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Label

BREEAM

differenze analogie

DGNB 8

16

LEED - GBC

ITACA Label

LEED - GBC DGNB

8 16

BREEAM

ITACA BREEAM

LEED - GBC DGNB

8 16

Label EcoQuartiers

8 16

DGNB

8 16

ITACA

Questa introduttiva comparazione tra i protocolli (Figura 170) mostra come il protocollo Label EcoQuartiers sia essenzialmente il più lontano come approccio.

Invece, il LEED ND e il BREEAM Communities trovano numerosi punti di contatto, dimo-strando una visione simile anche frutto del contesto e dell’epoca di realizzazione.

Sulla base di queste considerazioni iniziali (Tabella 17 - Tabella 18 - Figura 170), nelle pagine seguenti, all’interno di box specifici, sono stati approfonditi tutti gli aspetti enunciati all’interno delle due macro aree tematiche (Figura 169).

Prima si osserveranno gli aspetti legati alla struttura del protocollo, per poi approfondire in modo dettagliato come i pilastri della sostenibilità siano presenti e descritti all’interno dei protocolli.

L’obbiettivo di tale lavoro è osservare come nei protocolli alla scala del quartiere si sia evolu-to il concetevolu-to di sostenibilità, da una base ambientale ad una visione più inclusiva e aperta anche a tematiche di governance e cultura.

La struttura principale di tutti i modelli è simile, e consiste su una gerarchia a più livel-li: categorie, prerequisiti, criteri, crediti e pesi. La categoria in ogni protocollo mostra gli argomenti principali che poi vengono approfonditi nei livelli successivi (Haapio, 2012; Tam et al., 2018).

Talvolta non sono presenti i prerequisiti, oppure tra categorie e crediti/criteri è presen-te un livello inpresen-termedio.

La somma totale di crediti, necessaria per ottenere un’etichetta di certificazione, deriva dai singoli crediti predefiniti associati a ciascun criterio.

I crediti possono poi essere normalizzzati e tradotti in pesi percentuale (protocollo BREEAM e DGNB ).

Generalmente i crediti sono attribuiti da professionisti ed esperti del protocollo, ad eccezione del Label EcoQuartiers dove il compito aspetta a singoli progettisti.

SISTEMA GERARCHICO SISTEMA A CRITERI/CREDITI

STRUTTURA

Tematica affrontata in maniera differente dai protocolli osservati. Solamente il BREEAM Communities e il LEED ND, e di conseguen-za la versione GBC Quartieri, presentano prerequisiti obbligatori (mandatory issues) che i progettisti devono rispettare per ottene-re la certificazione finale. Tuttavia, nono-stante il carattere vincolante, il BREEAM assegna anche dei creditii . Infatti, i prerequi-siti devono essere tutti soddisfatti, ma viene valutato anche il grado di risposta offerto dal progetto, proprio attraverso una scala di valori. Addirittura, proprio tra i prerequisiti, nella categoria “Risorse e energia” è presente il criterio al quale è stata corrisposta la pù ampia scala di valori del BREEAM Commu-nities: da 1 a 11 punti (Sharifi & Murayama, 2013).

Lo stato dell’arte in ambito di prerequisiti è stato così riassunto (Tabella 18).

SISTEMA con ELEMENTI OBBLIGATORI

LEED ND e GBC Quartieri BREEAM Communities Label EcoQuartiers DGNB

Urban District ITACA

scala urbana

12

---

---

---

---(25 % del totale)30 12

PROTOCOLLI N ° PREREQUISITI PUNTEGGI (max)

Tabella 18. Prerequisiti dei protocolli

(elaborazione propria su Fonte: Manuale tecnico LEED, 2009;

BREEAM Communities, 2012)

I protocolli analizzati, come del resto anche le versioni alla scala dell’edificio, sono strumenti di natura volontaria promossi da terze parti. Di base non hanno quindi un carattere normativo vincolante.

L’unica eccezione all’interno di questo contesto è il Label EcoQuartiers, promosso dal Ministero dell’Ambiente francese (Cha-stenet, 2016) come incentivo ad una pianifi-cazione e progettazione sostenibile.

