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LAVORI D’AULA: INIZIATO L’ESAME DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 41-49)

Finanza/bilancio

LAVORI D’AULA: INIZIATO L’ESAME DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA

Perugia, 12 dicembre 2018 – “Sulle Comunità montane si cambia tutto per non cambiare nulla”.

È quanto dichiara il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Misto-Umbria next) secondo cui

“l’obiettivo della Giunta Marini sembra essere quello di creare un cimitero degli elefanti per condurre all'estinzione, attraverso il pensiona-mento, il personale dei cinque Enti a contratto pubblico, e traslocare tutti i problemi organizza-tivi e autorizzaorganizza-tivi alla futura Giunta”.

“La legge di stabilità regionale – spiega De Vin-cenzi – è l'ennesimo colpo di mano regionale sull’annosa vicenda delle Comunità montane ed offre la cifra della schizofrenia amministrativa nella quale versa la Giunta Marini. In sette anni non si è stati in grado di definire un percorso coerente per il personale, le funzioni e i debiti di questi enti che hanno tuttavia ancora in carico funzioni importanti per tutto il territorio e i rela-tivi enti locali. Adesso si porta tutto nell’Agenzia forestale regionale che come ente strumentale dovrebbe vivere di risorse proprie, ma che già oggi riceve dalla Regione un contributo che sarà destinato ad aumentare per l'assorbimento di circa 150 unità di personale con contratto pubbli-co”.

“C’è poi – prosegue De Vincenzi – la questione debito: ad oggi di circa 15-17milioni di euro che si pretenderebbe affrontare costituendo un fondo di garanzia dei creditori alimentato dalla dismis-sione del patrimonio immobiliare delle ex Comu-nità montane. Un obiettivo ambizioso che non sarà perseguibile semplicemente per il fatto che fare cassa con gli immobili è oggi pressoché im-possibile, perché non c'è mercato, o con un de-prezzamento del 60 per cento rispetto al valore del 2008. Senza dimenticare le funzioni da tra-sferire in Afor, che rischia di assumere nel con-tempo la veste di controllore e di controllato.

Così, in virtù della delega al contenzioso agro-forestale, in caso di sanzione amministrativa elevata dagli organi di vigilanza all'Afor, la stessa sarebbe costretta a inoltrare a sé stessa formale ricorso sul quale poi dovrebbe anche decidere”.

LAVORI D’AULA: INIZIATO L’ESAME DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA RE-GIONALE 2019-2021 – LE RELAZIONI DI MAGGIORANZA E MINORANZA

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha iniziato l’esame del Documento di economia e finanza

regionale 2019-2021 con le relazioni di maggio-ranza, Andrea Smacchi (Pd) (“Manovra espansi-va, con importanti interventi nei settori più stra-tegici per lo sviluppo regionale.”), e minoranza, Maria Grazia Carbonari (M5S) (“Documento poli-ticizzato: un libro dei sogni e che non si capi-sce”).

Perugia, 13 dicembre 2018 – L’Assemblea legi-slativa dell’Umbria ha iniziato l’esame del Docu-mento di economia e finanza regionale 2019-2021 con le relazioni di maggioranza, Andrea Smacchi (Pd) (“Manovra espansiva, con impor-tanti interventi nei settori più strategici per lo sviluppo regionale.”), e minoranza, Maria Grazia Carbonari (M5S) (“Documento politicizzato: un libro dei sogni e che non si capisce”).

RELAZIONE MAGGIORANZA

Andrea SMACCHI (Pd): “Questa è una MANOVRA ESPANSIVA, con importanti interventi nei settori più strategici per lo sviluppo regionale. Si tratta dell'ultimo vero atto organico di programmazione economica di questa maggioranza di governo. Il Defr evidenzia un BILANCIO SANO che prevede la RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE e nuove possibilità di investimenti pubblici per cir-ca 54milioni di euro concentrando le maggiori risorse in politiche economiche e di sviluppo.

