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LA MIA ESPERIENZA IN AGRICOLTURA CONSERVATIVA

Nel documento AGRICOLTURA CONSERVATIVA (pagine 97-100)

ne, in modo particolare in un contesto agricolo, tradizionalmente conservativo, l`Agricoltura conservativa si basa sulla volontà di un cambio, soprattutto di atteggiamento mentale. Diversi sono i problemi che durante questi primi anni mi sono trovata ad aff rontare e ne posso qui elencare alcuni, senza che la descrizione voglia essere esaustiva.

Foto 20.1 - Esempio di soia su cover crops (precessione mais).

Dal punto di vista meccanico penso che la scarsità di seminatrici da sodo, adatte ai nostri terre-ni e presenti sul mercato italiano sia un fattore limitante. In particolar modo, è indispensabile poter seminare con precisione, ciascuno sul proprio terreno, con corpi di semina che permet-tano la chiusura perfetta del solco, anche in condizioni diffi cili, anche con terreni pesanti e umidi, anche con molto residuo colturale. Ho sempre trovato grande diffi coltà nel reperire in tempo utile i pezzi di ricambio, e l’assistenza è sempre stata garantita brillantemente, ma solo da amici e colleghi più esperti di me. La seminatrice è importante ma determinante è seminare con cura, pazienza e attenzione, regolando la seminatrice e cercando tutte quelle componenti del corpo di semina che rendono precisa e regolare la deposizione del seme nelle diverse situa-zioni di terreno ed in presenza di residui colturali. Il precision planting associato alla semina di-retta potrà essere di aiuto, così come è già una realtà consolidata e di successo nelle Americhe.

Dal punto di vista agronomico ho dovuto ben presto conoscere le limacce, sia epigee sia ipogee, voraci e appassionate di soia, ma distruttive anche sui germogli di colza e sui cereali. Ho capito quanto sia importante essere tempestivi nella lotta alle malerbe e variare la scelta dei principi attivi.

Ho imparato molto da Dwayne Beck, Professore alla South Dakota State University e direttore della Dakota Lakes Research Farm a Pierre, in South Dakota. La storia di questa Research Farm è interessante (www.dakotalakes.com) perché nasce dalla volontà di un gruppo di agricoltori di off rire un futuro alla propria vita lavorativa e ai propri terreni, dove si produceva grano in monosuccessione e si allevava bestiame, con condizioni climatiche particolarmente estreme.

La Research Farm è di proprietà degli agricoltori, che siedono in Consiglio di Amministra-zione, ed è gestita dell’Università statale del Sud Dakota. L’obiettivo primario è identifi care, ricercare e dimostrare l’effi cacia di metodi che raff orzino e stabilizzino l’economia agricola. La visione è chiara ma è pratica consolidata da decine di anni di lavoro quotidiano in campagna, non teoria: “Lavorare con la natura per assicurare che il suolo sia protetto, fertile e che produca raccolti per sfamare il mondo per molte generazioni future. Le pratiche agronomiche adottate e sempre in continuo miglioramento, generano risultati nel mantenere e incrementare suoli vivi, acqua pulita, cibo sano e fauna diversifi cata”. Le rotazioni e le colture di copertura, oltre alla tecnica di semina diretta, fanno del Dakota Lakes un centro di eccellenza. Il suggerimento di Dwayne Beck è lapidario: “Tenendo comunque presenti il mercato e l’organizzazione aziendale, cerca di non essere prevedibile, varia la rotazione colturale e l’intervallo tra le colture. Il motivo principale per cui l’agricoltura si trova ad aff rontare problemi di resistenza di malerbe e di biotipi di insetti è che i programmi colturali creano condizioni che favoriscono individui specifi ci nei confronti della popolazione e mantengono queste condizioni in essere suffi cientemente a lungo o abbastanza frequentemente e/o con suffi ciente prevedibilità da permettere che un biotipo diventi popolazione predominante”.

Sono ben consapevole che produrre colture diverse signifi ca cercare clienti nuovi, consolidare relazioni, dialogare con diversi attori della fi liera. Non è un lavoro facile, come non sono facili le colture di copertura, trovare le essenze correttamente calibrate sulla realtà agricola di cia-scuno, trovare chi ti prepari i miscugli a prezzi contenuti, far capire a chi opera che seminare una coltura di copertura non è un’operazione da fare velocemente e senza cura ma deve rice-vere le stesse attenzioni della semina della coltura principale. Solo una cover ben instaurata produce eff etti interessanti tra le altre cose, per la nutrizione del suolo, per il controllo delle malerbe e per l’installazione della coltura in successione.

Foto 20.2 - Presenza di lombrichi in cover crops.

Nel tempo, ho visto aumentare la portanza, la struttura del terreno è migliorata, l’acqua sgron-da più velocemente e temo di meno la variabilità ambientale, di anno in anno, imparo a gesti-re le malerbe anche attraverso le coltugesti-re di copertura e si riduce la necessità di fertilizzanti di sintesi. Le limacce sono parzialmente sotto controllo con gli stessi prodotti che si usano in agricoltura biologica, ma anche con le rotazioni, un’attenzione particolare ai tempi di semina e preservando gli antagonisti naturali attraverso la scelta e la riduzione degli insetticidi.

Continua la ricerca di nuovi sbocchi di mercato per le colture e in alcuni casi ho trovato delle opportunità diff use sul territorio padano, come genotipi di mais caratterizzati per specifi che produzioni (Planta), produttori di sementi (Zanandrea sementi), e un molino specializzato a cui vendo mais ad uso alimentare per la fi liera gluten free.

Mi sono avvicinata alla semina su sodo per considerazioni economiche e di effi cienza pro-duttiva ma, subito, studiando e conoscendo altri produttori, ho potuto apprezzarne i ritorni ambientali, con l’obiettivo di salvaguardare l`ambiente producendo per il mercato e con soddi-sfazione economica migliorando negli anni il terreno. È una sfi da, in continua evoluzione, alla portata di chiunque sia pronto al cambiamento.

Foto 20.3 - Esempio di Mais su cover crop (precessione frumento-soia di secondo raccolto).

Nel documento AGRICOLTURA CONSERVATIVA (pagine 97-100)