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CAPITOLO 4 L A SITUAZIONE EX ANTE E GLI INVESTIMENTI EFFETTUATI 39

4.2   La struttura aziendale all’anno base 45

Al fine di evidenziare le peculiarità delle strutture di produzione beneficiarie delle agevolazioni ai sensi del Regolamento CE 950/97 (aziende con investimenti e con PMA) e le eventuali differenze tra tale gruppo e i due gruppi di confronto (aziende con investimenti e senza PMA, aziende senza investimenti), nel presente paragrafo sono sinteticamente illustrate le caratteristiche strutturali (superficie, lavoro, capitale fondiario e agrario) delle aziende che costituiscono il panel.

4.2.1 Le superfici aziendali

Per ciò che concerne la superficie agricola utilizzata al 1999, come mostrato in tabella 4.3, la dimensione media delle aziende componenti il panel è pari a 18,2 ettari (ha); tale dimensione raggiunge quasi i 21 ha nelle aziende senza investimenti, mentre è di soli 14,1 ha in quelle del gruppo con PMA.

Tabella 4.3 - Superfici aziendali per gruppo di analisi (anno base 1999) Aziende con investimenti con

PMA senza PMA Totale

Aziende senza investimenti Totale SAU ha 14,1 18,3 16,1 20,8 18,2 SAU in affitto ha 5,8 11,2 8,5 12,1 10,1 SAU in affitto/SAU % 41,4 61,5 52,6 58,2 55,5 SAU irrigata ha 5,1 1,1 3,1 2,3 2,8 SAU irrigata/SAU % 36,5 5,9 19,4 11,2 15,2

Unità di bestiame adulto (UBA) n. 2,8 10,7 6,7 12,0 9,1

SAU/ULT ha 8,8 12,9 10,7 14,0 12,1

Va comunque considerato che la SAU media non esplicita a sufficienza il bipolarismo che caratterizza l’agricoltura molisana, costituita da due realtà fondiarie antitetiche, caratterizzate l’una da piccole aziende in termini fisici ed economici, solitamente contrassegnate da carenze strutturali e l’altra costituita da un più limitato insieme di aziende dinamiche di media e grande dimensione, orientate al mercato e aperte all’adozione di innovazioni tecnologiche e produttive. In ciascuno dei tre gruppi di aziende oggetto di analisi la variabilità dell’ampiezza media aziendale per dimensione economica appare molto marcata: nelle aziende del gruppo con PMA la superficie media aziendale oscilla infatti dai 10,3 ha rilevati per le piccole aziende, ai 32,3 ha delle grandi aziende (cfr. tabella A.2 in Appendice 2).

Con riferimento al legame tra dimensione fisica e ordinamento produttivo si può osservare che nel gruppo con PMA la maggiore dimensione fisica si riscontra nelle aziende ad indirizzo “altri seminativi”, mentre nei due gruppi di confronto sono le aziende specializzate nell’allevamento ovi-caprino ad avere la più ampia superficie agricola utilizzata.

Sempre in tabella 4.3 si rileva che a livello dell’intero panel le superfici in affitto sono in media pari a 10,1 ha, con una incidenza sulla SAU del 55,5%. Il ricorso all’affitto appare tuttavia più marcato nelle aziende componenti i due gruppi di confronto rispetto a quelle appartenenti al gruppo con PMA. Tale maggior ricorso può essere connesso ad una serie di fattori quali: i più contenuti costi sostenuti dalle aziende per l’affitto in aree svantaggiate; l’incremento delle superfici agrarie resesi disponibili sempre in tali aree a seguito dell’abbandono dell’attività produttiva da parte di altri operatori agricoli; l’esigenza di una maggiore disponibilità di superfici da parte delle aziende orientate alle attività zootecniche, connessa questa alla necessità sia di destinare ampie aree alla colture foraggere legate alla zootecnia, sia di utilizzare ulteriori terreni come fonti produttive aggiuntive all’allevamento. La bassa incidenza della SAU in affitto rilevata nelle aziende che hanno investito con PMA può essere ricollegata all’elevato costo assunto dal fattore terra nelle aree “esterne”, in relazione alle caratteristiche dei terreni (elevata produttività e dotazione di infrastrutture) e alla esistenza di una forte domanda di terra per usi non agricoli.