Inoltre si prevede: nessuna nuova tassa, il man-tenimento delle agevolazioni fiscali esistenti e la riduzione del 50 per cento dell’aliquota Irap alle aziende pubbliche per il servizio alla persona con uno sgravio, a partire dal 2019, di circa 180mila euro. La grande novità di questo Defr è la possi-bilità di fare INVESTIMENTI AGGIUNTIVI nel triennio 2019 - 2021 per 54milioni di euro di cui 17milioni già nel 2019, e gli altri spalmati sull’intero triennio. Investimenti aggiuntivi ri-spetto a quelli programmati, che hanno l’obiettivo di sostenere il sistema economico e soprattutto l’edilizia. Si tratta di una ripartenza significativa degli investimenti pubblici, per la manutenzione straordinaria della viabilità e in-terventi di prevenzione del dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio. Le azioni previste da Defr si inseriscono in una SITUAZIO-NE economico-occupazionale caratterizzata per la nostra Regione da segnali di ripresa e di posi-tivo dinamismo. Bankitalia e Istat forniscono dati che conducono ad un cauto ottimismo. La mano-vra privilegia strumenti e politiche finalizzati a PROMUOVERE LA CRESCITA E LA COMPETITIVI-TÀ dell’Umbria in tutte le sue componenti. Obiet-tivo principale del documento è di investire sulle eccellenze e sulle competenze presenti in Um-bria. Da qui l’innovazione e la sostenibilità come costitutivi della visione dell’Umbria del futuro, in stretta sinergia e compatibilità tra cultura, turi-smo e manifattura. L’obiettivo è sostenere la crescita della produttività del sistema economico regionale. Il CONTESTO POLITICO nazionale in cui si colloca questo DEFR è CONFUSO E PIENO DI INSIDIE. La legge di bilancio del governo è ad oggi una legge fantasma. In questo quadro com-plesso e confuso si colloca la nostra manovra di

Finanza/bilancio

bilancio, una manovra chiara nelle sue linee gui-da e soligui-da per ciò che attiene ai conti. Per rilan-ciare occupazione e sviluppo bisogna investire in infrastrutture, favorire gli investimenti delle im-prese, proseguire ad investire nella cultura, nel-l'ambiente ed in altri settori strategici per la no-stra regione”.

RELAZIONE MINORANZA

Maria Grazia CARBONARI (M5S): “VOTO CON-TRARIO AD UN DOCUMENTO POLITICIZZATO:

UN LIBRO DEI SOGNI E CHE NON SI CAPISCE.

Un Defr di 105 pagine dalla cui lettura non si ricavano dati importanti per poter fare valutazio-ni sulla politica regionale. Un documento pieno di tante promesse nel quale però non si trovano elementi che danno un indirizzo. Nel Defr 2017-2019 c’erano tabelle che indicavano come si divi-devano i vari capitoli di spesa e le azioni di go-verno. In questo non ci sono. Delle 105 pagine del Defr il 90 per cento sono solo di testo. Trac-ciando il quadro macroenocmico, per la prima volta si fa allarmismo, con scenari forti sul futuro per attaccare il nuovo Governo. Finché c’era il governo Pd nulla. Sono ATTI CON UN TAGLIO POLITICIZZATO. Quando si passa all’economia regionale si riportano solo dati per dare un qua-dro positivo. Ma I DATI REALI SONO DIVERSI.

Da mesi in questa Aula è iscritta la relazione della Presidente sull’attuazione del programma da parte della Giunta, ma è assurdo discutere del futuro se non parliamo di quello che abbiamo fatto. Fa tutto la Giunta, allora meglio abolire l’Assemblea legislativa: gli atti sono fermi in Commissione, di quelli approvati si perde traccia.

Secondo molti studi l’Umbria va peggio di altre Regioni in termini di occupazione e Pil. La Regio-ne, che ha ha due società partecipate come Svi-luppumbria e Gepafin potrebbe fare di più per sostenere le imprese, in particolare le pmi.

L’Umbria non è uscita dalla SPIRALE NEGATIVA.

