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FONTE: UNDP, 2009.

1.6 La sfida del Mediterraneo.

Mediterraneo, crocevia di identità che abbraccia tre continenti: Africa, Asia ed Europa. Una parte del bacino mediterraneo settentrionale e del Medio Oriente è oggi teatro di eventi di giorno in giorno più drammatici, ma anche di una sorta di assedio psicologico che si è dilatato nella coscienza collettiva amareggiata dalla consapevolezza che la situazione di crisi geopolitica internazionale sembra destinata a divenire una realtà con cui coesistere per chissà quanti anni ancora. Mentre negli anni passati a est dell’Europa si sono abbattute barriere ed estesi i mercati, a sud tutto sembra in apparenza destinato a soccombere sotto il fuoco incrociato delle ostilità o del terrorismo. Per i Paesi che hanno nel Mediterraneo un riferimento, non solo commerciale ma anche culturale, le tensioni in atto in questo spazio rappresentano il soffocamento di ogni progetto per il futuro. Non si può infatti immaginare di mantenere e valorizzare le proprie radici culturali quando anche il solo spostarsi da un luogo all’altro diventa fonte di preoccupazione a motivo dei pericoli cui si va incontro.

Allora ci si domanda quale possa essere, in questo contesto, il significato di integrazione sociale, culturale ed economica. Ci si chiede se lo scontro tra Occidente e mondo islamico sia l’unica realtà con cui ci si deve abituare a

convivere. Fino a pochi anni addietro il nostro continente si proponeva ancora come elemento di coesione tra questi mondi, con il suo ruolo di mediazione culturale, politica ed economico.

Lo spazio a oriente dell’Europa offrirà ai paesi dell’Unione, a cominciare dalla Germania, ma anche all’Italia, occasioni di investimenti economici e impegni industriali tali che il sud potrebbe diventare parzialmente marginale per gli interessi europei con effetti preoccupanti per la civiltà, la cultura e l’economia di Paesi - quali Italia, Spagna, Francia e Grecia - che hanno una vocazione storica radicata nel Mediterraneo. Senza il contributo fattivo di Stati come l’Italia, il Mediterraneo potrebbe rimanere per molto tempo ancora un teatro di guerra e di terrore.

Importante per noi è imparare oggi a fare tesoro della nostra antica esperienza, in una globalità contemporanea che dimostri ampiamente dinamismo e intelligenza nel consolidare un rapporto reciproco all’interno di un circuito geografico esteso, ma ricco di differenti e diversificate opportunità di interscambio tra le regioni Nord-Sud e tra quelle Est-Ovest del Mediterraneo. Un’Europa che estendesse i suoi interessi, non solo economici, a sud del Mediterraneo sarebbe la reale soluzione allo sviluppo del Mediterraneo in un’ottica unitaria e integrata. Un impulso la cui necessità è profondamente avvertita in molti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, culla di civiltà, teatro di gravissimi e dolorosi conflitti, vera sfida per il futuro dei popoli confinanti. Davanti a questo scenario è evidente per ognuno l’importanza che nazioni come l’Italia favoriscano una politica di assetto multilaterale degli equilibri mondiali e di progresso verso uno sviluppo dell’asse euro-mediterraneo. Nella comune attenzione - da maturare in un clima di ascolto, di tolleranza e di rispetto vicendevoli - verso la promozione dei diritti dell’uomo e della loro concreta applicazione in un sistema democratico, della condivisione ordinata delle risorse dell’area e con tutto ciò della programmazione e della realizzazione di iniziative mirate a un’accelerazione dei processi dello sviluppo sostenibile, nonché al superamento di questioni primarie come quelle dell’emarginazione sociale,

del lavoro e dell’emigrazione.

Affrontare il problema del superamento dei diversi livelli di sviluppo umano53 lungo le rive del Mediterraneo pone in primo piano la questione della definizione del processo di sviluppo e di quali siano gli indicatori da tenere in considerazione. Nella prospettiva prescelta sono in particolar modo gli indicatori economici che sintetizzano la struttura del sistema e il suo grado di complessità rendendo possibili giudizi sulla praticabilità ed efficacia dei percorsi di sviluppo programmati.

Il macro-obiettivo che si profila è rappresentato da una grande sfida comune: la promozione dello sviluppo attraverso la crescita dei settore turistico tramite la creazione di un sistema turistico unitario in grado di presentarsi e competere a livello internazionale con un'offerta di territori, culture e servizi forte ed articolata. Un’ offerta in grado di esaltare, in una logica di sistema, le differenze, le tradizioni ed i diversi contesti storico- ambientali, ma in grado anche di promuovere una rete di servizi organizzati secondo criteri e standard qualitativi condivisi.

                                                                                                                         

53  Il concetto di sviluppo umano può essere ricondotto a quello formulato da Amartya

Sen: si tratta di un indicatore che tenendo conto del livello di vita determina lo sviluppo. La prerogativa della natura umana è proprio quell’ abilità di fare azioni o raggiungere stati di esistenza dotati di valore; il tenore di vita come risultante, dunque, dello stile di vita e dalla disponibilità totale di opzioni è dato a sua volta dalla disponibilità totale di opzioni e quindi di funzionamenti scelto nello spazio delle capacità. Quanto più ampio è quest’ultimo, tanto maggiore sarà il valore dei funzionamenti di cui si dispone. Con ciò i livelli di sviluppo vengono connessi non solo alle condizioni materiali ma anche alle modalità della loro scelta e fruizione, ossia alle libertà ; coinvolgendo l’uomo e il contesto in cui è inserito essi non possono essere più classificati univocamente ma devono essere considerati come punti di uno spazio sociale di natura multidimensionale all’interno del quale almeno due sono le coordinate utili per orientarsi nella valutazione delle condizioni raggiunte: i risultati e le possibilità. L’adozione di quest’ottica sembra rendere più complessa l’identificazione dei caratteri unificanti all’interno di ognuno dei sottoinsiemi geografici che compongono il Mediterraneo, perché aggiunge variabili socio-culturali e istituzionali a quelle economiche correntemente usate per raggruppare le economie secondo differenti sistemi di sviluppo. Economia come interazione di fattori demografici- sociali- tecnici.