In secondo capitolo della ricerca, anch'esso in chiave teorica, approfondisce il concetto di transnazionalismo nella sua accezione politica. In esso vengono delineate le varie e molteplici dinamiche che si vengono a realizzare fra quattro principali contesti, ovvero quello della comunità immigrante nel Paese di destinazione, quello relativo a quest'ultimo, quello del Paese di origine del flusso ed infine quello internazionale. É opportuno qui sottolineare, come verrà ripetuto successivamente nel testo che la dimensione politica non viene considerata come un ambito a sé stante, ma può rappresentare anche il punto di partenza o quello di arrivo di dinamiche ad esempio economiche o sociali.
2.1 Le attività transnazionali
Nel presente paragrafo viene preso in considerazione lo specifico ambito delle attività o pratiche transnazionali, soffermandosi in particolar modo sulla loro dimensione politica. Tale approfondimento teorico, attraverso una descrizione delle attività transnazionali che possono essere sostenute sia dai migranti che dai rifugiati politici, permetterebbe di evidenziare il carattere eterogeneo costituente l'intera comunità di espatriati. In questo modo si giunge quindi ad oltrepassare quella che viene descritta come "l’essenzializzazione del transnazionalismo", ossia la considerazione del fatto che, il fenomeno transnazionale interessi in modo omogeneo l'intera popolazione di migranti o rifugiati stanziata all'estero. Questa idea riprende quella sostenuta dagli studiosi Martiniello e Lafleur, secondo cui nessuna comunità migrante è per natura transnazionale (MARTINIELLO; LAFLEUR, 2008). Attraverso la definizione di transnazionalismo utilizzata all'interno del primo capitolo e che verrà in seguito
riportata, è possibile rimarcare proprio la grande eterogeneità ed ampiezza che appartiene alla sfera delle attività transnazionali.
It is understood to be formed by patterned, multifaceted, multilocal processes that include economic, socio-culturals and political practices and discourses that (1) transcend the confines of the territorially bounded jurisdiction of the nation-state; and (2) are an inherent part of the habitual lives of those involved. These relations, undertaken by either collective or individual social actors, involve the exchange of a swirl of both tangible and intangible resources, including people (emigrating, remigrating, making regular ‘home’ visits), monetary resources (business investments, family remittances, community aid), non-monetary resources (ideas and cultural symbols), and political support and resistance (GUARNIZO; SANCHEZ; ROACH, 1999:370).
Come affermato nel primo capitolo, la sconfinatezza della ricerca riguardante le pratiche transnazionali dei migranti costituisce una delle sue caratteristiche fondamentali, rendendo difficile una sua divisione per discipline dal momento che la maggior parte degli studi adottano un carattere inter- e multidisciplinari. La ricerca accademica vertente sulle diverse attività transnazionali, si può caratterizzare principalmente per la sua multidimensionalità e per i differenti livelli di analisi adottati. All'interno della vasta gamma di attività transnazionali, è possibile identificare tre dimensioni principali, rispettivamente: la dimensione economica, la dimensione politica e quella socio-culturale. È importante qui sottolineare come la divisione delle attività transnazionali in varie dimensioni, si possa reputare arbitraria alla luce dell'interconnessione e dei svariati esiti e scopi che possono assumere tali attività. Infatti, anche le pratiche economiche e politiche si possono considerare entrambi come facenti parte della sfera delle attività sociali. Sarebbe di conseguenza un errore considerare le attività economiche transnazionali come orientate esclusivamente al mercato, in quanto esse risultano inserite in complesse reti transnazionali politiche e sociali le quali risultano essere trascurate dalla società civile (ITZIGSOHN; CABRAL; MEDINA; VAZQUEZ, 1999; ØSTERGAARD-NIELSEN, 2003).
The divisions are, however, sometimes arbitrary. For example, is fundraising for a political party a political or an economic practice? Indeed, at times, the same people often engaged in transnational activities are included under different categories. For our analytical purpose we shall classify activities according to their main goal, such that fundraising for a political party will be considered a political activity (ITZIGSOHN et al., 1999:324).
deve dimenticare la flessibilità che caratterizza tali pratiche. Questo carattere flessibile viene inoltre evidenziato da Alejandro Portes (1997), il quale lo interpreta attraverso l'aggettivo “cumulativo”. Con questo termine, lo studioso cerca di mettere in evidenza come, mentre il flusso originale di queste attività possa essere di carattere economico ed i suoi iniziatori essere propriamente etichettati come imprenditori transnazionali, gli sviluppi successivi di esse possono altresì riguardare orientamenti politici, sociali e culturali (AL-ALI; BLACK; KOSER, 2001; PORTES, 1997; VERTOVEC, 1999).
