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CAPITOLO 6 ANALISI MULTIVARIATA

6.3 LA PROPENSIONE A VIVERE SOLI

Dopo aver analizzato l’istituzionalizzazione attraverso l’analisi logistica, rivolgiamo ora la nostra attenzione gli anziani che vivono in famiglia, e tra questi consideriamo solamente quelli senza un partner convivente, per poter studiare quale sia la propensione a vivere soli in relazione a una serie di variabili esplicative.

Come abbiamo visto, gli anziani che vivono soli rappresentano quasi un terzo degli ultrasettantenni trevigiani. Ma l’abitare da soli è una caratteristica soprattutto femminile, in particolare delle ottantenni, le quali solitamente si trovano in un periodo intermedio tra la fine della vita di coppia, in seguito alla morte del coniuge, e l’ingresso in un altro nucleo familiare, generalmente dei figli, motivato dal sopraggiungere di problemi di autosufficienza. Resta da verificare se la propensione a vivere soli, che sembra maggiore per le femmine, resti tale anche a parità di variabili sicuramente importanti quali lo stato civile, le condizioni di autonomia, l’età e la presenza di figli e fratelli.

6.3.1 VARIABILI UTILIZZATE

Nella stima saranno utilizzati gli stessi predittori impiegati per l’analisi di regressione effettuata per valutare la propensione all’istituzionalizzazione, ad eccezione dell’indice ADL, poiché, come illustrato nel capitolo precedente, esso viene impiegato in contesti di istituzionalizzazione e non ha senso utilizzarlo per valutare l’autosufficienza degli anziani che vivono in famiglia. Anche in questo caso vengono stimati quattro modelli logistici, che permettano di valutare le relazioni che legano le variabili introdotte di volta in volta nell’analisi.

6.3.2 MODELLI STIMATI

a) Effetto di alcune caratteristiche personali dell’anziano

Nel primo modello si considerano solamente gli effetti sulla propensione a vivere soli delle risorse personali dell’anziano: sesso, età e livello di istruzione. Le variabili sesso ed età sono codificate nello stesso modo in cui sono state utilizzate nell’analisi della propensione all’istituzionalizzazione. Il grado di scolarizzazione è invece codificato in questo modo:

ANNI DI STUDIO

La categoria di riferimento è rappresentata dall’insieme delle persone con un numero di anni di studio compreso tra 0 e 4. Le categorie introdotte nel modello sono:

- 5-8 anni di studio, corrispondenti alle scuole medie

- 9+ anni di studio, corrispondenti a un livello di istruzione superiore alla scuola media inferiore40

Il modello stimato è il seguente:

40 Rispetto alle classi di anni di studio utilizzate per l’analisi della propensione all’istituzionalizzazione, sono state accorpate le due categorie superiori per l’esiguità del numero di anziani con almeno 14 anni di studio nel sottocampione di individui non istituzionalizzati e senza partner convivente.

Tabella 6.6: Parametri del modello logistico: effetto sulla propensione a vivere soli delle variabili esplicative sesso, età, anni di studio

VARIABILE PARAMETRO STIMATO S.E. p-value ODDS-RATIO

Intercetta 1,31 0,49 0,0074 - Sesso (rif.=maschio) Femmina -0,61 0,33 0,0695 0,55 Età (rif.=70-79) 80-84 -0,56 0,37 0,1260 0,57 85-89 -1,27 0,43 0,0029 0,28 90-94 -1,56 0,36 <,0001 0,21 95+ -2,38 0,60 <,0001 0,09

Anni di studio (rif.= 0-4)

5-8 0,48 0,31 0,1222 1,61

9+ 0,11 0,36 0,7577 1,12

Tra le caratteristiche personali degli anziani la più significativa è sicuramente l’età: la propensione a vivere soli diventa più bassa rispetto alla categoria di riferimento dopo gli 80 anni, e scende in maniera significativa dopo gli 85, e continua a ridursi con l’avanzare dell’età. Per gli ottantacinquenni l’OR vale 0,28, per i novantenni 0,21 e per gli anziani di oltre 95 anni è pari a 0,09. In questo modello l’età può essere una proxy delle condizioni di salute e di autosufficienza; in seguito sarà possibile osservare se le differenze per età permangono anche tenendo sotto controllo il grado di autonomia.

