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L’informatica giudiziaria

Nel documento Temi di informatica giuridica (pagine 44-49)

L’informatica giudiziaria consiste nell’applicazione della tecnologia informatica e telematica all’attività giudiziaria, nel cui ambito gli elaboratori elettronici possono essere utilizzati a fini diversi. In senso stretto, con tale espressione “suole intendersi l’automazione del lavoro

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degli uffici giudiziari”63, in senso lato anche l’automazione degli studi legali e notarili, anche se in tal caso si parla più propriamente di

informatica legale. Questa disciplina assume progressivamente

maggiore importanza, parallelamente alla diffusione degli strumenti informatici, i quali, ad esempio, facilitano la memorizzazione delle informazioni nonché la relativa attività di reperimento. Del resto, nella sempre crescente mole di norme, sentenze, atti processuali, divengono man mano evidenti i limiti intrinseci dei tradizionali metodi basati sull’archiviazione cartacea e sulla successiva consultazione necessariamente effettuata direttamente sulla documentazione così prodotta, cui l’informatica consente di porre rimedio.

Lo svolgimento delle attività giudiziarie risulta dunque semplificato dalla creazione di archivi informatici, che concretizzano dunque la fase documentaria di quella branca specifica dell’informatica giuridica che è l’informatica giudiziaria. Bisogna poi considerare che il procedimento giudiziario non ha solo carattere conoscitivo, ma anche operativo, che si esplica nella fase procedurale e consiste nello svolgimento del processo in una successione di fasi temporali, a partire dagli atti introduttivi del processo per giungere poi all’atto conclusivo, costituito dalla sentenza. Appare dunque evidente che tale settore dell’informatica giuridica si rivolge agli operatori del diritto inseriti nell’ambito del sistema giudiziario, ossia magistrati e soggetti inseriti nel settore amministrativo.

L’informatica giudiziaria può pertanto essere suddivisa in quattro aree:

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ORTESE – C. JACOBAZZI – D. A. LIMONE (a cura di), Manuale di informatica

a) gestionale, se è relativa ai procedimenti giudiziali, nella fase della gestione degli atti posti in essere dal giudice e dalle parti. Il processo telematico è pertanto il campo d’elezione dell’informatica giudiziaria gestionale64;

b) documentaria, con riferimento alle banche dati

inerenti l’attività giudiziaria;

c) amministrativa, finalizzata all’amministrazione

del personale e dei servizi di supporto di amministrativo degli uffici giudiziari;

d) decisionale, per la soluzione di vere e proprie questioni giuridiche65.

Soprattutto con riferimento al processo penale, la verbalizzazione automatizzata delle fasi dibattimentali consente di superare i limiti della corrispondente attività umana, soggetta ad errori. Inoltre, la possibilità di effettuare testimonianze anche in videoconferenza si dimostra assai utile, perché evita il trasferimento di soggetti lontani dal luogo ove si svolge il dibattimento, con un considerevole risparmio temporale ed economico, soprattutto nel caso in cui chi debba rendere le dichiarazioni sia detenuto in una casa circondariale oppure sia sottoposto a regime di protezione: i relativi trasferimenti sarebbero infatti assai onerosi oltreché rischiosi per la pubblica incolumità.

64 Sul processo telematico v., fra gli altri, G. DI BENEDETTO – NEDEELLANO, I

linguaggi del processo. La forma degli atti e il processo informatico, Milano, 2002; M. JACCHIA

(a cura di), Il Processo Telematico. Nuovi ruoli e nuove tecnologie per un moderno processo civile, Bologna, 2000; A. VILLECCO BETTELLI, Processo telematico (voce), in Dig. disc. priv. – sez.

civ., Agg., II, Torino, 2003, pp. 1028-1035. Per una proposta di processo civile

telematico v., fra gli altri, V. DI CATALDO – TA GIRLANDO, Appunti per

l’informatizzazione del processo civile, in Dir. inf., 1997, 1, pp. 53-60.

