2.2. La sordità a scuola
2.2.1. L’assistente alla comunicazione
La figura dell’Assistente alla Comunicazione per gli alunni sordi è stata integrata nelle classi già da diversi anni grazie alla Legge-quadro 104/92 che fornisce un supporto in ambito scolastico.
A parte tale legge, in Italia non esiste un riferimento legislativo preci- so in grado di fornire un quadro chiaro di chi sia l’Assistente alla Co- municazione54 e quali compiti svolga all’interno del contesto scolastico; egli è sicuramente un operatore che possiede requisiti professionali quali lauree in ambito psico-pedagogico o, laddove previsto, diploma di scuo- la media superiore con formazione specifica e maturata esperienza nel settore educativo o di assistenza a disabili sensoriali; deve possedere, ol- tre all’attestato di qualifica di Assistente alla Comunicazione, competen- ze specifiche, quali la conoscenza della LIS (Lingua dei Segni Italiana), competenze relazionali, conoscenze pedagogico-didattica, conoscenza della Cultura sorda o del codice Braille (codice per ciechi).
La figura dell’assistente è stata integrata, in modo semplicistico, nell’art. 13 Integrazione Scolastica che cita:
1. L'integrazione scolastica della persona handicappata nelle sezioni e nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado e nelle università si realizza, fermo restando quanto previsto dalle Leggi 11 maggio 1976, n. 360, e 4 agosto 1977, n. 517, e successive modificazioni, anche attraver- so:
a) la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubblici o pri- vati. A tale scopo gli enti locali, gli organi scolastici e le unità sanitarie locali, nell'ambito delle rispettive competenze, stipu- lano gli accordi di programma di cui all'articolo 27 della Leg- ge 8 giugno 1990, n. 142. […]
2. Per le finalità di cui al comma 1, gli enti locali e le unità sanitarie locali possono altresì prevedere l'adeguamento dell'organizzazione e del
54 Successivamente il termine Assistente alla Comunicazione sarà abbreviato, per
funzionamento degli asili nido alle esigenze dei bambini con handicap, al fine di avviarne precocemente il recupero, la socializzazione e l'inte- grazione, nonché l'assegnazione di personale docente specializzato e di operatori ed assistenti specializzati.
3. Nelle scuole di ogni ordine e grado, fermo restando, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, e succes- sive modificazioni, l'obbligo per gli enti locali di fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fi- sici o sensoriali, sono garantite attività di sostegno mediante l'assegna- zione di docenti specializzati.
6 bis. Agli studenti handicappati iscritti all'università sono garantiti sussidi tecnici e didattici specifici, realizzati anche attraverso le conven- zioni di cui alla lettera b) del comma 1, nonché il supporto di appositi servizi di tutorato specializzato, istituiti dalle università nei limiti del proprio bilancio e delle risorse destinate alla copertura degli oneri di cui al presente comma, nonché ai commi 5 e 5 -bis dell'articolo 1655.
La legge chiarisce dunque il diritto all’assistenza per la persona sorda a partire dall’asilo nido fino all’Università. Ancora oggi, tuttavia, per- mane una gran confusione rispetto alla figura e alle sue principali man- sioni, dovuta soprattutto alla mancanza di differenziazione tra le diverse disabilità (ciechi, soggetti aventi pluridisabilità etc.) che hanno invece esigenze specifiche. Un altro elemento non adeguatamente definito all’interno della normativa è il termine assistenza: ne esistono infatti di- verse tipologie, tra cui anche quella igienico-personale, assegnata in base alla problematica e al bisogno soggettivo.
A causa della legislazione poco chiara, dunque, tale figura risente di un’identità professionale precaria per la riconoscibilità del ruolo, la pos- sibilità di poter fare rete e il rapporto con la scuola che, talvolta, tende a sminuirne il lavoro non rispettandone gli ambiti di competenza.
