallo straniero, si ha il solo espediente di conciliare gli attributi della moneta a qual-che altro segno qual-che rappresenti imagina- riamente il valore delle cose,... S. E.... propone l'unico mezzo che pare condu-cente con sicurezza al conseguimento del grande oggetto che è la dotazione del Monte, con la suppeditazione di biglietti di credito verso le R. Finanze che siano creati con le regole ed ad imitazione di quelli che hanno corso in Piemonte.... con accreditare detti biglietti in maniera che non possano essere rifiutati nè dal Pub-blico nè dalla R. Cassa, e che eziandio questa, se l'Intendente Generale lo cre-derà eseguibile, gli cambii in moneta per quella somma che sarà limitata in ciasche-duna settimana, singolarmente a favore di quelli che dovessero far pagamenti fuori Regno. »

Fu un presentimento dell'avvenire, delle miserie e della rovina futura che incon-sciamente dettò la risposta del popolo sardo, o fu coscienza piena del male che

si minacciava? Lo Stamento Ecclesiastico diede certo prova di grande accorgimento, allorché la mattina del 22 agosto 1766 la Giunta dello Stamento si riunì nel palazzo arcivescovile di Cagliari ; ed al quesito proposto dal Presidente Monsignor Arci-vescovo « Se sia conveniente che il fondo di questo Monte consista in biglietti li quali con la suprema Regia Autorità ab-biano forza di moneta effettiva » rispose per bocca dei procuratori intervenuti in nome dei Principali, che era opinione « unanime non doversi ammettere pel fondo del desiderato Monte, li biglietti per molti inconvenienti inevitabili, mas-sime nel centro del Regno. » Il progetto del Viceré non fu accolto. 4)

Nel documento Fatti di ieri e problemi d'oggi (pagine 31-36)