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LA PREPARAZIONE ATLETICA NELLA SCHERMA PER DISABIL

 PARALISI CEREBRALI INFANTILI:

6. LA PREPARAZIONE ATLETICA NELLA SCHERMA PER DISABIL

L’attività motoria e sportiva che coinvolge soggetti con disabilità come quella per normodotati , deve essere adeguata all’individuo stesso che la svolge , e questo principio vale sia per le componenti organiche che per le psicologiche.

Il preparatore deve saper apprendere e riconoscere i differenti aspetti degli individui con cui si trova a che fare poiché in base a quelli dovranno essere programmati specifici interventi didattici.

Questo aspetto risulta ancora più importante quando abbiamo a che fare con atleti disabili. Bisogna infatti che il preparatore comprenda quali sono i limiti della persona che si trova davanti, in rapporto al deficit della persona ,delle sua abilità residue e deve ,oltre a scegliere gli esercizi giusti e mirati adattare tali esercizi alle possibilità dell’atleta.

Le motivazioni dello sportivo disabile non sono molto differenti da quelle dell’atleta normodotato, anzi risultano addirittura maggiori.

proprio corpo , nell’avvertire l’efficienza dei propri apparati , in funzione soprattutto dopo la parte riabilitativa successiva ad un trauma.

A volte i disabili sono limitati nei loro movimenti, nelle attività fisiche e motorie in generale, nelle situazioni coordinative e nei livelli di destrezza, e devono essere presi in considerazione i loro livelli di fiducia , interesse e motivazione.

Gli individui con disabilità fisiche dimostrano variabilità all’aumento

dell’attività fisica che possono svolgere con qualità, frequenza, intensità e durata. E’ importante:

- Assistere l’individuo durante gli esercizi se necessario( soprattutto a terra)

- Adattare esercizi e performance

- Sviluppare ritmo di movimento e forza

- Gli atleti su sedia e a rotelle devono usare una sedia giusta, sviluppare la muscolatura, controllare il raggio di movimento, e migliorare il centro di gravità.

Gli atleti invece con deficit sensoriali come vista ed udito sono capaci di compiere qualsiasi esercizio, ovviamente apportando i giusti adattamenti. Nei soggetti con danni all’udito dobbiamo:

- Sviluppare esercizi funzionali per il miglioramento dell’equilibrio - Utilizzare ausili video , lavagne …

Nei soggetti che presentano danni alla vista dobbiamo:

- Rendere familiare la zona sportiva girando attorno ad essa - Usare la voce, attrezzi di legno, fischietti per migliorare la

consapevolezza direzionale - Usare la corda per la corsa

- Fare in modo che sentano la forma, la dimensione e le caratteristiche dell’attrezzatura con la quale lavorano

Il lavoro nei soggetti disabili va incentrato su: - Schemi motori di base

- Resistenza ( attività aerobica )

- Forza ( resistenza alla forza e forza rapida ed esplosiva) - Equilibrio

- Coordinazione - Mobilità articolare - Flessibilità

Disabili in carrozzina (paraplegici e tetraplegici) :

E’ molto importante allenare la resistenza e la forza resistente tramite esercizi con poco peso ed alto numero di ripetizioni per contrastare anche l’aumento di peso dovuto alla continua stazione seduta.

Bisogna lavorare sulla mobilità delle articolazioni quali spalla , gomito e polso e del tronco tramite flessioni e torsioni del busto. Nel caso di tetraplegici la mobilizzazione dovrà avvenire con esercizi passivi. Riguardo alle esercitazioni della forza si possono utilizzare manubri e bilancieri direttamente sulla carrozzina o sulla panca , ma possono essere utilizzati anche esercizi a carico naturale come piegamenti sulle braccia sfruttando i braccioli della carrozzina o trazioni alla sbarra , adattata in altezza , o alla corda.

La scherma è uno sport aerobico-anaerobico per la durata degli incontri. Nella scherma paralimpica durano ancora di meno a causa della vicinanza

alla forza che normalmente va allenata nei soggetti perché utile nelle attività quotidiane , (dovendo loro sempre spingere una carrozzina ) sarà importante allenare anche la resistenza alla forza rapida , la forza rapida ed esplosiva propri dello sport.

Per quanto riguarda l’allenamento della coordinazione durante la

preparazione atletica si possono utilizzare ausili come palline e cerchietti per migliorare l’oculo-manualità.

Amputati:

La perdita di una o più parti del corpo porta ad una modifica del modello motorio della persona risultante in una ristrutturazione mentale degli schemi motori di base.

Un’amputazione monolaterale porta ad una mancanza di simmetria dei movimenti crociati.

La preparazione dovrà essere adattata all’atleta a seconda del sito di amputazione.

E’ importante la mobilità per evitare contratture a monte dell’articolazioni amputate

PCI:

Come per i precedenti casi anche qui la preparazione va adattata a seconda della gravità del soggetto e di quello che può fare.

Ci sono però degli elementi comuni da allenare dovuti alla lesione cerebrale quali:

- Miglioramento equilibrio statico e dinamico

- Educazione posturale

- Controllo del tono posturale , soprattutto del rilassamento a causa della spasticità

- Miglioramento coordinazione

Attività sportiva atleti non vedenti:

L’apprendimento motorio di un atleta adolescente o adulto non vedente non differisce molto da quello di uno normodotato.

Il non vedente infatti , avendo un deficit di tipo sensoriale e non avendo alcun impedimento neurologico, può compiere quasi tutti gli esercizi. Il deficit visivo, inibisce la spinta spontanea del bambino all’esplorazione del mondo

circostante essendo affetti dalla sindrome delle mani cieche. Ciò che viene a mancare quindi non sono le capacità , ma la motivazione che

viene conferita dalla vista.

Il bambino non vedente quindi ha uno sviluppo più lento delle capacità, queste però possono essere recuperati con percorsi educativi mirati. L’intervento però deve essere precoce per non far aumentare il divario tra

E’ molto importante l’educazione sensopercettiva , in una fase iniziale è necessario stimolare la presa palmare , quella digitale, quella a pinza e altre varie esercitazioni seguite poi da quelle esplorative.

Per un non vedente conoscere l’ambiente è molto importante per trovare dei punti di riferimento in modo da operare nell’ambiente.

L’educazione deve sempre essere impostata a partire da vicino al corpo per posi spostarsi più lontano ( vicino-lontano, sopra-sotto , avanti – indietro).

Il tatto è il senso che maggiormente entra in gioco ed quindi è

importantissimo se non fondamentale per l’apprendimento come anche l’udito che lo aiuta ad orientarsi nello spazio.

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