Per quel che riguarda la dimensione economica del transnazionalismo, si può considerare che ess coinvolge l'attività imprenditoriale di migranti le cui reti di fornitori, capitale e mercati attraversa i confini degli stati nazionali. Per imprenditore transnazionale, si fa riferimento a migranti autonomi o self-employed, le cui attività commerciali richiedono frequenti spostamenti all'estero ed il cui successo dipende dai contatti e dalle reti sociali realizzati con un altro Paese, in particolar modo il quello di origine. In relazione alla dimensione economica, è importante risaltare l'interpretazione del concetto di transnazionalismo messa in atto dal sociologo Alejandro Portes, il quale concepisce il fenomeno transnazionale in primo luogo tramite l'azione di quello che lui ritiene uno dei fenomeni più innovativi e dinamici, vale a dire l'avvento delle imprese transnazionali (ITZIGSOHN et al., 1999; KIVISTO, 2001; PORTES; GUARNIM; HALLER, 2002).
All'interno della letteratura transnazionale, si possono riscontrare diverse tipologie di imprese a seconda del loro grado di dipendenza verso i contatti e gli scambi transnazionali. Vengono contraddistinti principalmente cinque diversi tipi di imprese, ossia: le imprese circuito19; le imprese culturali; le imprese etniche; le iniziative imprenditoriali dei migranti di ritorno; le imprese di espansione transnazionale. Le imprese circuito rappresentano la tipologia archetipica di iniziativa commerciale transnazionale, in quanto nasce dalla necessità dei migranti di intrattenere contatti regolari con i familiari nel contesto di origine e si caratterizza per rappresentare un flusso di risorse tangibili e intangibili fra la comunità migrante ed il paese di origine. Queste imprese, prendono la forma di agenzie di trasporto formali ed informali che si occupano della consegna di denaro come le rimesse, prodotti e persone a famiglie ed imprese in entrambi i Paesi di residenza e di origine attraverso una varietà di metodi. Un'altra tipologia è quella rappresentata dalle imprese culturali, il cui scopo è quello di fungere da promotrici della cultura nazionale all'interno della popolazione migrante, attraverso la produzione e la distribuzione di mass media appartenenti al Paese di origine come ad esempio i giornali. La terza tipologica è rappresentata dalle imprese etniche, 19 Dall'inglese, circuit enterprise.
ossia delle piccole attività commerciali rilocate nei quartieri all'interno dei quali si sviluppa la comunità migrante e prendono spesso la forma di ristoranti, negozi di alimentari, negozi per la vendita al dettaglio destinati ad un'ampia varietà etnica di clienti. Le iniziative imprenditoriali dei migranti di ritorno nel Paese di origine rappresentano la quarta tipologia e sono costituite da piccole imprese realizzate nel contesto natio dei migranti tramite investimenti realizzati con il capitale accumulato all'estero. L'ultima tipologia identificata è rappresentata dalle imprese di espansione transnazionali, le quali includono, sia imprese appartenenti al Paese di origine, sia le nuove attività imprenditoriali situate nel Paese di residenza, le quali concepiscono il mercato della comunità migrante all'estero come parte integrante del mercato del paese natio. Tali imprese quindi creano contatti tramite l'importazione o la produzione di prodotti del contesto di origine, diffondendoli all'interno della comunità migrante (LANDOLT; AUTLER; BAIRES, 1999).
La dimensione economica del transnazionalismo, come del resto anche le altre dimensioni, si differenzia al suo interno per diversi gradi di intensità delle attività transnazionali includendo anche azioni individuali sporadiche ed occasionali. Un esempio è dato dai viaggi realizzati dai migranti in visita al loro Paese natio, i quali portano con se beni e prodotti in regalo appartenenti ad entrambi i contesi di origine e di residenza. Esso tuttavia, non rappresenta il loro impiego principale di guadagno e sussistenza (ITZIGSOHN et al, 1999).
