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L'allenamento degli schermidori paralimpici.Lo sport come mezzo di integrazione

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Academic year: 2021

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Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Direttore Prof. Mario Petrini

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CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E TECNICHE DELLE

ATTIVITA’ MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE

Presidente: Prof. Gino Santoro

“L’allenamento degli schermidori paralimpici:

lo sport come mezzo di integrazione ”

RELATORE

Prof. Alessandro Di Ciolo

CANDIDATO

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CAPITOLO 1

1. Introduzione generale sport disabili 2. La scherma paralimpica

3. La Scherma per non vedenti

CAPITOLO 2

4. Principali deficit e conseguenze

5. Aspetti terapeutici dello sport nelle disabilità

CAPITOLO 3

6. La preparazione atletica nella scherma per disabili 7. La vita in sala di scherma

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CAPITOLO 1

1. INTRODUZIONE GENERALE SPORT DISABILI

LE PARALIMPIADI

Le paralimpiadi sono l’appuntamento più importante per l’élite degli atleti con disabilità.

La filosofia fondamentale del movimento paraolimpico è quella di dare a questi campioni di livello mondiale le stesse opportunità ed esperienze raggiunte degli atleti normodotati.

Si è cominciato a parlare di sport per disabili nel 1948, in Gran Bretagna, nel centro di riabilitazione motoria di Stoke Manderville, vicino a Londra, quando il neurochirurgo e direttore del centro, Sir Ludwig Gutmann, per primo intravide la possibilità per i portatori di handicap di svolgere

un’attività sportiva.

Grazie allo sport, i pazienti paraplegici svilupparono la muscolatura delle braccia e delle spalle, raggiungendo rapidamente risultati molto superiori a quelli ottenuti con la sola riabilitazione e permettendo il più efficace utilizzo della sedia a rotelle , grazie al miglioramento dell’equilibrio e delle abilità motorie con questa .

Il 28 luglio 1948, in occasione dei giochi olimpici di Londra, si tennero i primi giochi di Stoke Manderville per atleti disabili a cui parteciparono ex membri delle forze armate britanniche.

Nel 1952 i giochi di Stoke Manderville divennero internazionali e nel 1960 si svolsero parallelamente alle olimpiadi di Roma , dimostrando al mondo

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Questa venne ritenuta la prima paralimpiade .

Inizialmente il termine “para” deriva dal termine “ paraplegico” ma ad oggi viene inteso invece come “parallelo” ai giochi olimpici

Da allora, infatti, i giochi paraolimpici sono stati organizzati ogni quattro anni in concomitanza con i giochi olimpici.

Le gare della prima paralimpiade si svolsero immediatamente dopo la conclusione della diciassettesima olimpiade e vi presero parte ben 400 atleti para e tetraplegici provenienti da 23 paesi che li videro impegnati in otto discipline.

Fu così istituita la ISMGF, la federazione internazionale dei giochi di Stoke Manderville.

I giochi ideati da Gutmann cominciarono ad aver notorietà e successo, tanto che sempre più nazioni chiedevano di parteciparvi.

Negli USA i tornei di basket su sedia a rotelle conobbero una espansione simile e si estesero anche al nuoto, tennis tavolo, corsa e tiro con l’arco. Furono costituite numerose associazioni di sport per disabili , tra cui la NWAA , la National Wheelchair Athletic Association, che offrì

l’opportunità di competere in sport diversi.

Nel 1956 questi giochi furono riconosciuti dal CIO e per la prima volta fu messa in palio la coppa Fearnly.

Inizialmente però questi sport potevano solamente essere praticati nei centri di riabilitazione che disponevano almeno di una palestra , di una piscina e di uno spazio per le discipline all’aperto.

Le principali discipline praticate erano Scherma, tennis tavolo, basket, lancio del disco, lancio del peso, lancio del giavellotto, nuoto tiro con l’arco, la corsa invece che è oggi una delle discipline più praticate , non veniva praticata a causa delle carrozzine che non erano ancora adeguate.

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La disponibilità di carrozzine sempre più leggere e manovrabili sancì negli anni sessanta l’introduzione di nuovi sport come lo Slalom, dove occorreva sviluppare molta destrezza nell’uso della carrozzina stessa.

Nel 1964 apparve per la prima

volta lo stendardo con il logo formato da 3 gocce di colore verde , rosso e blu che rappresentano i luoghi della sofferenza

umana e rispettivamente la mente , il

corpo e lo spirito, e furono introdotte nuove discipline .

In quello stesso anno fu fondato l’ISOD , l’organizzazione internazionale disabili , che poi si allargherà anche ai soggetti amputati e nel 1980 fu fondata l’IBSA, associazione internazionale non vedenti e il CP_ISRA , associazione internazionale sport e ricreazione paralisi cerebrali. Nelle paralimpiadi del 1976 a Toronto per la prima volta parteciparono anche atleti ciechi e amputati.

In quello stesso anno si svolsero a Ornskoldsvik, in Svezia le prime Paralimpiadi invernali con grande successo.

Nel 1982 ISMGF, ISOD, IBSA e CP-ISRA fondarono un loro comitato

internazionale ICC per il coordinamento delle manifestazioni internazionali sostituito poi nel 1989 con il comitato paralimpico internazionale IPC fondato a Düsseldorf in Germania.

L’ottava edizione dei giochi paralimpici che si svolse nel 1988 a Seoul fu la prima in cui gli atleti disabili usarono gli stessi impianti dei giochi olimpici per normodotati.

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collegamento televisivo e inoltre vi parteciparono anche atleti con disturbi mentali. Nel 1996 le paralimpiadi si svolsero ad Atlanta con oltre 3000 atleti disabili , nel 2000 a Sydney e 2004 si svolsero ad Atene con oltre 4000 atleti disabili provenienti da 130 paesi.

Sempre nel 2004 si sono svolti in Svezia i primi “ global games” manifestazione che ha visto protagonisti atleti con disabilità mentali

cimentarsi in gare di atletica leggera , nuoto, tennis, tennis tavolo , basket, calcio.

Ciò ha costituito per l’ INAS-FID , organismo deputato a gestire l’attività internazionale di atleti con disturbi mentali il primo passo per in

reinserimento ufficiale nel programma dei giochi Paralimpici di Pechino 2008 ottenendo il diritto all’assegnazione di medaglie parimenti ai disabili fisici e sensoriali.

Nel 2012 si svolsero a Londra e quest’anno nel 2016 si sono svolte a Rio de Janeiro, dove hanno partecipato 4350 atleti provenienti da 176 paesi, di cui 226 donne, 264 uomini e 38 misti con 528 sono i titoli in palio e dove per la prima volta la fiamma è stata accesa a Stoke Mandeville .

Nel programma della XV Paralimpiade sono presenti ventidue discipline, due in più rispetto ai precedenti giochi, per via dell'introduzione della canoa e del triathlon.

 Atletica leggera paralimpica

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 Calcio a 5-un-lato  Calcio a 7-un-lato  Canoa paralimpica  Canottaggio paralimpico  Ciclismo su pista paralimpico  Ciclismo su strada paralimpico  Equitazione paralimpica  Goalball  Judo paralimpico  Nuoto paralimpico  Pallacanestro in carrozzina  Pallavolo paralimpica  Powerlifting paralimpico  Rugby in carrozzina  Scherma in carrozzina  Tennis in carrozzina  Tennistavolo paralimpico  Tiro paralimpico

Tiro con l'arco paralimpico Triathlon paralimpico

Vela paralimpica

Special olympics international

Fondata da Eunice Kennedy Shriver negli Usa nel 1968, propone ed organizza allenamenti ed eventi per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità.

