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L A MILITANZA FEMMINILE TRA AVANGUARDIA E INTEGRAZIONE

Nonostante le difficoltà generali provocate dai contrasti non ancora ri- solti, nonché l’eterogeneità delle posizioni ancora presenti nella FA, la fondazione della NSF aveva creato per le nazionalsocialiste nuovi spazi di organizzazione, di impegno personale e politico, nonché nuove pro- spettive di carriera che attrassero, un numero non trascurabile di donne prima molto lontane dalla politica. Spesso queste appartenevano ad una generazione più giovane di quella che aveva animato fino ad allora la FA; essa era cresciuta in organizzazioni come la Bündische Jugend (la fase weimariana del movimento giovanile tedesco)258 e adesso esatta-

mente come gli uomini, al grido di «Fate largo, voi vecchi!», vedevano nella NSDAP «la chiave con cui si dovevano aprire e rivitalizzare le

258 Tra le rappresentanti più importanti di una nuova generazione di nazionalsocialiste vanno sicuramente ricordate sia Lydia Gottschewski (classe 1906) che a fine 1932 di- venterà la dirigente capo del BDM e più tardi assumerà per un brevissimo periodo anche la guida della NSF, sia la stessa Gertrud Scholtz-Klink, nata nel 1902. Per un’analisi del profilo biografico-motivazionale della dirigenza si rimanda più avanti nel testo al capitolo VII.

Capitolo IV // Lo sviluppo della militanza femminile nel periodo della Machtergreifung: alcune considerazioni

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strutture arrugginite della società tedesca».259 Ad ogni modo la riorga-

nizzazione della Frauenarbeit nella NSF mostrò molto rapidamente i suoi effetti positivi segnando un deciso balzo in avanti, sia del dinami- smo della militanza in genere, sia dell’efficacia propagandistica che la NSF era capace di mettere in campo per la NSDAP nel momento più duro del cosiddetto “periodo di lotta”, il Kampfzeit. Tra il 1930 ed il 1932 ad esempio, la percentuale di voti femminili alla NSDAP crebbe parallelamente a quella maschile, con un distacco per difetto molto pic- colo. Sin dalle elezioni del 14 settembre 1930 in cui la NSDAP conqui- stò il 18,3% dei mandati disponibili, le elettrici espressero infatti sempre circa il 49% del totale dei voti per la NSDAP.260 Da un punto di vista

organizzativo, ad esempio nel distretto del Bayerische Ostmark, i circa dieci gruppi esistenti divennero nel corso del 1932 circa 160.261 Così

anche dalle parti di Francoforte, ad Hanau, l’iniziale gruppo cittadino che nel 1931 contava appena 9 donne, crebbe molto rapidamente e nel

259 Thamer (1993), p. 229. Questa era comunque una dinamica generale, che aveva luogo anche tra gli uomini. La generazione che aveva combattuto al fronte era messa sotto pressione dai giovani che vedevano nella repubblica una forma statale debole e soprattutto anagraficamente vecchia e riconoscevano in Hitler appena 42enne, o in Goebbels, Strasser ed Himmler poco più che trentenni, la possibilità di svecchiare la politica. Sulla Jugendbewegung ed il suo rapporto con la NSDAP si vedano, tra gli altri: Dagmar Reese (Hrsg.), Die BDM Generation: Weibliche Jugendliche in Deutsch-

land und Österreich im Nationalsozialismus, Potsdam 2007; Viola Gorza, 'Jugendbewegung' e culture alternative nella Repubblica di Weimar, in «Memoria e

Ricerca», 2007, n. 25, pp. 81-90.

260 Göttig-Hofmann (1986), p. 32; Jürgen Falter, Die Wähler der NSDAP: Sozial-

struktur und parteipolitische Herkunft, in Wolfgang Michalka (Hrsg.), Die nationalso- zialistische Machtergreifung, Paderborn 1984, tabella p. 49.

