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La Guerra Fredda e i tribunali militari ad hoc

Nel documento Giustizia di transizione (pagine 39-42)

2. LA GIUSTIZIA PENALE INTERNAZIONALE

2.3 La Guerra Fredda e i tribunali militari ad hoc

Al processo principale di Norimberga hanno fatto seguito una serie di altri processi portati avanti dagli alleati in tutta Europa e non solo, ma molto spesso questi vengono posti nel dimenticatoio, probabilmente perché ridimensionati dalla fama e dal fascino (data anche l’importanza degli imputati) di Norimberga. In realtà questa ondata giudiziaria internazionale non durò molto, messa in disparte dalla crescente preoccupazione, da parte degli alleati, della minaccia sovietica che spaventava l’Europa occidentale. Nel pieno svolgimento della Guerra Fredda il riarmo tedesco, al fine di garantirsi il suo appoggio contro i sovietici, divenne la preoccupazione principale degli Stati Uniti. Così, il cancelliere tedesco Adenauer, sapendo dell’importanza strategica per gli Stati Uniti della presenza della Germania Ovest nel blocco occidentale, approfittò della situazione per chiedere la fine dei processi e ridurre molte delle pene comminate nei processi precedenti. Questa era una condizione imprescindibile se gli angloamericani speravano in un appoggio della Germania Ovest nella battaglia antisovietica. La preoccupazione americana, tra i promoter principali di Norimberga, in questo modo si spostò sulla questione sovietica. Anche se molta dell’opinione pubblica era ancora convinta dell’importanza di continuare la stagione dei processi contro i

nazisti, il governo statunitense ritenne più importante concentrarsi sulla battaglia contro il nuovo nemico comunista.

La Guerra Fredda pose un freno alla realizzazione della giustizia penale internazionale, immediatamente acceleratosi però alla fine della stessa. La fine della cortina di ferro ha rianimato il progetto universale di giustizia. Ne sono testimonianza i

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diversi processi eseguiti successivamente a delle transizioni democratiche, dato che il crollo del sistema sovietico ha comportato la conclusione di diversi conflitti e di diversi regimi. Ma gli eventi che hanno permesso di inaugurare nuovamente il progetto della giustizia internazionale, sono stati le creazioni di due tribunali militari internazionali chiamati ad indagare in merito alla violazione dei diritti umani commessi in ex Jugoslavia e in Ruanda.

Per quel che concerne la situazione in ex Jugoslavia, ebbe un ruolo fondamentale per l’intervento delle potenze occidentali, come a Norimberga, l’opinione pubblica.

Infatti i governi occidentali seppero dei terribili crimini consumati dai serbi nei confronti dei bosniaci già nella primavera del 1992, ma questo non servì a farli intervenire. Ma quando la verità sui crimini serbi venne scritta sui più importanti giornali mondiali, a mobilitarsi in favore di un intervento fu proprio l’opinione popolare, la quale fu sconvolta dalle notizie dell’utilizzo di nuovi campi di

concentramento, ma soprattutto dalle immagini crudeli dei bombardamenti24. Si diffuse la convinzione di dover istituire un tribunale sul modello di Norimberga per punire gli autori di quei crimini. Questo fece cambiare del tutto la tattica usata fino a quel momento dai governi occidentali, ovvero quella dei negoziati politici. Attraverso la negoziazione si sperava di poter placare la violenza dei serbi e allo stesso tempo evitare un intervento armato.

Il 13 agosto 1992 il Consiglio di sicurezza dell’ Onu ordinò un rapporto sulle violazioni commesse. I cinque giuristi chiamati ad esaminare le violazioni riconobbero la verità sui crimini commessi in ex Jugoslavia. Questo determinò il cambiamento del

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Sicuramente rispetto a Norimberga giocarono un ruolo fondamentale le nuove tecnologie mediatiche. Infatti le immagini potevano ora essere trasmesse in televisione e milioni di persone potevano vedere con i loro occhi quanto succedeva.

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carattere delle negoziazione, da politiche a giudiziarie. Il 25 maggio 1993, ancora con il conflitto in pieno svolgimento, venne istituito il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (Icty) sulla base della risoluzione 827 del Consiglio di sicurezza. Il cambiamento del carattere negazionale, fu determinato dalla piena convinzione che solo un intervento penale potesse servire a porre fine ai crimini, alle violazione dei diritti umani, e soprattutto a concludere la guerra e riportare la pace in ex Jugoslavia. Il tribunale si pose subito come ente sovranazionale e tenne la sua prima udienza a l’Aja il 7 maggio del 1996; la prima di un tribunale internazionale dopo Norimberga.

Con il fenomeno della globalizzazione in continua accelerazione, si accelerò anche l’istituzione di tribunali internazionali. Rispetto a Norimberga, il tribunale militare per l’ex Jugoslavia ha goduto di maggiore visibilità perché l’imputato chiamato a rispondere dei crimini commessi era un capo di Stato e importante uomo politico come Slobodan Milošević.

Sulla scia del caso serbo venne istituito l’8 novembre 1994 il tribunale penale

internazionale per il Ruanda (Ictr) sulla base della risoluzione 955. Anche in questo caso il tribunale fu chiamato ad indagare sulla violazione dei diritti umani commessi dal governo ruandesi nei confronti della minoranza tutsi, durante la guerra civile.

Molti studiosi individuarono dei parallelismi tra i casi di Norimberga e Tokyo e quelli dell’ex Jugoslavia e Ruanda, per via delle modalità e dei princìpi su cui si

basarono. In realtà i casi presentano un importante differenza. Nei casi slavi e ruandesi, infatti, il sistema giuridico internazionale si era evoluto e aveva raggiunto un grado di autonomia molto più elevato rispetto al secondo dopoguerra. Il diritto penale internazionale godeva di una certa stabilità normativa e i crimini internazionali erano

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entrati ormai definitivamente nel lessico del diritto comune a tutte le nazioni. Questo facilitò sia l’istituzione dei tribunali, sia il loro svolgimento. Nonostante questo, anche i

tribunali militari internazionali ad hoc vennero sottoposti a dure critiche per certi versi similari a quelle che colpirono Norimberga e Tokyo. Si può comunque considerare i due tribunali come fondamentali per i lavori che porteranno all’istituzione della Corte

penale internazionale.

Nel documento Giustizia di transizione (pagine 39-42)

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