Predispone un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per 2.500.000 ragazzi ed adulti con disabilità intellettiva. Nel mondo sono 180 i Paesi che adottano il programma

Special Olympics, e più di tre milioni di membri di famiglie ed 1.000.000 di volontari aiutano a realizzare ogni anno circa 23.000 grandi eventi.

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discipline sportive; annualmente una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei.

Nell'ottobre 2006 sono stati organizzati a Roma i Giochi Olimpici Speciali giovanili d'Europa (Special Olympics European Youth Games), ai quali hanno partecipato 1.500 atleti provenienti da 55 Paesi

di Europa ed Eurasia. Il 3 dicembre 2007, Giornata Mondiale della

Disabilità, la Delegazione di Atleti e Tecnici, di ritorno dai Giochi Mondiali di Shanghai, è stata ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, che ha assegnato alle Special Olympics una targa al merito sportivo della Presidenza.

COMITATO ITALIANO PARALIMPICO

Nel 1974 venne fondata la ANSPI ( associazione nazionale sport paraplegici italiani) per promuovere lo sport quale diritto per tutti i cittadini disabili. Venne eletto come primo presidente Giovanni Pische, ex-pilota militare paraplegico in seguito all'abbattimento del suo aereo su Malta nel 1941, non ché vincitore di medaglie ai II giochi paralimpici..

Nel 1980 fu costituita la FISHa ( Fed. italiana sport handicappati) che assorbì la FISM ( Fed. Italiana sport minorati) e l’ANFFaS ( Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli Subnormali) ed in seguito la FICS ( federazione italiana ciechi sportivi) e la FSSI ( fed. Sport Silenziosi d’Italia).

Il 17 novembre 1990 divenne la FISD ,federazione italiana sport disabili, nella quale si riunirono FISHa, FICS, FSSI divenendo un unico organismo.

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Nel 2003 con la legge n.189/03 la federazione viene trasformata in Confederazione con poteri, compiti e prerogative analoghe a quelle del CONI.

Il 16 marzo 2005 nasce così il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), da cui dipendono le Federazioni Sportive Paralimpiche e le Discipline associate. Il CIP oggi riconosce 21 Federazioni Sportive Paralimpiche, 13 Discipline sportive paralimpiche, 12 enti di promozione sportiva e 5 associazioni benemerite, attraverso le quali organizza l'attività agonistica nazionale ed internazionale.

ICF- classificazione internazionale del funzionamento

della disabilità e della salute:

La prima classificazione elaborata dall’OMS avvenne nel 1970 definita come ICD “Classificazione Internazionale delle malattie” , la quale

rispondeva all’esigenza di cogliere la causa delle patologie, fornendo per ogni sindrome e disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni diagnostiche.

Vedendo ben preso i limiti di questo tipo di classificazione, l’OMS elaborò una nuova classificazione L’ICIDH caratterizzato da tre componenti

fondamentali, attraverso le quali venivano analizzate a valutate le conseguenze delle malattie:

- la menomazione: danno organico e/o funzionale;

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- l’handicap : difficoltà che l’individuo incontra nell’ambiente circostante a causa della menomazione.

Anche questa però risultò essere molto limitativa e per questo venne elaborata nel 2001 l’ ICF “ classificazione internazionale del

funzionamento della disabilità e della salute”, divenendo una

classificazione delle componenti della salute e non delle malattie come le precedenti classificazioni, anche alla luce della consapevolezza e della maturità acquisita a livello internazionale nei confronti delle disabilità. L'ICF struttura le informazioni in due parti, ciascuna composta da due componenti:

1) FUNZIONAMENTO E DISABILITA’: Funzioni e strutture corporee:

Funzioni corporee : funzioni fisiologiche dei sistemi corporei Strutture corporee: le parti anatomiche del corpo (organi, arti,

componenti)

Menomazioni: deviazione o perdita significativa nella struttura del corpo

Attività e partecipazione:

Attività: esecuzione di un compito da parte del soggetto Partecipazione: coinvolgimento

Limitazioni attività: difficoltà riscontrabili in una azione

Restrizioni della partecipazione: problemi riscontrabili nel coinvolgimento

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2) FATTORI CONTESTUALI:

Fattori ambientali: diviso in 2 livelli

Individuale: l’ambiente individuale dell’individuo, la casa , il luogo di

lavoro….

Sociale: le strutture sociali, i servizi e le interazioni delle comunità o nella

società che hanno impatto sugli individui.

Fattori personali:

Sono il background personale del soggetto e comprendono razza, sesso , età, stile di vita, abitudini, istruzione , esperienze attuali e pregresse.

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2. LA SCHERMA PARALIMPICA

La scherma in carrozzina nasce come sistema di recupero per i reduci della II guerra mondiale inventato in Inghilterra dal Prof. Ludwig Gutmann nel 1948 . In Italia nasce nel 1953 e cioè solo poco tempo dopo l'avvento nel paese dello sport per disabili.

Com’è noto lo sport della scherma prevede il confronto tra due atleti mediante l'utilizzo di particolari attrezzature chiamate armi, ma

nonostante il nome, gli attrezzi che vengono utilizzati hanno ben poco di offensivo e pericoloso: non c'è cosa più distante dal pensiero di uno schermitore che quella di cercare di fare male all'avversario e, d'altro canto, le normative che regolano la fabbricazione e l'utilizzo

dell'abbigliamento e delle attrezzature in Italia sono talmente rigide da garantire un ampio margine di sicurezza. La scherma è uno sport

individuale, gli incontri (assalti) avvengono sempre tra due atleti (tiratori) ed anche le gare a squadre non sono altro che sommatorie di incontri singoli. Questo naturalmente non significa che non esista spirito di squadra o strategie e tattiche da applicare negli incontri a squadre.

Come per lo Sport base la scherma paralimpica presenta tutte e tre le armi , Fioretto , Spada e Sciabola.

Gli atleti sono suddivisi in 3 categorie in base alla funzionalità , in modo da far

di competere gli schermidori contro altri con un analogo livello di funzionalità.

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CATEGORIE:

A - classe 3 e 4 , atleti con paraplegie basse, deambulanti, amputati, emiplegici, spastici, ecc.

B - classe 2, atleti paraplegici non deambulanti C – classe 1a - 1b, atleti tetraplegici

Nella categoria C è possibile utilizzare solo fioretto e spada, la sciabola è esclusa e le armi possono essere legate alla mano per supportare la presa. Anche il campo di gara viene adattato , infatti gli atleti paralimpici hanno una pedana speciale che permette il fissaggio delle carrozzine, le armi invece non subiscono modifiche.Un tiratore può invece tirare in una categoria più alta, ad esempio uno schermidore della categoria C può tirare insieme con quelli delle categorie A e B, purché eserciti questo diritto all'atto dell'iscrizione e gareggi solamente in quella categoria in tutte le prove di scherma.