261 Bundesarchiv Berlin, Chronik der NS-Frauenschaft des Gaues Bayerische Ost-

mark, relazione sulla fondazione della NSF redatta dalla GFL, 22.07.1935: f. NS 26, b.

giro di un anno e mezzo raggiunse quota 250 militanti; tante da poter essere poi suddivise in più OG.262 Questa era una dinamica di sviluppo

piuttosto generalizzata anche nelle città più grandi, nella maggior parte delle quali ben presto fu possibile istituire anche per la NSF il livello di gestione intermedio della Kreisleitung (che sostituì, inglobandola, la

Bezirksleitung), nella quale erano coordinati gli OG della NSF di

un’intera città. Il numero sempre crescente di iscritte alla NSF ed al par- tito aveva dunque creato nuove esigenze di gestione da cui scaturirono anche una serie di nuovi compiti ed ambiti. A Göttingen ad esempio, dove gli OG erano cresciuti sia di numero che d’importanza, la locale

Kreisleiterin si fece affiancare da più consulenti specializzate che

l’aiutavano a coordinare le attività di propaganda, di educazione alla maternità, di formazione nell’economia domestica e, soprattutto, nella conduzione di veri e propri corsi di formazione ideologica in cui le nuove reclute dovevano essere introdotte alla Weltanschauung nazional- socialista.263 Allo stesso modo nel Gau Düsseldorf dove la GFL Paula

Siber, accesa sostenitrice di un’organizzazione decentrata della NSF, affidò ognuno dei tre ambiti d’intervento per cui era stata istituita la NSF ad altrettante responsabili locali che, unitamente alla tesoriera, co- stituivano il vertice esecutivo della Frauenschaft negli OG. Questo si occupava di sviluppare e gestire le attività destinate all’assistenza diretta di SA ed SS e, anche in questo caso, alla formazione ideologica e pratica

262 Bundesarchiv Berlin, Die Geschichte der Hanauer NS.Frauenschaft wie ich sie

erlebt habe, breve storia della NSF di Hanau redatta da Luise Lorösch, 21.09.1935: f.

NS 26, b. 254.

263 Bundesarchiv Berlin, Die Frauenarbeit in der Göttinger Ortsgruppe der National-

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delle donne del distretto nonché di organizzare comizi ed incontri serali tenuti soprattutto da relatrici, anche nel caso di interventi a carattere specificatamente politico. 264 Quali erano dunque le aspettative princi-

pali di queste donne che, da un’iniziale piccola avanguardia esterna alla NSDAP si stava trasformando, alla vigilia della presa del potere da parte di Hitler, in uno staff dirigenziale interno al partito, dotato di abilità e potenzialità politiche proprie? Quali erano i motivi principali alla mobi- litazione in strutture quali la NSF e la NSDAP?

Come evidenziato anche nelle memorie di alcune protagoniste del tem- po, nel periodo del passaggio dai gruppi spontanei all’Orden di Zander, abilità e potenzialità politiche femminili rimasero a lungo inespresse. Ciò fu principalmente il risultato del profondo cambio di paradigma operativo, imposto alle militanti nazionalsocialiste da Elsbeth Zander, che trasformò il lavoro di formazione politica e propagandistica (fulcro dell’impegno dei primi gruppi femminili) in una più generica prepara- zione ideologica, volta esclusivamente a contestualizzare in senso na- zionalsocialista le «attività quasi esclusivamente caritative» dell’Orden e le sue campagne di raccolta fondi per l’autofinanziamento.265 Se da un

lato fu proprio attraverso tale trasformazione che Zander riuscì ad ac- creditarsi presso Adolf Hitler come la più affidabile tra le paladine di una militanza femminile acriticamente accessoria, dall’altro però il pro- getto di Zander di “spoliticizzare” l’attività femminile nella NSDAP