Rispetto alla dimensione politica, della quale verrà eseguita una descrizione approfondita nel paragrafo successivo, qui si può in modo generale affermare che essa comprende vari tipi di attività. Fra di esse si può includere la partecipazione elettorale dei migranti in quanto votanti o canditati attraverso i confini nazionali, se consentito dalla legge, l'adesione ad associazioni politiche, le azioni dei partiti e delle campagne elettorali stanziate su due Paesi differenti, le azioni intraprese da gruppi di pressione sulle autorità di un Paese in modo da influenzare le sue politiche circa un altro Paese e le manifestazioni sostenute da parte dei migranti contro o a favore del Paese di origine (LEVITT; JAWORSKY, 2007; ØSTERGAARD-NIELSEN, 2003; PORTES; GUARNIZO; LANDOLT, 1999).
Per quel che riguarda infine la dimensione socio-culturale, essa rappresenta la tipologia di transnazionalismo che si fonda sul processo di consolidamento dell'identità nazionale e dei valori sociali. In essa si fa anche includere la fruizione collettiva di eventi e beni culturali realizzati all'interno del Paese di residenza della comunità migrante. Questa dimensione comprese le attività come viaggi di gruppi musicali folkloristici realizzati per il pubblico migrante, l'organizzazione di eventi sportivi nazionali fra i due contesti di residenza
e quello di origine e la celebrazione all'estero di festività legate al Paese natio con la partecipazione di figure eminenti (PORTES et al., 1999).
Al fine di definire in linea generale un quadro complessivo della vasta gamma di attività transnazionali realizzate all'interno dello spazio sociale transnazionale, si cercherà qui distinguerle per gruppi maggioritari. In relazione ai diversi livelli di analisi adottati dalla ricerca transnazionale, una delle prime distinzioni riguarda quello che viene definito il "transnazionalismo dall'alto" ed il "transnazionalismo dal basso".20 Questa prima differenziazione realizzata da Smith e Guarnizo nel loro libro Transnationalism from Below del 1998, mette in risalto i differenti iniziatori delle attività transnazionali, prescindendo dalle varie dimensioni che esse possono assumere. Per "transnazionalismo dall'alto" viene inteso l'ambito delle attività transnazionali iniziate principalmente da autorità statali ed istituzioni. Il "transnazionalismo dal basso", anche detto grassroots transnationalism, rappresenta invece le attività transnazionali iniziate a livello locale dagli individui (LEVITT, 2001; LEVITT; JAWORSKY, 2007; ØSTERGAARD-NIELSEN, 2003). Come definito da Smith e Guarnizo:
A ‘people-led’ process that exploits the economic and political opportunities presented by globalization and challenges the centralizing tendencies of nationalism on the one hand, and transnationalism in the corporate and inter-governmental sectors on the other (citato in AL-ALI et al., 2001:579).
All'interno della letteratura accademica, la concezione del transnazionalismo dal basso o grassroots rappresenta uno degli sviluppi più innovativi degli studi transnazionali su cui si basa principalmente l'emergente disciplina transnazionale. Al contrario, le attività che ricadono sotto l'etichetta del transnazionalismo dall'alto vengono considerate più assodate (PORTES et al., 1999). Come sostenuto da Portes, Guarnizo e Landolt (1999):
Consular officials have been a common sight for centuries and multinational corporation managers have been well researched during the last decades; immigrant civic committees that literally take over public policy or public works in their hometowns have not" (PORTES et al., 1999:223).
Le attività transnazionali realizzate a partire dal livello individuale, se da un lato vengono concepite come un riflesso ed un accompagnamento naturale del processo di globalizzazione, dall'altro lato esse vengono considerate come una risposta dal basso al processo di globalizzazione, vale a dire da parte della società civile. Secondo quest'ultima 20 Dall'inglese rispettivamente, transnationalism from above e transnationalism from below.
considerazione, le dinamiche transnazionali rappresenterebbero quindi una modalità di resistenza di quegli individui e quelle collettività che si incontrerebbero in situazioni di povertà ed impotenza a causa del capitalismo o di politiche statali a loro sfavorevoli. Il transnazionalismo dal basso viene quindi considerato alla luce del suo carattere liberatorio inteso sia a livello economico che a livello politico. Il transnazionalismo grassroots nella dimensione economica, si può affermare che rappresenti per i migranti e la loro controparte residente nel Paese natio, un'alternativa alle tradizionali strategie economiche e di integrazione sociale locali, volte al superamento dei vincoli presentati, sia dal mercato del lavoro come scarsità dei posti di lavoro e bassi salari, ma anche dai pregiudizi da parte dei nativi appartenenti alla società di residenza. Tramite le attività economiche transnazionali si creerebbero delle risorse per i migranti e per coloro ad essi collegati, che gli consentirebbero di resistere allo sfruttamento insito nel mercato del lavoro e di proiettarsi verso la classe media delle società di residenza (GUARNIZO et al., 1999; LEVITT; JAWORSKY, 2007; PORTES, 1999, 2001; PORTES et al., 1999; VERTOVEC, 2001b).
