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LABORATORIO CHIMICO

PROPOSTE DI METODOLOGIE STANDARDIZZATE PER L’ANALISI E LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE NELLE SEDI INAIL

3. LABORATORIO CHIMICO

In alcune sedi centrali e/o regionali dell’Istituto sono presenti laboratori chimici utilizzati per la fase analitica delle attività di indagine strumentale e di campionamento degli agenti di rischio condotte sul campo dai Professionisti. Le attività analitiche più frequentemente realizzate sono la quantificazione delle fibre di amianto aerodisperse mediante tecnica di Microscopia Ottica a Contrasto di Fase (MOCF) e l’attività analitica di quantificazione delle Sostanze Organiche Volatili (SOV) mediante tecnica gascromatografica (GC). In generale in tali laboratori sono stoccate ed impiegate, sebbene in piccola quantità, sostanze che possono dare origine ad atmosfere esplosive di gas o vapori.

Nelle “Linee Guida emanate dalla COMMISSIONE CEE all’applicazione della Direttiva 1999/92/CE”, punto 2.2.4, si dice genericamente che se le quantità manipolate di solventi o di polveri combustibili sono piccole e l’utilizzazione è effettuata sotto cappa, non si ritiene possibile la formazione di un'atmosfera esplosiva pericolosa.

Infatti, premesso che anche piccole quantità di liquidi infiammabili evaporando possono causare una massiccia quantità di vapori infiammabili , l’uso sotto cappa aspirata può evitare la formazione di un'atmosfera esplosiva pericolosa5.

D’altra parte se non si usano le sostanze infiammabili sotto cappa, il laboratorio chimico può rappresentare un ambiente con particolari esigenze rispetto ai rischi di esplosione. Infatti la particolare natura delle sorgenti di emissione presenti in un laboratorio chimico con caratteristiche di variabilità nel tempo e mobilità nello spazio rende il laboratorio un ambiente a rischio di esplosioni per la presenza, oltre che di apparecchiature elettriche, di fiamme libere come i becchi Bunsen e di superfici calde come i fornelli o le stufe elettriche.

L’applicazione letterale, ai sensi del D.Lgs. 81/2008, allegato XLIX, della norma tecnica CEI EN 60079-10 (CEI 31-30) presenterebbe notevoli problemi interpretativi e pratici. Per risolvere tali problematiche, la guida CEI 31-35, appendice GF4 suggerisce i provvedimenti da applicare ai locali e alle attrezzature di un laboratorio chimico per evitare la formazione di un’atmosfera esplosiva.

Prendendo spunto da tale documento, il tecnico valutatore può evidenziare una serie di provvedimenti di sicurezza riferiti ai locali, alle attrezzature e ai comportamenti operativi che, se applicati, consentono di abbassare il rischio di esplosione, portandolo a valori talmente bassi da considerare il luogo sicuro. Tali provvedimenti sono elencati nella Tabella 2, in forma di check-list.

Tabella 2: check-list per la prevenzione della formazione di atmosfere esplosive in laboratorio Provvedimenti riferiti ai locali

I quantitativi di sostanze infiammabili presenti sono limitati e sono previsti, se necessario, più locali separati

e possibilmente compartimentati fra loro. SI NO

I contenitori delle sostanze infiammabili sono depositati in appositi armadi. SI NO Nel locale di deposito delle sostanze infiammabili, ove esistente, non sono eseguiti travasi delle stesse6. SI NO Le tubazioni di adduzione di sostanze infiammabili all’interno del laboratorio sono dotate di dispositivi di

chiusura rapida, azionabili dall’esterno del laboratorio stesso. SI NO

Nelle tubazioni di adduzione di sostanze infiammabili è previsto il minor numero possibile di giunzioni. I dispositivi di giunzione sono a tenuta (con emissioni trascurabili nelle condizioni di funzionamento anche anomalo dell’impianto), dimensionati ed installati tenendo conto delle condizioni di funzionamento anomalo, nonché eserciti e mantenuti con modalità tali da assicurare nel tempo il mantenimento dei requisiti di sicurezza.

SI NO

Le portate dei gas prelevati da contenitori (esempio bombole) sono limitate, in relazione all’utilizzo, mediante limitatori di flusso o valvole di sicurezza o dischi calibrati posti all’esterno del laboratorio stesso. SI NO

4Vedi "Dust Explosions", The International Section for the Prevention of Occupational Risks in the Chemical Industry, The International Social Security Association (ISSA), Heidelberg, Germania.