264 Bundesarchiv Berlin, Arbeitsorganisation für die NS-Frauenschaft Gau Düsseldorf, 20.09.1932: f. NS 26, b. 254.

265 Bundesarchiv Berlin, Die Frauenarbeit in der Göttinger Ortsgruppe der National-

sozialistischen Deutschen Arbeiter Partei, 12.12.1935: f. NS 26, b. 254; Bundesarchiv

contrastava fortemente con l’onnipresenza del “politico” che caratteriz- zava la società tedesca di quegli anni. L’estremizzazione del clima politi- co nei primissimi anni Trenta, nonché la crescita in rilevanza nazionale della NSDAP (che stava conquistando influsso anche nei parlamenti e nei governi regionali)266 non risparmiò infatti le donne dall’essere coin-

volte nel vortice di esasperazione e violenza del quale la NSDAP si rese protagonista, determinando un indubbio ritorno dell’elemento politico nella militanza femminile. Un esempio lo troviamo ad esempio in tutti e tre i compiti principali enunciati nell’atto di fondazione dell’Arbeitsgemeinschaft Nationalsozialistischer Studentinnen (ANSt) nel novembre 1930 a Berlino.267 Essi concernevano il «trattamento di

questioni speciali riguardo l’attività politica della donna», la «diffusione di ragionamenti nazionalsocialisti all’università» e la «formazione politi- ca nazionale» ed erano, in buona sostanza, gli stessi principi operativi posti al centro dell’azione politica delle FAG e degli altri gruppi “dissi- denti” del DFO.268 Strasser dal canto suo integrò tali tendenze nel suo

progetto di riforma, permettendo anzi che le aspirazioni politi- co/propagandistiche delle nazionalsocialiste si intensificassero; ciò diede

266 Ad esempio Wilhelm Frick dal gennaio 1930 fu ministro in Turingia mentre Ro- bert Wagner faceva sentire tutta la sua influenza di parlamentare del Reich nel Baden, dove era Gauleiter della NSDAP: Detlev Heiden (Hrsg.), Thüringen auf dem Weg ins

"Dritte Reich", Erfurt 1996; Michael Kissener/Joachim Scholtyseck (Hrsg.), Die Führ- er der Provinz. NS-Biographien aus Baden und Wuerttemberg, Konstanz 1999.

267 Si vedano a tal proposito: Michael Grüttner, Studenten im Dritten Reich, Pader- born 1995; Michael Wortmann, Baldur von Schirach: Hitlers Jugendführer, Köln 1982. 268 «Die Bearbeitung von Spezialfragen hinsichtlich des politischen Wirkens der Frau», «die Verbreitung nationalsozialistischer Gedankengänge auf der Hochschule», «die staatspolitische Schulung»: statuto dell’ANSt, 04.11.1930, in Arendt/Hering/Wagner (1995), documento 95, p. 155.

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la possibilità a centinaia di militanti di vivere e mitizzare il 1932 ed il 1933 come anni “meravigliosi” e “pieni di soddisfazione”. 269

Questi furono infatti gli anni in cui la tensione e la radicalizzazione po- litica raggiunsero il loro apice e migliaia di donne si risolsero ad entrare nella NSF e nella NSDAP; come la GFL dell’Halle-Merseburg Eva Lei- stikow, queste erano convinte che l’azione femminile sarebbe stata più che mai decisiva per permettere ad Hitler l'ascesa “legale” al potere. Lei- stikow, come altre, era infatti convinta che gli ambiti in cui il supporto delle donne era necessario, non potevano ridursi ai circoli di “taglio e cucito”, quant’anche, come scrisse Paula Siber, oltre a riparare uniformi, calzini e bandiere vi si “educassero” alla politica nazionalsocialista anche donne senza cultura.270 Al contrario, per Eva Leistikow gli ambiti

d’azione femminile erano pressoché infiniti ed essa poteva e doveva es- sere azione politica a tutto tondo, estendibile quindi anche a quegli spa- zi che richiedevano l’uso di metodi e strumenti considerati “maschili”. Ed infatti, nel ricordare e descrivere gli aspetti pratici della sua azione da agitatrice e, soprattutto, della sua incessante attività di oratrice e fonda- trice di nuovi gruppi, Leistikow ci restituisce il profilo di una vera e propria protagonista, capace di dominare metodi politici e strategie or- ganizzative che le permisero di presenziare in un solo anno a più di due- cento incontri e mettere in piedi trenta nuovi gruppi, ottenendo il con- senso sia delle operaie dei grandi agglomerati urbani, sia delle contadine