L’accesso al credito è diventato ancora più diffi-coltoso. La Regione avrebbe potuto aiutare il settore edilizio che è in grande crisi: il M5S ave-va proposto di investire, come Regione, attraver-so l’Ater per acquistare alloggi popolari. Si parla di trasparenza, ma delibere e atti di Giunta non si riescono a scaricare ancora. Si chiede al go-verno maggiore autonomia: siamo favorevoli purché non diventi un pretesto per gestire soldi e clientele in modo ancora più opaco. Positivo l’accordo in Conferenza Stato-Regioni in cui c’è stato l’impegno delle Regioni per realizzare una mole rilevante di investimenti. Ma nel Defr nelle macrocategorie previste servirebbe un maggiore dettaglio per capire quello che volete fare”.

SCHEDA DEFR

L’ECONOMIA UMBRA, dopo la crisi, sta reagendo positivamente. Nel 2018 i dati, le stime e le in-dagini mostrano tutte andamenti positivi, ma anche la necessità di lavorare per aumentare il valore aggiunto delle imprese. Un’indagine di Unioncamenre mostra un aumento della produ-zione del 2,7 per cento; l’export cresce del 7,4 per cento nel 2017 e del 5,6 nel primo semestre 2018; le presenze turistiche aumentano nei primi

8 mesi del 2018 dell’11,7; l’occupazione cresce dell’1,5 per cento nel secondo semestre 2018, mentre la disoccupazione cala del 14,9; i prestiti del settore produttivo aumentano del 5,4. Dati congiunturali che inducono a un cauto ottimismo.

Dal 2014-2015 ci sono segni di ripresa produtti-va, dell’export, dell’occupazione. Torna a cresce-re anche la produttività, in particolacresce-re nel mani-fatturiero.

Gli INDIRIZZI DEL DEFR per il 2018 puntano ad un rafforzamento delle politiche di RIFORMA I-STITUZIONALE, con l’avvio del percorso dell’autonomia selettiva dell’ex articolo 116 della Costituzione; ad un utilizzo dei FONDI STRUTTU-RALI nei settori produttivi, con internazionalizza-zione e innovainternazionalizza-zione, qualità nell’agricoltura e posizionamento dell’immagine turistica; ad inve-stimenti per lo SVILUPPO SOSTENIBILE nella programmazione del territorio, le infrastrutture, gestione efficiente dell’energia e dei rifiuti; ad un miglioramento del SISTEMA DI WELFARE regio-nale, centrato nel nuovo piano sanitario che è l’obiettivo fondamentale nel prossimo anno; alla sfida della PROGRAMMAZIONE INTEGRATA terri-toriale, con la gestione dell’agenda urbana, delle aree interne e dell’Iti del Trasimeno, che hanno dati sul target di spesa migliori di quello che si pensava. Senza dimenticare l’emergenza, la RI-COSTRUZIONE e la ripartenza economica delle aree colpite dal sisma, che l’anno prossimo vedrà la partenza delle opere pubbliche. Tema centrale la PROGRAMMAZIONE 2021-2027. Quella 2014-2020 mostra dati interessanti: su oltre un miliar-do e mezzo di euro a disposizione per le politiche regionali di sviluppo, le risorse impegnate sono 736milioni di euro e le pagate 304milioni.

Rilevante l’INTESA raggiunta in CONFERENZA STATO-REGIONI per la definizione delle modalità del concorso della Regioni agli obiettivi di finanza pubblica, che sblocca circa 800milioni a livello nazionale per investimenti. L’accordo prevede lo scambio di una quota di avanzo sul pareggio di bilancio con la possibilità di SPESA PER INVE-STIMENTI orientando l’avanzo delle Regioni al rilancio e all’accelerazione degli investimenti pubblici. In particolare per l’Umbria si tratta di 53,9 milioni per il rilancio degli investimenti ag-giuntivi: 3,6 milioni per la messa in SICUREZZA DEGLI EDIFICI, compreso il miglioramento e l’adeguamento sismici; 25,8 per la prevenzione del RISCHIO IDROGEOLOGICO e tutela ambien-tale; 10,4 milioni per VIABILITÀ e trasporti; 7,7 per l’EDILIZIA SANITARIA e l’edilizia pubblica residenziale; 6,2 per le IMPRESE, puntando su ricerca e innovazione. Inoltre l’intesa prevede la salvaguardia integrale dei trasferimenti per le POLITICHE SOCIALI; la realizzazione dell’obiettivo di finanza pubblica richiesto dalla manovra; lo sblocco dell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione; lo sblocco degli investimenti sul fondo per il finanziamento degli investimenti e lo SVILUPPO INFRASTRUTTURALE.

