• Non ci sono risultati.

Da quanto era basso faceva ridere. Con la dentatura irregolare, i denti enormi, scoperti da un sorriso perenne, perché nel momento in cui qualcuno lo sguardava negli occhi, distendeva gli angoli della bocca, lanciandoli verso le orecchie, che erano grandi e ben separate dal cranio rasato. Orribile, ma così aperto e simpatico, così disponibile ad aiutare, che dopo sole due parole nessuno ricordava più la sua bruttezza. L’altezza era già un’altra cosa, perché per parlargli c’era bisogno di guardare a terra. In più era forte, ben piazzato, biondo. Così piccolo e così brutto! Più buono del pane, senza il minimo rancore per la sua statura o il suo volto. Le guardie e i commissari ridevano di lui. Era una persona seria e si chiamava Yubischek, Carlos Yubischek. Ogni qualvolta c’era un lavoro sgradevole da realizzare era il primo ad essere chiamato. Passò anni a pulire

114 No se cansaba de las prisiones;

sonriendo siempre cuando se le miraba, fuese internado, fuese guardia.

Una noche, en la barraca, nos dijo algo de su vida. Había sido ladrón, sin perdonar cosa a río revuelto; teniendo dedos por llaves en poco tiempo salió maestro en el arte de hurtar ya que, por otra parte, no tenía renta. Escaló casas, rompió postigos, y acabó en chirona, tal como era de esperar. Tenía por entonces quince años y petulancia de veinte. Lo llevaron a un reformatorio, se escapó y a poco volvió la cárcel a dar con él. Tenía el mundo por muy mal repartido. -Antes, nos dijo, todos los días eran malos. Paz y hambre. Tanto monta para el vacío del estómago el calor como el frío, la primavera como los húmedos días de otoño, avisadores del terrible invierno. Todo oscuro, nadie me ayudaba. No sé si el hambre tiene ojos o no, pero el estomago tiene voz y grita pidiendo alimento. No tenía más pensamiento que el hambre. Entonces el robar da fuerza y adquiere uno un cierto prestigio para consigo mismo.

-El trabajo, comenta el Largo que sigue siendo de la cofradía.

-No sé, lo cierto es que con lo conseguido podía uno comprar pan. Iba tras una señora, para robarle el bolso; dos, tres gritos, pero ya estaba uno en

latrine. Sempre sorridente. Non si stancava delle prigioni; sorridendo sempre quando lo guardavano, che si trattasse di un prigioniero o di una guardia.

Una notte, nella baracca, ci disse qualcosa della sua vita. Era stato un ladro, senza lasciarsi sfuggir occasione di pescare nel torbido. Con le dita al posto delle chiavi, in breve tempo diventò un maestro nell’arte del furto, dal momento che non aveva altra rendita. Scalò case, ruppe imposte e finì in gattabuia, come era da aspettarsi. All’epoca aveva quindici anni e la petulanza dei venti. Lo portarono in un riformatorio, scappò e dopo poco tempo tornò ad imbattersi nel carcere. Gli era capitato proprio un cattivo destino.

– Prima – ci disse – tutti i giorni erano brutti. Pace e fame. Non c’è differenza, per riempire il vuoto dello stomaco, tra il caldo e il freddo, la primavera e le umide giornate d’autunno, annunciatrici del terribile inverno. Tutto buio, nessuno mi aiutava. Non so se la fame abbia gli occhi o meno, ma lo stomaco ha voce e grida chiedendo cibo. Non avevo altro pensiero se non quello della fame. Allora rubare ti dà la forza, puoi raggiungere una certa stima di te stesso.

-È il lavoro - commenta il Lungo, che continua a far parte del gruppo.

-Non saprei, la cosa certa è che con quello che ottenevo potevo comprare del

115 otra calle. Se aprende y el negocio no es

del todo malo. Un día hicieron una redada y me volvieron a enchiquear. Las cárceles estaban llenas de obreros sin trabajo y en las celdas nos apretujaron más y más. Por la tarde trajeron, a la mía, un hombre como de treinta años. Se veía ¡y tan a las claras! que le habían pegado, pero en serio. Yo me arrimé a él con la mejor intención.

