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La Riserva Naturale Orientata “Oasi del Simeto“

Come precedentemente indicato la ZPS ITA070029 "Biviere di Lentini, tratto medio e foce del fiume Simeto e area antistante la foce" ed il SIC ITA070001 "Foce Simeto e lago Gornalunga" (ora ZSC) risultano parzialemtne sovrapposti alla Riserva Naturale Orientata22 (r.n.o.) „Oasi del Simeto“ (co-dice EUAP0380), istituita con Decreto del 14 marzo 198423 al fine di favorire ed incrementare le condizioni per la sosta e la nidificazione della fauna ed il restauro della vegetazione psammoalofila e mediterranea.

Per inquadrare l’entità dell’interrelazione tra i siti in oggetto viene di seguito riportata l’immagine relativa alla perimetrazione della r.n.o. "Oasi del simeto" con sovrapposto il perimetro SIC ITA070001 e della ZPS ITA07002924.

Figura 9: Perimetrazione della r.n.o. "Oasi del Simeto con sovrapposto il perimetr SIC ITA 070001 e della ITA 070029 - Elaborazione a cura dell'Ufficio Gestione Riserve Naturali della Provincia Regionale di Catania

Il progetto presentato, non ricadendo all’interno del perimetro dell‘Oasi del Simeto, non risulta quale oggetto di cui al Decreto 30 maggio 1987 „Regolamento concernente le modalità d’uso e l’elenco die divieti relativi alla riserva naturale Oasi del Simeto, ricadente nel Comune di Catania“, non si prevedono inolte potenziali interazioni del progetto con l’area della riserva.

22 Ai sensi dell’art.7 della l.r.6 maggio 1981, n. 98 recante “Norme per l’istituzione nella Regione Siciliana diparchi e riserve naturali” le riserve naturali orientate vengono definite come “riserva naturale orientata,per la conservazione dell'ambiente naturale, nella quale sono consentiti interventi colturali, agricoli e silvo-pastorali, purché non in contrasto con la conserva-zione dell'ambiente naturale”

23 Decreto del 14 marzo 1984 „Costituzione della riserva naturale Oasi del Simeto, ricadente nel comune di Catania“

24 Foto da Google earth lug 2009 - Elaborazione a cura dell'Ufficio Gestione Riserve Naturali della Provincia Regionale di Catania - Fonte: http://www.provincia.ct.it/il_territorio/RiserveNaturali/oasi_simeto.html

5.3.1. La Fauna25

Gli ambienti presenti nell‘Oasi del Simeto hanno caratteristiche vegetazionali tali da offrire rifugio a una vasta varietà di uccelli, molti dei quali trovano qui le condizioni adatte per la nidificazione. All’in-terno della riserva è possibile osservare sia specie stanziali che specie migratorie. Troviamo ad esempio uccelli della famiglia dei Laridi, come il Reale (Larus cachinnaus), lo Zafferano (Larus fus-cus), il Comune (Larus ridibun dus) e il Corallino (Larus melanophalus), o Limicoli come il Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), il Gambecchio (Calidris minuta), la Pantana (Tringa nebularia) e il Cor-riere grosso (Charadrius hiaticula).

Altri ospiti del litorale sabbioso presenti sono la Berta maggiore (Procellaria diomedea), il Piovanello (Calidris ferruginea), l’Avocetta (Recurvirostra avosetta), la Beccaccia di mare (Haemathopus ost-ralegus), il Fraticello (Sterna albifrons), il Mignattino (Chlidonias niger).

Le associazioni vegetali particolari presenti nell’ambiente costituito dalle dune, consente la sola fre-quenza di alcune specie di uccelli, tra cui: il Succiacapre (Caprimulgus europaeus), la Sterna co-mune (Sterna hirundo), la Monachella Esemplare di Codone (Oenanthe hispanica) e il Trombettiere (Rhodopechys githaginea).

Gli ambienti palustri e fluviali, per la loro tipica vegetazione, ospitano la maggior parte dell’avifauna presente nell’Oasi. Ricordiamo il Germano reale (Anas platyrhynchos), il Mestolone (Anas clypeata), l’Alzavola (Anas crecca), il Codone (Anas acuta), il Fischione (Anas penelope), il Cormorano (Pha-lacrocorax carbo), la Nitticora (Nycticorax nycticorax), l’Airone bianco maggiore (Egretta alba), la Garzetta (Egretta garzetta), la Canapiglia (Anas strepera), il Moriglione (Aythya ferina), la Moretta (Aythya fuligula), la Pavoncella (Vanellus vanellus), il Piviere dorato (Pluvialis apricaria), il Chiurlo (Numenius arquata) e il Beccapesci (Sterna sandvicensis).