269 «Eine politische Kampforganisation»: Bundearchiv Berlin, Geschichte der NS-

Frauenschaft des Gaues Halle-Merseburg, 22.10.1936: f. NS 26, b. 254.

270 Ibidem; Bundesarchiv Berlin, Arbeitsorganisation für die NS-Frauenschaft Gau

Düsseldorf, breve storia della NSF nel Gau Düssledorf fino al 1932, 20.09.1932: f. NS

dei piccoli centri agricoli nel suo distretto.271 Ewa Leistikow e le altre

attiviste che in quegli anni agivano in prima linea per la NSDAP non si consideravano però un’avanguardia, si definivano piuttosto come delle “pioniere” capaci di “portare l’idea nazionalsocialista anche laddove gli uomini del partito non sarebbero mai potuti arrivare”. I loro ricordi insistono infatti spesso sugli elementi pioneristici della militanza, sui pericolosi tentativi di far proseliti nei territori “rossi”, condotti con sprezzo dei continui scontri, anche fisici, che puntualmente si verifica- vano allorquando esse rincasavano da una riunione serale o venivano sorprese a lasciare volantini propagandistici sotto le porte.272

La violenza degli scontri verbali e fisici era del resto il passaggio obbli- gato attraverso il quale, proprio nei territori più ostili al movimento, quelle donne che “si erano fatte coinvolgere dalla grande idea di Adolf Hitler” scoprivano la propria identità politica. Gli scontri rappresenta- vano una sorta di iniziazione alla politica che amplificava la dinamica di inclusione/esclusione tra il “movimento di Adolf Hitler” ed il “sistema corrotto e decadente della democrazia” repubblicana; un “rito” che spesso aveva luogo non solo nelle strade ma anche nel proprio ambiente

271 Bundesarchiv Berlin, Geschichte der NS-Frauenschaft des Gaues Halle-Merseburg, 22.10.1936: f. NS 26, b. 254.

272 Bundesarchiv Berlin, Die Frauenarbeit in der Göttinger Ortsgruppe der National-

sozialistischen Deutschen Arbeiter Partei, 12.12.1935: f. NS 26, b. 254; Bundesarchiv

Berlin, Die Geschichte der Hanauer NS-Frauenschaft wie ich sie erlebt habe, 21.09.1935: f. NS 26, b. 254.

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domestico, affettivo e lavorativo.273 Appoggiare apertamente la NSDAP «non era cosa da poco e per le donne prendere parte alle no-

stre riunioni contro l’opinione dei vicini e dei parenti, contro le inimicizie e talvolta anche contro il volere del proprio mari- to richiedeva non meno coraggio e risolutezza personale».274

È un errore dunque considerare le donne della NSDAP solo nella loro funzione complementare di coro anonimo, chiassosamente esultante ai comizi di Hitler o alle marce delle SA.275 Al contrario esse non rimasero

affatto a guardare gli eventi, cercarono piuttosto con vari metodi un posto attivo nella “comunità di destino” di Adolf Hitler. In quegli anni in cui «ovunque si andasse si parlava e si litigava di politica» anche le donne ebbero modo di procurarsi un loro «armamentario politico» con il quale poi scesero in strada al fianco delle SA per aggiungere violenza alla violenza usata contro i «comunisti fanatici».276 Anche il giubilo, il

gettar fiori al passaggio delle SA schierate per le strade cittadine o il chiasso organizzato avevano una loro precisa funzione politica nella messa in scena del movimento. Da un lato la vivacità e l’entusiasmo femminili servivano da sfondo alla disciplina virile del soldato politico