Yubischek, se rió, él solo, del recuerdo.

Continuó:

-¿Apandaste mucho? ¿Puedes darme algo? No tengo tabaco.

Me miró pensativo. Me miraba pasando su mano por el cabello.

-Pequeño, me dijo con una voz clara, ya vendrá un tiempo en que lo comprenderás todo.

Y me preguntó quién era, qué hacía, por qué estaba allí. Yo le conté mentiras. Me daba toda su comida porque recibía algo de fuera. A mí me gustaba aquel hombre: no se quejaba, ni hacía planes para el futuro.

Un día me sacaron del calabozo y me interrogó un tipo joven y bastante bien parecido.

-¿Tú quieres salir? -¡Qué pregunta!

-¿Qué te cuenta ese tipo? -¿Quién?

-Tu amigo (ya no recuerdo como se

pane. Andavo dietro a una signora per rubarle la borsa; due, tre urla ed ero già in un’altra strada. S’impara presto e l’attività non è così male. Un giorno fecero una retata e mi sbatterono di nuovo in galera. Le carceri erano piene di operai senza lavoro e ci stiparono nelle celle a più non posso. Verso sera portarono nella mia un uomo sulla trentina. Si vedeva – eccome se si vedeva – che lo avevano picchiato, ma di brutto. Io mi avvicinai a lui con le migliori intenzioni.

Yubischek, si mise a ridere, da solo, del ricordo.

Continuò:

-Ne hai prese molte? Puoi darmi qualcosa? Non ho tabacco.

Mi guardò pensieroso. Mi guardava passandosi una mano tra i capelli. -Piccolo, - mi disse con voce chiara - verrà un giorno in cui capirai ogni cosa. E mi chiese chi fossi, cosa facevo, perché mi trovavo lì. Io gli raccontai delle bugie. Mi dava tutto il suo cibo perché riceveva qualcosa da fuori. Mi piaceva quell’uomo: non si lamentava, né faceva piani per il futuro.

Un giorno mi tirarono fuori dalla cella e mi interrogò un tipo giovane e piuttosto di bell’aspetto.

-Tu vuoi uscire? -Che domande!

-Che ti racconta quel tipo? -Chi?

116 llamaba).

-¿Ése? Nada. Es una buena persona. Me da su comida.

- Mira pequeño, haz que te diga... -¿Yo? Yo no hago nada.

De pronto sentía en mí una fuerza que nunca había notado, una rebellión, no de mi pensamiento – o entences no lo creía así – sino de todo mi cuerpo, hasta del vello del pecho. El polizonte me pegó un puntapié en donde os podéis suponer. Fue mi primer encuentro con los de la secreta.

Aquel hombre empezó a hablarme de otros remedios que no los que me tenían preso. Al principio me reía, y aún le dije:

-Al fin y al cabo tú quieres lo mismo que yo...pero pretendes que sean los demás los que te ofrezcan lo que no tienes. Lo mío es más noble.

Pero aquel hombre siguió en sus trece y como tiempo no faltó, ni la inteligencia estaba embotada, tomóle afición a las lecciones el bergante y abrió los ojos a los motivos primeros de su desgracia. Por aquel entonces, eran muchos los presos por razones llamadas políticas. El ladrón vislumbró un mundo mejor y se dio al trabajo sin renegar de su pasado.

-Desde entonces comprendí - nos decía- que debía dedicarme a algo que sirviera para los demás y se me quitó un peso de encima.

-Il tuo amico (non ricordo più come si chiamava).

-Quello? Niente. È una brava persona. Mi dà il suo cibo.

- Senti, piccoletto, fa’ in modo che ti dica…

-Io? Io non faccio niente.

All’improvviso sentivo in me una forza che non avevo mai notato, una ribellione, non del mio pensiero – o perlomeno allora non credevo che lo fosse –, ma di tutto il mio corpo, fino alla peluria del petto. Lo sbirro mi tirò un calcio dove potete immaginare. Fu il mio primo incontro con quelli dei servizi segreti.