Gli atleti di categoria C in nessun caso tireranno nelle prove di sciabola. L’obiettivo del sistema di classificazione è di raggruppare insieme atleti con un potenziale di movimento simile. Benché possano esistere delle differenze fra gli atleti appartenenti alla stessa classe (ad esempio legate a diverse disabilità), esse non devono risultare eccessive, e in ogni caso, devono essere tali da consentire lo svolgimento di una competizione sportiva in maniera equa.

Per quanto non espressamente indicato nel presente regolamento si rimanda alle norme previste nel “Classification rules” dell’IWAS.

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Nei test vengono effettuate prove funzionali consistenti in una valutazione dell’abilità del busto di flettersi, estendersi ed inclinarsi frontalmente e lateralmente con o senza l’uso dell’arma, compiendo gli stessi gesti tecnici della Scherma.

Test 1

Consiste in una valutazione della capacità di estensione dei muscoli dorsali: l’atleta seduto sulla carrozzina con il busto inclinato avanti, cerca di tornare in una posizione di busto eretto contraendo i muscoli estensori del rachide (dorsali). In questa prova gli arti superiori sono retroflessi.

Test 2

È una valutazione del bilanciamento laterale del busto con gli arti superiori abdotti (braccia in fuori con le mani all’altezza delle spalle).

L’Atleta deve muovere il suo centro di gravità a destra e a sinistra fino alla posizione dove perde l’equilibrio.

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Test 3

valutazione dei muscoli estensori del tronco, ma più specificatamente dei lombari.

L’esercizio va eseguito con le mani dietro la nuca, questa è una variante del test n.1,

inserita per annullare la componente di inerzia del movimento degli arti superiori.

Test 4

Simile al test n.2, ma risulta più difficile perché deve essere eseguito impugnando

l’arma il cui peso, infatti, riducendo molto la possibilità di inclinazioni laterali del tronco senza perdere l’equilibrio

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EQUIPAGGIAMENTO:

LE ARMI:

Il Fioretto

E’ un’arma “di punta”, il che significa che per mettere a segno stoccate può essere usata solo la punta. Iniziò a essere utilizzata come arma da studio o da allenamento. Il fioretto è una disciplina olimpica maschile e femminile. Il fioretto come la Sciabola è un’arma convenzionale ossia che presenta delle regole per stabilire chi ha ragione in una determinata azione e a chi attribuire i punti.

La Sciabola

E’ un’arma on la quale si può colpire di punta , taglio e controtaglio della lama. Fino all'annata 1997-98,era "per soli uomini" è anche quella che ha

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conosciuto più recentemente il sistema elettrico di segnalazione delle stoccate (1988) ed è anche la meno praticata in assoluto. Come nel fioretto è la convenzione a stabilire a chi debba essere attribuito il punto.

La Spada

E’ un’arma “di punta”, il che significa che per mettere a segno stoccate può essere usata solo la punta. Non ci sono convenzioni negli incontri con la spada: il primo che colpisce l’avversario realizza il punto. La spada è una disciplina olimpica maschile e femminile.

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LA PEDANA

La parte del campo di gara che è usata dagli schermidori è chiamata pedana.

Questa, in caso di assalti di spada, deve essere installata su una superficie metallica, in modo da isolarne il più possibile lo spazio intorno.

Non esiste limite ufficiale alle dimensioni della pedana però in ogni caso deve conformarsi alle seguenti specifiche:

• Si deve poter fissare in modo stabile la carrozzina • Le carrozzine devono posizionarsi ad una angolazione di 110° (+ o -2°) rispetto all'asse centrale

• Il lato interno delle ruote deve toccare l'asse centrale e

tutte le ruote debbono poggiare sulla pedana

• Deve permettere, per una facile regolazione della misura,

l'adattamento alle tre armi e alle varie

lunghezze del braccio dello schermidore

• Deve essere facilmente adattabile alle varie ampiezze delle carrozzine • La struttura non deve consentire alla carrozzina di oscillare in nessuna direzione, in modo che lo

schermidore non rischi di cadere dal sedile. Deve anche essere costruita in modo che gli adattamenti

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relativi alla distanza e ampiezza della carrozzina non possano subire variazioni durante l'incontro

• La pedana deve potersi appoggiare stabilmente sul pavimento

LA CARROZZINA

La carrozzina fa parte dell'attrezzatura dello schermidore e deve passare il "controllo armi".

Lo schienale della carrozzina deve avere una altezza minima di cm 15 dal sedile o dal cuscino quando lo schermidore è seduto, e deve essere a 90° rispetto al sedile.

La spondina del lato non armato è obbligatoria e deve avere una altezza minima di 10 cm dal sedile, o dal cuscino, misurata quando lo schermidore è seduto.

Questa spondina deve essere fissata in modo sicuro e corretto per tutto l'incontro.

La carrozzina deve essere

completamente isolata tramite una copertura isolante permanente o rimovibile.

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questa deve essere robusta e fissata in modo da coprire completamente la relativa parte da isolare per tutta la durata di ogni incontro. Il cuscino non è obbligatorio. Se viene usato un cuscino

questo deve avere le stesse dimensioni del sedile della carrozzina, una altezza massima di 10 cm.

L'altezza massima di una carrozzina è fissata in cm 53, misurati da terra al sedile.

L'ampiezza del sedile della carrozzina non deve superare, da ciascun lato, l'ampiezza del bacino dell'atleta per più di 3 cm. L'inclinazione delle ruote della carrozzina deve essere conforme all'intelaiatura ufficiale della

carrozzina. E' possibile assicurare i piedi o le gambe dello schermidore alla carrozzina. Lo schermidore deve essere seduto in posizione eretta con le anche e le ginocchia posizionate a 90° tra loro, così che le ginocchia non interferiscano con il bersaglio valido

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LA MISURA:

La misura è La distanza che intercorre tra i due avversari , nella scherma in carrozzina devono necessariamente impostarsi ad una corretta distanza a seconda della propria categoria e della propria lunghezza del braccio . La distanza verrà provata a turno da ogni schermidore. Nel caso di

schermidori con diversa lunghezza di braccio, la misura da adottare è quella dello schermidore con il braccio più corto.

Questo può preferire la misura più grande, ma in nessun caso la misura può eccedere quella dello schermidore col braccio più lungo.

Fioretto

Per stabilire la corretta misura di scherma, gli schermidori devono sedere diritti al centro del sedile. Uno schermidore fletterà il gomito ad angolo retto, in direzione del suo avversario. La punta del fioretto dell'avversario, quando il braccio è completamente esteso, deve raggiungere un punto verticalmente sopra l'angolo interno del gomito. Gli schermidori di

categoria C determineranno la misura raggiungendo un punto 10 cm sopra l’angolo del gomito (metà del bicipite).

Spada :

Per stabilire la corretta misura gli schermidori devono sedere diritti al centro della carrozzina uno con il braccio esteso e la spada puntata verso il suo avversario, il quale dovrà flettere il braccio armato, con il gomito

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Gli schermidori di categoria C determineranno la misura esattamente nello stesso modo descritto per il fioretto delle categorie A e B (piega del gomito).

Sciabola:

Per stabilire la corretta misura gli schermidori devono sedere diritti al centro del sedile, uno col braccio esteso e la sua sciabola puntata verso l'avversario, l'altro con il braccio flesso ed il gomito verso il primo. Dovrebbe essere appena possibile un taglio sul gomito.

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LA GUARDIA:

I tiratori sono sempre messi in guardia, sia all'inizio dell'incontro, sia successivamente, sedendo diritti al centro della ampiezza delle loro carrozzine.

