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La Guerra Civile in Catalogna e il Franchismo

Dopo la vittoria elettorale della sinistra avvenuta nel Febbraio 1936 (in Catalogna sotto la bandiera del Front d'Esquerres de Catalunya116), le tensioni politiche continuarono ad aumentare. Tuttavia, l’elemento cruciale che fece poi scoppiare la violenta Guerra Civile fu il fallito colpo di stato117 contro la Seconda Repubblica. A Barcellona,

l'opposizione armata dei sindacalisti militanti e dei partiti di sinistra, insieme al decisivo intervento della Guardia civile, hanno condotto al fallimento della ribellione. Conseguentemente, da quel momento in poi la Catalogna rimase all'interno del settore non controllato dai ribelli e sotto l'autorità teorica del Governo Repubblicano.

Lo sviluppo della guerra in Catalogna fu caratterizzato, in una prima fase, da una situazione di duplice potere: da un lato vi erano istituzioni ufficiali (e cioè la

Generalidad e il Governo Repubblicano); e dall’altro, vi erano le milizie popolari

armate coordinate da un Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste della Catalogna. Un'ondata di repressione si scatenò contro le fazioni che si pensava avesero una correlazione con i ribelli, i quali erano principalmente religiosi cattolici e simpatizzanti della Liga catalana. La poco coordinata azione militare andò in due direzioni: un'offensiva contro l'Aragona controllata dai ribelli, che permise al fronte di stabilizzarsi solo per un breve periodo; e un tentativo fallito di conquistare Maiorca. Con l'avanzamento della guerra ci furono anche gravi scontri tra le organizzazioni che volevano dare priorità assoluta alla rivoluzione sociale, e quelle che, invece, ritenevano molto più importante dirigere gli sforzi sul fronte della guerra e mantenere il sostegno dei settori moderati. L’Esquerra Republicana de Catalunya (e altri partiti), facevano parte di quest’ultimo gruppo. Il conflitto culminò il mese di Maggio del 1937, durante il quale entrambe le parti si scontrarono con le armi e chi sicuramente risentì maggiormente degli effetti dello scontro fu soprattutto la popolazione civile, colpita

116 In spagnolo Frente de Izquierdas de Cataluña fu una coalizione elettorale formata in Catalogna per

partecipare alle elezioni generali del 16 Febbraio 1936 in Catalogna. Nel resto della Spagna sostenne il Fronte popolare, la coalizione da cui aveva tratto ispirazione.

117 Il colpo fu una rivolta militare emersa proprio dalle elezioni avvenute nel Febbraio del 1936: a seguito

del suo fallimento e dell’annientamento della Seconda Repubblica, venne istituita in Spagna una dittutura che rimase in vigore fino alla morte del suo leader nel 1975, Francisco Franco. (Palacios, J. (1999). La

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duramente dalle difficoltà e atrocità della guerra: fame, povertà, aumento dei prezzi e bombardamenti.

Alla fine, l'esercito ribelle divise in due il fronte repubblicano con l’occupazione di Vinaroz (è un comune spagnolo situato nel nord della provincia di Castellón, nella Comunità Valenciana), che isolò la Catalogna dal resto del territorio, che inizialmente era costituito dalla provincia di Valencia e dalla zona più centrale della regione. La sconfitta degli eserciti repubblicani nella battaglia dell'Ebro118 permise l'occupazione

della Catalogna da parte delle truppe guidate dal generale Franco tra il 1938 e il 1939. La vittoria totale del proclamato “Generalissimo” significò la fine dell'autonomia catalana e l'inizio di una lunga dittatura.

Dopo la guerra civile, il regime dittatoriale di Francisco Franco (1939-1975) provocò l'esilio di migliaia di cittadini e iniziò una forte repressione contro i movimenti di sinistra e soprattutto catalani: nell'amministrazione, nei media, a scuola, all'università, nella segnaletica pubblica e in generale in tutte le manifestazioni pubbliche. Il catalano fu escluso dalla sfera pubblica e amministrativa e ne fu permesso l’uso solamente all’interno della sfera privata, quindi nella famiglia e nel vicinato. Inoltre, il castigliano divenne l'unica lingua di insegnamento, usata all’interno dell’amministrazione e nella comunicazione dei media. La situazione, in seguito, fu aggravata dalle grandi ondate di immigrati castigliano-parlanti (cioè che parlavano lo spagnolo castigliano, che è considerato lo spagnolo ufficiale anche al giorno d’oggi) avvenute nel XX Secolo, in particolare quelle degli anni Sessanta e Settanta. I grandi gruppi di esuli provenivano dal resto della Spagna, in particolare dall'Andalusia e dall'Estremadura, e si concentrarono in gran parte nell'area metropolitana di Barcellona. Tutto ciò causò una grande battuta d'arresto nell'uso sociale del catalano e delle sue conoscenze, al punto che in Catalogna il castigliano superò il catalano come lingua madre per la prima volta nella storia119.

