• Non ci sono risultati.

Investimenti e dinamiche di fattori aziendali e specializzazione produttiva 61

CAPITOLO 5 I L CONFRONTO TRA SITUAZIONE EX ANTE E SITUAZIONE EX POST

5.2   Investimenti e dinamiche di fattori aziendali e specializzazione produttiva 61

produttiva

Come riportato in tabella 5.1 nel gruppo di studio si osserva un incremento modesto della SAU media (5,6%) nel corso del periodo considerato; anche nei due gruppi di confronto l’incremento della SAU risulta essere contenuto, rispettivamente pari al 6,9% nel gruppo senza PMA e al 5,5% in quello senza investimenti.

62

Tabella 5.1 - Variazioni tra anno base e finale delle variabili socio-strutturali considerate (dati medi anni 1999, 2002) - (valori costanti 2002)

Unità di Lavoro Capitale Fondiario Capitale di Esercizio

di cui:

Superficie Agricola

Utilizzata Totale Familiari di cui Totale in Proprietà di cui: Totale

Macchine Bestiame

SAU ULT ULF CF CE

ha n. n. 1999 14,1 1,6 1,3 295.197 195.648 51.222 34.872 5.642 2002 14,8 1,7 1,3 334.563 243.675 54.118 36.171 6.106 Aziende con investimenti con PMA var. % 5,6 6,2 3,5 13,34 24,55 5,65 3,73 8,23 1999 18,3 1,4 1,4 209.082 108.260 92.446 55.881 23.293 2002 19,5 1,3 1,3 196.633 95.776 85.233 47.361 22.357 Aziende con investimenti senza PMA var. % 6,9 -6,6 -7,6 -5,95 -11,53 -7,80 -15,25 -4,02 1999 20,8 1,5 1,5 188.315 92.821 70.964 42.620 16.766 2002 22,0 1,3 1,3 170.943 81.593 59.778 33.017 14.018 Aziende senza investimenti var. % 5,5 -10,6 -10,0 -9,23 -12,10 -15,76 -22,53 -16,39 1999 18,2 1,5 1,4 223.833 125.758 71.281 44.056 15.430 2002 19,3 1,4 1,3 223.658 130.752 65.111 37.795 14.072 Totale var. % 5,9 -4,6 -5,9 -0,08 3,97 -8,66 -14,21 -8,80

Non sembrano quindi sussistere particolari relazioni tra gli aiuti in esame e l’ampliamento della base fondiaria, in un quadro caratterizzato dalla difficoltà da parte delle aziende di espandere la dimensione fisica.

Importanti indicazioni si ottengono dalla osservazione dei dati relativi all’impiego di lavoro. Nelle aziende beneficiarie del sostegno agli investimenti con PMA il fattore lavoro mostra un incremento pari circa al 6,2% in termini di ULT e al 3,5% in termini di ULF. Nei due gruppi di confronto si rileva invece una diminuzione delle ULT pari al 6,6%, nelle aziende senza PMA, e di oltre il 10% nel caso di quelle senza investimenti; dinamiche quasi analoghe si rilevano per le unità di lavoro familiari.

Le elaborazioni realizzate testimoniano quindi una relazione positiva tra il sostegno ricevuto e l’impiego di lavoro, in un quadro complessivo che al contrario presenta una riduzione sia del lavoro totale che di quello familiare. Detta relazione va comunque collegata alle variazioni intervenute nel gruppo di studio in termini dimensionali e di ordinamenti produttivi, variazioni che avrebbero compensato eventuali processi di sostituzione innescati dagli investimenti stessi.

Differenze significative si riscontrano per le dinamiche assunte dal capitale fondiario nel suo complesso. Anche se per l’intero panel esso appare sostanzialmente stabile da un periodo all’altro, a livello dei singoli gruppi si osservano tendenze molto diverse. In sintesi, nel gruppo di studio le aziende mostrano una dinamica favorevole che si innesta su un livello di capitale fondiario – sia totale, sia di proprietà – già elevato, mentre nei gruppi di confronto si osservano fenomeni di disinvestimento. Più precisamente, per le aziende che hanno effettuato investimenti con PMA si registra una crescita del 13,3% per il capitale fondiario in complesso ed un aumento ancora più elevato per il capitale di proprietà (24,5%); nei due gruppi di confronto si registra invece una diminuzione del CF totale pari a quasi il 6% nelle aziende senza PMA e a poco più del 9% nelle aziende senza investimenti.