Nel fioretto e nella spada il braccio armato non deve essere esteso, le lame dei tiratori non devono essere in contatto e le punte delle armi non possono superare il fronte della guardia avversaria.

Nella sciabola gli schermidori, al comando "in guardia", adotteranno una posizione di guardia in cui non ci dovrà essere contatto di lame e dove la punta della lama di un tiratore non dovrà avanzare oltre il piano verticale che la punta del suo avversario stabilisce proiettata ad angolo retto sulla linea di gioco.

BERSAGLIO:

Fioretto : Il bersaglio valido è il busto, inteso come quella parte del corpo, escluse le gambe e le braccia, con un settore della gorgiera della maschera compresa.

Spada: A differenza della spada dove il bersaglio valido comprende tutto il corpo compreso le gambe e i piedi, il bersaglio nella paralimpica è l'intera parte superiore del corpo dello schermidore, compreso l'equipaggiamento. Il limite inferiore del bersaglio è come quello definito per la sciabola e comprende ogni parte del corpo al di sopra di una linea

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tronco dello schermidore in posizione di guardia. Per delimitare il bersaglio valido da quello non valido si usa una speciale parannanza che si pone sulle gambe dello schermidore e si lega al tronco.

Sciabola: Il bersaglio valido comprende ogni parte del corpo posta al di sopra della linea orizzontale che passa dal sommo delle pieghe formate dalle cosce e dal tronco del tiratore nella posizione di guardia ad esclusione delle mani.

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3. SCHERMA PER NON VEDENTI

La Scherma per Non Vedenti è attività ufficiale della Federazione Italiana Scherma dal 2013 e prevede due gare a livello nazionale ed un

Campionato Italiano Assoluto.

LE ARMI :

Per la sua ampiezza di bersaglio e per la mancanza di convenzione l’unica arma praticata nella scherma non vedenti è la spada.

EQUIPAGGIAMENTO:

La pedana:

La pedana è lunga m. 8.30, condizionata da 11 bande di alluminio

mandorlato (1 m. x 10 cm.) dello spessore di 3 mm. fissate con delle viti sulla pedana regolamentare. Le bande sono disposte 8 in orizzontale a

tracciare la linea direttrice e a delimitare la lunghezza della pedana, e 3 in verticale a delimitare i fine pedana e il centro pedana. La larghezza della pedana rimane invariata. Le bande una volta fissate sulla pedana si isolano per conduzione.

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La messa in guardia rimane invariata a 4 metri, a metà tra la linea di

centro e la linea di fine pedana. Praticamente a 2 metri dal centro pedana riferito al singolo

schermidore. Le linee di messa in guardia non sono evidenziate con alcuna banda, e nel caso fosse necessario sarà

l’arbitro o condurre verbalmente lo schermidore su di esse. L’uscita

laterale dalla pedana con un piede (pedana regolamentare 1 metro) non è sanzionata, mentre l’uscita con entrambi i piedi da fondo pedana (la

banda di alluminio che delimita il fine pedana) comporta penalità: punto per lo schermidore che rimane in pedana.

La benda:

Come per gli altri sport già praticati dai non vedenti, anche la scherma prevede l’ausilio della benda, o mascherina, al disotto della quale vanno applicate sugli occhi le bende oftalmiche in modo da eliminare eventuali differenze tra ipovedenti e non vedenti assoluti

Apparecchio segnalatore:

L’apparecchio dovrà emettere due suoni differenti a differenza dei normali apparecchi, uno per il rosso e uno per il verde, in modo che gli schermidori in pedana sappiano chi ha toccato senza dover aspettare la ricostruzione dell’arbitro.

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AZIONI SCHERMISTICHE:

Le azioni schermistiche sono: offesa, difesa e controffesa.

L’azione è valida solo dopo che i due schermidori abbiano toccato volutamente l’arma dell’avversario (lama o coccia), perciò le azioni iniziano con la ricerca del ferro. Appena trovato il riferimento (lama o coccia) si decide come continuare, espletando il colpo oppure

difendendosi (deviando la lama dell’avversario, arretrando o schivando). Nel caso in cui i due schermidori si superassero o si toccassero le cocce senza aver toccato la lama, l’arbitro interromperà l’azione e indirizzerà i due schermidori alla messa in guardia per una nuova azione.

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CAPITOLO 2

4. PRINCIPALI DEFICIT E CONSEGUENZE

CLASSIFICAZIONE DISABILITA’

Al fine di permettere a tutti i partecipanti delle competizioni di competere alla pari, i soggetti disabili sono stati inseriti in differenti quadri nosologici. Nel contesto sportivo i disabili vengono distinti in fisici e psichici. I primi possono praticare attività agonistica , mentre nei secondi lo sport ha valore esclusivamente ludico.

I disabili fisici sono poi suddivisi in base alla disabilità motoria o sensoriale, seguendo differenti classificazioni e diversi regolamenti.

DEFICIT MOTORI: Presentano la seguente classificazione

Lesioni midollari:

Comprendono tutte le lesioni del tratto dorso-lombo-sacrale.

Un trauma midollare può provocare una lesione la cui entità determina , con grado ed intensità variabili, una interruzione della trasmissione nervosa tra SNC, SNP e innervazioni muscolari.

Tra la 4C e la 1T si ha tetraplegia , tra 2T e 2S si ha paraplegia , la lesione può essere parziale ( spastica) o totale ( flaccida).

Fanno parte delle lesioni midollari :  Tetraplegia

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 Diplegia  Poliomielite  Spine bifide  Mieloceli

Lesioni cerebrali:

Vi rientrano patologie di origine cerebrale nelle quali sia rilevante la componente motoria , come le PCI , nel caso coinvolga le capacità mentali l’atleta gareggia nelle categorie dei disabili psichici.

Le amputazioni:

comprendono soggetti che , in seguito ad incidenti o malattie , hanno subito l’asportazione o perso l’uso di uno o più arti.

Les Autres:

Questo termine suggerisce un concetto di classificazione per esclusione . Si tratta di disabilità che non rientrano nell’ambito delle patologie citata fino ad ora.

Per appartenervi la disabilità deve essere stazionaria o progressiva come:  Paresi o paralisi totale degli arti inferiori

 Paresi o paralisi degli arti superiori

 Ridotta mobilità passiva delle articolazioni

 Patologie congenite che interessano l’apparato locomotore  Menomazioni di tipo ortopedico ( differenza arti inferiori di almeno 7 cm, scoliosi grave , nanismo, anchilosi della spina

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DEFICIT SENSORIALI:

Le minorazioni sensoriali sono determinate da lesioni o imperfezioni degli organi sensoriali : vista e dell’udito.

DEFICIT PSICHICI:

Sono quei soggetti che presentano una incapacità ad essere

autosufficienti. Sono soggetti profondamente compromessi nelle loro funzioni intellettive per cause riferibili a fattori ereditari o congeniti o acquisiti nei primi 3 anni di vita.

Le attività sportive di questi soggetti si basano sul non agonismo e sono divise in 2 livelli : specialità più semplici e specialità più complesse.

DEFICIT MOTORI:

PARALISI CEREBRALI INFANTILI:

Le Paralisi Cerebrali Infantili sono definite come Disordini della postura e del movimento , permanenti ma non invariabili, dovuti ad encefalopatia precoce non evolutiva.