In questo contesto il BILANCIO 2019-2021 non prevede alcun aumento della pressione fiscale e manterrà le agevolazioni fiscali esistenti;

preve-de il contenimento e la riduzione preve-delle spese cor-renti e di funzionamento per favorire la riqualifi-cazione della spesa regionale a favore degli inve-stimenti; la riprogrammazione delle quote di cofinanziamento regionale per la programmazio-ne comunitaria 2014-2020 per garantire il con-seguimento dei target intermedi di spesa dei programmi; la riduzione ulteriore del livello di indebitamento.

LAVORI D’AULA: APPROVATO A MAGGIO-RANZA IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FI-NANZA REGIONALE 2019-2021

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza, con 12 voti favorevoli e 7 voti contrari, il Documento di economia e finanza regionale 2019-2021. Dopo le relazioni di Andrea Smacchi (Pd) per la maggioranza e di Maria Gra-zia Carbonari (M5S) per la minoranza (https://goo.gl/k7h1DK), sono intervenuti i con-siglieri Squarta (FdI), Solinas (misto-Mdp), Ricci (misto-Rp/Ic), Rometti (SeR), Leonelli (Pd), De Vincenzi (misto-Un), Morroni (FI), Liberati (M5S), Fiorini (Lega), Chiacchieroni (Pd). Al ter-mine del dibattito è intervenuta la presidente della Giunta Marini. Approvata anche una propo-sta di risoluzione della maggioranza che integra alcune parti del documento.

Perugia, 13 dicembre 2018 – L’Assemblea legi-slativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza, con 12 voti favorevoli (PD, SeR, Misto-Mdp) e 7 voti contrari (Lega, M5S, FdI, FI, Misto-Un, Mi-sto-Rp/Ic), il Documento di economia e finanza regionale 2019-2021. Dopo le relazioni di Andrea Smacchi (Pd) per la maggioranza e di Maria Gra-zia Carbonari (M5S) per la minoranza (https://goo.gl/k7h1DK), sono intervenuti i con-siglieri Squarta (FdI), Solinas (misto-Mdp), Ricci (misto-Rp/Ic), Rometti (SeR), Leonelli (Pd), De Vincenzi (misto-Un), Morroni (FI), Liberati (M5S), Fiorini (Lega), Chiacchieroni (Pd).

Al termine del dibattito è intervenuta la presiden-te della Giunta Marini. Approvata anche una pro-posta di risoluzione della maggioranza che inte-gra alcune parti del documento (12 sì di PD, SeR, Misto-Mdp; 2 no di Misto Rp-Ic e Misto Umbria Next; 5 astenuti Lega, M5S, FI, FdI).

INTERVENTI

Marco SQUARTA (Fd’I-portavoce del centrode-stra): “Il Defr ha un ruolo importante perché serve a limare gli obiettivi programmatici e a costruire proposte da attuare, ma QUESTO DEFR PER CIRCA L’80 O IL 90 PER CENTO È LA FOTO-COPIA DI QUELLO DEGLI ANNI PRECEDENTI, DI NUOVO UN LIBRO DEI SOGNI CHE CONTIENE PROPOSTE GENERICHE, DOVE SI LEGGE ‘FARE-MO’, ‘DISCUTERE‘FARE-MO’, MA IN SOSTANZA IDENTI-CO AI PRECEDENTI, PER CUI VOTEREMO IDENTI- CON-TRO. Quest’anno si dice che c’è un lieve miglio-ramento dei dati economici, ci sono timidi pro-gressi su esportazioni e turismo, ma l’ambito economico generale ha un profilo ben diverso e qui manca una visione politica di lungo periodo.

