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3. Le opportunità di sviluppo del turismo rurale nella laguna d

4.2 L'isola e la sua storia

L'isola di Sant'Erasmo è posizionata alle coordinate 45°27'14''N e 12°24'14”E, ricoprendo una superficie di 3,26 Km² è l'isola più estesa della laguna nord; le sue caratteristiche ne fanno un luogo del tutto unico e particolare dal punto di vista lagunare-agrario.

Alla stregua delle altre isole, così come i litorali, l'isola di Sant'Erasmo è il risultato di un'azione congiunta della natura e dell'uomo, il tutto con l'intento di sopravvivenza sull'acqua che tanto minacciava e minaccia questi territori. Grazie al proficuo lavoro degli archeologi è stata constatata la presenza antropica nella laguna di Venezia a partire dalla civiltà del bronzo che, nel Mediterraneo, si protrae per tutto il secondo millennio a.C. durante il periodo preromano. Basandosi sulle cronache antiche, l'antico litorale di Sant'Erasmo doveva costituire un'antica zona di villeggiatura, nota per la fitta pineta che offriva riparo alle ville degli altinati (antichi abitanti nelle zone di Quarto

d'Altino) e per la fertilità dei propri terreni (Crovato G., 2009). Il trascorrere dei periodi estivi in questa località e la testimonianza sull'esistenza di un sistema lagunare, risale alle narrazioni di Tito Livio, nel I secolo d. C.. La continua mutazione dell'ambiente circostante dovuta al cambiamento del livello marino e del suolo (fenomeni di eustatismo e subsidenza)30 coinvolse l'antico litorale di Sant'Erasmo. L'abbassamento del livello del mare durato numerosi secoli, portò ad aumentarne la superficie insulare inglobando le terre circostanti (tumbae) che insieme formavano l'antico litorale della laguna. All'inizio del XIV secolo il processo d'unione era ormai completo formando approssimativamente l'isola che conosciamo oggi seppur ancora a diretto contatto con il Mar Mediterraneo.

Nei secoli precedenti, a seguito della caduta dell'impero romano e il formarsi della Repubblica della Serenissima, portarono l'isola ad essere soggetta a notevoli compravendite di terreni da parte di patrizi31 veneziani e delle istituzioni religiose della città. Nel XII secolo era stato istituito un monastero appartenente ai frati benedettini di San Giorgio Maggiore che, a causa della mancanza di fondi e di offerte, perse i propri possedimenti terrieri favorendo la nascita di un nuovo centro religioso guidato dai preti facenti parte della parrocchia di San Zaccaria di Venezia. E' grazie a questi centri religiosi che l'isola iniziò a prendere un'impronta agricola basata sui frutti della terra. Assistendo i più bisognosi e le famiglie meno agiate che si trasferivano nell'isola, offrivano ospitalità in cambio di “forza lavoro” nei loro campi (Crovato G., 2009).

L'isola fu utilizzata come lazzaretto e cimitero per i numerosi morti della città di Venezia dovuti alla peste del 1348. Inoltre sempre durante questi anni, la potenza della Repubblica della Serenissima era in ascesa costante e

30 L'eustatismo è il fenomeno che si riferisce alle variazioni del livello marino nel corso dei tempi geologici e quindi è una delle cause principali delle trasgressioni e delle regressioni marine. La subsidenza consiste nel lento movimento di sprofondamento che si verifica in determinate zone della crosta terrestre.

31 Il patrizio era un titolo nobiliare di cui si poteva fregiare la classe aristocratica durante la Repubblica di Venezia.

sempre più consolidata nel Mediterraneo, tanto da far scoppiare un conflitto nel 1379, con la Repubblica di Genova; la grande rivale nel commercio marittimo. La guerra durò due anni, nelle prime battaglie la Repubblica ligure riuscì ad impossessarsi di Chioggia e di altre isole della laguna tra le quali Sant'Erasmo. Nel 1381 l'isola fu liberata insieme gli altri territori della laguna e Venezia pose fine al conflitto bellico.

I secoli successivi, tra il XV e XVI segnarono un vero e proprio sviluppo dell'isola arrivando a contare oltre diecimila abitanti e facendole guadagnare l'appellativo di: “orto della Serenissima”. La grande produzione e gli approvvigionamenti quotidiani di verdure e ortaggi le conferivano grande importanza (Crovato G.,2009).

A metà del XVI secolo si scatenò un'epidemia interna che dimezzò la popolazione e portò la fuga di migliaia di abitanti. Per numerosi anni l'isola rimase poco abitata e il processo di ripopolamento fu molto lento e difficile. L'unica attività del territorio rimase quella agricola.

La caduta della Repubblica di Venezia e le dominazioni francese prima ed austriaca poi, portò Sant'Erasmo ad essere territorio di controllo e di difesa all'entrata della laguna. Questa sua posizione strategica la rese punto d'avanguardia delle difese degli occupanti. Diverse furono le costruzioni militari e le fortificazioni erette; tra cui l'ancora presente Torre Massimiliana. Con l'unità d'Italia tali presidi vennero velocemente abbandonati ma soprattutto dimenticati, lasciando l'isola come terreno agricolo ed ormai abitata da poche migliaia di persone (Crovato G., 2009).

Durante la prima e la seconda guerra mondiale i terreni insulari divennero luogo di rifugio per numerosi sfollati ma, allo stesso tempo, furono recuperati i forti per aumentare il livello difensivo della zona. Con il cessare del conflitto si ripresentò lo stesso scenario verificatosi dopo l'unità d'Italia: i diversi forti incustoditi e l'isola quasi totalmente abbandonata se non, questa volta, per alcune centinaia di abitanti che continuarono la coltivazione delle

terre. Tra gli anni Cinquanta e Ottanta si ebbe un aumento della popolazione arrivando a oltre il migliaio32 per poi calare costantemente portando al fenomeno dello spopolamento odierno.

Si vede da questo breve tracciato storico come l'isola sia stata più volte lasciata a margine della vita lagunare per poi avere una sua funzione come luogo di rifugio per sfollati o fuggitivi. L'unico elemento rimasto costante è stata l'attività agricola come fonte primaria di reddito e sostegno della popolazione locale.

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