Presenta i seguenti elementi caratterizzanti:  Carattere eterogeneo del gruppo

 Tutti i vari quadri presentano un disordine della postura e del movimento

 Il disordine della postura e del movimento è permanente ma presenta modificazioni cliniche e funzionali nel corso dello

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 Encefalopatia fissa

 Il danno può essere rappresentato da una malformazione o lesione del SNC

Classificazione clinica:

Fa riferimento alla natura dei sintomi neurologici che caratterizzano il quadro clinico. La classificazione tiene conto del fatto che il SNC assume il doppio ruolo di organo che pianifica e pensa il movimento , per mandarlo poi in esecuzione attraverso il midollo e i nervi giungendo ai vari muscoli. Oltre all’encefalo sono coinvolti anche aree motorie della corteccia , cervelletto, e nuclei della base.

Il coinvolgimento di queste strutture determina l’insorgenza di una patologia piramidale caratterizzata da una compromissione funzionale a cui si associano : ipertono spastico , iperiflessia profonda, sincinesie, clono, riflessi patologici e segno di babinski positivo.

La valutazione clinica determina 4 tipi di forme di PCI: 1- Forme spastiche: lesione al sistema piramidale 2- Forme atassiche : lesione al sistema cerebellare

3- Forme discinetiche : lesioni a carico dei nuclei della base 4- Forme miste: interessano più sistemi

Classificazione topografica:

Si basa sulla distribuzione della compromissione motoria.

La disfunzione motoria , con le anomalie neurologiche può interessare tutto il corpo o solo una parte , topograficamente le varie forme sono:

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 Diplegia: compromissione dei 4 arti con prevalenza di quelli inferiori

 Triplegia : compromissione di 3 arti

 Paraplegia : compromissione arti inferiori  Monoplegia : compromissione di un arto

Le cause:

Le cause responsabili del danno encefalico sono di diversa natura e possono agire in periodi diversi.

Cause prenatali:

Si riferiscono a fattori che possono incidere prima o durante la gravidanza ed includono :

 Fattori genetici

 Infezioni materne ( rosolia , toxoplasmosi..)

 Malattie croniche materne

 Disordini circolatori

 Intossicazioni

Cause perinatali:

Si riferiscono a fattori che avvengono durante il parto o nella prima settimana di vita e includono:

 Distocia del parto

(33)

Cause postnatali:

Sono condizioni che si verificano durante la prima settimana di vita :

 Traumi cranici

 Intossicazioni

 Infezioni

 Disturbi metabolici

Emiplegia:

Forma congenita di PCI caratterizzata da deficit motorio interessante un emilato e generalmente associata alla forma spastica.

Sul piano clinico è caratterizzata da paresi e dalla spasticità a carico dell’emilato interessato.

La compromissione motoria interessa prevalentemente le parti distali degli arti e gli arti superiori più quelli inferiori.

L’atteggiamento dell’arto è in genere molto caratteristico , si presenta flesso, con avambraccio supinato , polso flesso , dita iperestese e pollice addotto.

Le contratture si sviluppano progressivamente nel tempo se non vengono addotti opportuni provvedimenti terapeutici. Sul piano neurologico è presente una lesione piramidale che determina ipertonia spastica,

aumento dei riflessi tendinei, clono del piede e segno dii babinski positivo. I segni cominciano a manifestarsi tra i 3 e i 6 anni di vita.

Lo sviluppo psicomotorio è caratterizzato da un ritardo delle principali acquisizioni motorie, ma la deambulazione autonoma avviene in tutti i soggetti anche se caratterizzata da atteggiamento flessorio dell’arto superiore ed estensorio di quello inferiore.

(34)

La gravità della forma divide i pazienti in 2 categorie :

1- Forma severa: grave compromissione motoria, RM, epilessia 2- Forma lieve: modesta compromissione motoria, livello cognitivo

che non interferisce nell’inserimento del soggetto.

Diplegia:

Forma di PCI caratterizzata da compromissione di entrambi gli emilati, con una netta prevalenza degli arti inferiori rispetto ai superiori (lieve o

scarsamente apprezzabile). Si possono individuare 2 forme : Spastica o atassica

DIPLEGIA SPASTICA:

Frequentemente associata a nascita pretermine.

Sul piano clinico è rappresentato da ipertonia spastica deli arti inferiori, che interessa in particolare i muscoli adduttori della coscia , gli estensori della gamba e presenta equinismo del piede. Sono presenti segni di natura piramidale con aumento di riflessi tendinei, clono e segno di babinski positivo.

Gli arti superiori sono coinvolti con una compromissione molto variabile da caso a caso ma sempre minore rispetto agli arti inferiori. Abbastanza frequentemente la condizione è asimmetrica , per prevalente

interessamento di un emilato rispetto all’altro.

Il livello cognitivo si colloca abitualmente nei limiti della norma.

DIPLEGIA ATASSICA:

Presenta la stessa distribuzione topografica della forma spastica , da cui si differenzia per la presenza di atassia.

(35)

Lo sviluppo psicomotorio è caratterizzato da una iniziale fase di marcata ipotonia , che verrà progressivamente sostituita da spasticità e con ritardo delle acquisizioni posturali. L’uso funzionale delle mani è spesso

compromesso per la presenza di atassia.

Tetraplegia:

E’ la forma più grave di PCI , in cui le cause prenatali , perinatali e postnatali sono ugualmente rappresentate.

Sul piano clinico dominano i segni di natura piramidale , presenza di paralisi bulbari e dei nervi cranici.

Ne deriva una marcata compromissione funzionale che coinvolge le

capacità motorie , il linguaggio, la respirazione , un ritardo mentale e tutti i problemi derivanti dall’immobilità.

Paralisi Cerebrali Discinetiche:

Sono un gruppo eterogeneo di disturbi extrapiramidali costituito da una disabilità nell’organizzazione, nell’esecuzione corretta dei movimenti intenzionali, nella coordinazione delle reazioni automatiche alla base del movimento e nel mantenere stabilmente una postura.

Presentano due sottogruppi principali:

Forme atetoidi: caratterizzate dalla presenza di ipercinesie

involontarie , lente, tentacolari, che interessano le parti distali degli arti e la muscolatura facciale. Si tratta di movimenti parassiti che interessano agonisti e antagonisti.

Forme distoniche: caratterizzate dalla presenza di modificazioni del tono a carico della muscolatura del tronco , generalmente provocate

(36)

collo e che provocano interferenza nei movimenti intenzionali e nel mantenimento della postura.

Compaiono solitamente dopo 2-3 mesi con manifestazione fluttuanti del tono e compromissione delle tappe posturali.

Il linguaggio è sempre compromesso.

Paralisi Cerebrali Atassiche:

Sono circa il 15 % di tutte le forme e possono essere di natura displastica o atrofica caratterizzate da ipotonia diffusa e aspecifica.

Solo dopo il primo anno di vita viene diagnosticata la PC di tipi atassico che comporta: ipotonia assiale, oscillazioni del tronco e movimenti degli arti inferiori, atassia e tremori intenzionali nei movimenti di afferramento dell’oggetto.

LESIONE SPINALE

Una lesione spinale o midollare è una lesione che può comportare l'interruzione delle vie nervose ascendenti e discendenti del midollo spinale con conseguente mutamento, temporaneo o permanente, delle sue normali funzioni motorie, sensoriali o autonome .