273 Bundesarchiv Berlin, scheda della RS-Coburg di Gertrud Kurpjuweit, Kreis-

frauenschaftsleiterin del Kreis Pr. Eylau, Gau Ostpreussen, 25.01.1936: f. NS 44, b. 09;

Bundesarchiv Berlin, scheda della RS-Coburg di Maria Theresia Riegl, Stv. Kreis-

frauenschaftsleiterin, Kreisorganisationsleiterin del Kreis Stralsund, Gau Pommern,

26.11.1936: f. NS 44, b. 13.

274 «Es war nicht unbedenklich und verlangte von den Frauen nicht wenig Mut und selbständige Entschlusskraft entgegen der Meinung von Nachbarn und Verwandten, trotz Anfeindungen und zuweilen selbst gegen den Willen des eigenen Mannes unsere Versammlungen zu besuchen»: Bundesarchiv Berlin, Geschichte der NS-Frauenschaft

des Gaues Halle-Merseburg, 22.10.1936: f. NS 26, b. 254.

275 Si veda ad esempio Stephenson (1978), p. 36; Koonz (1991), p. 84.

276 Bundesarchiv Berlin, dossier della RS-Coburg di Hedwig Leipert, Gaurednerin del Kreis Bochum, Gau Westfalen-Süd, 08.05.1935: f. NS 44, b. 06.

incarnato dalla SA,277 dall’altro però esso aveva una funzione del tutto

pratica. Non di rado infatti le marce delle SA (anche d’inverno) si pro- traevano per ore, spesso per interi finesettimana, in un crescendo di esal- tazione ipnotica che costò la vita a non pochi “martiri” del movimen- to.278 Preparando panini imburrati e bevande calde, le donne della

DFO/NSF si prendevano allora cura delle SA in missione, spesso anche in zone di campagna, rafforzando da un lato il legame di collaborazione militante tra i sessi e dall’altro, non meno importante, permettendo all’intera formazione in marcia una certa distanza dai servizi offerti da locali e trattorie situati nei territori ostili, meta delle manifestazioni.279

Marciando in perfetto schieramento militare per le strade di Monaco, Berlino e delle altre grandi città del Reich, soprattutto quelle “rosse”, anche con l’aiuto delle donne, le SA praticarono una vera e propria on- data di attentati ai raduni degli avversari politici, di esplosioni nelle sedi comuniste, di aggressioni e violenza urbana, che gettarono la repubblica in un clima da guerra civile: 300 morti e circa un migliaio di feriti furono il bilancio della sola campagna elettorale del luglio 1932, la più sangui- nosa della storia tedesca. L’apice delle continue risse e sparatorie nelle strade fu raggiunto nel massacro di Altona (un quartiere comunista di Amburgo) dove il 17 luglio del 1932 una marcia nazista degenerò in

277 Thomas Balistier, Gewalt und Ordnung. Kalkül und Faszination der SA, Münster 1989, p. 176.

278 Uno di questi fu il primo marito di Gertrud Scholtz-Klink, la GFL del Baden e futura RFF.

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un’interminabile sparatoria in cui persero la vita 18 persone.280 In que-

sto, come in altri scontri, le donne svolsero un ruolo non secondario, seguendo tattiche ben precise. Sicure di poter eludere le perquisizioni cui erano invece spesso sottoposti gli uomini, le donne seguivano passo passo dai marciapiedi le sfilate delle SA nascondendo sotto le vesti armi da fuoco, da taglio o di qualsiasi altro tipo. Nonostante il divieto in vi- gore in tutto il Reich di condurre con sé qualsiasi arma, questo tipo di aiuto femminile alle "truppe d'assalto" permise all'intera organizzazione di continuare a muoversi in un canale di apparente legalità e riuscire così a conservare la buona reputazione di cui la NSDAP ancora godeva in certi ambienti borghesi, i quali guardavano al terrore praticato nelle strade come ad un utile mezzo per liquidare il sistema weimariano.281