Preoccupa il Pil: negli ultimi 10 anni sono stati bruciati 3,7 miliardi di ricchezze, l’Umbria è tra le peggiori regioni. La Regione non ha fatto nulla in tema di semplificazione e sburocratizzazione: i cittadini sono sempre alle prese con gli stessi problemi quando si interfacciano con l’amministrazione pubblica. In materia di svilup-po economico uno dei più imsvilup-portanti strumenti della Regione è costituito dai fondi europei per i processi di innovazione, digitalizzazione e inter-nazionalizzazione e dai fondi Psr, ma non pos-siamo circoscrivere l’attività della regione solo al corretto utilizzo dei fondi europei, le politiche vanno accompagnate dai pilastri costituiti dalle infrastrutture, dai trasporti e dal turismo. Per quanto riguarda i trasporti di positivo c’è il con-tratto con Trenitalia, bene anche l’intervento sulla ex Fcu, ma non possiamo fermarci qua.

Ormai il raddoppio Foligno-Terontola non è rin-viabile, nemmeno i lavori sulla Terni-Spoleto. Per raggiungere Firenze e Roma da Perugia ci voglio-no ancora oltre due ore, voglio-non accontentiamoci.

Guardiamo al successo del Frecciarossa alle 5 di mattina, che dimostra quanto gli umbri vogliano uscire dall’isolamento. Con più coraggio chiedia-mo anche una nuova linea, magari l’arretramento verso il sud dell’Umbria. Perso-nalmente sono contrario a fermate dell’alta velo-cità non all’interno dell’Umbria. Sull’aeroporto in Aula abbiamo approvato con largo consenso una mozione importante, che certifica i disastri avve-nuti e chiede il superamento dell’attuale Cda. La Giunta intende portarla avanti o fare qualcosa per migliorare la situazione? Nel Defr mancano anche riferimenti al nodo di Perugia e a quello della Somma. Oggi l’Umbria si ferma a Foligno;

se vuoi andare a Terni devi attraversare la Som-ma, mettiamoci le mani, come pure sul nodo di Perugia, progetto già approvato dal Cipe. Bat-tiamoci affinché il governo attuale dia attuazione a una infrastruttura non più rinviabile. Per il tra-sporto pubblico locale qualcosa è stato fatto ma manca una spinta propulsiva, manca un pro-gramma unico di esercizio regionale. Speriamo nel 2019 per un piano di bacino unico e per l’affidamento dei servizi tpl. Sono favorevole alla creazione di un’agenzia unica regionale, la chie-diamo da anni, porterà risparmi per milioni di euro. L’altro tema fondamentale è quello del turi-smo: abbiamo bellezze uniche, potremmo vivere solo di turismo, ma Sviluppumbria cosa fa? Rice-ve milioni di euro per promuoRice-vere il turismo in Italia e all’estero ma quali risultati ha prodotto?

Sanità: non c’è integrazione vera tra territorio e servizi, non c’è integrazione con l’Università, vedi lo scontro degli ultimi giorni con le aziende ospe-daliere. Non si arresta la mobilità passiva che anzi aumenta, dobbiamo intervenire. Rifiuti: il piano ormai è scaduto, la Regione che obiettivo ha? Il 70 per cento di differenziata ma la parte residua che fine fa? Il Css l’abbiamo accantona-to, non se ne parla più. Non si può gestire l’ordinario. Sulla disabilità sociale qualcosina è stato fatto, ma ci sono famiglie che stanno sup-plicando per l’assegno di sollievo, tante famiglie

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con figli autistici sono in difficoltà, superiamo le ideologie e facciamo partecipare direttamente le famiglie alla gestione di tali problemi, diamo ri-sorse direttamente a loro, non ad altre strutture di servizio. Lasciamogli la libertà di scegliere come curarsi. Molto altro ci sarebbe da dire, ma concludo annunciando il voto contrario a un Defr che è la fotocopia di quelli degli anni precedenti, con tante chiacchiere e pochi fatti”.

