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IVNII MDCLXXX DECORATVM FVIT PRIORISSA SOR.re M.a TERESIA

PI IIII. SACER ECCLESIASTES CLEMEN–

DIE 24. IVNII MDCLXXX DECORATVM FVIT PRIORISSA SOR.re M.a TERESIA

PAVLICELLI PRO.re CAN.co P. IOSEPHO

VITO ALBANENSE ASSISTENTE .

Sonvi due lettere, una de’ 23 Novembre 1641 e l’altra de’ 27 Maggio 1645 dirette dalla S.

Congregazione all’Arcivescovo Carafa. Colla prima se gli ordina premurarsi, acciocchè s’elevasse cotesto Monistero a Clausura. Coll’altra, supponendo già realizzato il disposto, altamente si commenda il suo zelo. Malgrado però sì fatte lettere la di lei prima istituzione di Conservatorio non è stata punto alterata. Peraltro la disciplina, che vi regna è talmente esatta, che molto conserva di Clausura. La Chiesa, nata col Monistero istesso, minacciando rovina, venne in miglior forma ristaurata nel 1647 e rifabbricata, a cagion di tremuoto, nel 1730. Essa non è grandiosa; ma hen in essere, e adornata d’ottimi altari parecchi di marmo acquistati dai già Padri Cassinesi di Montescaglioso nel 1786.

NOTE

1 Brev. Not. Abat. Ital.

2 Cron. an. 1093.

3 Lib.8. c. 21.f.668.

4 Stor. della Vita, dei Miracoli, e della Traslaz. di S. Nicolò.

5 Si vegga in appresso il Capitolo appartenente al Seminario.

6 A proposito delle sue navicantò il Bidermanno lib. 5. Miscel. Epigr. 88.

Misit Japigias Daunia turrita rates.

7 Si vegga Pietro Rodulfo, Histor. Seraf. Relig.

8 Tom. 1. an. 1230.

9 Costui, e non Giuseppe come malamente si disse altrove fe’ acquisto della terra di Turi. A Giuseppe poi fu cambiato il titolo di Barone in quello di Marchese.

10 Vi sono molti Ordini Religiosi, che portano il titolo dell’Ordine della Carità. Ve ne fu uno istituito da S. Giovanni di Dio, per l’assistenza degl’infermi. Il suo istituto fu approvato nel 1520 da Leone X. e confermato da Paolo V. nel 1617.

11 Allora le Clausure non erano nella strettezza che a’ dì nostri si osserva, per disposizione del Concilio di Trento sess. 25 cap. 5 de Regularibus, et Monialibus.

12 Al riferir del Muratori nelle sue Antich. Ital. nel secolo sesto soprattutto fu che s’introdusse il costume di dare alla Superiora de’ Monisteri il titolo di Abbadessa, oggi Badessa. Anticamente si chiamavano Nonne, e Nonnane.

13 Di quì si argomenta, che anche le Monache usassero in quegli antichissimi tempi fabbricare i loro Monisteri fuori delle Città, a simiglianza de’ Monaci, come ci addottrina il citato Muratori nella Dissert. 65 Antich. Ital.

14 Era costume di que’ tempi donare delle Chiese a’ Monasteri, ma secondo il Muratori Diss. 64 non erano esse, che Oratorj, e Cappelle dove stavano Chierici, o un Prete, e talvolta

un’Abate.

15 L’esempio virtuoso de’ Monaci, che giovar potea ai popoli, porava allora i pii Vescovi a fondare Monasteri, o a dotarli. Poscia i Monaci temendo, che i buoni Vescovi non fossero rimpiazzati da qualche cattivo che volesse ritoglierloro que’ beni donati, o che qualche Abate di non retta indole li dilapidasse, proccurarono, che quelle donazioni venissero confermate dai Romani Pontefici, e qualche volta anche dai Re ed Imperadori Murat. Diss. 62.

16 Ital. Sacr. t. 7.

CAP. V.

Delle Chiese minori più considerevoli sistenti e dentro e fuori la Città.

Di S. Eligio.

La Chiesa si S. Eligio di Real giurisdizione fu in origine una piccola Cappella. Venne poscia ampliata dallo zelo, e divozione del ceto de’ Pastori Cittadini. Monsignor Lanfranchi promosse la divozione in que’ Fratelli, ed allora volendosi adornare quella Chiesa, molti di essi s’impegnarono farvi a proprie spese dipingere a crudo delle Sacre Immagini. Ciascuno preferì per lo più quel Santo di cui ne portava il nome.

Del Purgatorio.

La Chiesa del Purgatorio, presso al luogo denominatola Giumella,1 formata a foggia di Croce Greca,2 colla prospettiva a mitra, ebbe principio nel 1726 e fine nel 1747. Ripete la di lei esistenza dalla pietà de’ Fedeli, che, condottala al perfetto suo termine, interessarono l’Arcivescovo Antinori a consagrarla nel 1756, come dal seguente marmo a fianco la principal Porta d’entrata:

D. O. M.

TEMPLVM . CIVIVM . PIETATE . CONSTRVCTVM IN . PVRGANTIVM . ANIMARVM . SOLATIVM

EXCITATVM

ANTONIVS . ANTINORVS

ARCHIEPISCOPVS . MATHERANVS . ET . ACHERONTINVS XII. KALENDAS . MAIAS . MDCCLVI

SOLEMNI . RITV CONSECRAVIT SODALITIVS . COETVS

M . P.

L’Altare maggiore gode perpetuo privilegio da Clemente XIV come ne fa fede la seguente altra iscrizione impressa all’altro lato della precitata Porta.

VT

CVISQVE . CHRISTIFIDELIS . ANIMA

AD . HOC . DEMIGRATA . SAECVLO VIVENTIVM . PIACVLIS

MAXIME . FRVANTVR FVIT . HOCCE . ALTARE . MAIVS AD . VENERANDAE . HVIVS . SACELLI

CONGREGATIONIS . VOTA A. P. O. M. CLEMENTE . XIV TERTIO . NONAS . IVLII . MDCCLXXIV SOLEMNI . AC . PERPETVO . PRIVILEGIO

INSIGNITVM .

La cura di questa Chiesa viene affidata a due Fratellanze una col sacco bianco, e l’altra col nero. A quest’ultima non assiste l’obbligo di prender parte nelle principali processioni, ma solo ne’ funerali di chi la bramasse. Coteste Fratellanze quivi passarono dalla presente Chiesa del Monastero di S. Chiara, ove da quella di S. Giovanni di Matera, che dicesi tuttora del Purgatorio vecchio, era stata da Monsignor del Ryos richiamata. La Chiesa del Purgatorio è delle più ben intese, che vanti la Città, non meno pel disegno, e per la struttura, che per le decorazioni e gli ornamenti, che la distinguono.

Di S. Biagio.

La Chiesa di S. Biagio Vescovo e Martire in contrada de’ Foggiali, fu rialzata sulle stesse sue antiche fondamenta nel 1642. Abbraccia una Fratellanza di Sacerdoti sotto al titolo di S.

Maria della Consolazione, eretta con Statuti nel 1664, e richiamata in osservanza nel 1810.

Essa è di spettanza della Chiesa Cattedrale, che possiede in un braccio d’argento un osso del braccio di detto Santo, che ogni dì 3 Febbrajo reca processionalmente alla sua Chiesa.

Sull’architrave della Porta d’ingresso sonovi in onor del Santo scolpiti i seguenti versi:

HIC MAGNVS BLASIVS GERIT HIC MIRACVLA MAGNA NVMINE QVO PRORSVS SANAT CONTAGIA FAVCVM CVRRITE DEVOTI HOC AD FANVM , CVRRITE TVTO , NAMQVE GVLAE MORBOS HIC SANCTVS SANAT ET ARCET

MARTINGELLVS VERSIFICABAT 1642.

Di Cristo flagellato.

Nella medesima riferita contrada, sulla destra della Parrocchi al Chiesa di S. Gio: Battista, v’ha la Chiesa sotto al titolo di Cristo flagellato. Essa è conosciuta sotto il volgar nome di Chiesa degli artisti, a cagion che gli artieri ne compongono la Congregazione. Questa nel 1792 incominciò con Regio assenso a vestire il sacco, e ad aver luogo nelle solenni processioni.

Di S. Francesco da Paola.

La Chiesa di S. Francesco da Paola, sita fuora la Porta principale della Città e ben agiata, ed abbellita, ebbe principio a’ 10 Gennajo 1774 e fine nell’anno seguente. Tiene una Fratellanza d’Artieri, ascritta inaddietro alla Cappella di tal Santo, fondata nella estinta Chiesa di S.

Maria de Armeniis, di dove a’ 29 Agosto del 1775 fu quivi fatta passare, come ne conserva memoria la seguente lapide, alquanto manchevole, elevata presso la Porta d’ingresso:

D. O. M.

CONGREGATIONEM . ISTAM . MATEOLANENSEN SVB.TITVLO . DIVI . FRANCISCI.A.PAVLA

IN.SACELLO . PRIMVM . SANCTAE. MARIAE . DE ARMENIIS . FVNDATAM A. SALVTIS . MDCXL.

REGIAQVE.AVCTORITATE.FIRMATAM. III.KAL.

QVINCTILIS.SALVTIS.MDCLXV.ec.

L’Arcivescovo Zunica ebbe la cura di solennemente consacrarla nel 1795, ond’è, che dall’altro lato della prefata Porta evvi per memoria registrato:

D. O. M. SOLEMNITER . TEMPLVM . PAULINAE . CONGREGATIONIS . FVISSE . DICATVM

III . KAL . OCT . SALVTIS . MDCCLXXXV.

AB. ILLMO . DOMINO . MATEOLENSI . ARCHIEPISCOPO . FRANCISCO . ZVNICA SVB . PRIORATV . REGII . NOTARII . LIBORII . CIPOLLA

SVB . ASSISTENTIBVS . CRESCENTE. CLEMENTELLI. VINCENTIO.

MASCIANDARO

TV . LAPIS . OBLIVIONIS . VINDEX . TESTARE . POSTERIS QVISQVIS . ES

BONA . PRECANS . MALA . DEPRECANS PRONVS . ADORA

Questa Chiesa, per l’esattezza della disciplina ne’ Fratelli, e per la sontuosità, onde si celebrano le sacre funzioni, più delle altre attira a sè l’affluenza e divozione del popolo, il quale s’ha costituito come un nome ereditario quello di Francesco da Paola.

Del SS. Crocifisso.

La Chiesa del SS. Crocifisso in Contrada la Civita, è antichissima, e tiene una Fratellanza senza sacco.

Di S. Maria d’Itri o d’Idria.

La Chiesa di S. Maria d’Itri giace in seno d’un isolato scoglio, che elevasi sul dorso della Gravina, in mezzo al Sasso Caveoso. S’ignora l’origine della di lei costruzione. È però probabile che sia surta nell’anno 718 della Redenzione, quando in varie parti della Cristianità si mossero i Fedeli ad erigere de’ Tempj a Dio in onor della SS. Vergine Madre di Dio, sotto al titolo d’Itria. Questo vocabolo è corrotto da quello d’Odigitria, che in Greco suona guida della via, esprimendo la miracolosa guida apparsa a due ciechi. Si narra dal Sarnelli nelle sue lettere ecclesiastiche, che cercando questi ciechi una volta visitare la Chiesa della Gran Madre di Dio costruita da S. Pulcheria figliuola d’Arcadio e d’Eudosia, Imperadore ed Imperadrice, e Sorella di Teodosio Imperadore, presso al suo Palazzo, ed a canto al mare, smarrirono la strada. Era stato questo Tempio edificato da costei in segno del trionfo riportato su i Nestoriani, che cercavano d’opprimere i Padri del Concilio Efesino, che decretarono Maria Vergine vera Madre di Dio.

Benchè tale sia l’origine e lo spirito del vocabolo Itria, pure avendosi voluto oggidì ritoccare quest’antica Chiesa da una fiorita Fratellanza senza sacco, che vi è ascritta, s’è apposto appiè della Sacratissima Immagine della Vergine elevata sul grande, ed unico Altare, il titolo di S.M. de Hydriis. S’è fatto quindi lavorare nella Capitale una statua della Vergine con due mezzine a fianco ai di lei piedi. Tale emblema s’è messo, ancora sulla vetta

dell’indicato monte. Non avendo questo vocalolo alcuna correlazione colla rapportata greca origine, assi a dire, che esso è nato dalla pura libertà di chi presedè alle ristaurazioni di questa Chiesa, ingannato forse dalla quasi desinenza di essi vocaboli.

Dietro l’indicato Altare esiste, similmente in grotta, l’antica deperita Chiesa Parrocchiale detta di Monterrone. Essa è ancora tutta fregiata di pressoché cancellate religiose immagini.

Acanto di una di esse si vede la seguente cifra ICXC che esprime Jesus Christus.3 Sul petto d’un’altra si legge così:

S A

N G T Y S ANDREAS

Così son disposte le lettere in quasi tutte le altre iscrizioni che il tempo non vi ha del tutto cancellate ancora.

Di S. Maria della Palomba.

La Chiesa di S. Maria della Palomba collocata pressochè un miglio distante dalla Città, verso il Nord, trae la sua origine da una nobile effigie della Beata Vergine, che il caso diede a scoprire entro una Grotta, su di cui eravi una colombaja di foresti colombi. I miracoli, e le grazie, che degnassi la Vergine operare, mercè questa sua sacratissima immagine, a pro de’

supplicanti Fedeli, vi attirò in ogni tempo, e segnatamente a’ dì 8 Settembre, quando ancora in oggi se ne celebra la Festività, un numero prodigioso di Cittadini, egualmente che di Forestieri, tal che si pensò dalle doviziose loro obblazioni costruire una sontuosa Chiesa in onor della Vergine, in cui si collocò la prefata immagine di sopraffino pennello.

L’Arcivescovo Sigismondo Saraceno amando, che in questa Chiesa vi si perpetuasse il Divin culto, nel 1583 l’incorporò al Capitolo Metropolitano, che con atto stipulato per Notar Gio:

Domenico Bisaccia, ne prese il possesso a’ dì 8 Dicembre del 1585. Questo possesso fu confermato a’ 6 Novembre 1586 da Commissario Apostolico, mercè Breve di Sisto Vesecutoriato a’ 14 Giugno 1590.

Del SS. Crocifisso della Gravinella.

La Chiesa del SS. Crocifisso detta della Gravinella a motivo, che trovasi collocata dentro un picciol Torrente di tal nome, verso il Nord–Ovest, conserva un’ammirabile effigie del SS.

Crocifisso delineata a crudo entro una grotta. Questa gioita fu ingrandita con nuovi fabbricati della pietà de’ Fedeli nel 1722. Vi si godono delle Indulgenze ne’ Venerdì di Marzo da chi si reca a visitarla provvedendo ai doveri di coscienza.

Dell’Annunziatella.

La Chiesa sotto al titolo dell’Annunziazione della Vergine, detta dell’Annunziatella sita parimente all’Ovest, riconosce per Fondator eil Sacerdote D. Gio: Maria Magliani. Da costui l’ereditò la Chiesa Parrocchiale di S. Gio: Battista, cui egli era ascritto, dietro però la morte di alcuni suoi congionti che vennero affatto a mancare nel 1749.

Queste son le Chiese minori, che oggi più sono in onore per le Festività, che vi si celebrano e per le Confraternite, che vi sono ascritte. Molte altre di simil natura per varj accidenti sono perite a giorni nostri. Tuttavolta amo brevemente rammentarle.

Della Madonna delle Virtù.

La Chiesa sotto al titolo della Madonna delle Virtù in contrada della Civita, di pertinenza del Monistero della SS. Annunziata, originaria residenza, come s’è detto altrove, di quelle Religiose nel primo loro arrivo in Città, tenea una Fratellanza senza sacco, dalla quale venne ristaurata nel 1674. Nell’atrio di questa Chiesa, le acque impetuose discoprirono ne’ scorsi anni parecchi vetusti sepolcri.

Di S. Sofia.

La Chiesa di S. Sofia sita presso la pubblica Piazza è stata sempre un Benefizio

Ecclesiastico. Come di libera collazione s’è goduta anche da’ forestieri. Nel 1524 tenevasi dall’Arciprete di Oggiano, o Ferandina, e nel 1632 da Pietro Vescovo d’Ascoli. Nel primo di Maggio di quest’ultimo anno fu chiesta al Capitolo della Cattedrale dal P. Vincenzo Pagano della Compagnia di Gesù Teologo dell’Em. Arcivescovo Spinola per l’Arciprete della stessa Chiesa, onde dare un compenso alle straordinarie sue fatiche, come Paroco generale di tutta la Città. Avendo bisogno questa Chiesa di riparazione, l’Arciprete Gattini la cedè a 15 individui, onde listarvi la fratellanza sotto al titolo di S. Crispino. Nell’istrumento però stipulato per Notar Rocca si convenne, che tutti gli accomodi, che vi farebbero, dar non gli potessero dritto alcuno sulla Chiesa, dichiarandosi d’essere dell’Arciprete, ne d’essi pretendere

indennizzazione alcuna. Oggi questa Chiesa del tutto profanata s’è messa nel pubblico comercio come uno stabile urbano, aggiungendosi dall’Arciprete agli altri fondi, che costituiscono la sua congrua.

Del SS. Crocifisso della Selva.

La Chiesa del SS. Crocifisso della Selva, così detta, per essere stata edificata nella Gravinella sul ponte della Selva, ebbe principio nel 1711. Fu fatta costruire dalle doviziose obblazioni de’ fedeli, che a folla v’erano richiamati dalla divozione ne’ Venerdì di Marzo, e nella festività di S. Croce. Eravi quivi una bella effigie del SS. Crocifisso a caso discoperta nel muro di alcune grotte di pertinenza dell’estinta nobile famiglia Saraceno. Oggi questa diruta Chiesa è della Mensa Arcivescovile, cui fu donata da Tuccio Alitto Saracino di Barletta, che discendea dalla famiglia Saraceno di Matera.

Di S. Lazzaro.

La Chiesa di S. Lazzaro a distanza meno d’un miglio dalla Città verso il Nord–Ovest teneva anticamente seco addetto un Ospedale denominato di S. Lazzaro. Abbiamo altrove rimarcato,

che il Contestabile de Berardis lasciò, per sua testamentaria disposizione, sei tarì a’ poveri di questo Ospedale, ed alla Chiesa la sua spada. Assi dal Muratori,4 che ne’ vecchi secoli non eravi forse Città d’Italia, ove qualche luogo non esistesse deputato al ricovero de’ Lebbrosi, che trovavano il loro sostentamento nella pietà pubblica. Di qui trasse l’origine il nome di Lazzaretti, così denominatida S. Lazzaro Protettore di quegl’infelici; perchè quegli Ospedali vennero prima consagrati a’ Lebbrosi, e poscia agli appestati. Ond’è ch’era interesse della pubblica sanità e polizia di vietare che questi lebbrosi abitassero in Città, affinchè i sani fossero al coperto delle loro disgrazie.5 Il che venne anco determinato nella legge 176 da Rotari Re de’ Longobardi; e perciò i Pontefici permisero, ch’eglino avessero il proprio Parroco. Avanzossi tant’oltre l’Ospedale di S. Lazzaro in Matera, che fu elevato in

Commenda. In un istrumento di Notar Vincenzo Gammara de’ 28 Gennaio 1560 leggesi Fr.

Gio: Giordano Commendatore dell’ordine di S. Lazzaro. Il Sacerdote D. Marcantonio de Viccaro fu altresì Commendatore di S. Lazzaro de’ riformati del Gran Maestro Castellioneo.

Nel suo ultimo testamento rogato per man del suddetto Gammara a’ 15 Novembre 1572 evvi registrato: Tempore quo fidi effectus frater seu Commendator Commendae S. Lazzari, expendit ultra alias suas pecunias docatos mille, et quincentum, quos habuit in mutuum a quondam Petrantonio de Viccaro ejus Fratre carnali. Con questo testamento lasciò docati 10 alla Chiesa del nostro S. Lazzaro in contrada Santo Pardo. Trovasi ancora Scipione Gaeta di Napoli Procuratore ad infrascripta, signanter etc. … et alia, ut dixit Magnifici D. Lelii Gatte Commendatoris Commendæ S. Lazari Materæ etc.

Tutte queste descritte Chiese minori, o esistenti, o deperite, sono gli avanzi di quelle molte, delle quali trova vasi Matera doviziosa avanti il 1646, quando assi, che ne numerava oltre 40.

Vero è, che ancor oggi potrebbe molto più slargarsi il presente Catalogo, se darsi volesse luogo a molte altre piccole Chiese, che e per la decorosa attitudine, in cui sono, e per le Festività, che vi si celebrano, meritano attenzione: ma valutandosi qual’esse sono o non grandiose Cappelle, o pubblici Oratorj appartenenti a’ privati Gentiluomini, ho creduto

miglior partito trascurarle, onde non trattenere il lettore su di oggetti di non molta importanza.

NOTE

1 Giumella, o Giomella è una piccola misura, quanto entra nel concavo delle mani

congiunte insieme. Tanto di grano esigevasi nell’agosto di ogni anno da ciascun possidente e colono, onde soddisfare ai debiti contratti dalla Città per la ricompra del Regio Demanio.

2 Chiesa in Croce Greca è quella ove la lunghezza della parte transversale, è uguale a quella della nave. È così chiamata perché molte delle Chiese Greche sono edificate in questa forma.

Gius. M. Secondo.

3 Sappiamo dall’Arcudio, e dal P. Goa, che i Greci avanti di cuocere il pane destinato pel Sacrifizio dell’Altare, v’imprimevano una figura col segno della Croce, e le lettere a canto di essa ICXCNIK a Jesus Christus vicit.

4 Antich. Ital. Diss. XVI.

5 La segregazione dei lebbrosi dal consorzio degli uomini trovasi anche ordinato da Dio nel Levitico cap. 13 v. 46 dicendo: Omni tempore, quo leprosus est, et immundus, solus habitabit extra castra. Così ancora ne’ Numeri cap. 5 v. 2 disse Iddio a Mosé: Praecipe filiis Israel, ut

eiciant de castris omnem leprosum.

PARTE II.

Catalogo de’ Pastori, che hanno governata la Chiesa Materana, da