5il volume di atmosfera esplosiva ritenuto trascurabile e quindi non pericolosa non è individuato in sede normativa in modo univoco:

varia, secondo le fonti. Ai fini della guida CEI 31-35, art. 5.10.3.5 è stato assunto, per ambienti chiusi, non pericoloso un volume di 1 dm3 = 1 litro per Zona 0 e un volume di 10 dm3 = 10 litri per Zona 1 e Zona 2.

6se avvengono travasi, devono essere determinate le zone pericolose e previsti, se necessario, prodotti conformi ai requisiti previsti dal DPR 126/98.

SICUREZZA E PREVENZIONE: ESPERIENZE A CONFRONTO

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I metodi e i sistemi di campionamento di sostanze infiammabili sono progettati in modo da limitare allo

stretto necessario la quantità di campione prelevato. SI NO

A protezione della salute dei lavoratori e per la sicurezza contro le esplosioni, le operazioni chimiche sono effettuate sotto cappa, oppure, ad esempio, nei laboratori di analisi strumentale, predisponendo in corrispondenza degli strumenti dai quali si hanno emissioni (i gascromatografi, gli strumenti per cromatografia liquida ad alta pressione (HPLC), gli spettrometri, ecc.) dei sistemi di aspirazione localizzata (ad esempio, nel caso di HPLC, in corrispondenza dei contenitori erogatori di eluenti (es. metanolo, acetonitrile, ecc.), che sono sempre muniti di sfiato, e di quelli, parimenti muniti di sfiato, riceventi gli scarichi.

SI NO

I sistemi di ventilazione garantiscono almeno cinque ricambi dell’aria all’ora all’interno del locale adibito

alle analisi. SI NO

I sistemi di ventilazione o di climatizzazione non prevedono il ricircolo dell’aria e le condotte sono di

materiale incombustibile. SI NO

E’ stata valutata l’opportunità di installare un sistema di controllo di esplodibilità dell’atmosfera e di rilevazione incendi, in relazione alle caratteristiche delle sostanze presenti (vedi Allegato A, punto f. della GF4 della guida CEI 31-35)

SI NO

Provvedimenti riferiti alle attrezzature I contenitori di sostanze infiammabili sono:

chiusi a regola d’arte o comunque in modo efficace allo scopo, con emissioni trascurabili;

in materiale idoneo e costruiti a regola d’arte nel rispetto di eventuali norme di costruzione e prova;

depositati e movimentati in modalità tali da considerare ragionevolmente non prevedibili cadute che possano provocare l’apertura del coperchio o il danneggiamento con fuoriuscita significativa della sostanza infiammabile contenuta

SI NO

Nel sito è attuata ogni ordinaria cautela contro la permanenza di pozze e vi è una costante presenza di mezzi

per la loro neutralizzazione in tempi rapidi. SI NO

Gli armadi per deposito di sostanze infiammabili sono costruiti in materiale non combustibile, con ripiani atti a contenere piccoli rilasci di sostanze liquide e con condotta di aerazione verso l’esterno che scarica l’aria lontano da finestre o punti di prelievo dell’aria, lontano da corridoi, da aree di lavoro e da uscite di sicurezza

SI NO

I banchi sono conformi alla Norma UNI EN 13150. SI NO

I “bunsen” ed eventuali altri fornelli sono di sicurezza, dotati in particolare di dispositivi che interrompano

l’erogazione del gas in caso di spegnimento della fiamma. SI NO

I “bunsen” ed eventuali altri fornelli sono generalmente utilizzati solo sotto cappa. Se è inevitabile l’uso fuori cappa, è assicurata la presenza di sistemi di controllo di esplodibilità dell’atmosfera in relazione alla tipologia di sostanze utilizzate, con allarme e blocco automatico dell’alimentazione ed aventi caratteristiche conformi alle indicazioni fornite in proposito nel Capitolo 4 della Guida 31-35A

SI NO

Le stufe ed i forni che vengono lasciati accesi per lunghi periodi sono muniti di un dispositivo di sicurezza

che eviti il surriscaldamento in caso di guasto del termostato di regolazione SI NO L’intercettazione delle linee di alimentazione delle apparecchiature sotto cappa si può effettuare anche

dall’esterno delle stesse, come previsto dalla Norma UNI EN 14175-2. SI NO E’ presente un idoneo dispositivo che indichi che il sistema di aspirazione dalle cappe è funzionante. SI NO E’ periodicamente verificata l’efficienza del sistema di aspirazione per accertare l’adeguatezza della portata

dell’aspirazione (assenza di anomalie o occlusioni). SI NO

Tubazioni e rubinetterie che contengono sostanze infiammabili sono riconoscibili e facilmente identificabili in base alla sostanza trasportata (colorazione, targhette, etichette adesive, ecc. come previsto dalle Norme UNI 5634 e UNI EN 13792).

