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L’istituto per ciechi “Florio-Salomone” di Palermo

U. I.C.I E LA BIBLIOTECA ITALIANA PER CIECHI “REGINA MARGHERITA”

6.4 L’istituto per ciechi “Florio-Salomone” di Palermo

Storicamente, l'istituto dei Ciechi trova le sue prime basi costitutive nell'anno 1655, quando il Padre Francesco Drago della Compagnia di Gesù fondò in Palermo una Confraternita di ciechi sotto il titolo dell'Immacolata Concezione. Nel 1767 i Gesuiti furono espulsi dalla Sicilia e la predetta Confraternita, che aveva sede nel pianterreno di casa Professa dei Gesuiti, non sì adunò più; riprese però le sue funzioni nel 1805 con il ritorno dell'ordine Sacerdotale nell’Isola e continuò ad essere attiva fino al 1860143 .

Nell'anno 1871 sorse a Palermo la Scuola Municipale per i ciechi. L'Avvocato Antonino Morvillo, essendo Assessore per la pubblica Istruzione, propose di darvi gratuitamente insegnamento.

Nell'agosto dello stesso anno gli allievi diedero il primo saggio alla presenza di pubblico ed autorità, suscitando enorme meraviglia per il modo con cui riuscivano a leggere, scrivere e far di conto applicando il metodo dei punti a rilievo inventato da Louis Braille. I concreti successi della Scuola Municipale contribuirono certamente ad alimentare nella cittadinanza il desiderio di un'istituzione più completa, sul modello di quanto già era sorto a quell'epoca in diverse città del Regno come Padova, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma e Napoli144. A tal fine, nel 1881 l'Assessore Comunale

alla Pubblica Istruzione Camillo Finocchiaro Aprile costituì un comitato che l'anno

142 PISCITELLI P., Udienza privata nei palazzi apostolici, Istituto Paolo Colosimo, cit., pag. 31. 143 GECCHELE M., Per una storia dell’educazione dei ciechi, cit., pag. 109.

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seguente sì denominò Comitato Promotore. Questo Comitato sollecitò tutti gli Enti e le istituzioni della Sicilia e nel 1891 ne entrò a far parte e ne fu eletto Presidente il Commendatore Ignazio Florio junior. Questi, oltre ad un'offerta personale di 200000 lire, promise in dono anche un fabbricato di sua proprietà sito in prossimità del Monte Pellegrino affinché costituisse la definitiva sede dell'Istituto per i ciechi; si trattava in realtà di un complesso attorno alla Villa del Pino che era stato adattato in precedenza per scopi industriali. Il 15 Luglio 1891 fu fondata dunque in Palermo la Scuola Educatorio ed Ospizio dei Ciechi Ignazio Florio, così denominata in onore del Presidente e primo mecenate. Nel successivo Novembre vi fu l'inaugurazione che si tenne presso i locali "dell'edificio del Pigno" in Via Angiò, convenientemente ristrutturati ed adeguatamente arredati dall'architetto La Manna. I predetti lavori comportarono anche la costruzione del secondo Piano del padiglione centrale. L'Istituto accolse dunque i primi 22 convittori (11 per sesso), il 22 Ottobre 1892, mentre in realtà, come si legge nei quotidiani dell'epoca, l'inaugurazione fu celebrata in forma solenne il 28 Maggio 1893145.

In seguito nel 1895 il Commendatore Ignazio Florio junior, onorando la promessa fatta poco più di tre

anni prima, donava all'Istituto pei Ciechi la sua proprietà sita in via Carlo d'Angiò, la Villa del Pino. Alcuni mesi prima, nel 1894, era venuta a mancare Francesca Salamone da Mistretta che aveva in precedenza testato che di tutto il suo di quanto pervenutole dalla sorella Anna,

si fondasse in Palermo un Istituto di cieche povere, asilo, educatorio, ospizio italiano cattolico, non interdetto alle cieche di altra patria; aveva altresì disposto che la pia opera dovesse essere presieduta dall'Arcivescovo pro-tempore all'Arcidiocesi della città.

145 RE G. L’Istituto dei ciechi Florio e Salamone di Palermo, Istituto Florio e Salamone, Palermo, 2011, in Biblioteca dell’Istituto dei ciechi di Palermo, pag. 88.

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Essendo pertanto identiche le finalità della Pia Opera Salamone e della scuola Florio fu deciso di costituire un unico Ente Morale che con Regio Decreto di Umberto I emanato a Torino il 29 Ottobre 1898, fu denominato Istituto de Ciechi, opere riunite Ignazio Florio - F. e A. Salamone146. A seguito della riunione delle due opere

assistenziali con relativo patrimonio, il Consiglio di Amministrazione dell'Ente deliberò la stesura di un nuovo statuto. Per quanto riguarda l'attività convittuale l'Ente venne articolato nei tre reparti, piccoli, femminile e maschile, con annessa una sezione destinata al ricovero delle cieche adulte inabili al lavoro, denominata Fondazione F.A. Salomone in rispetto della volontà testamentaria delle fondatrici.

I programmi d'insegnamento erano quelli governativi per le scuole elementari pubbliche, modificati però in parte per adattarli alla condizione dei ciechi. Il leggere e lo scrivere veniva insegnato con i metodi speciali, che erano loro propri. Il sistema di scrittura più in uso era naturalmente il Braille ma per le classi superiori maschili, gl'insegnanti trovavano anche opportuno il metodo stenografico di Barbi Adriani detto Tachigrafia.