Attilio SOLINAS (misto-MDP): “La lunga crisi, ha determinato la caduta degli investimenti pubblici e, in questo senso, il Documento di economia e finanza 2019 – 2021 rappresenta un significativo passo in avanti con la previsione di investimenti aggiuntivi di circa 54 milioni di euro nel prossimo triennio, dei quali 17 nel 2019. Si tratta di impor-tanti investimenti, resi possibili dall'Accordo Sta-to - Regioni, che saranno attivati nei setSta-tori delle opere pubbliche, della prevenzione del rischio idrogeologico e della tutela ambientale, della viabilità e trasporti, dell'edilizia sanitaria e resi-denziale pubblica e del sostegno alle imprese, comprendendo anche innovazione e ricerca. Un complesso di interventi che dovrebbero aprire una prospettiva espansiva per tutta l'economia regionale, a partire dal settore edilizio, fortemen-te penalizzato dalla crisi. Per il resto, il Defr rical-ca la struttura dei precedenti e conferma una condizione finanziaria sana che non impone va-riazioni della pressione fiscale. Una condizione di per sé positiva sulla quale però, in prospettiva, occorrerà riflettere al fine di individuare forme che richiedano a coloro che ne hanno la possibili-tà un contributo maggiore al mantenimento dei livelli di welfare e della nostra qualità sociale. Del resto, se L'UMBRIA È STATA A LUNGO UNA DEL-LE REGIONI A MAGGIOR TASSO DI UGUAGLIAN-ZA DEL NOSTRO PAESE, OGGI ASSISTIAMO AD UN'ACCENTUAZIONE DELLE DISUGUAGLIANZE CHE IMPONE UNA RIFLESSIONE CULTURALE, PRIMA ANCORA CHE POLITICA.

Nella nostra regione l’emergere di tante forme di sofferenza e rabbia sociale, di povertà e disin-canto, dentro un'Italia che, secondo il rapporto Censis, è ‘incattivita per lo sfiorire della ripresa’.

Per quanto attiene al Pil l’Umbria ha perso, nella lunga fase di crisi una percentuale vicinissima a 17 punti, il dato più grave di tutti i territori italia-ni, con l’esclusione del Molise. Il Pil non è tutto per una regione ricca di cultura municipale, coe-sione sociale, associazionismo e volontariato e di propensione all’istruzione, ma misura, comun-que, le dinamiche della produzione di ricchezza di un territorio e le reti della creazione del valore che interagiscono con i caratteri della vita socia-le e anche con socia-le prospettive e socia-le speranze di una comunità. I recenti elementi positivi riguardanti le esportazioni e anche la produttività e competi-tività del nostro manifatturiero non possono far velo rispetto al fatto che le esportazioni umbre non superano lo 0,9 per cento del totale naziona-le (erano l'1% prima della crisi) mentre la base produttiva della nostra manifattura è troppo stretta a fronte di un terziario ampio e con carat-teri tradizionali e poco innovativi. II rapporto tra

modello di sviluppo e ricerca scientifica, fonda-mentale per le sfide tecnologiche e di mercato dei nostri giorni, resta debole e gli investimenti del sistema delle imprese in ‘Ricerca e Sviluppo’

sono appena lo 0,3 per cento del Pil regionale, collocandoci nella parte più bassa della classifica nazionale. Evidentemente pesano i rapporti con scienza e tecnologia, il carattere della funzione imprenditoriale, l’intensità degli investimenti e dell'accesso al credito, ma anche le politiche pubbliche, l'infrastrutturazione territoriale per lo sviluppo e l'orientamento del modello produttivo regionale verso settori a più alto valore aggiunto.

E' pertanto cruciale indirizzare le scelte verso le politiche di filiera, di rete, alla incentivazione organica e continuativa alle Start-up, alla Ricerca e Sviluppo con incentivi e strutture organizzate volte a spostare il manifatturiero umbro verso settori a più alta produttività e complessità scientifico-tecnologica e proponendo sfide più ambiziose per la filiera Turismo Ambiente Cultu-ra. Per quanto attiene l'occupazione, l’Umbria, a

E' pertanto cruciale indirizzare le scelte verso le politiche di filiera, di rete, alla incentivazione organica e continuativa alle Start-up, alla Ricerca e Sviluppo con incentivi e strutture organizzate volte a spostare il manifatturiero umbro verso settori a più alta produttività e complessità scientifico-tecnologica e proponendo sfide più ambiziose per la filiera Turismo Ambiente Cultu-ra. Per quanto attiene l'occupazione, l’Umbria, a

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 41-49)