Durante la migrazione primaverile si può osseravare la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), l’Airone rosso (Ardea purpurea), la Spatola (Platalea leucorodia), il Mignattino (Chlidonias niger), il Falco pescatore (Pandion haliaetus), la Pittima minore (Limosa lapponica) e il Forapaglie Castagnolo (Lu-sciniola melanopogon).

Durante il periodo estivo la riserva ospita specie nidificanti a anche rare per la Sicilia come la Moretta tabaccata (Aythya nyroca), che nidifica tra le canne più folte, il Tarabusino la Cannaiola (Ixobrycus minutus), e la Nitticora (Nycticorax nycticorax), che predilige ambienti alberati in particolare i salici.

Dal 2002 è stata reintrodotto anche il Pollo Sultano (Phorphyrio porphyrio), un rallide dal piumaggio blu iridescente scomparso dalla Sicilia a partire dagli anni cinquanta, che nidifica nell’area.

Altre specie nidificanti sono: il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), la Cutrettola capocene-rino (Motacilla flava cinereocapilla), la Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), il Pendolino (Remiz pendulinus), la Folaga (Fulica atra), il Fratino (Charadrius alexandrinus), il Martin Pescatore (Alcedo atthis), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti) e la comune Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus).

Lo specchio di mare antistante il territorio della Riserva è frequentato dalla Sula (Sula bassana), dallo Svasso maggiore (Podiceps cristatus), dallo Svasso piccolo (Podiceps nigricollis) e dal Tuffetto (Podiceps ruficollis). Interessante è la presenza costante in inverno del Falco di palude (Circus aeruginosus).

L’Oasi del Simeto è caratterizzata anche dalla presenza di piccoli mammiferi, insetti, rettili e anfibi.

Dei piccoli mammiferi il più diffuso è il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus). Molto cumuni sono i piccoli roditori come il Topolino delle case (Mus domesticus) e il Topo selvatico (Apodemus sylva-ticus). Sono presenti anche la Donnola (Mustela nivalis) e la Volpe (Vulpes vulpes). Meno diffuso è il Riccio (Erinaceus europaeus).

Alcuni insetti presenti nella riserva hanno una loro peculiare importanza. Della famiglia degli

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Dei rettili è nota la presenza del Colubro leopardino, della Natrice dal collare, del Biacco, delle Lucertole siciliane (Podarcis wagleriana e Podarcis sicula), del Ramarro e del Gongilo. Altra presenza particolarmente significativa è quella della Tartaruga di palude, oggi meno diffusa a causa della antropizzazione dei luoghi. Fino a pochi anni fa veniva a depositare le uova sugli arenili della foce del Simeto anche la famosa Tartaruga marina (Caretta caretta).

Infine per quanto riguarda gli anfibi è facile osservare il Rospo comune la Raganella e la Rana es-culenta.

5.3.2. La Vegetazione26

Il territorio entro cui ricade la Riserva Naturale Oasi del Simeto è interessato da aspetti vegetazinali di notevole pregio tra cui taluni relitti del primitivo ecosistema palustre di cui attualmente si possono riconoscere tre differenti tipologie: la vegetazione dunale, la vegetazione palustre e la vegetazione fluviale.

- La vegetazione dunale: ad una certa distanza dal mare il cordone dunale presenta un irregolare complesso di dune consolidate dalla tipica vegetazione psammofila. Gli aspetti, a volte poco differenziati, sono costituiti dai tipici elementi floristici di questi singolari ambienti. La vegetazione pioniera è costituita prevalentemente dalla Salsola Erba-cali (Salsola kali), dall’Euforbia delle spiagge (Euphorbia peplis), dal Poligono marittimo (Polygonum maritimum), dalla Nappola ita-liana (Xanthium italicum).

La vegetazione ioniera riese a fissare le prime dune, grazie alla presenza di numerose specie perenni quali la Gramigna delle spiagge (Agropyron junceum), la Violaciocca sinuata (Matthiola sinuata), lo Zigolo delle spiagge (Cyperus kalli) e la Santolina delle spiagge (Otanthus mariti-mus). Dove è minore il disturbo antropico si osservano rade dune consolidate dallo Sparto pun-gente (Ammophyla littoralis), che con i suoi densi e grossi cespi frena l’azione eolica sulle sabbie.