Non stupisce dunque che ogni aspetto di questo “pionierismo” femmi- nile, anche la violenza, affascinò e segnò profondamente la memoria politica di un gruppo molto ampio di donne militanti. La fatica del viag- giare continuamente e per ore su di una vecchia auto presa a prestito da un “camerata” per andare ad organizzare gli incontri della NSF da un paesino all’altro, il senso di avventura trasmesso dal costante pericolo di essere aggredite dai “marxisti” quando, ad esempio, questi intercettava- no un gruppo di donne della NSF impegnate in una delle tante incur- sioni notturne per distribuire (senza scarpe per non far rumore) le rivi- ste della NSDAP,282 divennero allora aspetti di un’unica esperienza po-

280 Peter Longerich, Die braunen Bataillone. Eine Geschichte der SA, München 1989, pp. 116-130.

281 Balistier (1989), p. 156.

282 Bundesarchiv Berlin, Die Geschichte der Hanauer NS-Frauenschaft wie ich sie

litica che rese la parte finale del Kampfzeit un periodo fondamentale per la formazione dell’identità militante di gran parte di quella dirigenza locale e nazionale che operò durante il regime nelle strutture gestite da Gertrud Scholtz-Klink.

Per la lunga campagna elettorale del 1932, durata praticamente tutto l’anno, le instancabili “pioniere del movimento” agirono in un ruolo assolutamente da protagoniste non solo «nella propaganda porta a por- ta», o come «aiutanti nell’affiggere manifesti, distribuire volantini o nel distribuire contromarche, opuscoli, biglietti di lotterie o d’ingresso», ma soprattutto come organizzatrici ed oratrici in una serie interminabile di incontri, comizi, raduni in cui prendevano la parola insieme all’oratore principale o anche da sole.283 Nel Gau Süd-Hannover-Braunschweig

(una vera roccaforte nazista) solo durante la campagna per la prima tor- nata elettorale del 1932, quella per la sesta legislatura, la NSF organizzò più di 80 comizi e un numero non quantificabile di incontri serali in cui a turno dirigenti e responsabili locali della NSF affrontavano, seguendo un canovaccio preconfezionato dalla Reichsleitung, i temi caldi della campagna elettorale. Forme e metodi di divulgazione della propaganda femminile erano molto vari e si sviluppavano su vari registri. Dalle riu- nioni domestiche prettamente al femminile alle grandi manifestazioni all’aperto, tutti gli eventi della lunga campagna elettorale che portò Hit- ler al potere presero forma anche grazie al contributo operativo e logi- stico delle sedi locali e distrettuali della NSF. Un contributo che i do-

283 «Hilfskraft beim Zettelkleben, Flugblätter verteilen, Klebmarken, Broschüren, Lose- und Eintrittskarten vertreiben»: Bundesarchiv Berlin, Zur Chronik der NS

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cumenti, al di là della retorica auto-celebrativa, rivelano come estrema- mente professionale, solerte e puntuale. Elisabeth Braun, ad esempio, la GFL nel Süd-Hannover-Braunschweig, svolse per tutto il periodo un intenso lavoro di coordinamento tra le numerose sedi dell’organiz- zazione al fine di poter pianificare e ripartire al meglio materiali, fondi da distribuire e soprattutto la presenza di oratori ed oratrici ufficiali della NSDAP che, viaggiando per il Reich in lungo ed in largo, interve- nivano ai diversi appuntamenti affrontando in maniera tutt’altro che casuale i temi ritenuti particolarmente strategici per conquistare i diversi tipi di elettorato.284 Le donne della NSF sapevano che quello femminile