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La scomparsa dell'Università dai territori: le Università telematiche

4. LA TRASFORMAZIONE DELL'UNIVERSITÀ IN ITALIA

4.3. La scomparsa dell'Università dai territori: le Università telematiche

Per contribuire alla definizione di un quadro più ricco rispetto al panorama dell'istruzione universitaria italiana non si può non fare riferimento al fenomeno nazionale delle Università telematiche. Da un punto di vista puramente disciplinare infatti, tale tipo di istituzione fa riflettere sul ruolo delle Università nella trasformazione urbana, perché in questo caso specifico si tratterebbe di un ruolo del tutto inesistente. La formazione universitaria in questo caso è indipendente sia dalla localizzazione, tutta collocata sull'immateriale rete della connessione internet, sia da considerazioni in merito ad un possibile mutuo scambio tra le risorse e i servizi di livello metropolitano e quelle di livello universitario. Il fenomeno del resto, pur parziale rispetto all'offerta formativa nazionale di tipo “classico”, ha conosciuto una straordinaria proliferazione in pochissimo tempo che non ha corrisposto ad un avanzamento sul piano dell'offerta formativa, sulla specificità e tipologia dei corsi

on line e, soprattutto, sulla qualità generale della proposta. Questo a dimostrare che le tendenze sul

piano dell'internazionalizzazione42 della formazione in Italia, sotto cui si è deciso di avviare il processo di attivazione delle “telematiche”, hanno assunto delle caratteristiche a dir poco particolari e assolutamente distanti dalle stesse in contesto europeo per cui “secondo dati recenti, le università telematiche riconosciute dal MIUR sarebbero 11 contro le 2 della media europea e solo nel 2006 ne sarebbero state istituite 9” (Corte dei Conti, 2010). Nell'anno di istituzione, ne sono nate 4.

Nell'anno accademico precedente alla promulgazione del Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei, nel nostro Paese le strutture universitarie abilitate al rilascio di titoli di laurea erano 65 e nessuna di esse svolgeva attività didattiche di tipo telematico. Gli Atenei statali assommavano a 53, 2 erano, invece, quelli promossi da soggetti pubblici e 10 quelli promossi da soggetti privati. (...)

Successivamente all'atto inaugurale della “riforma”, nascevano 8 Atenei: 2 non statali promossi da soggetti pubblici: l'Università della Valle d'Aosta e la Libera Università della Sicilia

42 A questo proposito, sui processi di internazionalizzazione delle Università, cfr. Il paragrafo “Università e internazionalizzazione della città” del Capitolo 5.

Orientale - “Kore” di Enna; 2 non statali promossi da soggetti privati: l'“Università Europea” di Roma e l'Università di “Scienze gastronomiche” di Bra; nonché 4 telematici. (Casillo, 2007:23)

Nel 2006 il Ministro Mussi ha racchiuso nella Finanziaria una serie di provvedimenti per arginare il fenomeno della proliferazione di nuove Università in un pacchetto che ha denominato "serietà". Il nome già basti per inquadrare il problema a cui si cercava di porre rimedio. Nello stesso anno si è dato infatti inizio all'istituzione ANVUR43, un'agenzia autonoma in grado di valutare l'andamento dell'offerta formativa e la sua qualità, come ente pubblico terzo. Ad oggi ancora non è attiva, ma si possono consultare i rapporti di valutazione offerti dal CNVSU44, organo istituzionale del MIUR. Il Rapporto 2010, a proposito delle Università telematiche, suggerisce, sulla base di una valutazione negativa, alcune possibilità di recupero come ad esempio l'incremento del rapporto numerico tra docenti e studenti, nella correzione del taglio formativo e nella cancellazione di quelle “politiche di incoraggiamento” per gli studenti, con cui è possibile ottenere lauree a dir poco precoci. Offre un quadro molto attuale e riporta quanto segue:

Le Università telematiche attualmente attive sono 11, con 74 corsi di studio offerti nell’a.a. 2009/10, di cui 49 corsi di laurea triennale, 18 corsi di laurea magistrale e 7 corsi quinquennali a ciclo unico. I 74 corsi si riferiscono a 32 classi di corsi di studio del DM 270/04 (di cui 16 di primo livello) e 19 classi (di cui 16 di primo livello) del DM 509/991.