Il sesso risulta abbastanza significativo, in particolare le donne sembrano avere quasi la metà della propensione a vivere soli che hanno gli uomini. Il livello di scolarizzazione invece non risulta significativo.

b) Modello con l’aggiunta dello stato civile

Viene ora inserita nel modello la variabile “stato civile”. Poiché sono state considerate solamente le persone non in coppia, i coniugati sono esclusi41. Si tratta dunque di verificare se il fatto che gli anziani senza si siano sposati e abbiano formato una famiglia abbia un qualche effetto sulla propensione a vivere soli. Quindi la variabile stato civile viene dicotomizzata in questo modo:

STATO CIVILE

La categoria di riferimento è rappresentata da chi non si è mai sposato: celibi e nubili. L’altra categoria è allora:

- già sposato: essa comprende chi ha sperimentato l’evento matrimonio, cioè i vedovi, a cui va ad aggiungersi la piccola frazione di separati e divorziati.

Il nuovo modello presenta le seguenti stime:

Tabella 6.7 - Parametri del modello logistico: effetto sulla propensione a vivere soli delle variabili esplicative sesso, età, anni di studio, stato civile

VARIABILE PARAMETRO STIMATO S.E. p-value ODDS-RATIO

Intercetta 1,21 0,61 0,0491 - Sesso (rif.=maschio) Femmina -0,60 0,33 0,0717 0,55 Età (rif.=70-79) 80-84 -0,57 0,37 0,124 0,57 85-89 -1,28 0,43 0,0028 0,28 90-94 -1,57 0,36 <,0001 0,21 95+ -2,38 0,60 <,0001 0,09

Anni di studio (rif.= 0-4)

5-8 0,49 0,31 0,1172 1,63

9+ 0,13 0,37 0,731 1,13

Stato civile (rif.=celibe/nubile)

già sposato 0,11 0,39 0,7865 1,11

L’aggiunta dello stato civile non apporta cambiamenti al modello, e peraltro la variabile non risulta significativa, anche se l’evento matrimonio dovrebbe essere una proxy della dimensione della rete familiare, in particolare della presenza dei figli. In realtà si è già osservato come le persone mai sposate non siano più sole rispetto ai vedovi, avendo spesso prevenuto la solitudine fin dall’età adulta; inoltre, si è visto come nel campione vi siano alcuni anziani mai sposati ma con dei figli viventi.

c) Modello con l’aggiunta della rete familiare

Introduciamo ora le variabili relative al numero di figli e di fratelli viventi. Tali variabili presentano la stessa dicotomizzazione utilizzata per analizzare il rischio di istituzionalizzazione. Il modello stimato è il seguente:

Tabella 6.8 - Parametri del modello logistico: effetto sulla propensione a vivere soli delle variabili esplicative sesso, età, anni di studio, stato civile, numero di figli e di fratelli viventi

VARIABILE PARAMETRO STIMATO S.E. p-value

ODDS- RATIO Intercetta 1,42 0,70 0,042 - Sesso (rif.=maschio) Femmina -0,61 0,34 0,0769 0,55 Età (rif.=70-79) 80-84 -0,42 0,38 0,2727 0,66 85-89 -1,15 0,44 0,0088 0,32 90-94 -1,46 0,38 0,0001 0,23 95+ -2,41 0,63 0,0001 0,09

Anni di studio (rif.= 0-4)

5-8 0,41 0,32 0,2005 1,51

9+ -0,02 0,38 0,9637 0,98

Stato civile (rif.=celibe/nubile)

già sposato 0,93 0,57 0,1016 2,53

1 o 2 -0,86 0,51 0,0926 0,42

3 o più -1,58 0,55 0,0042 0,21

Fratelli viventi (rif.=nessun fratello)

1 o 2 -0,21 0,31 0,4946 0,81

3 o più 0,34 0,37 0,3588 1,41

Il numero di figli sembra svolgere un effetto protettivo nei confronti del vivere soli: per gli anziani con uno o due figli la propensione ad abitare soli è pari al 42% della propensione di chi non ha figli, mentre per chi ha almeno tre figli la propensione scende al 20%. Il numero di fratelli invece non risulta significativo. L’introduzione dell’informazione sul numero di figli sottrae un po’ di significatività all’effetto dell’età, che comunque rimane importante dopo gli 85 anni, e in particolare dopo i 90.