Quell’uomo iniziò a parlarmi di altri rimedi, diversi da quelli che mi avevano portato alla reclusione. All’inizio ridevo e gli dissi persino:

-In fin dei conti vuoi la stessa cosa che voglio io…però pretendi che siano gli altri ad offrirti quello che non hai. La mia causa è più nobile.

Ma quell’uomo continuò ad impuntarsi e, siccome il tempo non mancava, né l’intelligenza era venuta meno, il mascalzone ci prese gusto alle lezioni, e aprì gli occhi sui motivi principali della sua disgrazia. In quel periodo erano molti i prigionieri per le ragioni cosiddette politiche. Il ladro intravide un mondo migliore e si diede al lavoro senza rinnegare il suo passato.

117 Trabajó de carpintero, de albañil, sin

que le importaran callos ni fatigas. -Pasó el tiempo – continuó -. Luego vino la guerra de España. Allí conocí hombres que sabían de verdad lo que querían. Tuve camaradas a los que quise de verdad, con toda el alma. De la calle, donde andaba tirado, me hicieron hombre. Un hombre que tiene su sitio entre los demás, y su tarea.

He ganado un nombre, el de compañero. Todo eso de golpe. Nunca soñé llegar a tanto, porque cuando andaba perdido en las calles nada tenía fin y ahora voy por el camino del pan y de la libertad, y no solamente para mí, sino para millones de hombres que son mis compañeros.

-Y tú tan contento, comenta el Largo. -Sí, tan contento.

-Pues espera que nos lleven a África. -¡Qué más da! ¿No es tierra?

Yubischek, sin hacer rostro, no rehuía. Como aquel día con el teniente Combs. -¿Usted cree que el mar se hizo suelo firme bajo los pies de Cristo, no? El teniente le miró entre dos luces y contestó provocador:

-Sí.

-Entonces, ¿por qué no he de creer que vendrán tiempos mejores?

El uniformado le cruzó la cara; volvióse, jacarandoso, escupiendo:

ci diceva – che dovevo dedicarmi a qualcosa che fosse utile agli altri e mi si tolse un peso di dosso.

Lavorò come falegname, come muratore, ignorando i calli e la fatica. -Passò il tempo - continuò -. Dopo venne la guerra di Spagna. Lì ho conosciuto uomini che sapevano realmente quello che volevano. Ho avuto dei compagni a cui ho voluto bene davvero, con tutto il cuore. Ho lasciato la strada, dove vagavo abbandonato, e sono diventato un un uomo. Un uomo che ha il suo posto tra gli altri, e il suo lavoro. Mi sono guadagnato un nome, quello di compagno. Tutto questo all’improvviso. Non ho mai sognato di arrivare a tanto, perché quando vagavo perduto tra le strade niente aveva uno scopo e invece adesso cammino lungo le strade per il pane e per la libertà, e non soltanto per me, ma per i milioni di uomini che sono i miei compagni. -E ne sei così contento - commenta il Lungo.

-Sì, molto contento.

-Beh, allora aspetta che ci portino in Africa.

-E che importa! Non è terra?

Yubischek senza fare alcuna espressione di sfida, non abbassava lo sguardo. Come quel giorno con il tenente Combs.

-Lei crede che il mare si sia fatto terraferma sotto i piedi di Cristo, no?

118 -Así aprenderás a ser insolente.

No tenía por desdicha su suerte, ni se lamentaba de su cautiverio. Su consuelo: la paciencia. Con su punta de contrastar las sinrazones y los agravios, se las tenía tiesas con todos, aun molido por los palos que amontonaba la impaciencia de los que querían tenerlo rendido con las persecuciones.

Preguntóle un día un capitán de la Oficina de Información:

-¿Tú eres comunista?

-No lo era. Pero lo que he visto me ha convertido.

Así ganó el ir a África en la primera remesa.