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In tale ambito, un grande contributo all’evoluzione delle attuali procedure può giungere dall’ulteriore sviluppo dei c.d. sistemi esperti, i quali sono costituiti da una base di dati che rappresenta la base di conoscenza, cui si accompagna un insieme di regole di ragionamento66. Essi applicano le regole ai dati che vengono forniti, analizzando tutti i possibili aspetti di un problema giuridico. Tali sistemi possono automatizzare l’attività di redazione dei documenti legali, simulare procedure processuali, calcolare le conseguenze dell’applicazione di una norma, e così via.

L’informatica giudiziaria ha dunque un duplice carattere, conoscitivo ed operativo, per cui essa riguarda non la law in books ma piuttosto la law in action67. I suoi sviluppi ovviamente sono legati alla progressiva informatizzazione della società, ancora non del tutto metabolizzata e realizzata, per quanto pochi anni di progresso dell’informatica l’abbiano ormai irrimediabilmente mutata. L’automatizzazione degli uffici giudiziari dovrebbe realizzarsi in seguito ad una riforma organica e ragionata di modifica dell’odierno processo, soprattutto del processo civile, che è, notoriamente, un processo scritto. La tecnologia informatica, del resto, grazie alle moderne tecniche di crittografia, consente una elevatissima sicurezza delle informazioni trattate, requisito indispensabile per il trattamento di dati tanto delicati quanto sono quelli giudiziari.

Nell’ambito dei progetti intrapresi per l’informatizzazione dell’attività giudiziaria è doveroso menzionare il progetto «Polis», svolto

66 Sui sistemi esperti v. infra, cap. 2 par. 4. 67 V. F

ROSINI, Sviluppi e prospettive dell’informatica giudiziaria, in Quad. giust., 1987, 7, pp.

presso il Tribunale di Bologna e volto alla realizzazione di un sistema di gestione documentale al fine di creare un diritto giurisprudenziale bolognese e di gestire gli adempimenti connessi alla formazione e alla pubblicazione delle decisioni giudiziali. La conoscenza dell’orientamento del Tribunale sarebbe di ausilio sia agli avvocati che ai giudici: i primi avrebbero delle remore a promuovere liti dall’esito presumibilmente negativo, i secondi potrebbero agevolmente accedere ai precedenti giurisprudenziali, eventualmente riprendendone le motivazioni, senza doverle rielaborare ex novo anche per casi identici a quelli già decisi. Il sistema così predisposto offre il supporto alla stesura, all’archiviazione e alla gestione dei testi dei provvedimenti, ne consente la trasmissione, permette la ricerca e la consultazione delle sentenze, crea elaborati di sintesi, provvede automaticamente agli adempimenti conseguenti la decisione del giudice68.

Bisogna poi ricordare il sistema Re.Ge., un sistema di supporto alle attività delle Procure e dei Tribunali, che consente il collegamento e lo scambio di dati con le Corti d’Appello, la Corte di Cassazione e la Procura Generale, oltre alla gestione automatizzata dei registri generali penali e alla possibilità di interscambio delle informazioni di competenza fra i vari uffici giudiziari. Il software svolge varie funzioni, che spaziano dall’anzidetta gestione informatizzata dei registri, che allevia il lavoro delle cancellerie, all’effettuazione di ricerche e all’elaborazione dei calendari di udienza, in modo da concentrare in una stessa udienza i processi seguiti da un determinato pubblico ministero e di evitarne l’abbinamento, fisso o ricorrente, con un determinato giudice. Una

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UIDOTTI, Informatica e attività giudiziaria, in N. PALAZZOLO (a cura di), cit., pp.

estensione del sistema Re.Ge è costituita dal progetto della istituzione, presso ciascuna Procura Generale, di una banca dati delle sentenze e dei provvedimenti impugnabili, anche allo scopo di fornire la conoscenza e la verifica dei dati sull’amministrazione della giustizia nel distretto69.

Nel documento Temi di informatica giuridica (pagine 44-49)

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