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La Strategia Nazionale per la biodiversità.

L’attenzione dimostrata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il tema della biodiversità, nel corso della Decima Conferenza delle Parti della Convenzione per la Diversità Biologica (COP10 della CBD), svoltasi nell’ottobre 2010 a Nagoya, in Giappone e sfociata nell’adozione del Protocollo sull’Accesso alle Risorse Genetiche e la Giusta ed Equa Con- divisione dei Benefici derivanti dal loro Utilizzo (Protocollo ABS) e nella rivisitazione del Piano Strategico per il periodo 2011-2020 74, ha avuto

ripercussioni anche sul nostro ordinamento. L’Italia, a tal proposito, ha approvato il 7 ottobre 2010 la Strategia Nazionale per la Biodiversità, risultato di una concertazione tra il Ministero dell’ambiente, le Regioni e 74 Per un maggior approfondimento in merito alla politica adottata dall’Assemblea delle Nazioni

Unite nel nuovo Piano Strategico della Convenzione per la Diversità Biologica per il periodo 2011-2020, si faccia riferimento al primo paragrafo del presente contributo, relativo alla disciplina internazionale a tutela della fauna, della flora e della biodiversità.

Province Autonome di Trento e Bolzano da una parte e la Conferenza Permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome dall’altra. Tale concertazione ha avuto luogo nell’ambito della Conferenza Nazionale per la Biodiversità svoltasi a Roma dal 20 al 22 maggio 2010. Nella Strategia viene affermato il principio secondo cui “la biodiversità ed i servizi ecosistemici, capitale naturale del nostro paese, devono essere conservati, valutati e, per quanto possibile, ripristinati, per il loro valore intrinseco e perché possano continuare a sostenere in modo durevole la prosperità economica ed il benessere umano nonostante i profondi cam- biamenti in atto a livello globale e locale”.

I lavori svolti in seno alla Conferenza Nazionale per la Biodiversità hanno portato all’individuazione, quale sede di discussione e decisione politica in merito alla Strategia, della sede rappresentata dalla Conferenza Stato-Regioni. Presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Terri- torio e del Mare è stato istituito un apposito Comitato paritetico per la Biodiversità a supporto delle attività della Conferenza, composto da rap- presentanti delle Amministrazioni centrali e da rappresentanti delle Regio- ni e Province Autonome.

Sono stati, inoltre, istituiti l’Osservatorio Nazionale sulla Biodiversità, con il compito di fornire il necessario supporto tecnico-scientifico multidi- sciplinare al Comitato paritetico ed un Tavolo di consultazione che coin- volge e raggruppa, oltre al Comitato paritetico, i rappresentanti delle principali associazioni delle categorie economiche e produttive e delle associazioni ambientaliste.

PARTEII.

Introduzione.

Di tutelare la fauna ittica, l’ambiente marino nel quale essa vive e si riproduce, nonché la biodiversità di entrambe queste componenti della natura, si sono occupati, come vedremo, il legislatore internazionale, quello europeo e quello nazionale. Le strategie seguite dai tre ordinamenti al fine di predisporre un regime di tutela delle risorse ittiche e marine e della loro diversità biologica si sono basate, principalmente, su due pilastri. Il pilastro rappresentato dalla istituzione e gestione di aree marine protette ed il pilastro costituito dalla approvazione di norme, ai tre livelli di governo, sia in materia di tutela dell’ambiente marino dall’inquinamento e da forme di

sfruttamento eccessive che in materia di conservazione e gestione delle risorse della pesca.

Non vi è dubbio che la pesca svolga un ruolo rilevante in relazione a interessi fondamentali della collettività quali: la sicurezza degli alimenti e la tutela della salute, nel senso che il prodotto ittico è in grado di garantire alla dieta dei consumatori determinate sostanze di qualità; la tutela dell’am- biente e degli ecosistemi marini; infine, lo sviluppo economico e sociale sostenibile delle aree costiere, attraverso l’esercizio di attività compatibili con la natura e le caratteristiche delle coste 75.

I settori della pesca e dell’agricoltura sono stati spesso accomunati. E questo, non solo a livello normativo, si pensi all’art. 4, comma 2, lett. d), del Trattato sul funzionamento dell’unione europea, ma anche sotto il profilo delle incidenze che sull’ambiente e sulle risorse naturali derivano dall’eser- cizio dell’attività ittica e dall’attività agricola. In quanto risorse naturali rinnovabili ma non inesauribili, le risorse naturali oggetto dell’attività della pesca e dell’agricoltura devono essere tutelate in modo che la loro capacità rigenerativa e di crescita venga garantita da modalità di sfruttamento e gestione ecocompatibili ed ispirate ai principi dello sviluppo sostenibile

76. Con riguardo all’attività della pesca e alle sue incidenze sull’ambiente, si

potrebbero utilizzare le due formule coniate con riguardo all’agricoltura — “agricoltura inquinata” e “agricoltura inquinante” e fare, così, riferimento alla “pesca inquinata” e alla “pesca inquinante”. La pesca è inquinata perché l’ambiente marino dove vivono i pesci è caratterizzato da parametri chimico-fisici e biologici la cui variazione, provocata dall’inquinamento delle acque, o da una temperatura inferiore o superiore a quella normale o da una minore disponibilità di cibo, si ripercuote sulla fauna ittica, provo- cando tra le specie una mortalità maggiore del normale. La pesca è inquinante in quanto, se non razionalmente esercitata, provoca il depaupe- ramento delle risorse ittiche, danneggiando la stessa attività ittica. Non è possibile incrementare il livello di sforzo di pesca oltre un certo limite e forzare, di conseguenza, gli equilibri di ogni specie77.

75 F. BRUNO, Il nuovo ruolo della pesca tra produzione di alimenti e tutela dell’ambiente marino,

in Riv. dir. alim. on line, gennaio-marzo 2010, n. 1, www.rivistadirittoalimentare.it, 5.

76 Per un approfondimento del principio di sviluppo sostenibile si rinvia al contributo di C.

VIDETTApubblicato in questo Trattato.

77 F. BRUNO, Il nuovo ruolo della pesca tra produzione di alimenti e tutela dell’ambiente marino,

1. La disciplina internazionale, dell’Unione europea e nazionale in mate-