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La gestione dell’innovazione

STUDIO DELLA LETTERATURA

3.1.5 La gestione dell’innovazione

Lindholm (1997a) conduce uno confronto tra le Entrepreneurial Spin-Off (ESOs)29 technology-based ed aziende non Spin-Off per valutare, in termini di crescita e di inventività, il background e la performance.

Analizza un campione di 60 aziende Swedish technology-based mettendo al centro della propria indagine l’origine dell’idea (innovativa) che porta alla creazione di una nuova impresa; a tale proposito prende come riferimento quelle società (ESOs) le cui idee hanno fondamento nel precedente lavoro del fondatore (ossia nell’organismo di origine).

Nello studio l’autore identifica i pre-requisiti che portano alla creazione di un ESOs, individuando come variabili di riferimento l’ambizione personale e le condizioni di lavoro presenti nel precedente impiego.

L’ambizione personale viene considera e misurata mediante le seguenti variabili:  la ricompensa finanziaria;

 l’indipendenza;

 la capacità di provare come imprenditore di cambiamento;  la libertà di esplorare nuove idee;

29L’autore include nella definizione di ESOs le Spin-Off universitarie (USO), le Spin-Off aziendali (CSO), e tralascia le Spin-Off istituzionali.

68  la capacità di portare le cose a compimento;

 motivi familiari.

Per quanto riguarda le variabili, ossia le condizioni del precedente impiego che influenzano la costituzione della nuova impresa, vengono considerate:

 la chiusura dell’azienda del datore di lavoro;

 l’acquisizione o la vendita dell’azienda (di appartenenza);  la crisi interna all’azienda madre;

 le idee del fondatore dell’ESO che non vengono utilizzate nel precedente impiego. Nella comparazione tra queste due variabili, l’autore introduce nuovi indicatori per analizzare il grado di relazione esistente tra il precedente datore di lavoro e la nuova impresa, in particolare le situazioni che vengono considerate sono quelle di conflittualità o di collaborazione con l’organizzazione madre. Le variabili utilizzate sono rappresentate:

• dal grado di trasferimento di tecnologia dal precedente datore di lavoro. • dalla concorrenza con precedente datore di lavoro;

• dalla cooperazione con precedente datore di lavoro.

I requisiti per identificare la crescita delle ESOs sono rappresentate:

 Dall’età della società, (a tale scopo prende come riferimento i momento in cui avviene la vendita di quote di minoranza).

 Dal livello di internazionalizzazione (indica per la misura di tale variabile il numero delle società controllate estere).

 L’età dell’internazionalizzazione dell’impresa (assumendo come indicatore il tempo in cui viene istituita la prima filiale estera).

 Dal numero delle controllate estere per Ricerca e Sviluppo.  Dal numero delle acquisizioni effettuate.

 Dalle acquisizioni realizzate (Technology-related).

D’altra parte individuano una serie di variabili per misurare l’inventività, intesa come approssimazione del potenziale di innovazione. In questo caso il numero di brevetti e la frequenza di brevettazione delle imprese viene utilizzata come indicatore dell’inventività delle società. Nel dettaglio, le variabili identificate sono:

 La frequenza di produzione dei brevetti (Patent frequency) sulla base del rapporto tra numero di brevetti per anno (patents/year)

69  Il numero di brevetti prima realizzato (identificano un periodo di inizio o fine). L’autore evidenzia come l’aumento delle vendite nelle ESOs dopo 10 anni incrementano più del doppio rispetto alle vendite dei non-Spin-Off. Questo risultato conferma l’impostazione di Biggadike (1979) che aumenti significativi si trovano per la prima volta dopo circa dieci anni, poiché questo richiede un lungo periodo per lo sviluppo di un prodotto o di una joint venture per realizzare un pieno sviluppo e registrare dei segnali di crescita all’interno del mercato. A tal proposito l’autore ipotizza che quando l'impresa finalmente comincia a crescere, l'ESO avrà un vantaggio potenziale più alto rispetto al non-

Spin-Off, dato un rapporto costante con l’organizzazione di origine, da una

disaggregazione limitata e da una quasi esternalizzazione. Allo stesso tempo non riescono a spiegare quali variabili influenzano le differenze nella crescita.

Anche gli effetti che le variabili hanno sull’innovatività hanno una tendenza simile a quelle della crescita (sul campione osservato dall’autore). Infatti le variabili identificate non riescono a spiegare l’inventività in dettaglio, e l’unica variabile che presenta un’importanza maggiore nel modello che propongono è la “spinta” del fondatore che riceve ad andarsene dall’organizzazione madre perché non vede realizzate le proprie idee.

Contemporaneamente Lindholm (1997b) confronta la crescita dell'occupazione e l’attività di brevettazione delle Università di Spin -Off (USOs) di Chalmers University of Technology con le Spin-Off aziendali (Corporate Spin-Off CSOs) e società non Spin-Off

technology-based, focalizzando il suo studio sulla capacita innovativa e l’inventività delle società. L’autore considera il brevetto come misura dell’innovatività, la dimensione delle imprese come fattore per gestire l’innovazione e la presenza di cluster come presupposto per lo sviluppo della tecnologia e la nascita di nuove imprese.

