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Capitolo 3: ItaSA nell’era della convergenza

3.2 ItaSA come forma di R/W Culture

Lo sviluppo tecnologico, ed, in particolare, quello di varie forme di file- sharing ha permesso negli ultimi anni un dilagante consumo di contenuti mediali, alimentando principalmente la cosiddetta R/O Culture. Read/Only

Culture definisce una ricezione “passiva” dei prodotti mediali, che si focalizza

solamente sul consumo di essi. Il libero accesso in qualsiasi momento e attraverso diversi sistemi di delivery87, legali ed illegali, è chiaramente un fattore decisivo nella crescita di questa forma di ricezione.

La R/W Culture (Read/Write) prevede invece una rielaborazione e varie riedizioni dei contenuti culturali esperiti.

In the language of today’s computer geeks, we could call the culture that Sousa celebrated a “Read/Write” (“RW”) culture: in Sousa’s world (a world he’d insist included all of humanity from the beginning of human civilization), ordinary citizens “read” their culture by listening to it or by reading representations of it (e.g., musical scores). This reading, however, is not enough. Instead, they (or at least the “young people of the day”) add to the culture they read by creating and re-creating the culture around them. They do this re-creating using the same tools the professional uses— the “pianos, violins, guitars, mandolins, and banjos”— as well as tools given to them by nature— “vocal cords.” Culture in this world is flat; it is shared person to person.88

Questa definizione nasce dalle idee di John Philip Sousa, compositore americano degli inizi del Novecento, il quale ha combattuto per il passato

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Cfr. L. Lessig, Remix, cit., Part I, pp. 23-115

87 Differenza tra sistemi di delivery e media: i sistemi di delivery sono semplicemente tecnologie mentre i media sono anche sistemi culturali. Cfr. H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano 2007, p. XXXVII 88

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lassismo della copyright law americana, nel periodo della diffusione dei fonografi.

Allo stesso modo, una delle critiche maggiori che viene fatta a questo libero accesso e consumo di prodotti culturali, in particolare quelli mediali, è quella che il pubblico si trovi solo a ricevere tali contenuti senza avere il tempo di rielaborarli o solamente compiere riflessioni su di essi.

La nascita del cosiddetto Web 2.0 ha portato ad essere il World Wide Web quello strumento potenziale di R/W Culture che voleva essere, già a partire dalle idee del suo fondatore, Tim Berners-Lee. Il Web 2.0 ha dato a qualsiasi utente la possibilità di condividere contenuti, principalmente testuali, attraverso web-logs e blog. Le nuove tecnologie hanno inoltre dato la possibilità, attraverso commenti e quote, di creare discussioni virtuali e di riutilizzare i contenuti di altri utenti; e mediante vari sistemi di rilevazioni, di rintracciare le visualizzazioni delle proprie produzioni.

Tali mezzi rendono il prodotto amatoriale accessibile a tutti, ma soprattutto comportano la sensazione diffusa che la propria opinione e le proprie idee possano essere importanti e socialmente riconosciute. Questa produzione culturale si lega maggiormente a contenuti “scritti” in quanto già in ambito scolastico ed accademico sono riconosciute possibili citazioni e ripresa di idee altrui per sviluppare le proprie argomentazioni.

Tuttavia questi spazi di libera condivisione vengono utilizzati dagli utenti per pubblicare quelle forme di R/W Culture meno apprezzate dal sistema comunicativo commerciale, quali i remix di prodotti mediali, spesso difesi dal forte regime protezionistico delle leggi sul copyright.

È stato visto come ItaSA si difende da eventuali problemi di copyright, negando la pubblicazione delle fonti di accesso ai prodotti mediali, e verrà analizzata la legalità di produzioni di sottotitoli in un successivo capitolo. In

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questa parte della tesi, è opportuno sottolineare il modo in cui ItaSA si offre come spazio di R/W Culture.