SI NO

Provvedimenti riferiti ai comportamenti

E’ eseguita l’informazione e la formazione degli operatori con particolare riferimento all’infiammabilità delle sostanze e alla presenza di situazioni che possono essere causa d’innesco di atmosfere esplosive, quali ad esempio archi, scintille, temperature elevate, cariche elettrostatiche, ecc.

SI NO

Sono fissate procedure operative, in particolare per il personale addetto all’uso di fiamme libere o analoghe

fonti di calore (apparecchiature quali stufe, forni, ecc.). SI NO

Sono formalizzate le procedure relative alle modalità di movimentazione interna delle sostanze infiammabili SI NO I quantitativi di sostanze infiammabili presenti sui banchi sono limitati a quelli strettamente necessari per le

attività in corso, lasciando le scorte negli appositi armadi o nei locali di deposito SI NO Eventuali rilasci di liquidi infiammabili possono essere subito neutralizzati facendo uso di apposito

materiale assorbente. SI NO

Le sostanze infiammabili sono manipolate sotto cappa e lontano da sorgenti d’innesco quali archi, scintille o

Sono applicate le istruzioni per l’uso delle cappe, in particolare per quanto riguarda l’obbligo di tenere

abbassato il saliscendi. SI NO

L’integrità delle tubazioni rigide e flessibili di adduzione di sostanze infiammabili e la tenuta del fissaggio

delle estremità è verificata con controlli periodici e sistematici. SI NO Le superfici e le piastre di riscaldamento sono tenute pulite da eventuali residui di campione, solventi, ecc. SI NO E’ vietato introdurre e conservare sostanze infiammabili in frigoriferi di tipo normale/domestico SI NO Provvedimenti riferiti agli impianti elettrici

Il sottocappa è illuminato dall'esterno, con robuste lastre trasparenti a chiusura ermetica. SI NO È previsto un interruttore generale con comando all'esterno del locale laboratorio, in posizione facilmente

accessibile e segnalata. SI NO

Il grado di protezione IP dei componenti elettrici è stato stabilito in base alle regole generali, secondo la presenza di liquidi e di polveri nel punto in cui il componente elettrico è ubicato nel funzionamento ordinario.

SI NO

I laboratori chimici nei quali sono soddisfatte le sopra elencate misure di sicurezza, se applicabili al caso specifico, non sono da considerare con pericolo d’esplosione. La mancata applicazione delle misure di sicurezza comporta la necessità della classificazione nel rispetto della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Infine occorre notare che l’applicazione di misure di sicurezza non esclude la necessità di una valutazione atta ad accertare se l’impianto elettrico è conforme alla Norma CEI 64-8/7 “Ambienti ed applicazioni particolari”, ad esempio come luogo a maggior rischio in caso di incendio.

BIBLIOGRAFIA

Decreto del Presidente della Repubblica 15 novembre 1996, n. 661: Regolamento per l'attuazione della direttiva 90/396/CEE concernente gli apparecchi a gas (GU n. 302 del 27-12-1996 - Suppl. Ordinario

Decreto Legislativo. 9 aprile 2008, n. 81: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.

123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. (GU. 101 del 30-4-2008 - Supplemento Ordinario n.108).

Decreto del Presidente della Repubblica n° 126 del 23/03/1998: Regolamento recante norme per l'attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.

Guida CEI 31-35/A: Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas: Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili: esempi di applicazione”.

CEI EN 60079-10 (CEI 31-30): Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas, Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi (01/01/2004).

ISSA, Dust explosion: Collection of examples for the brochure “dust explosion protection for machines and equipment”, ISSA Ed., Mannheim (D), 1990.

UNI EN 13150:2003. Banchi da lavoro per laboratorio - Dimensioni, requisiti di sicurezza e metodi di prova.

UNI EN 14175-2:2004 Cappe di aspirazione - Parte 2: Requisiti di sicurezza e di prestazione.

SICUREZZA E PREVENZIONE: ESPERIENZE A CONFRONTO

CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente