1. Concetto di connettivo
1.1. Il concetto di connettivo nella trattazione internazionale
1.1.4. Jacques Moeschler
Moeschler analizza i connettivi in quanto parti necessarie per l’interpretazione degli enunciati. La sua proposta prende le mosse dichiaratamente da tre diverse teorie pragmatiche per l’analisi del significato di un enunciato: la pragmatica conversazionale di Roulet81, la pragmatica integrata di Ducrot e Anscombre82 e la pragmatica delle regole
80 Van Dijk (1991), p. 148.
81 Moeschler fa riferimento in particolare ai 3 seguenti principi della pragmatica conversazionale di Roulet:
(1) il senso di un enunciato linguistico nella conversazione è determinato da una parte dallo statuto conversazionale che riceve (atto, intervento, scambio). (2) Il senso di un costituente conversazionale, ad esempio l’interpretazione che gli è assegnata, è funzione della serie cui dà luogo. (3) Se l’interpretazione di un costituente conversazionale è funzione della serie cui dà luogo, ad esempio che esso determina, ella è ugualmente funzione delle contraddizioni strutturali che governano la conversazione.
31 del discorso83. Afferma infatti: «le cadre de la pragmatique conversationelle permettait de créer un corps d’observables qui interrogent à la fois de la pragmatique conventionnaliste et la pragmatique des lois de discours. Le recours à une grammaire en constituants conversationnels et à des principes conversationnels comme la loi de remontée maximale84 permet de ne plus envisager les faits conversationnels comme de simples faits de performance, soumis à tous les défauts et erreurs de la production. […] la compétence pragmatique des sujets parlants fait intervenir des règles du type de la loi de remontée maximale, dont la fonction est de gérer la pertinence conversationnelle85». Nel quadro teorico di stampo Griciano adottato da Moeschler i connettivi svolgono un ruolo fondamentale nell’interpretazione degli enunciati, scrive infatti: “les connecteurs pragmatiques sont des expressions procédurales, à savoir des expressions dont la signification est computationnelle ou instructionnelle, et non descriptive ou véri- conditionnelle”86. In uno dei suoi studi più recenti87, egli precisa la nozione di connettore pragmatico, quale marca linguistica che può appartenere a categorie sono: (1) il senso di un enunciato è funzione del suo orientamento argomentativo. (2) L’orientamento argomentativo è sia indicato da marche argomentative (connettori, operatori), sia rese accessibili attraverso una regola di discorso argomentativo (topos). (3) Le regole del discorso argomentativo sono della forma “ + O è P, + O” (dove O = oggetto e P = predicato).
83 Moeschler indende fare particolari riferimenti alle massime conversazionali di Grice (1975) e la teoria
della pertinenza sviluppata da Sperber & Wilson (1986). Cfr. Moeschler (1986), Connecteurs pragmatiques, lois
de discours et stratégies interprétatives : parce que et la justification énonciative, «Cahiers de linguistique française», 7 p.
155: “Il est bien sûr impossible de parler de la pragmatique des lois de discours sans renvoyer aux ropositions de Grice [...]. De plus, j’aimerais également inclure dans ce cadre la théorie de la pertinence développée par Sperber & Wilson”. Le ipotesi accettate daMoeschler sono: (1) I partecipanti ad una conversazione sono dei soggetti razionali: i loro comportamenti sono guidati alle volte da un principio di economia e dalla loro capacità di operare dei calcoli interpretativi di natura deduttiva. (2) Lo scambio conversazionale propone l’adozione da parte degli interlocutori di un principio generale di cooperazione. (3) Il senso di un enunciato è funzione della sua pertinenza.
84 La regola di risalita massima è enunciata da Moeschler in Moeschler, Jacques (1986), Connecteurs
pragmatiques, lois de discours et stratégies interprétatives : parce que et la justification énonciative, «Cahiers de
linguistique française», 7, p. 164, ed è: “Remonter jusqu’au premier constituant dialogique complet pertinent puor l’enchainement”.
85 Ibidem, p. 165.
86 Moeschler J. (2005), Connecteurs pragmatiques, inférences directionnelles et représentations mentales,
in Molendijk A. & Vet C. (éds), Temporalité et attitude. Structuration du discours et expression de la modalité, Cahiers Chronos 12, p. 35.
87 Moeschler, Jacques (2006), Connecteurs et inférence, In G. Gobber, M.C. Gatti, S. Cigada, Sýndesmoi.
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grammaticali diverse (congiunzioni coordinative, congiunzioni subordinative, avverbi, locuzioni avverbiali) e che:
1. articola le massime unità linguistiche o qualsiasi unità discorsiva (dominio); 2. dà istruzioni sulla maniera di rileggere queste unità (natura del contenuto); 3. impone di trarre, dalla connessione discorsiva, conclusioni che non sarebbero
state tratte in loro assenza (effetti). Ad esempio:
(1) Il fait beau, mais j’ai envie de rester à la maison.