- La Vegetazione palustre: i pantani salmastri, spesso separati dal mare da esemplari di Tamerici (Tamarix gallica e africana) che stabilizzano il cordone dunale, si estendono nell’interno, dove predominano gli aspetti a Giunco pungente (Juncus acutus) e ad Astro marino (Aster trifolium).

Dato che il suolo si presenta debolmente ricco di sali, periodicamente sommerso, predominano il Giunco marittimo (Juncus maritimus) e il Giunco maggiore (Juncus effusus). In condizioni di forte concentrazione salina nel suolo si ritrovano specie alofile quali la Salicornia radicante throcnemum perenne), la Salicornia europea (Salicornia europaea), la Salicornia glauca (Ar-throcnemum glaucum) oltre alla Gramigna allungata (Agropyron elongatum), all’Atriplice portu-lacoide (Atriplex portuportu-lacoides), alla Festuca falascona (Festuca arundinacea) e alla Gramigna litoranea (Agropyron pungens). Nelle zone non soggette a sommersione s’insediano: l’Assenzio arbustivo (Artemisia arborescens), l’Atriplice alimo (Atriplex halimus), la Suaeda fruticosa (Suaeda fruticosa) e la Moricandia comune (Moricandia arvensis).

- La Vegetazione fluviale: lungo le rive del Simeto s’insendia una tipica pianta degli ambienti umidi, la Cannuccia di palude (Phragmites australis), che viene sostituita, nei siti a lungo impa-ludati, dalla Lisca a foglie strette (Typha angustifolia). Sugli argini, sottoposti a drastici prosciu-gamenti nel corso dell’estate, domina la Lisca marittima (Bolboschoenus maritimus) che sop-porta pure una moderata salinità del suolo. Le sponde più asciutte del Simeto ospitano lembi di vegetazione arbustiva che costituiscono interessanti popolamenti a Tamerici (Tamarix gallica) e a Salici (Salix alba).

Vaste aree della pre-riserva (zona B) sono interessate da coltivazioni a cereali, a foraggere e agrumi, qui si ritrova la vegetazione infestante le colture con i suoi noti e mutevoli aspetti stagionali.

26 Fonte: http://www.provincia.ct.it/il_territorio/RiserveNaturali/oasi_simeto.html#fauna

5.3.3. Gli Ambienti L’ambiente fluviale27

Lungo le rive del fiume Simeto si trova prevalentemente una vegetazione Igrofila in cui domina la Cannuccia d’acqua (Phragmites australis) che costituisce una tipica associazione di questi ambienti spesso a carattere monofitico. I siti sottoposti a prosciugamento nel corso dell’estate sono caratte-rizzati da estesi Scirpeti, associazioni meno igrofile, che sopportano anche una modesta salinità del suolo. Sono inoltre frequenti, nonostante il notevole disturbo antropico, delle formazioni boschive a Tamerici (Tamarix africana e gallica) a cui spesso si associano interessanti Saliceti.

Di notevole interesse la presenza di una specie di salice endemico. Che si trova in particolare lungo il medio corso del Simeto, si tratta del Salix gussonei.

Nell’ambiente fluviale trovano rifugio molte specie di uccelli nidificanti, in particolare la Moretta tab-accata (Aythya nyroca), il Porciglione (Rallus aquaticus), il Tarabusino (Ixobrychus minutus), l’Airone rosso (Ardea purpurea), la Cannaiola (Acrocephalus scripaceus), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti), il Pendolino (Remiz pendulinus) ed il Pollo Sultano (Phorphyrio porphyrio) recentemente reintrodotto.

L’area della foce costituisce un luogo di sosta per le specie migratorie. Si osservano anche altre specie animali, molte delle quali vivono a stretto contatto con l’acqua, come gli Anfibi di cui ricordi-amo la Rana verde minore (Rana esculenta), la Raganella (Hyla arborea) e il Rospo comune (Bufo Bufo).

Tra i Rettili è nota la presenza della Testuggine d’acqua (Emys orbicularis), del Gongilo (Chalcides ocellatus), del Biacco (Coluber viridiflavus) e della Biscia dal Collare (Natrix natrix). Dei roditori è possibile notare l’Arvicola terrestre (Arvicola terrestris).

L’ambiente palustre28

Ill cordone dunale separa dal mare alcuni pantani salmastri, spesso protetti da grossi esemplari di Tamerici (Tamarix gallica e africana) in grado di stabilizzare le dune e proteggere le depressioni palustri. Nella fascia più esterna dei pantani si riconoscono alcuni Giunchi (Juncus acutus e mariti-mus).

