• Non ci sono risultati.

Le capitali del mercato dell’arte africana e le sue gallerie

3.1 La situazione attuale del mercato dell’arte africana

3.1.2 Le capitali del mercato dell’arte africana e le sue gallerie

Il mercato delle grandi aste internazionali e l’esplosione dell’attenzione delle maggiori fiere d’arte contemporanea nei confronti dell’arte africana moderna e contemporanea marca un interesse in continuo aumento da parte del collezionismo globale, ma perché considerare questo dato come trend e non come una moda passeggera?

L’evidenza principale, che dimostra il fatto che si tratta di una tendenza stabile, è da identificare nell’aumento del numero di musei inaugurati principalmente nel

Tabella 3.1 - Top 10 dei risultati d’asta di artisti africani moderni e

contemporanei nel 2019

(Fonte: Il mercato dell’arte e dei beni da collezione. Report 2020, Deloitte Private, 2020, p. 51)

Opera Hammer Price Casa d’asta 1 El Anatsui, Zebra Crossing 2, 2007 1.095.000 £ Sotheby’s 2 Ben Enwonwu, Christine, 1072 1.095.000 £ Christie’s 3 Ben Enwonwu, Portrait of Marianne, 1072 555.062 £ Christie’s 4 Ben Enwonwu, Africa Dances, 1070 471.000 £ Christie’s 5 Gerard Sekoto, Cyclists in Sophhiatown, s.d. 362.500 £ Sotheby’s 6 Vladimir Griegorovich Tretchikoff, Fruits of Bali, s.d. 250.062 £ Sotheby’s 7 Irma Stern, Malay Girl, 1946 237.324 £ Christie’s 8 Ben Enwonwu, Anyanwu, s.d. 187.562 £ Christie’s 9 Demas Nwoko, Children on Cycles, s.d. 170.889 £ Christie’s 10 Marc Padeu, The king is dead, 2019 165.672 £ Sotheby’s

Continente africano, ma anche in quello europeo e americano151. Infatti, gli sforzi di una nuova generazione di curatori e artisti ha prodotto una serie di strutture artistiche indipendenti, di gallerie e istituzioni, che contribuiscono ad arricchire di un ulteriore livello la diffusione degli spazi della produzione artistica dell’arte contemporanea africana152.

Il risultato di questi nuovi sforzi sono luoghi come il Centre for Contemporary Art a Lagos, fondato e diretto da Silvia Bisi dal 2007, Appartement 22, uno spazio sperimentale per incontri, esposizioni e residenza per artisti, fondato nel 2002 a Rabat. In Ghana emerge la Fondazione Nubuke (Accra), che promuove l’arte ghanese, mentre in Senegal la Raw Material Company, fondata nel 2011 a Dakar. La Fondazione Zinsou, invece, gioca un importante ruolo nel promuovere ed esporre l’arte contemporanea in Benin dal 2005 e nel 2013 ha inaugurato il suo museo di arte contemporanea africana, il Musée Zinsou e la Fondazione Donwahi (Abidjan, Costa D’Avorio), che ospita esposizioni internazionali dal 2008, curate dal direttore artistico Simon Njami. Altri importanti spazi per l’arte contemporanea sorti recentemente sono anche l’Art Twenty One, fondato nel 2013 a Lagos, il Mohammad VI Museum of Modern and Contemporary Art a Rabat (2014), primo museo di arte contemporanea e moderna in Marocco, lo Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (MOCAA) a Cape Town, che è stato invece il primo grande museo dell’Africa ad essere completamente dedicato all’esposizione di arte contemporanea africana (2016), seguito poco tempo dopo dalla fondazione nel 2017 del Museum of African Contemporary Art Al Maaden (MACAAL) a Marrakech, anch’esso destinato ad ospitare arte africana. Infine, nel 2019 hanno visto la luce il Museum of Black Civilizations a Dakar, che si propone di celebrare le black civilizations di tutto il mondo e il museo di arte contemporanea africana e della diaspora, Zoma Museum ad Addis Ababa.

Anche in Occidente infatti si registra questo stesso trend. Si pensi al ruolo giocato

151

in primo luogo dai grandi musei come il Centre Pompidou di Parigi, la Tate di Londra o il MoMA di New York, che negli ultimi anni hanno acquisito come parte delle loro collezioni permanenti opere d’arte africana, e in secondo luogo alla nascita, ad esempio, del MOAD di San Francisco, un museo con la missione di raccogliere ed esporre opere di artisti di tutto il mondo, per raccontare la storia della diaspora africana.

P. Faber, La realtà dei miti: la questione dell’identità nell’Africa contemporanea, in

152

In secondo luogo, un altro dato che emerge chiaramente dal quadro delineato finora è che, diversamente da quanto accade per l’Asia in cui Hong Kong rappresenta la capitale del mercato artistico, in Africa manca un centro ben definito per il commercio della sua arte. Si individuano piuttosto una moltitudine di centri, ognuno caratterizzato dalla sua cultura, dalle sue tradizioni e dalle sue gallerie e istituzioni.

Secondo Goldstein153 è infatti più consono parlare di capitali emergenti del mercato artistico dell’Africa, piuttosto che di un unico hub, vista anche la grandezza e l’eterogeneità del Continente e della sua produzione. Ne vengono così individuate sei: Accra (Ghana), Addis Ababa (Etiopia), Cape Town (Sudafrica), Dakar (Senegal), Lagos (Nigeria) e Marrakech (Marocco).

Per ciascuna di queste capitali vengono identificati gli spazi più rilevanti e influenti per lo sviluppo e la diffusione dell’arte contemporanea locale. Ad Accra, per esempio, si individuano le gallerie, Gallery 1957, Artists Alliance Gallery e ANO Institute of Arts and Knowledge, fondato dalla storica dell’arte Nana Oforiatta Ayim, che è stata anche il curatore della prima presenza del Ghana come Padiglione nazionale alla Biennale di Venezia del 2019. Per la capitale dell’Etiopia vengono nominate la Addis Fine Art e il Guramane Art Center, per Cape Town la Goodman Gallery, una delle poche ad essere state fondante durante il periodo dell’apartheid (1948-94), la Stevenson, presenza costante in numerose fiere internazionali d’arte contemporanea, la A4 Arts Foundation e la Norval Foundation. Per la città della celeberrima “Dak’Art” vengono citate invece la Galerie Cécile Fakhoury e la Galerie Atiss, per Lagos la Omenka Gallery, che ha la peculiarità di essere ospitata in quella che fu la casa di uno dei più influenti artisti dell’Africa, Ben Enwonwu, ora gestita dal figlio, la SMO Contemporary e la African Artists Foundation. Infine, per Marraketch viene segnala la David Bloch Gallery, Galerie 127, Riad Yima, creata dal fotografo Hassan Hjjaj che è conosciuto come il Warhol di Marraketch.

A. Goldstein (a cura di), Intelligence Report Fall 2019, Artnet, 2019, <https://

153