Nella specificità del contesto scolastico, il tipo di assistenza utile alla persona sorda è quella relativa alla comunicazione e, in particolare, quel- la di un mediatore che funge da ponte tra i sordi e gli udenti. Il suo ruolo principale deve essere quello di supportare i processi di apprendimento e di facilitare l’inserimento nella classe, privilegiando l’ambito socio-
55 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1992/02/17/092G0108/sg (ultima consul-
relazionale (famiglia, scuola, classe). La mediazione può avvenire sotto- forma di traduzione della lingua italiana alla Lingua dei Segni Italiana (LIS) oppure tramite la ripetizione orale dei dialoghi che scaturiscono all’interno della classe. La scelta dipende dal tipo di percorso educativo ricevuto dal sordo, se oralista o segnante, dalla capacità comunicativa in possesso ma, in ogni caso, è nel suo pieno diritto richiedere l’affiancamento dell’AsCo, la cui procedura di assegnazione è abbastan- za laboriosa e frutto della collaborazione di diversi attori chiamati in causa per garantire la piena integrazione scolastica dell’alunno, come ri- porta appunto la L.104/92 nell’art.13, comma 1:
[…] la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, so- cio assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio ge- stite da enti pubblici o privati.
In primo luogo, è richiesta certificazione dell’ASL di competenza che deve riconoscere la necessità di assegnare questa figura di assistenza; in seguito il gruppo composto dall’ASL, la scuola e altre istituzioni quali il Comune devono impegnarsi nelle pratiche di assegnazione dell’assistente e assicurarsi che vadano a buon fine. Il dirigente scolasti- co si deve rivolgere all’Ente pubblico locale e richiedere il servizio assi- curandosi che venga fornito per tempo (in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico); nel caso di scuole elementari e medie, lo stesso viene rilasciato dal Comune e dalle Province per le scuole superiori56.
Si evince che l’AsCo non è un mediatore linguistico e culturale poiché la LIS è sempre una L2 e non si possono mettere sullo stesso piano le dif- ferenze culturali tra sordi e udenti e le differenze culturali tra comunità di udenti57; inoltre non vive la condizione di sordità in prima persona, inteso come identità, relazione con il mondo e così via58.
L’AsCo dunque è chiamato a sopperire alle difficoltà che l’alunno sordo incontra a scuola, in particolare nella comunicazione e nella parte- cipazione all’interno dell’ambiente scolastico nel raggiungere determina- ti risultati e obiettivi finali. Essa ha il compito di fare da ponte linguistico
56 R.BOSI,S.MARAGNA,R.TOMASSINI, L’assistente alla comunicazione. Chi è, cosa fa e come si forma. Manuale di riferimento per gli operatori, le scuole e le famiglie, FrancoAnge-
li, 2007.
57 A.ZUCCALÀ, Cultura del gesto e cultura della parola. Viaggio antropologico nel mon- do dei sordi, Meltemi editore srl, Roma, 1997.
58 E.MIGNOSI, Il ruolo dell’assistente alla comunicazione nella scuola in una prospettiva pedagogica: riflessioni e risultati di un’indagine nella città di Palermo, pp. 9.
nel contesto di apprendimento tra docenti curriculari e di sostegno (qua- lora fosse presente), compagni e l’alunno sordo rendendo accessibili tutti i contenuti scolastici e trasmettendo tutte le informazioni che circolano in classe così da favorirne la piena integrazione.
Il suo ruolo è esclusivamente quello di ponte comunicativo, non ha alcun compito didattico che invece spetta ai docenti curriculari e al so- stegno: essa non è altro che un modello comunicativo relazionale, un modello linguistico perché la lingua vocale e scritta diventi accessibile attraverso modalità e strategie visive adeguate, un punto di riferimento emotivo e un mediatore comunicativo con i coetanei e gli adulti, fornendogli continui stimoli e input su quello che accade intorno a lui e garantendogli le con- dizioni per interagire nel contesto, nonché un supporto all’apprendimento che assicura il passaggio delle informazioni e dei contenuti didattici adattandoli alle sue specifiche esigenze e modalità comunicative59. Inol- tre, è importante considerare anche che, durante il percorso nelle scuole superiori, il modello didattico e il lavoro dell’AsCo potrebbe avere un’influenza significativa per lo studente che, come da progetto di vita, si troverebbe a dover scegliere cosa fare da grande, negli studi universita- ri o nel mondo del lavoro. Tuttavia, l’efficacia del proprio ruolo dipende dalle competenze acquisite e dalle strategie che essa adotta per integrare appieno l’alunno che segue, anche se uno dei rischi derivati dal lavoro è quello di diventare, agli occhi del discente, un docente vero e proprio; in realtà, la prima cosa da attuare, è quella di distinguere i ruoli all’interno del contesto scolastico e creare una sinergia tra docenti e altre figure pre- senti, per garantire la formazione, alla pari, di un team di lavoro.
2.3. Uno sguardo sulla sordità a scuola: il questionario rivolto agli