Con savio consiglio, sia nelle classi maschili che in quelle femminili s'insegnava pure la scrittura comune in rilievo, con la macchinetta Ballù, e la scrittura a matita, sistema Galimberti. Questi due sistemi di scrittura offrivano ai ciechi il vantaggio di potere manifestare per iscritto le loro idee ai vedenti147.

Grande importanza si dava anche all'insegnamento musicale, e ben a ragione. Infatti la musica è al cieco di gran sollievo, perché come ben diceva il dotto Direttore dell'Istituto dei Ciechi di Milano, Cav. Luigi Vitali, gli apre nella sua eterna notte un orizzonte luminoso d'idee, di sentimenti di affetti, che lo nobilita e dolcemente lo trasporta, spargendo un confortevole oblio sulla sua sventura148.

In quegli anni l'Istituto I. Florio e F. Salamone è tenuto in grande considerazione in Italia e all’estero. Di ciò sono prova i premi ottenuti in varie Esposizioni e gli inviti

146 RE G. L’Istituto dei ciechi Florio e Salamone di Palermo, Istituto Florio e Salamone, Palermo, 2011, in Biblioteca dell’Istituto dei ciechi di Palermo, pag. 91.

147 GECCHELE M., Per una storia dell’educazione dei ciechi, cit., pag. 78.

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ricevuti a partecipare, per mezzo di suoi Rappresentanti, a diversi Congressi nazionali ed internazionali149.

Relativamente alla formazione post-scolastica, essendo già attive la scuola materna, elementare e media, vennero istituiti quegli sbocchi professionali concretamente suscettibili di recepimento da parte della struttura societaria dell’epoca: scuola di falegnameria, scuola di musica, scuola di cestinaio (intreccio in vimini), scuola di cucito; per quanto attiene ai servizi educativi e di assistenza questi furono espletati dal 1892 (e fino al 1974) dall'ordine delle Figlie di Sant’Anna. Nel corso degli anni immediatamente antecedenti il primo conflitto bellico, con la sopraelevazione del padiglione posteriore, si registra l'ultimo e decisivo ampliamento delle infrastrutture dell'Istituto, essendo cresciuto costantemente il numero dei convittori dai 22 allievi del primo anno scolastico. Nel 1926 Vittorio Emanuele III dichiarava con Regio Decreto l'Istituto dei Ciechi di Palermo "Ente di Istruzione e di Educazione", dipendente dal Ministero della P.I. e quindi posto sotto la tutela dello stesso, restando tuttavia conservati i fini di assistenza inerenti l’Istituto medesimo150.

Successivamente si registravano nel corso degli anni altre tappe che attestano il progressivo allargamento delle funzionalità istituzionali dell’Ente, investito di nuovi compiti più adeguati all’evoluzione della dottrina e della prassi tiflopedagogica: istituzione di una Scuola Secondaria di Avviamento Professionale (a.s. 1938/39); statizzazione delle Scuole Elementari (a.s. 1952/53); istituzione di corsi professionali per centralinisti telefonici e massofisioterapisti (a.s. 1957/58); trasformazione della Scuola secondaria di Avviamento Professionale in Scuola Media statale (a.s. 1962/63); corsi sperimentali per telescriventisti e dimmafonisti (a.s. 1968/ 69); istituzione della Scuola Materna Statale (a.s. 1973/74); istituzione del Corso Biennale di Specializzazione per il Personale Direttiva Docente ed Assistenti Educatori degli Handicappati della vista (a.s. 1978/79)151.

In tempi più recenti la competenza Ministeriale è stata trasferita alla Regione Siciliana attraverso l’Assessorato Regionale alla P.I. che viene quindi a rappresentare

149 ZITO V., Cenni storici di una vita: I minorati della vista, dal passato all’avvenire, pag. 135. 150 CESAREO P., Assistenza e beneficenza nell'ordinamento della Repubblica, cit., pag. 12-23.

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l’Organo tutorio e di controllo dell’Istituto, che s’inquadra pertanto tra gli Enti sottoposti a vigilanza da parte della Regione Sicilia.

Ultimamente l’Istituto, al fine di ampliare il proprio raggio d’azione e nella ricerca di collaborazione e sinergie con altre importanti istituzioni educative e culturali, ha stipulato alcuni protocolli d’intesa:

A) Scuola Media Statale "L. Braille" annessa all’ente: - alfabetizzazione informatica;

- alfabetizzazione braille;

- attività sportive: calcio, calcetto, torball, ecc; - attività teatrali, musicali;

- uso del tempo libero.

B) Università degli Studi di Palermo:

- Centro di Ricerca e Formazione Geriatria e Gerontologia in collaborazione anche con la Federazione Nazionale Pro Ciechi;

- Formazione ed aggiornamento di insegnanti ed operatori specializzati nel campo dell’handicap;

- Redazione, stampa e distribuzione di un periodico di Ateneo dedicato alle problematiche dei disabili e di quelli visivi in particolare;

- Adattamento e stampa in braille di testi universitari;

- Iniziative varie di socializzazione, di pari-opportunità e di uso del tempo libero.

6.5 L’Istituto per ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania: 100 anni di storia,