In relazione all’ambito politico invece, le attività transnazionali avrebbero la potenzialità di garantire ai migranti ed alle persone ad essi collegate, dei valori sociali e civili non presenti prima nel contesto natio come, una voce, un senso di efficacia e di autostima. Queste situazioni sarebbero esplicative di contesti di origini poco democratici o regimi oppressivi che limiterebbero le libertà della popolazione. In questi casi, le loro facoltà di denuncia e di attivismo sociale verrebbero riacquisite dai migranti una volta situati all'estero attraverso proprio le dinamiche transnazionali (GUARNIZO et al. 2003; PORTES, 1999).
Infine, si può affermare che le attività transnazionali rappresentino per i migranti dei status legali ed economici sicuri all'interno del contesto di destinazione. Questa circostanza varrebbe non solo per coloro che non possiedono un alto livello di capitale umano in quanto educazione e capacità, ma anche per coloro già appartenenti ad una classe sociale medio-alta. Rimane comunque rilevante in questo discorso denotare come le relazioni, le opportunità, le aspettative e le limitazioni a cui sono soggetti i migranti contemporanei, sono inserite in un contesto in cui il capitalismo ha raggiunto una dominanza globale che ha reso l’intraprendenza di risorse transnazionali alla portata di tutti gli individui (GUARNIZO et al., 1999; PORTES, 2001).
Sebbene il transnazionalismo dal basso rappresenti un'importante alternativa per i migranti alla luce del suo carattere liberatorio, rimane comunque influente la sua interconnessione con il livello statale-istituzionale, ossia il transnazionalismo dall'alto. La letteratura transnazionale sottolinea come le azioni dei migranti e quelle statali-istituzionali
siano connesse fra loro ed interagiscano notevolmente. Gli studiosi Landolt, Autler e Baires (1999), mettendo in dubbio la caratterizzazione del transnazionalismo dal basso come intrinsecamente autonoma e contestatoria, descrivono la formazione dello spazio sociale transnazionale come un processo dialettico fra il transnazionalismo grassroots ed il transnazionalismo diretto dall'alto. Attraverso il processo dialettico, le azioni transnazionali intraprese dagli individui e dalle rispettive famiglie al fine di superare la situazione di subordinazione, susciterebbero una spontanea riposta transnazionale a livello istituzionale- statale in particolar modo all'interno del contesto natio. Questo coinvolgimento transnazionale fra la società civile ed il livello istituzionale, comporterebbe conseguenze e effetti cumulativi, ovvero le varie attività inizialmente fondate a livello individuale-familiare, a seguito dello sviluppo di imprese economiche e progetti politici, oltrepasserebbero tale livello che si può definire micro, andando ad avere un notevole impatto aggregato sulle loro società di origine e stimolando di conseguenza altrettante risposte governative ed istituzionali. Le dinamiche transnazionali di scambio ed interazione fra il transnazionalismo dal basso e quello dall'alto, come sostenuto sempre dai studiosi Landolt, Autler e Baires, avrebbero la potenzialità di ampliare e rafforzare lo spazio di dialogo e di cooperazione fra le varie parti in gioco. In tal modo, si andrebbe a trasformare quello spazio sociale transnazionale che, inizialmente indefinito, si tramuterebbe in un terreno di azione costituito dagli interessi e dalle azioni intraprese dal livello individuale-familiare e quelli appartenenti al livello statale-istituzionale. Il livello statale sarebbe motivato in particolare dallo sfruttamento delle risorse create dal livello grassroots. Le comunità transnazionali in questo modo verrebbero a rappresentare dei ponti di connessione fra il livello grassroots ed il transnazionalismo dall'alto. Si può affermare che gli attori individuali, organizzandosi ed identificandosi in comunità, renderebbero più probabile una risposta istituzionale alle loro pratiche. La studiosa Østergaard-Nielsen (2003) descrive l'interazione dialettica fra il livello grassroots e quello istituzionale come un meccanismo continuo di feedback tramite cui, le pratiche transnazionali dei migranti vengono influenzate ed influenzano il loro ambiente politico istituzionale appartenente, sia al contesto di origine che a quello di ricezione (GUARNIZO et al., 1999; LANDOLT et al., 1999; LEVITT, 2001; MARTINIELLO; LAFLEUR, 2008; ØSTERGAARD-NIELSEN, 2003; PORTES et al., 1999).