SISTEMA VOLONTARIO E DI ENTI TERZI

Nell’iter di certificazione non ci sono diffe-renze fondamentali. Il processo avviene per fasi parallelamente allo sviluppo del proget-to. Ciascun protocollo è strutturato su una base di 3 o 4 step.

Tuttavia, solo il protocollo francese predi-spone la possibilità di una revisione della certificazione post-costruzione.

PROCESSO DI CERTIFICAZIONE PER FASI

I protocolli Label EcoQuartiers e ITACA alla scala urbana non predisponendo di una sistema di certificazione finale con più etichette non sono stati presi in considerazione.

Per quanto riguarda gli altri protocolli, tutti presentano un sistema di certificazione basato su più livelli o etichette (Figura 171). Tuttavia, il requisito minimo standard di progetto per ottenere la certificazione è differente tra i tre modelli presi in considerazione. Infatti, da un livello pari al 36%

del LEED ND, si passa allo standard del 35% del DGNB e infine al valore del 30% per il protocol-lo di origine britannica. Nonostante questa differenza sul livelprotocol-lo minimo, il LEED e il DGNB presentano poi un sistema molto simile di altre 4 etichette. Invece, il BREEAM Communities è caratterizzato da 5 gradi di certificazione, e per raggiungere il livello massimo lo standard richiesto è più elevato rispetto agli altri due modelli.

Osservate queste analogie e differenze, tuttavia dalla letteratura di settore non sono chiari i motivi che hanno portato a questo stato dell’arte (Haapio, 2012; Hamedani & Huber, 2012; Berardi, 2013;

Reith & Orova, 2013; Komeily & Srinavasan, 2015; Tam et al., 2018; Kaur & Garg, 2019).

SISTEMI AD ETICHETTE - REQUISITO MINIMO STANDARD DI PROGETTO

BREEAM Communities 10%

NON CERTIFICATO

LEED Neighborhood Development GBC Quartieri

Label EcoQuartiers ITACA alla scala urbana DGNB Urban Districts

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

LIVELLO BASE LIVELLO ARGENTO LIVELLO ORO LIVELLO PLATINO

NON CERTIFICATO LIVELLO BRONZO LIVELLO ARGENTO LIVELLO ORO LIVELLO PLATINO

NON CERTIFICATO CERTIFICATO LIVELLO BUONO LIVELLO MOLTO BUONO LIVELLO ECCELLENTE LIVELLO ECCEZIONALE

Figura 171. Livelli di certificazione (Fonte: adattamento da Hamedani & Huber, 2012)

Dopo aver osservato e confrontato i protocolli dal punto di vista della struttura dei modelli e del loro processo di certificazione, il focus ora si sposta sull’analisi delle modalità con cui i pilastri della sostenibilità sono declinati all’interno di ciascun protocollo. L’obbiettivo è ana-lizzare il grado di risposta dei protocolli alla visione tripartita della sostenibilità, ma allo stesso tempo tempo osservare se sono presenti criteri relativi ad una sostenibilità culturale e istituzionale, in linea con i modelli di sostenibilità a più dimensioni, illustrati nel capitolo 1.

Quest’analisi si è basata inizialmente su una revisione della letteratura scientifica (Haapio, 2012; Hamedani & Huber, 2012; Berardi, 2013; Sharifi & Murayama 2013; Reith & Orova, 2013; Sullivan et al., 2014; Komeily & Srinavasan, 2015; Attaianese & Acierno, 2017; Tam et al., 2018; Pedro et al., 2019; Borges et al., 2020). Lo stato dell’arte ha evidenziato la presenza di diversi approcci da parte degli autori in relazione a quali aspetti e tematiche considerare per mettere a confronto i protocolli alla scala del quartiere (Tabella 19) (Sullivan et al., 2014).

Il confronto tra gli articoli più citati in letteratura in ambito di assessment urban system (Tabella 19) ha evidenziato la presenza di temi comuni, come i trasporti e l’economia, e di altrettante categorizzazioni diverse della sostenibilità, tra cui gli aspetti legati alla community o alla governance.