Per quanto concerne il capitale di esercizio si rilevano tendenze analoghe a quelle osservate nel caso del capitale fondiario: nelle aziende del gruppo di studio esso cresce nella misura del 5,6%, mentre si contrae nelle aziende con investimenti senza PMA e in quelle senza investimenti nella misura rispettivamente del 7,8% e del 15,7%. Nelle aziende con PMA la tipologia di capitale di esercizio che cresce maggiormente è costituita dal capitale bestiame (oltre l’8%), mentre per il capitale macchine l’incremento è del 3,7%; questa ultima tipologia di capitale evidenzia forti riduzioni in entrambi i gruppi di confronto, in particolare nelle aziende senza investimenti che vedono ridursi di quasi un quarto il valore mediamente investito in macchine nell’anno base.

I dati esaminati sembrano suggerire una interpretazione abbastanza coerente dell’impatto delle scelte di investimento attuate dai diversi gruppi ed illustrate in precedenza. Si è visto infatti che le aziende beneficiarie degli aiuti hanno teso ad incrementare il capitale fondiario, investendo in miglioramenti ed in altre forme di investimento fondiario (fabbricati e piantagioni), mentre gli investimenti attuati dalle aziende senza piano di miglioramento sono stati invece finalizzati ad incrementare il capitale di esercizio, nello specifico il capitale bestiame.

In questo quadro l’elemento centrale da rilevare è che nelle aziende del gruppo di studio gli investimenti attuati hanno superato gli ammortamenti; nelle aziende senza PMA gli investimenti mediamente realizzati non sono invece riusciti a coprire gli ammortamenti stessi e quindi hanno originato un significativo processo di disinvestimento.

Critica appare la condizione delle aziende che non hanno attuato investimenti, nelle quali il mancato reintegro dei mezzi di produzione risulta considerevole, ponendo seri interrogativi sulla loro vitalità nel medio-lungo periodo.

Da ultimo va considerato che gli investimenti hanno avuto una qualche influenza sulla dimensione economica e sugli indirizzi produttivi. Indicazioni in tal senso sono desumibili dall’esame della tabella A.1 in Appendice 2. Per quanto riguarda la dimensione economica è interessante sottolineare come un significativo numero di aziende sia riuscito ad incrementare la dimensione economica tra l’anno base e finale. A livello del panel complessivo nel periodo esaminato si verifica un incremento del numero delle medie aziende, che passano da 75 a 113, e di quelle grandi (da 13 a 18 aziende), ma è in particolare nel gruppo di studio che un consistente numero di aziende passa dalla classe di dimensione economica più piccola a quella media. In definitiva la realizzazione di investimenti con PMA sembra significativamente associata ad una crescita dimensionale in senso economico.

Tale crescita, a sua volta, è in qualche misura espressione anche dei mutamenti di indirizzo produttivo, anche essi analizzabili in tabella A.1 in Appendice 2.

È infatti proprio nel gruppo di aziende che investono con PMA che si rilevano le maggiori “migrazioni” tra gli ordinamenti tecnico-economici.

Per questo tipo di aziende si osserva infatti una diminuzione di quelle ascrivibili all’ordinamento altri seminativi (da 17 a 9), una crescita di quelle ad ordinamento

senza investimenti, i cambiamenti di rilievo concernono il forte decremento dell’ordinamento orticolo e la corrispondente crescita del numero delle aziende cerealicole.

In definitiva, in termini di indirizzi produttivi, gli investimenti con PMA sembrano in qualche modo avere accentuato un qualche processo di specializzazione nel campo delle colture legnose. Gli investimenti effettuati senza PMA sembrano invece avere accentuato la specializzazione zootecnica di una parte dell’agricoltura molisana, in un quadro dove comunque si rilevano processi di estensivizzazione e di destrutturazione.

Documenti correlati