Le 11 Università avevano complessivamente circa 14.000 iscritti nell’a.a. 2007/08 e poco più di 17.000 iscritti nel 2008/09, pari a meno del’1% di tutti gli iscritti al sistema universitario italiano, con un numero di immatricolati, che, salvo in alcuni casi, sono sostanzialmente costanti o, addirittura, in diminuzione. Soltanto 3 Università hanno più di 2.000 iscritti. La maggior parte degli iscritti delle 11 università hanno più di 25 anni, sono persone già in passato iscritte alle università convenzionali e persone che già lavorano.

Il personale docente di ruolo (ordinari, associati e ricercatori) presente è costituito da 42 unità; a fronte di questa situazione, vi sono ben 164 posti banditi per concorso e per trasferimento; ma

43 Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca. 44 Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario.

in passato per molti concorsi svolti non sono state effettuate le chiamate dei vincitori, (come risulta dai dati contenuti nel cap. 7 del 10° Rapporto annuale). (CNVSU, 2010: 7).

Nel Decreto Interministeriale45 con cui si è dato avvio all'istituzione delle Università telematiche e all'autonomia finanziaria, si fa esplicito riferimento alla proposta europea relativa al piano di azione comunitario sull'e-learning “Pensare all'istruzione di domani”46 e sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio in merito all'effettiva integrazione delle tecnologie dell'informazione nei sistemi di istruzione e formazione europei per migliorarne l'accessibilità in generale e per sostenere nell'apprendimento e nella diffusione del sapere, le categorie che hanno altre esigenze, come gli studenti diversamente abili e quelli lavoratori. Anche in questo caso, sembra che l'Italia non abbia colto l'occasione; anzi, sembra che l'abbia colta per perpetrare nella insensatezza programmatica e collaborare allo spreco delle risorse pubbliche per l'istruzione superiore. Alcuni casi italiani, singoli Atenei47, hanno invece dimostrato di sapersi allineare con la sfida proposta dall'Europa di integrazione della nuova tecnologia a disposizione nei sistemi universitari di trasmissione e condivisione del sapere, non certo orientati alla smaterializzazione dei percorsi formativi, o ancora peggio, di speculazione sul sistema universitario. Nonostante abbiamo visto come il fenomeno delle Università telematiche in Europa sia trascurabile dal punto di vista numerico, le esperienze europee sul tema registrano comunque un'ottima partecipazione studentesca, indice sempre di un buon livello di offerta formativa:

Con riferimento alle omologhe esperienze straniere basta ricordare che gli studenti della Open University del Regno Unito superano il numero di 180.000; che quelli della UNED spagnola sono oltre 150.000; che quelli delle università tedesche che fruiscono della modalità didattica telematica sono oltre 210.000 (di cui oltre 54.000 nella sola FernUniversität di Hagen, che è anche l’unica università statale ad operare in quel Paese con questa modalità). Anche in Paesi molto meno popolati di quelli ricordati, i numeri indicano l’esistenza di realtà più significative: gli studenti della Hellenic Open University sono circa 28.000 e quelli della Open University Netherland circa 30.000. (CNVSU, 2010: 8)

45 Decreto Interministeriale 17 aprile 2003 “Criteri e procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle università statali e non statali e delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici di cui all’art. 3 del decreto 3 novembre 1999, n. 509”.

46 Comunicazione della COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Bruxelles, 25.5.2000, consultabile sulla pagina web del sito: http://ec.europa.eu/education/archive/elearning/comit.pdf

47 Molti Atenei già oggi rendono disponibile ai propri iscritti materiale on line e utilizzano diversi canali non convenzionali di comunicazione anche sperimentali. Ad esempio l’Università Bocconi e il Politecnico di Milano, hanno già reso disponibile un canale formativo/informativo su YouTube, e altri probabilmente seguiranno in tempi brevi.

5. Oltre e dentro i confini nazionali: il ruolo delle università