La produzione di sottotitoli di serie televisive e film presenta tratti relativi ad entrambe le due forme di cultura. R/O nel momento in cui si occupano di annullare la dilatazione della release window89 di un determinato prodotto e lo

shift linguistico, che non permetterebbe alla maggior parte degli utenti di

visionare un prodotto mediale, in una lingua che non è la propria. R/W Culture in quanto riedizione e rielaborazione dello transcript e dei dialoghi composti da sceneggiatori televisivi in lingua straniera. La sottotitolazione amatoriale itasiana ricerca un adeguamento in italiano che si avvicini il più possibile a ricreare e rispettare l’atmosfera del prodotto e la caratterizzazione dei personaggi, e ad essere coerente con tutti i riferimenti di cultura pop e giochi di parole. Il lavoro di traduttore ad ItaSA è permesso dopo test che valutano le proprie abilità sia di traduzione che di interpretazione in una buona lingua italiana, tali competenze poi vengono a svilupparsi e perfezionarsi tramite l’esercizio continuo ed intenso di questo servizio.

Allo stesso tempo il forum si offre come spazio in cui gli utenti possono confrontarsi con forme di R/W Culture. Dai semplici commenti agli episodi visti alla ricerca di informazioni su particolari del plot e del cast, dall’osservazione di eventuali citazioni e riferimenti culturali all’attività di spoiling, dalla partecipazione a contest di riedizione digitale di contenuti audiovisivi per celebrare ItaSA alla produzione di gif e avatar relativi alle proprie serie preferite, per terminare con la pubblicazione di articoli nel blog della community.

89 Appendice D, Tabella delle finestre distributive delle serie televisive. In questa raccolta di dati è possibile vedere la distanza temporale tra la messa in onda d’oltreoceano e la trasmissione in chiaro o a pagamento in Italia.

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Queste forme di R/W Culture spingono all’aggregazione degli utenti in comunità del sapere, dove si presenta una mutua produzione di conoscenza e reciproco scambio. In particolare nelle attività di spoiling e ricerca di rimandi culturali, più o meno legittimi, si ricorre all’utilizzo delle varie competenze e conoscenze individuali per lo sviluppo di problem solving collettivo.

In Internet, sostiene Pierre Levy, i singoli incanalano la loro competenza individuale verso fini e obbiettivi condivisi: “Nessuno sa tutto, ognuno sa qualcosa, la totalità del sapere risiede nell’umanità.”90

Intelligenza collettiva è questa capacità delle comunità virtuali di far leva sulla competenza combinata di loro membri. Quel che non possiamo sapere o fare da soli, possiamo essere in grado di farlo collettivamente.91

Quindi, oltre allo sviluppo di determinate competenze individuali, la R/W

Culture di ItaSA determina un’unione di obbiettivi e di mezzi, e una

condivisione di sapere all’interno della comunità. Altri due sono gli aspetti importanti da analizzare.

Il primo riguarda il riconoscimento della propria produzione di contenuti culturali. È stato visto come ItaSA elogia e tesse spesso le lodi dei propri utenti più attivi, sostiene ed incoraggia gli utenti alle prime armi, fa sì che ogni utente della community, qualsiasi sia il proprio grado di partecipazione, sia valorizzato e si senta a proprio agio. Tale caratteristica è verificata, oltre che dalle varie forme di tutorato e dalle testimonianze dei traduttori circa l’utilizzo di chat e metodi telematici nel processo di produzione di sottotitoli, anche dalla onnipresenza di admin, moderatori ed utenti “esperti”, i quali suggeriscono soluzioni e sono pronti a risolvere qualsiasi tipo di problema. E il riconoscimento da parte della comunità del proprio lavoro come traduttore, moderatore, blogger, imagineer, etc., è fondamentale per il prosieguo delle attività.

90 P. Levy, Intelligenza collettiva, cit., p. 34 91

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La seconda questione concerne lo sviluppo di competenze linguistiche e analitiche, dovuto alla partecipazione a cosiddetti spazi di affinità (capitolo 4.1.2). Tale luoghi virtuali permettono agli utenti di utilizzare schemi analitici e di rielaborare contenuti culturali, all’interno di una cultura popolare di massa che li appassiona e li stimola ad un grande impegno.

RW culture extends itself differently. It touches social life differently. It gives the audience something more. Or better, it asks something more of the audience. It is offered as a draft. It invites a response. In a culture in which it is common, its citizens develop a kind of knowledge that empowers as much as it informs or entertains.92

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