GRAFICO 6 – Andamento dell'occupazione anni 1977-
2.4. Limiti alla sovranità nazionale
2.4.2. L'Unione Europea
I Paesi ora parte dell'Unione Europea hanno rinunciato volontariamente ad alcuni aspetti della loro sovranità in nome del raggiungimento di obiettivi comuni, come la creazione di un mercato unico europeo basato sulla libertà di circolazione di merci, persone e capitali.
Allo stesso tempo si sono dati delle regole relativamente alle politiche di bilancio, il cui controllo è tradizionalmente di competenza dei governi nazionali, sempre nell'ottica di una maggiore integrazione economica.
Gli Stati dell'UE, quindi, si sono vincolati nelle loro decisioni di investimento con il Patto di Bilancio Europeo40 e con l'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio, elemento necessario per poter ottenere eventuali prestiti dal Meccanismo Europeo di stabilità (detto anche fondo salva-Stati), che negli ultimi anni sta facendo fronte alla crisi dei debiti pubblici di alcuni Stati dell'eurozona come Grecia, Spagna e Irlanda.
Il Fiscal Compact, quindi, prevede vincoli più precisi e soprattutto più stringenti sia per i paesi dell’Unione Monetaria Europea sia per quelli della UE che sono destinati ad entrarvi in quanto membri della UE non esentati. In particolare li obbliga al pareggio di bilancio in termini strutturali e nel medio periodo e a far scendere il debito relativo al livello del 60% stabilendo che la discesa
avvenga grazie ad una riduzione della spesa rispetto al PIL e solo eventualmente con un aumento della pressione fiscale.
In parallelo si indica come strada maestra la realizzazione di “riforme strutturali”.
Queste riforme, che l'Italia sta portando avanti, sono finalizzate a debellare la rigidità strutturale e assicurare la stabilità macroeconomica e riguardano prevalentemente la privatizzazione dei servizi pubblici e la liberalizzazione del mercato del lavoro, e comportano la riduzione del potere contrattuale dei lavoratori e delle Organizzazioni Sindacali e, come conseguenza della compressione della spesa pubblica, un taglio netto alla spesa sociale.
Sotto la spinta di queste linee guida, sono state portate avanti riforme per flessibilizzare il mercato del lavoro in entrata e in uscita e riforme pensionistiche chiaramente subordinate alle disponibilità di bilancio.
In particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro e la determinazione degli adeguamenti salariali, la ricetta proposta dalla BCE propone di ancorare le retribuzioni nominali alla crescita della produttività reale dei lavoratori, spostando allo stesso tempo la determinazione del salario a livello aziendale.41
Questa viene definita da Paolo Pini “regola del piombo”42, in contrapposizione con la “regola
d’oro” che invece suggerisce che sia il salario reale ad essere legato alla produttività reale per evitare una perdita del potere d’acquisto dei lavoratori.
Un altro esempio evidente di questo processo è la crisi economica della Grecia per la quale i Paesi dell'eurozona, insieme alla Trojka43, hanno approvato un prestito di salvataggio nel 2010 e altri due negli anni successivi. I prestiti erano ovviamente condizionati alla realizzazione di misure di austerità che hanno portato a un taglio della spesa pubblica, in particolare delle misure di welfare come le pensioni e una messa in mobilità di circa 30.000 dipendenti pubblici44.
L'emblema della crisi greca è stata la (temporanea) chiusura dell'Università di Atene, la seconda per grandezza della Grecia, dichiarata a settembre 201345 a causa della diminuzione dei finanziamenti pubblici e il licenziamento degli impiegati.
Le agenzie di rating hanno svolto un ruolo decisivo nella vicenda declassando il rating della Grecia fino ad arrivare, nel 2012, a una valutazione CCC (rischio considerevole) da parte dell'agenzia
41 Discorso di Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea, 22 Maggio 2015 42 Pini P., Lavoro, contrattazione, Europa. Per un cambio di rotta, Roma: Ediesse (2013)
43 La Trojka è una commissione informale formata da esponenti del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e della Commissione Europea.
44 http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE78K0DX20110921
Fitch.46 La fiducia degli investitori assume un'importanza molto rilevante e di conseguenza anche la valutazione data da queste agenzie. La minaccia stessa di declassare un governo o di metterlo sotto “credit watch” può essere un segnale molto eloquente per convincere i governi a rimettersi in riga. Il default della Grecia, insomma, era dato per certo e la Germania, il paese più esposto verso il debito greco, propose un commissariamento del paese, per spostare la gestione della finanza pubblica a Bruxelles.47 La proposta non venne chiaramente accettata dalla Commissione europea perchè si sarebbe trattato di una limitazione della sovranità nazionale eccessiva supportata dal fatto che i trattati UE non prevedono poteri così invasivi da parte delle sue stesse istituzioni.
La Trojka, però, riaffermò il suo potere di controllo sul piano aiuti e assicurò che avrebbe aumentato le capacità di monitoraggio, anche se più recentemente la Grecia ha riaffermato la sua sovranità nazionale sulle politiche sociali indicendo un referendum con cui i cittadini greci hanno nettamente respinto il piano di riforme strutturali imposte dalla Trojka.
L'Unione Europea non può interferire con i bilanci pubblici dei Paesi, però può indirettamente influenzarli sotto la minaccia della riduzione dei prestiti o tramite l'apertura di procedure d'infrazione se non vengono rispettati i vincoli del Patto di Bilancio europeo.
Gli Stati Membri quindi, per rispettare i parametri del Fiscal Compact, stanno attuando dei drastici tagli alla spesa pubblica cercando di incidere nei settori più costosi del welfare state. In Italia si parla di riforme del sistema pensionistico, degli ammortizzatori sociali, della cassa integrazione, nonché di tagli generalizzati al sistema sanitario, scolastico e universitario e più recentemente anche di un tentativo di riduzione del numero di dipendenti pubblici.
Ma, se i Paesi dell'Unione Europea fanno fatica a rispettare i parametri di Maastricht, i paesi terzi, che sono appena entrati nell'Unione, hanno ancora maggiori difficoltà perchè i loro bilanci sono l'indicatore più incisivo su cui è stata decisa la loro ammissione, a scapito ovviamente del livello di tutela del welfare. Questo anche perchè, nel processo di formazione dell'Unione Europea, si è data molta più importanza all'integrazione economica piuttosto che a quella sociale. In tema di welfare state e di fiscalità gli Stati hanno voluto mantenere un elevato livello di autonomia coordinandosi attraverso strumenti di soft law, il che è problematico nel momento in cui è solo un'autonomia
46 Le agenzie di rating sono molto criticate per la non piena affidabilità delle loro analisi, si veda ad esempio il caso Parmalat o Lehman Brothers a cui è stato assegnato un rating positivo poco prima del fallimento; e per i molteplici conflitti di interesse che incontrano nello svolgimento della loro attività. Molte di queste agenzie infatti sono pagate dalle stesse società che devono valutare. Si veda ad esempio http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012- 01-16/agenzie-azionisti-grande-conflitto-225651.shtml?uuid=AaU0CxeE
fittizia, ma è usata per non affrontare un percorso che porti a un sistema di welfare state, ma soprattutto a un sistema fiscale europeo.