A seconda della posizione e della gravità del danno lungo il midollo spinale, i sintomi possono variare notevolmente, e può essere dovuto a diverse cause traumatiche tra cui traumi fisici, come incidenti stradali, colpi di pistola, cadute o infortuni sportivi, ma può anche derivare da cause non traumatiche come infezioni, insufficiente flusso di sangue o pressione causata da una massa tumorale.

(37)

Le complicazioni che possono verificarsi a breve e a lungo termine dopo l'infortunio sono : le piaghe da decubito, infezioni, atrofia muscolare e problemi respiratori.

Le lesioni spinali possono essere:

 Complete : porta a paralisi e quindi alla perdita del controllo motorio

 incomplete : lesione che consente al paziente di mantenere una parte della sensibilità o della possibilità di controllo motorio al di sotto del neuromero leso

La più vecchia classificazione di Frankel è stata poi adottata anche dall’ASIA ed introdotta, assieme ad altre scale di valutazione di tipo funzionale, negli standard dell’ISCoS.

Secondo questa classificazione le lesioni midollari possono essere di 5 tipi:

A

= Completa. La funzione sensitiva o motoria non è conservata nei segmenti sacrali S3- S5.

B

= Incompleto. La funzione sensitiva, ma non quella motoria, è

conservata sotto il livello neurologico e si estende ai segmenti sacrali S3-S5.

C

= Incompleto. La funzione motoria è conservata sotto il livello

neurologico e la maggior parte dei muscoli chiave sotto quel livello ha un grado di forza muscolare minore di 3.

(38)

D

= Incompleto. La funzione motoria è conservata sotto il livello

neurologico e la maggior parte dei muscoli chiave sotto tale livello ha un grado di forza muscolare maggiore o uguale a 3.

E

= non deficit neurologici.

Per definire il livello neurologico agli arti superiori, si testano alcuni movimenti chiave, a cui si dà un punteggio da 1 a 5.

Lesione cervicale:

Sono le più frequenti , possono provocare tetraplegia totale o parziale. Quelle che coinvolgono i segmenti cervicali C4 e C5 sono le più gravi tra quelle compatibili con la sopravvivenza in respiro spontaneo

Lesione toracica:

Le lesioni a livello di T1 a T8 comportano l'impossibilità di controllare i muscoli addominali.

Più basso è il livello del trauma, meno gravi sono gli effetti.

Le lesioni da T9 a T12 comportano la perdita parziale del tronco e del controllo dei muscoli addominali.

Lesioni ai livelli spinali toracici possono causare la paraplegia, ma solitamente non vengono coinvolte le funzioni di mani, braccia, collo e muscoli respiratori.

Nella Paraplegia la lesione midollare è sottostante il metamero midollare T1. Si distingue dalla tetraplegia che interessa tutti e quattro gli arti e si verifica in caso di lesione cervicale del midollo spinale.

(39)

Lesione lombosacrale

Gli effetti delle lesioni al livello lombare o sacrale del midollo spinale (la parte bassa della schiena e bacino) includono un deficit nel controllo delle gambe, del sistema genito-urinario e dell'ano.

(40)

DEFICIT SENSORIALI:

IPOVISIONE E CECITA’:

L’ipovisione è una minorazione sensoriale che produce disabilità visiva bilaterale irreversibile non completa ma di entità rilevante e non correggibile per mezzo dei comuni occhiali da vista o lenti a contatto. La minorazione può essere tale da impedire alla persona il compimento degli atti elementari della vita quotidiana necessari a gestire se stesso , per lavorare, per comunicare e per interagire.

Secondo l’organizzazione mondiale della sanità ( OMS) , un soggetto è ipovedente quando ha un visus nell’occhio migliore tra 1/20 e 3/10, un soggetto invece si dice cieco quando l’acuità visiva è inferiore a 1/20. Il visus è la visione centrale e distinta, si misura facendo leggere delle lettere poste ad una determinata distanza.

In Italia si misura in decimi. Si parla di ipovisione: · centrale

· periferica

L'ipovisione centrale: non permette di riconoscere l'oggetto che si sta fissando. Determina la perdita della capacità di lettura e scrittura e di tutte le attività cosiddette fini. E' la forma più frequente e la degenerazione maculare è la malattia che la determina nella maggior parte dei casi.

(41)

L'ipovisione periferica : garantisce una buona visione di ciò che si fissa, ma riduce fortemente la percezione dello spazio circostante.

La visione periferica o campo visivo è la quantità di spazio che l'occhio percepisce quando fissa un qualcosa. La riduzione del campo visivo è invalidante tanto quanto la riduzione del visus, in quanto limita la capacità di controllo dello spazio, creando notevoli difficoltà negli spostamenti.

L’ipovedente solitamente è una persona che ha bisogno di aiuto, sia sul piano psicologico che su quello sociale, e che va sostenuto

continuamente, perché il successo riabilitativo dipende quasi

esclusivamente dall'interesse, dalla motivazione e dall'impegno che egli riesce a trovare in sé stesso.

Quasi sempre si tratta di un soggetto anziano.

Cecità parziale : Si definiscono ciechi parziali:

a) coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, anche con eventuale correzione;

b) coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10%.

Cecità totale: Ai fini della presente legge, si definiscono ciechi totali: a) coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi;

b) coloro che hanno la mera percezione dell'ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore;

(42)

La cecità può essere determinata da vari fattori, può essere ad esempio genetica, oppure derivare da un evento successivo alla nascita. Tale condizione pone senz'altro nei confronti dell'individuo interessato delle difficoltà maggiori rispetto agli altri individui. Va però sottolineato che questa disabilità non incide in maniera negativa sull'intelligenza di una persona. Il disabile visivo, per contro, essendo meno focalizzato sulla percezione della realtà esterna può essere facilitato nello sviluppo del pensiero e della memoria.

L'International Blind Sport Association (Associazione internazionale dello sport per ciechi) definisce due categorie per atleti con problemi di vista, contrassegnate dal prefisso B (Blindness, ovvero cecità).

L'associazione utilizza per la classificazione un metodo basato sui

sessantesimi: si esprime la capacità visiva di un individuo in una forma del tipo x/60 per indicare che egli vede a una distanza di x metri le stesse cose che una persona normale vedrebbe a 60 metri di distanza. Inoltre viene anche considerato l'angolo visivo che riesce a coprire la vista della persona in oggetto. In questo modo si definiscono tre classi:

B1:

un atleta che non percepisce la luce in nessuno dei due occhi o che la percepisce ma non è in grado di riconoscere la forma di una mano da alcuna distanza o direzione;

B2

: un atleta che può riconoscere la forma di una mano e può vedere chiaramente con un parametro di 2/60 o inferiore, e il cui campo visuale è minore di 5°;

(43)

B3

: un atleta può riconoscere la forma di una mano e vede chiaramente con un parametro che varia dai 2/60 ai 6/60 e che inoltre ha un campo visuale sopra i 5° ma sotto i 20°.

Tutte le classificazioni sono effettuate nell’occhio migliore con la migliore correzione ( es. lenti a contatto)

(44)

5.

ASPETTI TERAPEUTICI DELLO SPORT NEI DISABILI

Per i disabili lo Sport costituisce la forma più naturale per valorizzare le proprie capacità fisiche ed è fondamentale come integrazione alle terapie riabilitative nei soggetti costretti all’uso della carrozzina, permettendo lo sviluppo e il miglioramento delle abilità residue.