Le variabili di analisi che individua sono rappresentate:  Dal numero di brevetti (anche per anno).

 Dalla numerosità delle Spin-Off.  Dall’età di costituzione.

L’autore riprende il modello di Williamson (1975) in cui si evidenzia come le grandi imprese possono avere svantaggi nella fase di early-stage e vantaggi later-stage nel processo di gestione dell’innovazione. Ipotizza come una procedura efficace sia quella di avere le innovazioni inizialmente svolte all'interno di piccole imprese (o dai soggetti innovatori indipendenti) e successivamente acquisite da grandi imprese, nonostante le difficoltà di trasferimento dell’innovazione o dei costi di transizione. Sulla base di tale

70 impostazione afferma che in sistemi estesi, grandi e piccole imprese interagiscono attraverso l'acquisizione e lo scorporo di piccole imprese a base tecnologica. Il cambiamento di proprietà consente alle imprese di interagire in un sistema che cambia in maniera dinamica e che può essere definito quasi integrato. Nel confronto ed analisi delle

Spin-Off aziendali (CSOs) e delle Spin-Off universitarie (USOs) l’autore evidenzia delle differenze sostanziali tra queste forme di società, la propensione a mantenere la ricerca e la tecnologia all’interno dell’impresa da parte delle CSOs rispetto alla tendenza delle USOs di favorire il trasferimento dei risultati della ricerca nel mercato. Per l’autore queste differenze sono quelle che influenzano direttamente la natura, le caratteristiche e la stessa

performance degli Spin-Off imprenditoriali (ESOs) di nuova costituzione.

In questo contesto assume un ruolo strategico anche la presenza dell’incubatore ed i servizi offerti che questa struttura riesce a veicolare nei confronti delle imprese in start up.

Nel confronto tra le due diverse tipologie di Spin-Off l’autore evidenzia il valore aggiunto

delle ESOs in termini di maggiori conoscenze possedute, ed una maggiore esperienza e conoscenza del mercato per i fondatori delle CSOs.

Queste differenze si traducono in un vantaggio competitivo per le CSOs perché consentono di aumentare la crescita, mentre per le USOs si traduce in una maggiore capacità di generare innovazione e quindi in una probabilità di essere coinvolti in attività progetti di ricerca.

L’opportunità di creare un vantaggio competitivo per le imprese Spin-Off viene approfondita anche da Leego et al., (2007) che studiano il ruolo della proprietà intellettuale all’interno del settore delle biotecnologie in Estonia. In particolare identificano la strategia, l’assetto legislativo, le risorse finanziarie e gli aspetti che vanno tenuti presenti nella definizione di una strategia. Identificano nell’assetto legislativo una priorità per la gestione dei sistemi di tutela dei diritti e lo sviluppo delle imprese Spin-Off. Affermano che la protezione della proprietà intellettuale oltre ad essere costosa, richiede specifiche competenze (risorse umane) che, spesso, le imprese Spin-Off hanno difficoltà a trovare ed utilizzare per creare un vantaggio competitivo a causa anche delle limitate risorse finanziarie.

La misura dell’innovatività può essere associata anche allo studio di Abramo et al., (2012) che vogliono misurare le performance scientifiche degli imprenditori accademici. Gli autori studiano le prestazioni scientifiche dei docenti coinvolti all’interno delle Spin-Off, rispetto alla produttività dei colleghi accademici. Tale fenomeno rappresenta un importante

71 indicatore per valutare e verificare la capacità delle imprese Spin-Off di produrre innovazione, infatti pur non esplicitando tale finalità, gli autori vogliono capire se il coinvolgimento in un’attività imprenditoriale ha un'influenza sulla ricerca scientifica. Dimostrano che gli imprenditori accademici hanno una prestazione di ricerca migliore rispetto a quella dei colleghi, inoltre confermano quanto già studiato in letteratura da Lowe and Gonzales-Brambila (2007): i ricercatori che fondano uno Spin-Off sono considerati scienziati star (Zucker et al., 1998, 2002; Zucker e Darby, 2007), ossia con performance di ricerca maggiori dei colleghi non imprenditori, soprattutto dopo la costituzione dell’impresa in cui la performance tende ad aumentare. Questo comportamento viene riscontrato con una maggiore frequenza all’interno del settore delle biotecnologie, che riesce a far meglio rispetto agli altri settori.

Un approccio totalmente opposto è quello di Geenhuizen and Soetanto (2012) che collocano come elemento essenziale per la performance l’utilizzo dell’open innovation. In particolare approfondiscono il ruolo che questa ha sulla ricerca e l’innovazione per comprendere il contributo potenziale delle varie tipologie di innovazione “aperte” per il miglioramento della performance delle Spin-Off della Delft University of Technology (Paesi Bassi). I risultati considerano le Spin-Off universitarie come possibili beneficiarie dell’innovazione aperta vista la generale mancanza di risorse finanziarie e la presenza di network di apprendimento chiusi. Individuano carenze di conoscenze di marketing, di tecniche di vendita di gestione finanziaria, mentre la configurazione in reti di apprendimento mostra una chiusura. Notano relazioni forti ed un orientamento localizzato, caratterizzato dall'influenza positiva di partner eterogenei e da un’attitudine alla commercializzazione ed alla collaborazione oltre i confini locali.