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LA CONNETTIVITÀ E IL RISCHIO PER GLI INDIPENDENT

3 SCENARIO GENERALE, PROBLEMATICHE E QUESTIONARIO

3.1 SCENARIO GENERALE

3.2.1 LA CONNETTIVITÀ E IL RISCHIO PER GLI INDIPENDENT

Il mondo dell’auto è in rapida trasformazione, e gli operatori dell’aftermarket e delle attrezzature dovranno saper cogliere le nuove opportunità legate alle

108 innovazioni tecnologiche, ma anche ai mutamenti sociali, alla connettività e alla sostenibilità.

Il mondo dell’autoriparazione sta vivendo un fase di importanti cambiamenti di varia natura che già adesso cominciano a causare profonde modifiche agli scenari in cui si trovano ad avere a che fare sia i costruttori di attrezzature che gli autoriparatori. Iniziando dal mondo dei costruttori di auto, si rileva un’importante tendenza ad acquisizioni e fusioni orientate alla costituzione di aziende e gruppi industriali più potenti ed influenti, aspiranti a perseguire posizioni di prevalenza anche nell’aftermarket. Anche le nuove tecnologie automobilistiche stanno facendo passi da gigante: le nuove motorizzazioni (elettriche, ibride, a fuel cell, etc.) vanno nella direzione di cambiare radicalmente lo scenario. Carburanti alternativi, nuovi materiali, nuove tecniche e pratiche di diagnosi non fanno altro che confermare ciò. Per non parlare poi di alcuni fenomeni recenti o in procinto di scoppiare adesso quali la “connected car” o la mobilità intelligente o addirittura l’auto senza guidatore. Tanto si è evoluta negli ultimi anni la tecnologia dei veicoli, e non pensiamo solo all’auto che si guida da sola, di cui già circolano numerosi prototipi, ma alle diverse e avanzatissime soluzioni che hanno completamente trasfigurato quella che era la nostra immagine dell’automobile. Uno dei temi che maggiormente caratterizza il presente dell’industria automobilistica si può individuare nella connettività, che si sviluppa in due direzioni. Da una parte cioè la connettività relativa all’utente, che nel veicolo trova un raccordo fra sé stesso e il resto del mondo, su vari livelli e con l’interazione di vari device e dispositivi di assistenza alla guida. D’altra parte, la connettività interfaccia anche l’automobile stessa con l’officina, laddove i nuovi modelli sono in grado di indicare gli interventi di manutenzione che necessitano grazie a sistemi di connessione remota con l’assistenza. Con queste tematiche e con queste tecnologie le reti di riparazione e conseguentemente anche le reti di servizi si dovranno sempre più confrontare: servirà, quindi una maggiore e più specifica attività

109 di formazione professionale, ma anche un cambio di mentalità. Protagonisti dei nuovi servizi di autoriparazione dovranno necessariamente essere, con un’adeguata preparazione, i cosiddetti “nativi digitali”, che vivono le nuove tecnologie con entusiasmo e confidenza, e non con quel senso di affanno o sospetto che l’avvento del digitale ha suscitato nelle generazioni precedenti.

Uno studio molto interessante, ma molto preoccupante per i risultati, ha mostrato l’incapacità delle reti italiane e ancor più dei riparatori indipendenti, di utilizzare internet nelle offerte post vendita di servizi e ricambi auto. Chi dice di usare internet in effetti lo trascura presentando pagine non aggiornate, risalenti non a giorni ma ad anni prima, o addirittura bianche. Se ad esempio si cerca un’officina si è fortunati se si trova l’indirizzo e il numero di telefono, ma certamente non si avrà alcuna informazione sui costi di un tagliando o di una riparazione e tantomeno sarà possibile prenotare una visita presso tale officina.

Tutto ciò costituirà una vera e propria rivoluzione, con indubbie importanti conseguenze anche per l’aftermarket, sia per la ricambistica che per l’autoriparazione. Da non trascurare poi la diffusione dell’utilizzo di internet come strumento di shopping in tutti gli aspetti della vita, mobilità inclusa, che sta profondamente cambiando il mondo della vendita dell’auto e non solo. Il consumatore sempre di più usa internet, oltre che per informarsi, anche per comprare e questo sta profondamente cambiando i modelli di business. Le tradizionali concessionarie e gli autosaloni, nonché i fornitori di ricambi e accessori, da unico canale commerciale quali erano oggi stanno diventando un’alternativa, ormai solo opzionale, per una categoria sempre più vasta di consumatori.

Nel nostro Paese, come in tutta Europa, la quota di mercato dei riparatori indipendenti è in continua crescita e sta superando, in termini di volume, il 70%. Interessante vedere come nel 2008 questo mercato fosse ripartito in 2/3 e 1/3, rispettivamente tra i concessionari e i riparatori indipendenti. Poi la crisi ha portato a

110 metà del 2010 a un 50% per ognuno degli attori, per poi allargare la forbice a favore degli indipendenti. Se andiamo a vedere i dati relativi a come si è evoluta l’interconnessione elettronica nel mondo in due decenni noteremo che nel 1995, su una popolazione di 5,7 miliardi di persone, solo lo 0,7% era collegata a internet. Nel 2005 la popolazione era salita a 6,5 miliardi e i connessi alla rete erano il 15%. Oggi siamo arrivati a 7,3 miliardi di abitanti e il 45% è connesso al web. Complessivamente i dispositivi che possono utilizzare internet sono 6,6 miliardi. Ormai siamo entrati nell’era di internet e, tra le altre cose, influenzerà sempre di più il mondo dell’automobile e tutta la nostra vita. Tutto questo proporrà nuove sfide all’aftermarket. La telematica è particolarmente vantaggiosa per le Case automobilistiche, perché dà loro la capacità esclusiva di avere un contatto privilegiato con il cliente. Consente di offrire una gamma crescente di servizi ad alto valore aggiunto e di ottenere ed elaborare dati sull’uso e lo stato del veicolo. Dati che per le Case sono online mentre per il riparatore indipendente sono offline. Il collegamento alle centraline dell’auto perderà sempre più importanza perché tutti i dati dell’auto verranno trasmessi per via telematica al server del costruttore e l’accesso fisico alla centralina del veicolo servirà solo per controllare i valori dei gas di scarico. Un brutto futuro per i riparatori indipendenti se la normativa europea non costringerà le Case a condividere tutti i dati raccolti. Ma ci vorranno anni e si auspica che le organizzazioni dei costruttori e dei riparatori indipendenti trovino nel frattempo un accordo, almeno temporaneo. Nel 2020 avremo in circolazione 250 milioni di auto interconnesse e da quell’anno tutte quelle nuove lo saranno per legge. Si aprirà quindi un nuovo mercato per un business di dimensione imprevedibile, ma certamente colossale, per nuovi servizi a valore aggiunto.

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