L’effetto del sesso resta pressoché invariato, mentre lo stato civile assume un po’ più importanza: le differenze tra mai sposati e i vedovi erano probabilmente attenuate dalla presenza dei celibi e delle nubili con figli; al netto del numero di figli la propensione a vivere soli è più bassa per chi non si è mai sposato, con un livello di significatività del 10%. Sembra ancora una volta plausibile che i celibi e le nubili cerchino fin dall’età adulta di prevenire la condizione di solitudine.

d) Modello con l’aggiunta del livello di autosufficienza

Il livello di autonomia dell’anziano ha sicuramente una grande importanze sulle sue scelte abitative. Per valutarlo, utilizziamo la variabile IADL, così dicotomizzata:

IADL

La categoria di riferimento è rappresentata dalle persone pienamente autosufficienti (IADL = 8). Le altre tipologie sono:

- 2-3: livello di autosufficienza scarso (IADL = 2-3) - 4-7: punteggio IADL compreso tra 4 e 7

Il modello con tutte le variabili inserite è il seguente:

Tabella 6.9 - Parametri del modello logistico: effetto sulla propensione a vivere soli delle variabili esplicative sesso, età, anni di studio, stato civile, numero di figli e di fratelli viventi, livello di autonomia strumentale

VARIABILE PARAMETRO STIMATO S.E. p- value ODDS-RATIO Intercetta 1,21 0,75 0,1055 - Sesso (rif.=maschio) Femmina -0,47 0,36 0,1965 0,63 Età (rif.=70-79) 80-84 -0,49 0,38 0,2171 0,62 85-89 -0,64 0,49 0,197 0,53 90-94 -0,58 0,45 0,2049 0,56 95+ -0,99 0,73 0,1768 0,37

Anni di studio (rif.= 0-4)

5-8 0,49 0,35 0,1635 1,63

9+ -0,07 0,40 0,8693 0,94

Stato civile (rif.=celibe/nubile)

già sposato 1,08 0,61 0,0784 2,93

Figli viventi(rif.=nessun figlio)

3 o più -1,39 0,60 0,0203 0,25 Fratelli viventi (rif.=nessun

fratello) 1 o 2 -0,03 0,33 0,9339 0,97 3 o più 0,28 0,39 0,477 1,32 IADL (rif.=IADL=8) 0-1 -2,58 0,54 <,0001 0,08 2-3 -1,22 0,48 0,0118 0,30 4-7 -0,24 0,37 0,5105 0,79

Il livello di autonomia è molto significativo per i punteggi più bassi: per gli anziani completamente non autosufficiente la propensione a vivere soli è solamente l’8% di quella di coloro che sono pienamente autonomi; per chi ha ottenuto un punteggio IADL di 2 o 3 la propensione è il 30%.

L’inserimento del grado di autosufficienza ha tolto significatività a molte altre variabili. Il sesso non risulta più significativo; ciò significa che se le donne in precedenza avevano una propensione a vivere sole più bassa rispetto agli uomini era probabilmente perché, a parità di tutte le altre condizioni, erano meno autosufficienti.

Anche l’età, pur mantenendo la propria tendenza ad avere un effetto protettivo, non risulta più significativa. La significatività dell’età era quindi dovuta al fatto che tale variabile fungesse da proxy del livello di autonomia; al netto delle condizioni di autosufficienza invece perde la propria importanza.

Il numero di figli viventi mostra il suo effetto protettivo soltanto qualora i figli siano più di due: in questo caso la propensione a vivere soli è un quarto di quella di chi non ha figli. Lo stato civile è abbastanza significativo, e per i già sposati l’OR è di 2,93. Probabilmente coloro che non si sono sposati, come osservato in precedenza, si trovano fin dall’età adulta in famiglie senza nucleo, e questo ha permesso loro di prevenire la condizione di solitudine, mentre gli individui che avevano un coniuge hanno maggiori difficoltà o costituire una nuova famiglia alla

morte del partner. Comunque, la presenza dei figli svolge un ruolo protettivo verso il vivere soli, e per i vedovi è più probabile avere dei figli viventi. Quindi, le persone più a rischio sembrano essere i vedovi senza figli, che si trovano in difficoltà maggiori rispetto a chi non si è mai sposato.

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