Infatti attraverso la pratica sportiva il soggetto ha la possibilità di migliorare sia le abilità coordinative che le abilità condizionali .

Lo sport consente inoltre di potenziare gli aspetti cognitivi e psichici e di sviluppare competenze socio-relazionali molto preziose, specialmente nel caso di soggetti in condizione di disabilità.

La ristrutturazione degli schemi corporei e comportamentali , permette anche di riscoprire i valori della persona in termini di autostima ed ambizioni personali da condividere con il gruppo sociale o lavorativo di appartenenza. La pratica sportiva consente alla persona di acquisire ed esprimere la propria autonomia ed organizzare il proprio tempo libero in un’attività che da soddisfazione, e induce nell’organismo alla produzione di endorfine, sostanze chimiche che hanno effetti positivi sull’umore generale dell’uomo e sulla regolazione del sonno. La persona che pratica uno sport, quindi, vedrà diminuire l’ansia, lo stress e il nervosismo, e aumentare il benessere emotivo generale.

Perché però sia invogliati alla pratica sportiva bisogna che negli ambienti sportivi si crei un clima positivo ed un gruppo di allenamento affiatato, dove ogni persona sia accettata per come è, con la propria disabilità e le proprie caratteristiche.

(45)

E’ necessario che l’allenatore sportivo possieda una formazione adeguata conoscendo i problemi generali dei vari handicap , in modo che

l’allenamento non risulti dannoso per l’ atleta , promuovendo la qualità e i valori educativi dello sport.

Anche un’attrezzatura adeguata nelle palestre e nei centri sportivi è uno strumento fondamentale perché i soggetti disabili possano avere la possibilità di praticare sport.

Oltre agli elencati benefici fisici , lo sport si è dimostrato nel corso degli anni un importante mezzo di riabilitazione psicologica , e che risulta forse il beneficio maggiore.

L’attività motoria consente all’atleta con deficit, infatti, di acquisire maggiore sicurezza verso le cose che fa e verso se stesso, contribuendo a ripristinare la fiducia nelle sue potenzialità.

Inoltre l’atleta è in grado di sperimentare le proprie capacità e le proprie doti, le proprie possibilità e i propri limiti, acquisendo così una maggiore conoscenza di sé.

Fin dal bambino, il disabile vive nella sua esperienza quotidiana, , tutta una serie di difficoltà insuccessi e frustrazioni , che lo portano a sviluppare un senso di impotenza . Le esperienze di movimento e l’apprendimento di gesti sportivi

contrastano la tendenza all’autocommiserazione e alla depressione poiché è un mezzo di affermazione e realizzazione attraverso il quale il disabile può dimostrare a se stesso e agli altri le proprie capacità e favorire la formazione di strutture cognitive logiche che aiutano a consolidare la fiducia di se e la propria autostima.

(46)

Quindi i benefici che presenta lo sport sono determinati: A livello fisico : - > forza

- > abilità - > equilibrio - > coordinazione - > resistenza - > autonomia A livello psicologico: - > Sicurezza

- > Soddisfazione personale - > Autocontrollo

- > autostima

A livello sociale: - > autonomia

- > socializzazione ed integrazione - > confronto

(47)

CAPITOLO 3

6. LA PREPARAZIONE ATLETICA NELLA SCHERMA PER

DISABILI

L’attività motoria e sportiva che coinvolge soggetti con disabilità come quella per normodotati , deve essere adeguata all’individuo stesso che la svolge , e questo principio vale sia per le componenti organiche che per le psicologiche.

Il preparatore deve saper apprendere e riconoscere i differenti aspetti degli individui con cui si trova a che fare poiché in base a quelli dovranno essere programmati specifici interventi didattici.

Questo aspetto risulta ancora più importante quando abbiamo a che fare con atleti disabili. Bisogna infatti che il preparatore comprenda quali sono i limiti della persona che si trova davanti, in rapporto al deficit della persona ,delle sua abilità residue e deve ,oltre a scegliere gli esercizi giusti e mirati adattare tali esercizi alle possibilità dell’atleta.

Le motivazioni dello sportivo disabile non sono molto differenti da quelle dell’atleta normodotato, anzi risultano addirittura maggiori.

(48)

proprio corpo , nell’avvertire l’efficienza dei propri apparati , in funzione soprattutto dopo la parte riabilitativa successiva ad un trauma.

A volte i disabili sono limitati nei loro movimenti, nelle attività fisiche e motorie in generale, nelle situazioni coordinative e nei livelli di destrezza, e devono essere presi in considerazione i loro livelli di fiducia , interesse e motivazione.

Gli individui con disabilità fisiche dimostrano variabilità all’aumento

dell’attività fisica che possono svolgere con qualità, frequenza, intensità e durata. E’ importante:

- Assistere l’individuo durante gli esercizi se necessario( soprattutto a terra)

- Adattare esercizi e performance

- Sviluppare ritmo di movimento e forza

- Gli atleti su sedia e a rotelle devono usare una sedia giusta, sviluppare la muscolatura, controllare il raggio di movimento, e migliorare il centro di gravità.

Gli atleti invece con deficit sensoriali come vista ed udito sono capaci di compiere qualsiasi esercizio, ovviamente apportando i giusti adattamenti. Nei soggetti con danni all’udito dobbiamo:

- Sviluppare esercizi funzionali per il miglioramento dell’equilibrio - Utilizzare ausili video , lavagne …

Nei soggetti che presentano danni alla vista dobbiamo:

- Rendere familiare la zona sportiva girando attorno ad essa - Usare la voce, attrezzi di legno, fischietti per migliorare la

consapevolezza direzionale - Usare la corda per la corsa

(49)

- Fare in modo che sentano la forma, la dimensione e le caratteristiche dell’attrezzatura con la quale lavorano

Il lavoro nei soggetti disabili va incentrato su: - Schemi motori di base

- Resistenza ( attività aerobica )

- Forza ( resistenza alla forza e forza rapida ed esplosiva) - Equilibrio

- Coordinazione - Mobilità articolare - Flessibilità

Disabili in carrozzina (paraplegici e tetraplegici) :

E’ molto importante allenare la resistenza e la forza resistente tramite esercizi con poco peso ed alto numero di ripetizioni per contrastare anche l’aumento di peso dovuto alla continua stazione seduta.

Bisogna lavorare sulla mobilità delle articolazioni quali spalla , gomito e polso e del tronco tramite flessioni e torsioni del busto. Nel caso di tetraplegici la mobilizzazione dovrà avvenire con esercizi passivi. Riguardo alle esercitazioni della forza si possono utilizzare manubri e bilancieri direttamente sulla carrozzina o sulla panca , ma possono essere utilizzati anche esercizi a carico naturale come piegamenti sulle braccia sfruttando i braccioli della carrozzina o trazioni alla sbarra , adattata in altezza , o alla corda.

La scherma è uno sport aerobico-anaerobico per la durata degli incontri. Nella scherma paralimpica durano ancora di meno a causa della vicinanza

(50)

alla forza che normalmente va allenata nei soggetti perché utile nelle attività quotidiane , (dovendo loro sempre spingere una carrozzina ) sarà importante allenare anche la resistenza alla forza rapida , la forza rapida ed esplosiva propri dello sport.