Inmovible, no aflojó punto, ni sonrisas; los dientazos al aire, amarillentos, la boca enorme, las orejas como palas de chumbera. Tan corto como hombre, era siempre lo que fue: amigo de hacer favores y favorito de las bofetadas perdidas. No tenía mujer, ni familia, ni recibía correspondencia, ni paquetes de comestibles; pero siempre entero. Porque sí, porque tenía fe y tan contento con ella que parecía de piedra. Fuimos entrando en la bodega del Sidi Aicha encadenados de dos en dos. Del vagón del ferrocarril a las entrañas hediondas del vapor anduvimos seis metros, ciegos, anonadados por la luz estallante de la lechada de los muros, el azul dorado del mar, el morado lejano de los Pirineos: España al alcance de la

Il tenente lo guardò alla luce dell’alba e rispose provocatore:

-Sì.

-Allora perché non devo credere che verranno tempi migliori?

Quello con l’uniforme gli diede un ceffone; si voltò, disinvolto, sputando: -Così impari ad essere insolente. Non considerava la sua sorte una disgrazia, né si lamentava della sua prigionia. La sua consolazione: la pazienza. Con la sua abitudine di opporsi alle ingiustizie e agli insulti teneva testa a chiunque, seppur sfinito dalle bastonate accumulate dall’impazienza di quelli che lo volevano sottomesso con le persecuzioni.

Gli domandò un giorno un capitano dell’Ufficio Informazioni:

-Sei comunista?

-Non lo ero. Ma quello che ho visto mi ha fatto convertire.

Così si guadagnò il viaggio per l’Africa con la prima spedizione.

Impassibile, non cedette minnimante, né sorrise; i dentoni in mostra, giallastri, la bocca enorme, le orecchie come le foglie piatte di fico. Così piccolo come uomo, sì comportò sempre come la persona che fu: amava fare favori ed era il favorito per gli schiaffi. Non aveva moglie, né famiglia, non riceveva corrispondenza, né pacchetti di roba da mangiare; ma si mantenne sempre intero. Perché sì, perché aveva fede e ne era così

119 mano. Aquellas entrañas de hierro

rezumaban olor de caballos. Salimos de Port Vendres al anochecer; ya enmarados nos quitaron las esposas. Yubischek pidió permiso para que nos dejaran subir al punete: ni siquiera le contestaron. Desde nuentra cueva no veíamos más que el relucir de las bayonetas de los infantes de marina sobre el cielo oscurecido. Debían avestarse las costas españolas; hubiésemos dado parte de nosotros mismos por verlas. Yo sentía el arar de la tierra por mi costado, roto el mar por la vertedera de las bordas: Rosas, Cadaqués, Puerto de la Selva, y, entre brumas, lejos, Barcelona.

Tres días tardamos en llegar a Argel; nos encerraron en un viejo bastión, cárcel, ¡ay!, sin ventanillas ni Zoraidas. Había que ver al bueno de Yubischek, cargado con sus tres maletas, cada una mayor que él. Cuando íbamos hacia la estación se quedó atrás y en la madrugada violeta tuvo que abandonar una. Perdió la segunda en Blida, en un cambio de trenes.

Noche cerrada, treinta horas sin comer. Prohibido bajar las ventanillas, prohibido comprar nada en las estaciones. Dieciséis horas de tren. Por los andenes los indígenas ofreciéndonos huevos, frutas y buñuelos.

Desierto. Mucho mayor que lo imaginado. Nunca había alcanzado a

felice da sembrare di pietra.

Entrammo camminando nella stiva della Sidi Aicha incatenati a due a due. Percorremmo sei metri dal vagone del treno al cuore fetido della nave, ciechi, sconcertati dalla luce accecante della calce dei muri, l’azzurro dorato del mare, il viola lontano dei Pirenei: la Spagna a portata di mano. Quelle viscere di ferro trasudavano odore di cavalli. Uscimmo da Port Vendres all’imbrunire; quando ormai avevamo preso il largo ci tolsero le manette. Yubischek chiese il permesso per poter salire sul ponte: non gli risposero neppure. Dalla nostra cella non vedevamo altra cosa che il brillio delle baionette dei fanti della marina sul cielo imbrunito. Dovevano intravedersi le coste spagnole; avremmo dato parte di noi stessi per vederle. Io sentivo l’arare della terra nel mio fianco, il mare squarciato dallo scoticatore delle fiancate: Rosas, Cadaqués, Puerto de la Selva e, tra la foschia, in lontananza, Barcellona.