Uno degli esiti di maggiore importanza dell'agire di tali dinamiche transnazionali è l'affermazione dei migranti come agenti centrali nella determinazione dell'economia nazionale e degli affari anche a livello politico, soprattutto in riferimento al loro contesto di origine. Infine, si può affermare che lo spazio sociale transnazionale, costituito dalle varie attività che
vengono intraprese al suo interno, non rappresenti una sfera sociale liberatrice costituita da azioni puramente autonome dei migranti, ma costituisca uno spazio in cui le strutture già stabilite di potere e di sfruttamento vengono contestate, alterate e ridefinite (ØSTERGAARD- NIELSEN, 2003).
Studi più recenti hanno cercato di far chiarezza all'interno del vasto ed eterogeneo ambito rappresentato dalle attività transnazionali costituenti lo spazio sociale transnazionale. Uno dei metodi più significativi è stato quello di definire il grado di transnazionalità delle varie attività in base alla loro l'intensità e frequenza. Un primo tentativo è stato eseguito dagli studiosi Itzigsohn, Cabral, Medina e Vazquez (1999) i quali, suddividono le attività transnazionali in narrow transnational practices e broad transnational practices. Queste due categorie rappresenterebbero le estremità opposte di un continuum di differenti attività transnazionali, definite in base al loro grado di istituzionalizzazione, il grado di movimento delle persone all'interno dello spazio transnazionale ed infine il grado di partecipazione delle persone nelle attività transnazionali. Si può affermare che le pratiche transnazionali definite come narrow riguardino quelle attività politiche, economiche, sociali e culturali che sostengono una regolare mobilità attraverso lo spazio geografico transnazionale, che possiedono un alto livello di istituzionalizzazione e che prevedono una partecipazione costante da parte degli individui. Un esempio di attività politiche transnazionali definite come
narrow può essere rappresentato dall'effettiva appartenenza e partecipazione a partiti politici
appartenenti al contesto di origine e possessori di distaccamenti nella società di residenza dove risiede la comunità migrante. Un altro esempio è dato dall'adesione della popolazione espatriata ad associazioni migranti, dette in inglese hometown associations. Per quel che riguarda invece le attività transnazionali definite come broad, esse si riferiscono ad una serie di pratiche materiali e simboliche intraprese dagli individui ed implicanti solo movimenti di carattere sporadico fra i due Paesi di residenza e di destinazione. Questa categoria sarebbe contraddistinta anche da un basso livello di istituzionalizzazione ed una partecipazione individuale solamente occasionale. Esempi di attività transnazionali in ambito politico considerate broad sono rappresentati dalla partecipazione occasionale da parte dei migranti ad eventi legati al Paese natio oppure uno scarso interesse nelle attività elettorali del medesimo contesto (ITZIGSOHN et al., 1999; LEVITT; JAWORSKY, 2007; ØSTERGAARD- NIELSEN, 2003).
Come affermato in precedenza, le attività transnazionali narrow e broad rappresentano gli estremi di un continuum all'interno del quale si manifestano una moltitudine di pratiche distinte in base al grado delle tre dimensioni di istituzionalità, partecipazione e movimento. Di
conseguenza ogni tipo di attività in ambito sociale, economico, politico e culturale è dotato di una sua propria caratterizzazione a seconda dei suoi gradi nelle tre dimensioni di istituzionalità, movimento e partecipazione. Esso non necessita di dotarsi di un alto grado in ognuna delle categorie transnazionali per definirsi appartenente alla categoria narrow ed, allo stesso modo, non necessita un basso grado in esse per definirsi broad. Infatti, questa classificazione non rappresenta una differenziazione categorica, ma al contrario, gli estremi
broad e narrow rappresentano categorie per diversi gradi, ragion per cui gli individui possono
sostenere simultaneamente differenti attività transnazionali con altrettanti diversi gradi, oppure la stessa attività con differenti gradi nelle tre dimensioni in diversi momenti. Come sostenuto da Itzigsohn (1999), questa categorizzazione delle attività transnazionali è utile soprattutto per agevolare la comprensione di ciò che costituisce lo spazio sociale transnazionale (ITZIGSOHN et al., 1999).
Analogamente ai concetti di narrow e broad transnational practices, il sociologo