Per quanto riguarda l’allenamento della coordinazione durante la

preparazione atletica si possono utilizzare ausili come palline e cerchietti per migliorare l’oculo-manualità.

Amputati:

La perdita di una o più parti del corpo porta ad una modifica del modello motorio della persona risultante in una ristrutturazione mentale degli schemi motori di base.

Un’amputazione monolaterale porta ad una mancanza di simmetria dei movimenti crociati.

La preparazione dovrà essere adattata all’atleta a seconda del sito di amputazione.

E’ importante la mobilità per evitare contratture a monte dell’articolazioni amputate

PCI:

Come per i precedenti casi anche qui la preparazione va adattata a seconda della gravità del soggetto e di quello che può fare.

Ci sono però degli elementi comuni da allenare dovuti alla lesione cerebrale quali:

- Miglioramento equilibrio statico e dinamico

(51)

- Educazione posturale

- Controllo del tono posturale , soprattutto del rilassamento a causa della spasticità

- Miglioramento coordinazione

Attività sportiva atleti non vedenti:

L’apprendimento motorio di un atleta adolescente o adulto non vedente non differisce molto da quello di uno normodotato.

Il non vedente infatti , avendo un deficit di tipo sensoriale e non avendo alcun impedimento neurologico, può compiere quasi tutti gli esercizi. Il deficit visivo, inibisce la spinta spontanea del bambino all’esplorazione del mondo

circostante essendo affetti dalla sindrome delle mani cieche. Ciò che viene a mancare quindi non sono le capacità , ma la motivazione che

viene conferita dalla vista.

Il bambino non vedente quindi ha uno sviluppo più lento delle capacità, queste però possono essere recuperati con percorsi educativi mirati. L’intervento però deve essere precoce per non far aumentare il divario tra

(52)

E’ molto importante l’educazione sensopercettiva , in una fase iniziale è necessario stimolare la presa palmare , quella digitale, quella a pinza e altre varie esercitazioni seguite poi da quelle esplorative.

Per un non vedente conoscere l’ambiente è molto importante per trovare dei punti di riferimento in modo da operare nell’ambiente.

L’educazione deve sempre essere impostata a partire da vicino al corpo per posi spostarsi più lontano ( vicino-lontano, sopra-sotto , avanti – indietro).

Il tatto è il senso che maggiormente entra in gioco ed quindi è

importantissimo se non fondamentale per l’apprendimento come anche l’udito che lo aiuta ad orientarsi nello spazio.

(53)

7. LA VITA IN SALA DI SCHERMA

Un elemento fondamentale di cui tenere conto quando abbiamo a che fare con atleti disabili è l’integrazione.

Spesso la società moderna , pur essendo progredita rispetto a decine di anni fa ( come si può vedere dai giochi paralimpici) tende ad escludere per un certo verso le persone disabili, pur legalmente tutelandole.

Infatti molto spesso le infrastrutture non permettono a questi di accedervi a pieno, limitandone così l’integrazione e la socializzazione.

In palestra quindi risulta molto importante cercare di far interagire e fare sentire accettati il più possibile i soggetti.

L’interazione è il processo mediante il quale due o più persone hanno il potere di influenzarsi vicendevolmente e nasce poiché ogni componente del gruppo è in grado di adottare mentalmente l’atteggiamento degli altri, anticipando in se stesso la risposta che la sua azione potrà provocare agli altri ( Mead).

L’inserimento nei contesti dove possono praticare attività motorie e sportive conducono all’instaurarsi di nuovi rapporti sociali , all’apertura verso gli altri , abbandono dell’isolamento, favorendo quindi la ripresa della persona nei suoi aspetti relazionali e nei confronti del contesto sociale.

L’interazione induce all’accettazione della propria condizione allo scaturire di situazioni della quotidianità.

(54)

L’interazione permette di integrarsi meglio nel tessuto relazionale, dove ognuno , indipendentemente dalle proprie limitazioni può far valere le proprie competenze. Questo migliora il senso di appartenenza stimolando la motivazione Ovviamente le esigenze tra gli

atleti “normodotati “e “paralimpici” sono differenti, e quindi va

personalizzato, a volte si può anche far fare se possibile gli stessi esercizi , ma comunque è importante che gli allenamenti avvengano assieme senza isolare il gruppo o il soggetto.

Gli allenamenti in una sala di scherma sono suddivisi tra :

- Preparazione atletica - lezioni di scherma - assalti

dove gli atleti vengono raggruppati in base alle categorie.

Questo vale per tutti gli atleti, sia normodotati che disabili e per favorire l’integrazione si cerca di far avvenire contemporaneamente i relativi allenamenti come possiamo vedere dalle foto in questo paragrafo.

Per quanto riguarda la preparazione atletica ne abbiamo già disquisito nel paragrafo sovrastante e quindi non verrà trattata nuovamente.

Nella lezione si svolge la parte tecnica e tattica del lavoro, propria dello sport.

(55)

Solitamente sono individuali, ossia maestro-allievo, a volte possono essere anche di gruppo come avviene per esempio nel Club scherma Antonio di

Ciolo , nella quale sono coinvolti gli atleti , disabili e non delle diverse armi e che rappresenta un buon esempio di integrazione.

Per quanto riguarda la lezione per gli atleti paralimpici avviene con il maestro seduto, in modo da dare i giusti riferimenti all’atleta, altrimenti darebbe un bersaglio ed una misura sbagliata che l’atleta poi non

ritroverebbe negli assalti e in gara. Le lezioni di gruppo

servono per evitare che gli atleti che aspettano di oziare troppo per

correggere

eventuali errori e

per favorire l’aggregazione di essi.

Gli assalti invece riguardano la parte diciamo pratica dello sport, propria della gara.

(56)

Gli assalti degli atleti disabili avvengono su una speciale pedana, come già detto nel capitolo 1 , che serve per tenere ferme le carrozzine e

permettere agli atleti il movimento del busto senza farli ribaltare. Gli assalti avvengono in contemporanea sulle pedane disponibili . Questi sono la parte più importante

dell’allenamento poiché l’atleta passa molto più tempo a fare incontri di scherma che lezione , ed è dove l’atleta attua la tecnica e la tattica che viene spiegata e allenata a lezione, ed è quindi molto importante che l’atleta resti concentrato e si impegni per tutto l’allenamento.

Quindi come si può evincere l’allenamento degli atleti paralimpici è uguale a quello degli atleti olimpici ed avviene negli stessi orari.

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Bibliografia

Luigi Bertini . Attività sportive adattate

Silvia Ghirlanda . Sport per tutti…spazio ai disabili

FIS : Disposizione attività agonistica scherma per non vedenti Regolamento tecnico CIP

Roberto Militerni: Neuropsichiatria infantile

Irene Tomiato : Sport e attività motorie per persone con disabilità( tesi )

Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/XV_Giochi_paralimpici_estivi https://it.wikipedia.org/wiki/Special_Olympics https://it.wikipedia.org/wiki/Comitato_Italiano_Paralimpico#Storia http://www.educare.it/Handicap/la_classificazione_icf.htm https://lesionimidollari.wordpress.com/tag/tetraplegia/ https://it.wikipedia.org/wiki/Lesione_spinale http://www.salute.gov.it/imgs/c_17_opuscoliposter_91_allegato.pdf https://it.wikipedia.org/wiki/Categorie_degli_sport_per_disabili

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