118 Battaglia combattuta durante la guerra civile spagnola. Fu la battaglia a cui parteciparono più

combattenti, la più lunga e uno delle più sanguinose dell'intera guerra. Si svolse nell’area più bassa della valle dell'Ebro, tra la parte occidentale della provincia di Tarragona e la parte orientale della provincia di Saragozza e si svolse nei mesi da Luglio a Novembre del 1938.

119 Cabré Pla, A. (11 Luglio 2000). Immigració i estat del benestar. Retrieved from: https://archive.org/;

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I vinti furono perseguitati e infine uccisi e, nonostante i numerosi combattenti che persero la vita durante la guerra, si devono aggiungere anche coloro che furono fucilati dopo la vittoria di Franco, come lo stesso presidente della Generalidad della Catalogna Lluís Companys, ucciso nel 1940.

In una prima fase, la dittatura franchista presentò dei tratti molto simili ai regimi fascisti d’Italia o della Germania, anche se in seguito si scoprirono esserci alla base delle profonde radici cattoliche.

In un secondo momento, Francisco Franco concentrò tutti i poteri nelle sue mani, creando così uno stato a regime totalitario, basato sull'esistenza di un'ideologia ufficiale e di un partito unico. Contemporaneamente, la miseria economica e le conseguenze della guerra civile portarono il paese al tracollo economico negli anni Sessanta. Tuttavia, è proprio durante questa decade, e quindi all’interno del contesto della Guerra Fredda, che l'economia e la società catalana subirono una profonda trasformazione. Con l'entrata in vigore del Piano di Stabilizzazione nel Luglio del 1959, il regime abbandonò il modello autarchico in vigore dal 1939. La liberalizzazione degli scambi e il ristabilimento del mercato della valuta libera hanno avuto luogo in un momento di espansione dell'economia europea. Iniziò, così, un processo di apertura economica verso la comunità internazionale: l'ingresso di capitali stranieri, la diversificazione dell'industria e lo sviluppo del turismo, favorirono l'avvio dell'economia catalana e ci fu, di conseguenza, l'arrivo di migliaia di lavoratori provenienti da altre regioni della Spagna: andalusi, castigliani, estremadurani, murciani e galiziani arrivano in Catalogna con la necessità di trovare lavoro e con la difficoltà di adattarsi a un nuovo ambiente. L'arrivo di questi migranti ebbe un impatto molto forte sulla società catalana, specialmente nelle aree metropolitane. Presto “gli altri catalani”, come li definisce lo scrittore Francesc Candel, iniziarono ad identificarsi con il paese e contribuirono in modo decisivo alla costruzione di un futuro condiviso. L'industria catalana diventò, quindi, un fornitore di beni di consumo per il mercato spagnolo e registrò un'enorme crescita. L'espansione avvenne, però, senza pianificazione urbana o controllo democratico del modello economico. Queste carenze si trascinarono nel tempo e si fecero sentire poi nei decenni successivi120.

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Parallelamente, emersero i movimenti di opposizione al regime, che riuscirono a radunare e coinvolgere settori sempre più ampi della società. L'incorporazione delle nuove generazioni, che non avevano vissuto la guerra, e i cambiamenti che stavano interessando sia la società catalana, ma anche, più in generale, il mondo intero, generarono un movimento plurale che richiedeva a gran voce il ritorno della libertà, della democrazia e dell'autonomia. Nonostante l'apertura del regime e il timido approccio alla comunità internazionale, la mancanza di libertà e diritti civili era sempre più evidente nella Spagna di Franco. La creazione dell'Assemblea della Catalogna (1971), dove si è potuta vedere la convergenza di gruppi anti-franchisti molto diversi, dai comunisti ai nazionalisti conservatori, fu di fondamentale importanza per il futuro politico della regione, che però vedrà l’inizio di un nuova fase, conosciuta come “transizione democratica”, solamente dopo la morte del dittatore nel 1975. Inoltre, a livello globale, l'esclusione quasi totale del catalano dal sistema educativo e le gravi limitazioni del suo uso nei mass-media durante tutti questi anni, ebbero delle conseguenze di lunga durata, persino nel periodo seguente la fine della dittatura, come si è osservato negli alti tassi di analfabetismo che riguardano le generazioni scolastiche di quegli anni: per esempio, nel 1996 solo un terzo della fascia d'età compresa tra i 40 e i 44 anni era in grado di scrivere in catalano, mentre di parlarlo il 67%. Se invece si considera, sempre nello stesso anno, la fascia di età di persone con più di 80 anni, le cifre scendono al 22% per quanto riguarda chi è in grado di scriverlo, mentre di parlarlo il 65%121.

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