Sulla base di questo contesto, in relazione all’obbiettivo di studiare l’applicazione nei proto-colli sia dei tre pilastri canonici della sostenibilità sia di osservare l’eventuale apertura verso i concetti di sostenibilità culturale e istituzionale, è stata presa come riferimento l’analisi degli autori Komeily e Srinavasan (Komeily & Srinavasan, 2015), aggiornata e adattata ai protocolli studiati.

All’interno di questa analisi, purtroppo, la considerazione del Label EcoQuartiers e del Pro-tocollo ITACA alla scala urbana risulta limitata, a causa dell’assenza di pesi percentuali per ciascuna categoria all’interno del modello valutativo. Tuttavia, nonostane l’assenza di pesi specifici, i criteri sono stati comunque associati all’interno delle categorie selezionate e calcolati in percentuale sulla base esclusiva della quantità numerica dei criteri in rapporto al totale (es: 5 criteri su 50 per l’economia = 10%).

Infrastrutture Location,sito Trasporti

Risorse e energia Ecologia

Economia Benessere

Temi sociali e culturali Innovazione

Design e progetto Gestione del processo Edifici

Community

Governance - istituzioni

TEMATICHE Hamedani &

Huber, 2012

Srinavasan &

Komeily, 2015 Haapio, 2012 Reith &

Orova, 2013

Murayama &, Sharifi, 2013

Tam, et al., 2018

Tabella 19. Letteratura e categorie per la copertura della sostenibilità (elaborazione propria su Fonte: Komeily & Srinavasan)

Ambiente, ecologia e risorse

Aspetti economici Location, selezione sito

5%

Infrastrutture, design e innovazione

Trasporti 10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

45%

Aspetti socioculturali Aspetti istituzionali Figura 172. Distribuzione del peso% criteri dei 5 protocolli studiati

(Fonte: adattamento da Komeily & Srinavasan, 2015)

LEED ND - GBC Quartieri BREEAM Communities DGNB Urban Districts Label EcoQuartiers ITACA scala urbana

Trasporti

Ambiente, ecologia e risorse Infrastrutture, design e innovazione

Località, selezione sito Aspetti economici Aspetti socioculturali

Il confronto tematico si è quindi basato su sette macrocategorie (Figura 172), all’interno delle quali si osservato per ciascun protocollo il peso percentuale dei criteri associati alla categoria medesima (Figura 172). Nonostante alcuni criteri potessero essere collegati a più temi, si è cercato di attribuirli alla categoria principale di riferimento. Ad esempio le politiche di partecipazione e governance collettiva possono essere condotti ad una tematica istituzio-nale ma anche ad un miglioramento della condizione sociale dei cittadini locali. All’interno di questo quadro, il criterio è associato al tema istituzionale. Sommando i pesi dei criteri per ciascuna categoria, i risultati finali sono i seguenti (Figura 172 -173):

5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% 55% 60% 65% 70% 75% 80% 85% 90% 95% 100%

LEED - GBC BREEAM DGNB

Label

ITACA

I risultati (Figura 170 - Figura 171) illustrano uno stato dell’arte caratterizzato dall’apertura verso temi socio-economici, governance ma ancora c’è una prevalenza di aspetti e temi ambientali in tutti i protocolli presi in esame. La spiegazione di questo contesto si può trova-re in una vicinanza alle versioni alla scala dell’edificio prodotte dagli stessi enti (Haapio, 2012; Tam et al., 2018; Borges et al., 2020) ma soprattutto per diretta conseguenza di una società storicamente radicata in specifiche forme di ambientalismo (Colantonio, 2009).

All’interno di questo contesto, si è deciso di approfondire il ruolo effettivo dell’architettura all’interno dei protocolli (Figura 174):

