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La candidatura di Matera come Capitale Europea della Cultura nel

3 MATERA 2019

3.3 La candidatura di Matera come Capitale Europea della Cultura nel

Anche se ha avuto questo riconoscimento mondiale, la città sta cercando di venire a patti ancora oggi con la sua identità fisica. Questo rappresenta uno dei motivi per il riscatto della città avvenuto con la nomina, il 17 Ottobre del 2014, grazie al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il quale assieme alla Giuria Internazionale composta da 13 membri, l’hanno proclamata Capitale Europea della Cultura. Il Ministero Italiano dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo è l’autorità preposta all’organizzazione della competizione. Il concorso disciplinato dalla Decisione 1622/2006/CE si articola in due fasi: la pre-selezione e la selezione finale. Nella fase di pre-selezione nel settembre 2013 sono state presentate 21 candidature, ma in seguito la giuria ha stabilito che solo sei città italiane arrivassero alla selezione finale (Cagliari, Lecce, Siena, Ravenna, Perugia, Matera). Dopo tutte le presentazioni e dopo aver discusso tutti i meriti di ciascuna città in base a determinati criteri, nella discussione

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102 finale sono state pesate tutte le caratteristiche di ciascuna città, e sulla base

di un voto segreto dove ogni membro del gruppo ha avuto un voto, si è raggiunta la maggioranza al primo turno su Matera.

La giuria ha apprezzato l’analisi strategica di Matera, una piccola città di medie dimensioni, che ha creato un programma all’avanguardia per eliminare le barriere alla cultura attraverso nuove tecnologie e apprendimento e per utilizzare la cultura come propellente per concepire un futuro aperto (che deriva dallo slogan “Open Future”). La giuria l’ha selezionata anche sulla base del forte sostegno da parte di Regione ed enti locali, sia in termini di finanziamento (l’impegno concreto del 70% del finanziamento indipendentemente dal risultato del concorso) che in termini di partecipazione ai progetti in programma. Inoltre è stata colpita dalla vitalità e dall’innovazione dell’approccio artistico, e l’impegno attraverso cui le istituzioni culturali tradizionali esistenti e le organizzazioni hanno modificato le loro procedure. Nel programma è stato inserita la tecnologia digitale, che entro il 2019 sarà molto più diffusa nei settori culturali e sociali rispetto a quanto non lo sia ora. Il progetto spazia da un canale Tv on-line per la digitalizzazione degli archivi dei beni culturali fino all’insediamento di linguaggi di programmazione per i giovani. La giuria è stata impressionata dallo sviluppo del programma che coinvolge la partecipazione di cittadini che hanno scopi culturali e sociali nella creazione di un processo digitale ed ha predisposto l’uso di mediatori culturali e di un comitato consultivo per co-sviluppare idee del bando in progetti più forti. Si vogliono costruire infrastrutture utili e sostenibili, migliorare il potenziale visibile internazionale della città e consolidare la propria leadership in open- data. Ma ci sono state anche preoccupazioni circa la possibilità di sviluppare l’elevata quantità di progetti e di gestirli come un ECOC. Questo punto di debolezza ha fatto si che uno degli obiettivi principali è il rafforzamento delle capacità nel settore della cultura e della Pubblica Amministrazione e durante la presentazione la giuria è stata informata che all’interno della creazione del programma è stata formata la Fondazione Matera-Basilicata 2019 che ha preso in consegna il lavoro realizzato dal Comitato Matera 2019, allo scopo di attuare la strategia culturale per il perseguimento del programma culturale e operando come soggetto facilitatore dei processi di

103 sviluppo e di valorizzazione a base culturale e creativa. Il programma

prevede anche la formazione di funzionari pubblici fino a nuovi modi di lavorare in modo più aperto. L’intenzione di incrementare il turismo da 200 mila a 600 mila unità ha destato ulteriori preoccupazioni dell’impatto sul fragile ecosistema della regione.

Serafino Paternoster addetto stampa del Comitato Matera 2019 mi ha fornito una chiara spiegazione dei progetti più importanti: “Il progetto Matera

2019 ruota intorno a due progetti pilota, il primo è l’Istituto Demo-Etno- Antropologico (I-DEA), una sorta di museo della memoria che la Fondazione Matera 2019 intende consegnare agli artisti per ricostruire quella memoria e utilizzarla per realizzare delle produzioni artistiche. Il progetto nascerà nei Sassi di Matera in un’area già individuata, non sarà semplicemente un museo ma un luogo della memoria degli archivi storici della Basilicata che verrà messo nelle mani degli artisti per farne poi dei linguaggi e delle produzioni artistiche.

L’altro progetto pilota è l’Open Design School (ODS). Rappresenta l’idea di insediare a Matera la prima scuola di design attraverso le modalità Open che prevedono non più l’insediamento del design nei docenti in una dinamica verticale dove ci sono i docenti e gli allievi, ma si prevede una didattica orizzontale dove ogni partecipante esprime le sue idee allo stesso livello di un professore o maestro. Questi due progetti basati entrambi sulla cultura open, sulla cultura della condivisione con l’altro, senza confini queste rappresentano le filosofie che guidano il dossier, attorno ai quali ruotano altri progetti che daranno vita al programma culturale, che si trovano nel dossier di candidatura Open Future la cui idea è quella di costruire tutti insieme un Futuro Aperto”. I progetti pilota si baseranno su

cinque sotto-temi:

1) Futuro Remoto: che evidenzia le relazioni tra natura e paesaggio; 2) Continuità e Rotture: storia di ingegnosità e resilienza;

3) Utopie e Distopie: nuovi modelli radicali per raggiungere la stabilità economica, e dove la tecnologia rappresenta il solo modello possibile nelle relazioni, la monocoltura industriale l’unica opportunità di sviluppo e l’enogastronomia, principale fattore identitario di un territorio.

104 4) Radici e Percorsi: in cui la mobilità è la linfa vitale della regione.

5) Riflessioni e Connessioni: si intende provare che arte, scienza e la pratica diffusa della cittadinanza culturale sono catalizzatori per un nuovo modello in Europa.

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