In alcune aree la presenza di isolati esemplari di sclerofille indica situazioni favorevoli alla ricostitu-zione della vegetaricostitu-zione originaria.

Destano interesse paesaggistico e scientifico talune sparute presenze di Olivastro (Olea europaea var. Oleaster), Lentistico (Pistacia lentiscus) e Fillirea (Phillyrea latifolia), ed è inoltre interessante la presenza di entità nitrofile e alonitrofile.

In prossimità del Gornalunga e nelle zone vicine alla costa si osservano salicornieti che, nel periodo primaverile-estivo, sono dominati dalla presenza della Salicornia europea (Salicornia europea). Nei terreni prevalentemente limosi e argillosi e meno salmastri predominano gli aspetti a graminacee (Agro-pyron elongatum e pungens).

Particolarmente interessante è l’avifauna osservabile in questo ambiente. Fra le presenze importanti si rileva quella del Fenicottero (Phoenicopterus ruber), della Canapiglia (Anas strepera), della Pa-voncella (Vanellus vanellus), del Gufo di palude (Asio flammeus) e del Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus).

L’ambiente Dunale29

L’ambient edunale risulta circoscritto dagli aspetti dunali e retrodunali. Questi ultimi sono in massima parte interessati da rimboschimenti con essenze solo in parte autoctone.

Il vero ambiente dunale, nonostante la presente azione antropica, conserva aspetti di vegetazione

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retrodunale che potrebbero evolvere verso la formazione di macchia a Lentisco (Pistacia lentiscus), a Fillirea (Phillyrea angustifolia e latifolia) e a Olivastro (Olea europaea var. oleaster).

Di rilevante importanza la presenza, in passato, di Ginepro coccolone (Juniperus macrocarpa).

Questo ambiente è frequentato da una peculiare avifauna tra cui si annovera la Berta maggiore (Procellaria diomedea), il Beccapesci (Sterna paradisea), il Mignattaio (Plegadis falcinellus) e la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides).

Notevole la presenza dei Gabbiani: Corallino e Corso (Larus melancocephalus e Larus sudcunii).

Un elemento caratteristico della Riserva è dato da alcuni insetti (sia Ortotteri che Coleotteri) che vivono nelle aree dunali, in particolare si ricorda il Cicalone (Brachytrupes megacephalus), lo Scari-tino (Scarites laevigatus) e lo Scaritone (Scarites buparius).

5.3.4. L’influenza dell’uomo30

Le molteplici attività svolte dall’uomo nell’area protetta, soprattutto quelle a partire dagli anni ‘50, hanno in buona parte trasformato e ridotto l’ambiente naturale originario. Della vasta zona umida retrodunale indicata come Pantano di Catania, principalmente a seguito della rettifica del corso finale del Fiume Simeto, oggi resta ben poco.

Sono state apportate notevoli modifiche con la realizzazione di una rete di canali, che originaria-mente smaltivano acque piovane (Canali Buttaceto, Jungetto, ecc.), e che oggi scaricano anche acque reflue.

Anche i passati interventi di rimboschimento con l’uso di essenze vegetali non tipiche della zona quali l’Eucalipto ed il Pino hanno modificato l’ambiente naturale originario.

Solo di recente è in corso una riconversione con l’uso di specie autoctone.

L’attività dell’uomo che ancora oggi mette in seria difficoltà la salvaguardia e il perseguimento delle finalità istitutive della riserva, risiede nella presenza di centinaia di costruzioni abusive, aggregate in diversi villaggi, realizzati a partire dagli anni ‘70 e situate in parte a ridosso, o addirittura a lambire, la zona di riserva integrale.

I conseguenti impatti negativi sono molteplici: ad esempio basti pensare che, l’assenza di una pia-nificazione urbanistica e l’uso di criteri tipologici costruttivi non omogenei ha determinato, al di la della conseguente eccessiva pressione antropica nell’area protetta, un eccessivo degrado percet-tivo. Elevata vulnerabilità degli ambienti sottoposti a tutela con gravi alterazioni, è data dagli ecces-sivi prelievi idrici che gravano lungo tutto il corso del fiume Simeto.

Giova infine ricordare le attività agricole che, se da un lato in passato hanno trasformato e ridotto aree naturali originarie, dall’altro hanno sicuramente garantito la cura del paesaggio ed evitato l’ab-bandono dei terreni con conseguenti effetti negativi (incendi, cementificazione, ecc.).

30 Fonte: http://www.provincia.ct.it/il_territorio/RiserveNaturali/oasi_simeto.html#fauna

6. FASE 4: INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DELLE EVENTUALI