LEED - GBC

Sito di intervento

Concept, Masterplan

Tipologia

abitativa Linguaggio

architettonico

Design e progetto edifici sostenibili Design e progetto

spazi urbani Riuso

patrimonio esistente Mixité funzionale

BREEAM

Label EcoQuartiers DGNB

ITACA scala urbana

Sito di intervento

Concept, Masterplan

Tipologia

abitativa Linguaggio

architettonico

Design e progetto edifici sostenibili Design e progetto

spazi urbani Riuso

patrimonio esistente Mixité funzionale 30 %

25 20

15 10

5 30 %

25 20

15 10

Sito di intervento

Concept, Masterplan

Tipologia

abitativa Linguaggio

architettonico

Design e progetto edifici sostenibili Design e progetto

spazi urbani Riuso

patrimonio esistente Mixité funzionale 30 %

25 20

15 10

5

Sito di intervento

Concept, Masterplan

Tipologia

abitativa Linguaggio

architettonico

Design e progetto edifici sostenibili Design e progetto

spazi urbani Riuso

patrimonio esistente Mixité funzionale 30 %

25 20

15 10

5

Sito di intervento

Concept, Masterplan

Tipologia

abitativa Linguaggio

architettonico

Design e progetto edifici sostenibili Design e progetto

spazi urbani Riuso

patrimonio esistente Mixité funzionale 30 %

25 20

15 10 5

5

L’approfondimento sul ruolo dell’architettura (Figura 174) si è basato sull’osservare in ciascun protocollo la presenza di criteri relativi a temi e caratteri propri del progetto architet-tonico:

- analisi del sito e del patrimonio esistente, con eventuale opportunità di riuso compatibile;

- concept e masterplan di progetto;

- analisi delle funzioni;

- design e progetto di spazi urbani;

- design e progetto di edifici sostenibili;

- tipologie edilizie residenziali;

- linguaggio architettonico (materiali da costruzione, colori ....)

L’approccio metodologico utilizzato per questa analisi si è basato sul calcolo del peso percentuale di questi temi all’interno del protocollo. Per quanto riguarda ITACA e il Label EcoQuartiers, vista l’assenza dei pesi, si è ipotizzato che avessero tutti medesima importan-za e quindi si è calcolato solo il numero di criteri collegati a ciascun tema in rapporto al numero di criteri totali.

Come illustra Figura 174, all’interno dei modelli valutativi di sostenibilità alla scala del quar-tiere, l’aspetto prioritario è quello relativo al progetto di edifici sostenibili e autosufficienti, chiaramente in linea con l’approccio di realizzare un’ecoquartiere. In secondo luogo, si nota la presenza del design e del progetto di spazi aperti, verdi e pubblici. Tuttavia, dopo questi due aspetti, il ruolo dell’architettura perde molta importanza e significato. In particolare, ci sono pochi criteri ( il massimo sono i due del DGNB Urban Districts) relativi al linguaggio architettonico - compositivo degli edifici, quasi a indicare un percorso progettuale basato esclusivamente sulle scelte tecnologiche da adottare all’interno di un’involucro edilizio.

Emerge così una poca considerazione del progetto a 360 gradi!

Tornando all’analisi dei risultati del confronto (Figura 172 - 173), si nota una certa costanza in materia di trasporti (Komeily & Srinavasan, 2015; Kaur & Garg, 2019; Pedro et al., 2019).

Infatti, tutti i protocolli attribuiscono all’incirca lo stesso peso percentuale e il medesimo numero di criteri, vista l’essenzialità di questa tematica all’interno di un progetto di ecoquar-tiere.

Invece, lo stato dell’arte relativo al sito di intervento è eterogeneo. La differenza di conside-razione è diretta conseguenza delle politiche e della forma urbana dei vari contesti naziona-li. Infatti, il massimo riscontro si ha in America (LEED ND), dove la scelta del sito è importan-te per contrastare il crescere del già esisimportan-tenimportan-te fenomeno denominato sprawl urbano (Ko-meily & Srinavasan, 2015). Essendo presenti numerosi agglomerati urbani molto densi intervallati da ampie zone periurbane, la località di intervento vicino ad un contesto urbano porterebbe numerosi vantaggi in termini economici, ambientali e sociali, ma anche nel processo costruttivo.

Proseguendo l’analisi, il focus si sposta sulle tematiche economiche e socio-culturali. I protocolli alla scala del quartiere risultano più aperti e inclusivi nei confronti di queste temati-che. Tuttavia, all’interno di ciascun protocollo presentano ancora un’importanza relativa.

Criteri quali compravendita e affitto di alloggi a prezzi accessibili, comunità sicura e inclusi-va, politiche integrative, economia e creazione di lavoro locale non sono ancora

adeguata-ITACA Label

BREEAM LEED

GBC DGNB