Relativamente alla SAU irrigata si osserva che la sua incidenza è maggiore nelle aziende del gruppo di studio, essendo queste localizzate prevalentemente in aree

adottare ordinamenti colturali più intensivi e produttivi, ma anche ad introdurre tecnologie risparmiatrici di terra, come appunto la stessa irrigazione.

4.2.2 Il fattore lavoro

Per quanto riguarda il fattore lavoro, espresso in ULT, si rileva un impiego medio aziendale che oscilla tra le 1,4 unità delle aziende del gruppo di confronto con investimenti e senza piano e le 1,6 unità delle aziende con PMA (tabella 4.4).

Tabella 4.4 - Unità di lavoro per gruppo di analisi (anno base 1999) Aziende con investimenti

con

PMA senza PMA Totale

Aziende senza investimenti

Totale

Unità di Lavoro Totale (ULT) n. 1,6 1,4 1,5 1,5 1,5

UL manodopera familiare n. 1,3 1,4 1,3 1,5 1,4

di cui: regolarmente occupata n. 1,2 1,2 1,2 1,3 1,2

non regolarmente occupata n. 0,1 0,2 0,2 0,2 0,2

UL familiari/ULT % 79,4 99,4 88,7 98,6 93,1

Fonte: elaborazioni su dati INEA-RICA

Va precisato - come era lecito attendersi - che l’impiego di lavoro risulta maggiore nelle aziende di dimensione economica più elevata (cfr. tabella A.6 in Appendice 2), ed in particolare proprio nelle grandi aziende con investimenti e PMA. Considerando gli ordinamenti produttivi si osserva che nell’ambito del gruppo di studio un maggiore impiego di lavoro caratterizza gli ordinamenti: “seminativi e arboree”, “granivori”, “arboree combinate” e “miste coltivazione-allevamenti”. Nell’ambito del gruppo con investimenti e senza piano l’impiego di lavoro risulta invece maggiore negli ordinamenti “altri seminativi” e “seminativi e arboree”. Infine, nel gruppo senza investimenti l’utilizzazione del lavoro è massima negli ordinamenti zootecnici.

Va ulteriormente precisato che, essendo il panel costituito per la quasi totalità da aziende diretto-coltivatrici, il lavoro impiegato è in massima parte di tipo familiare, in media 1,4 UL familiari per azienda. L’incidenza del lavoro familiare è però sensibilmente più elevata nelle aziende appartenenti ai due gruppi di confronto (è quasi esclusivo), mentre è di poco superiore al 79% nelle aziende con PMA, come si osserva sempre in tabella 4.4. Il maggior ricorso alla manodopera esterna in tali aziende risulta spiegato sia dalle maggiori potenzialità produttive delle aree in cui tali aziende sono localizzate, sia dall’ordinamento produttivo praticato. In dettaglio, sempre con riferimento alle aziende del gruppo di studio, gli ordinamenti che si caratterizzano per l’elevato impiego di manodopera extra-familiare sono quelli

maggiormente intensivi e specializzati (“seminativi e arboree”, “altri seminativi”, “arboree combinate” e “viticolo”; cfr. tabelle A.7 - A.10 in Appendice 2); è evidente che in tali aziende il fabbisogno di lavoro è connesso in gran parte alle operazioni di raccolta.

In generale, va tuttavia osservato che nei gruppi considerati l’incidenza del lavoro familiare su quello totale tende a decrescere passando dalle piccole alle grandi aziende (cfr. tabelle A.7 - A.10 in Appendice 2).

Le diversità nell’impiego di lavoro nei gruppi analizzati influenzano infine il rapporto strutturale tra la superficie agricola utilizzata e il fattore in esame, come è possibile rilevare nella già analizzata tabella 4.3. Le aziende che hanno investito con PMA evidenziano all’anno base un rapporto strutturale più sfavorevole, pari a 8,8 ha per ULT; le aziende senza PMA raggiungono invece quasi i 13 ha per ULT e nelle aziende senza investimenti il rapporto SAU/ULT arriva a 14 ha.

4.2.3 Le dotazioni di capitali

L’analisi dei capitali aziendali è stata condotta sulla base della tradizionale classificazione economico-agraria che vede distinto il capitale fondiario dal capitale di esercizio. La stratificazione adottata consente di mettere in luce una notevole variabilità dei valori riferiti a tali capitali, connessa alla pluralità di situazioni che si riscontrano con riferimento sia alle strutture fondiarie sia al grado di intensità.