Impiegammo tre giorni per arrivare ad Algeri; ci rinchiusero in un vecchio bastione, il carcere, ahimé!, senza finestre. Dovevate vedere il buon Yubischek, carico con le sue tre valigie, ognuna più grande di lui. Mentre ci dirigevamo verso la stazione rimase indietro e all’alba violetta dovette abbandonarne una. Perse la seconda a Blida, in uno scambio di treni.

120 tanto nuestra vista. Frío. Nunca

habíamos visto tantas estrellas. Altas mesetas del Atlas sahariano. Uno de los guardias que nos conducían, compadecido, nos hizo dejar los equipajes en la estación perdida donde bajamos. Formamos luego en la explanada, abierta a aquel horizonte de más no poder. Envuelto en una capa se nos presentó el monstruo. Odre de vino arrebatado de odio, a ojos cerrados, cerraba contra nosotros queriéndonos tallar vivos.

Nos escupió en la cara, ladrándonos: -¿Qué? ¿Que han dejado los equipajes? De ninguna manera. ¡A por ellos en seguida!

Fuimos por los bultos. Carlos Yubischek no podía con el que le quedaba.

-Equipaje al hombro y paso gimnástico, gritó el personaje.

Carlos se le acercó: -No puedo cargar con ello. -Déjalo, me tiene sin cuidado.

Y con un amplio vuelo dado a su capa de oficial, gritó ronco:

-Andando y paso gimnástico.

Así perdió Yubischek su tercera maleta. El hombre de la boina, a fustazo limpio, hacía adelantar la cuerda. Cayeron varios, al peso conjugado de su equipaje y la desesperación. El oficial que con nosotros venía desde Argel mandó hacer alto. De la cola de la

Notte fonda, trenta ore senza mangiare. Proibito abbassare i finestrini, proibito comprare qualcosa nelle stazioni. Sedici ore di treno. Con gli indigeni sui binari che ci offrivano uova, frutta, frittelle.

Deserto. Molto più grande di quanto immaginato. Mai la nostra vista aveva abbracciato tanto. Freddo. Mai avevamo visto così tante stelle. Altipiani alti dell’atlante sahariano. Una delle guardie che ci guidava impietosita, ci fece lasciare i bagagli nella stazione sperduta dove scendemmo. Dopo ci schierammo nello spiazzo, aperto a più non posso su quell’orizzonte. Avvolto in una mantella ci si presentò il mostro. Otre di vino acceso d’odio, con gli occhi chiusi, si avvicinava col desiderio di scuoiarci vivi. Ci sputò in faccia, sbraitando contro di noi:

-Come? Hanno lasciato i bagagli? Non se ne parla. Andate a prenderli immediatamente!

Ci andammo seguendo le ombre. Carlos Yubisheck non ce la faceva con quello che gli rimaneva.

-Bagaglio in spalla e passo ginnico, gridò il tipo.

Carlos gli si avvicinò: -Non ce la faccio con questo. -Lascialo, non me ne importa niente. E con un ampio volo dato alla sua mantella da ufficiale, gridò roco:

121 caravana llegaron los chillidos del

hombre de la capa: -¿Quién mandó parar?

-Yo – dijo el oficial -. Tenga en cuenta que son hombres, no animales. -¿Aquí quién manda? Paso gimnástico y adelante.

A lo lejos ululan chacales. Los moros, bayoneta calada, sentados en cuclillas fuera de las alambradas, canturrean hondo. El campo está en la ladera de una colina; por viviendas tiendas de campaña. Frío feroz. De cien murieron seis a los ocho días de llegar, comidos de sarnas y piojos, pura costra y pústulas, vencidos por la gangrena. Por la noche una temperatura baja de quince grados bajo cero, mientras llega durante el día a cincuenta y cinco.

Del calor al frío, pasando por el hoyo, como dijo un chistoso.

Carlos Yubischek, tan pequeño y tan contento. Quizás por ello Gravela, el hombre de la capa, venía cada día con la determinación de acabar con él, buscándolo rabiosamente, al reclamo de cualquier falta para cebarse. Se

Documenti correlati