Nell’esempio (1) il dominio di mais riguarda le due proposizioni indipendenti che articola (il fait beau e j’ai envie de rester à la maison). La natura del contenuto riguarda il fatto che il connettivo mais introduce un contrasto fra le conclusioni che il parlante invita a trarre, e ciò che invece l’interlocutore conosce, in questo caso le beau temps sarebbe una ragione per uscire e avoir envie de reste à la maison è invece una ragione per non uscire. La terza proprietà (effetti cognitivi o contestuali) è facilmente identificabile se si costruisce lo stesso esempio senza connettore:
(2) Il fait beau, j’ai envie de rester à la maison.
L’esempio (2) assume un altro significato senza il connettivo mais, poiché in questo caso l’interlocutore dovrebbe interpretare che avoir envie de reste à la maison è conseguenza del le
beau temps, invertendo completamente il rapporto logico dell’esempio (1). In questo caso,
quindi, sarebbe espressa la proprietà fondamentale di un connettore: permettere di fare inferenze che non sarebbero sostenute in sua assenza.
In seguito, nello stesso articolo lo studioso approfondisce il concetto di connettore pragmatico, ritenendo la prima definizione riduttiva e non sempre applicabile,
33 soprattutto nei casi in cui nel testo siano presenti altre informazioni codificate linguisticamente che permettono di trarre inferenze della stessa natura di quelle tratte con la presenza del connettore. Infatti, l’autore mostra che i connettori possono legare sia contenuti che descrivono fatti, sia atti linguistici, come negli esempi:
(3) Pierre est là, mais Jean ne le verra pas. (4) Pierre est là, mais ça ne regarde pas Jean.
Nell’esempio (3), mais lega dei contenuti che descrivono dei fatti (un fatto avvenuto e un fatto che succederà), invece in (4) mais oppone un atto linguistico (l’annuncio da parte del parlante della presenza di Pierre) ad un altro atto linguistico (la domanda del parlante di non avvertire Jean).
Moeschler afferma: «les connecteurs encodent de l’information procédurale propositionnelle, et qu’à ce titre, ils occupent un terrain intermédiaire entre les informations conceptuelles et les informations procédurales morphologiques»88. Un connettore sarebbe pertanto un’espressione procedurale proposizionale avente nella sua portata:
a. l’insieme non vuoto delle rappresentazioni attraverso forme proposizionali che definiscono il contesto di un enunciato che precede il connettore;
b. la rappresentazione attraverso forme proposizionale dell’enunciato che introduce.
Il quadro teorico presentato dallo studioso, dunque, prevede che un connettore introduca due generi di vincoli: un vincolo sul contesto necessario per l’interpretazione dell’enunciato che introduce; ed un vincolo sul tipo di effetto contestuale ottenuto attraverso il legame fra gli enunciati che connette. Ad esempio:
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(5) L’avion atterrit et les passagers descendirent. (6) L’avion atterrit. Les passagers descendirent.
In entrambi gli enunciati (5) e (6) il raggruppamento e l’ordine temporale sembrerebbero soddisfatti. In questo caso, l’apporto del connettivo et sarebbe quello di sottolineare e rendere esplicita una relazione che era stata già espressa da altri mezzi, indipendentemente dal connettivo. Un connettore dal punto di vista lessicale articola dei segmenti linguistici, ma assegna anche istruzioni, cioè fornisce uno schema che identifica le relazioni entro le unità di contenuto semantico, e infine gioca un ruolo nella struttura del discorso, evidenziando la funzione interattiva degli atti che articola.
Moeschler, infine, citando la Teoria della Pertinenza89, afferma che i connettori sono vincoli semantici sulla pertinenza. In particolare, un connettore impone dei vincoli sia sulla formazione del contesto, cioè sulla natura delle premesse implicite, sia sugli effetti contestuali, per aggiunta ad un’informazione nuova, o per rivalutazione di un’informazione vecchia. Ad esempio, donc impone un vincolo sulla formazione di un contesto, parce que permette di trarre un’implicazione contestuale nuova, mentre mais rivaluta, sopprimendola, un’informazione precedentemente sostenuta come vera o probabilmente vera.
Il principio cui approda Moeschler è che i connettori hanno variabili proposizionali come dominio, agiscono su oggetti mentali e non su unità del discorso90. Se una
89 Sperber, D. & Wilson, D. (1985), Relevance: communication and cognition, Blackwell, Oxford.
90Cfr. Moeschler, Jacques (1996), Parce que et l'enchaînement conversationnel, in Muller, Claude (éd.), Dépendance
et intégration syntaxique. Subordination, coordination, connexion, Tübingen, Max Niemeyer, p. 285: “J’ai adopté un
cadre théorique pragmatique e non plus linguistique, celui de la théorie de la pertinence (cf. Sperber & Wilson 1986 et 1989), ce qui m’amené à revoir mes positions sur la conversation (cf. Moeschler 1993 et à paraître, chapitres 9 et 11). Ces positions peuvent se ramener aux théses suivantes: (i) il n’y a pas de principes ou de règles d’enchaînement governant la conversation; (ii) les règles ou principes d’enchaînement inférables des conversations sont des effets d’un principe plus général, le principe de pertinence; (iii) les Opérations de connexion, marquées dans la langue par les connecteurs, ou toute autre marque ayant des variables propositionnelles comme domaîne, portent sur des objets mentaux et non des unités de discours”.
35 connessione è interpretabile in più di un modo, esiste almeno un’interpretazione accessibile e conforme alle proprietà istruzionali del connettore usato.