Nel complesso, come si osserva in tabella 4.5, nel panel oggetto di studio il valore medio del capitale totale è pari a poco più di 295mila euro; esso è composto per i tre quarti da capitale fondiario (circa 224mila euro) e per la quota restante da capitale agrario.

Con riferimento ai gruppi considerati è possibile osservare che all’anno base, in media, il capitale totale è più elevato nelle aziende che attuano investimenti con PMA, nonostante - come illustrato in precedenza - tali aziende presentino una SAU media inferiore agli altri gruppi; ciò quale conseguenza soprattutto della disponibilità in queste aziende di capitale fondiario di maggiore valore unitario. Viceversa, le aziende senza investimenti presentano una più esigua dotazione di capitale totale, in particolare di capitale fondiario, nonché una minore incidenza del capitale fondiario di proprietà.

Sostanzialmente i dati esaminati evidenziano un quadro decisamente differenziato in termini di dotazioni di capitali. Va osservato che la già “più solida” struttura patrimoniale presentata dalle aziende beneficiarie della politica di sostegno agli investimenti esaminata, se da un lato appare strettamente correlata agli ordinamenti produttivi prevalenti in tale tipologia aziendale, dall’altro trova spiegazione nella localizzazione territoriale delle aziende, come pure nell’andamento del mercato fondiario a livello regionale32.

Tabella 4.5 - Dotazione di capitale per gruppo di analisi (anno base 1999) - (valori costanti 2002) Aziende con investimenti

con PMA senza PMA Totale Aziende senza investimenti Totale Capitale totale (€) 346.418 301.528 324.294 259.279 295.114

Capitale Fondiario totale (€) 295.197 209.082 252.754 188.315 223.833

Capitale Fondiario di proprietà (€) 195.648 108.260 152.578 92.821 125.758

Capitale di Esercizio (€) 51.222 92.446 71.540 70.964 71.281

Capitale Macchine (€) 34.872 55.881 45.227 42.620 44.056

Capitale Bestiame (€) 5.642 23.293 14.342 16.766 15.430

Nuovi investimenti (€) 8.246 4.683 6.490 0 3.577

Cap. Fond. / Capitale totale (%) 85,2 69,3 77,9 72,6 75,8

Cap. Fond. Propr./Cap. Fond. Tot (%) 66,3 51,8 60,4 49,3 56,2

Cap. Fond. / ettaro di SAU (€) 21.007 11.452 15.675 9.045 12.277

Cap. Fond. / Unità di Lavoro (€) 184.905 147.196 167.419 126.371 149.128

Cap. Eserc. / ettaro di SAU (€) 3.645 5.064 4.437 3.409 3.910

Cap. Eserc. / Unità di Lavoro (€) 32.084 65.083 47.386 47.621 47.491

Fonte: elaborazioni su dati INEA-RICA

Quanto al capitale agrario o di esercizio si nota, sempre in tabella 4.5, che esso in media assume un valore maggiore nelle aziende con investimenti e senza piano dove in media supera i 92mila euro; come si osserva esso è costituito soprattutto da macchine, anche se la sua composizione differisce considerevolmente in funzione della dimensione e soprattutto dell’indirizzo produttivo (cfr. tabella A.13 in Appendice 2).

32

In particolare, in relazione al capitale fondiario quale principale componente del capitale totale si osserva che la relativa entità, oltre a non subire una perdita di valore nel corso degli anni a seguito del mancato ammortamento, tende ad essere maggiore qualora sul fondo insistono dotazioni strutturali (piantagioni, impianti di irrigazione, etc.), nonché nelle aree caratterizzate da migliori condizioni pedoclimatiche, e in quelle in cui è più intensa la pressione esercitata sulla terra da parte sia dell’espansione urbana (in termini di insediamenti e di infrastrutture) sia dalle altre attività produttive.

In sintesi l’esame del capitale per le variabili di stratificazione considerate (cfr. tabelle da A.11 a A.15 in Appendice 2) permette di evidenziare che lo stock di capitali (fondiario e di esercizio) cresce al crescere della dimensione economica e che comunque la componente più consistente del capitale aziendale, in relazione all’elevato valore dei terreni, è rappresentata dal capitale fondiario. Quest’ultimo risulta più elevato nelle zone non svantaggiate rispetto alle aree svantaggiate, mentre il capitale di esercizio assume un’entità maggiore in queste ultime.

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