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Capitolo 3: ANALISI DI COERENZA ESTERNA

4. LE COMPONENTI AMBIENTALI

Negli ultimi anni sta assumendo notevole importanza lo studio della qualità dell’aria, con un’evoluzione sempre più accurata delle metodologie di analisi, soprattutto per quel che riguarda la percentuale dei vari inquinati presenti e le loro conseguenze sulla natura umana. Ciò è scaturito da una crescita smisurata dell’inquinamento atmosferico, dovuto principalmente al traffico veicolare e agli impianti di riscaldamento, senza trascurare fonti di tipo industriale e per la produzione di energia. I principali inquinanti della componente aria possono essere divisi in due categorie:

gli inquinanti primari (emessi direttamente nell’atmosfera dalle sorgenti antropogeniche o naturali) e gli inquinanti secondari (che si formano in atmosfera per reazione chimica tra inquinanti primari e/o secondari e l’aria); la tabella a seguire riporta il tipo di inquinante la cui presenza è riconducibile ad alcune principali sorgenti di emissione.

Tipologia di inquinanti Categoria di inquinanti Sorgenti di emissione Biossido di Zolfo

(SO2)

PRIMARIO Impianti di riscaldamento, centrali di potenza, combustione di

prodotti organici di origine fossile contenenti zolfo (gasolio, carbone, oli combustibili)

Biossido di Azoto (NO2)

PRIMARIO E SECONDARIO Impianti di riscaldamento, traffico autoveicolare (in particolare quello pesante), centrali di potenza, attività industriali (processi di combustione per la sintesi dell’ossigeno e dell’azoto atmosferici)

Monossido di Carbonio (CO)

PRIMARIO Traffico autoveicolare (processi di combustione incompleta dei combustibili fossili)

Ozono (O3) SECONDARIO Non sussistono significative sorgenti di emissione antropica in atmosfera

Particolato Fine PRIMARIO E SECONDARIO Insieme di particelle con diametro aerodinamico

Idrocarburi non Metanici (IPA, Benzene)

PRIMARIO Traffico autoveicolare (processi di combustione incompleta, in particolare di combustibili derivati dal petrolio), evaporazione dei carburanti, alcuni processi industriali

Per lo studio della qualità dell’aria facciamo riferimento alla seguente normativa:

- Comunitaria:

Direttiva 2008/52/CE relativa alla qualità dell’aria e per un’aria più pulita in Europa;

- Nazionale:

Dlgs 155/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa;

Dlgs 59/2005 - Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento.

Dlgs 183/2004 - Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria.

D.M. 60/2002 - Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.

Dlgs 351/1999 - Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente.

- Regionale:

L.R. 30 marzo 2009, n. 8 - Modifica alla legge regionale 19 dicembre 2008, n. 44 (Norme a tutela della salute, dell’ambiente e del territorio: limiti alle emissioni in atmosfera di policlorodibenzodiossina e policlorodibenzofurani).

L. R. 7/1999 - Disciplina delle emissioni odorifere delle aziende. Emissioni derivanti da sansifici. Emissioni nelle aree a elevato rischio di crisi ambientale.

Il Comune di Bitritto rientra, secondo quanto disposto dalla DGR n. 2979/2011, nella zona denominata

“Agglomerato di Bari IT1614”, costituito dall’area urbana delimitata dai confini amministrativi del Comuni di Bari e dei Comuni limitrofi di Modugno, Bitritto, Valenzano, Capurso, Triggiano. La superficie di questa zona

Nel Comune di Bitritto, nel 2011, è stata avviata una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria richiesta dal Comune di Bitritto all’ente regionale ARPA Puglia, al fine di mettere in atto opportune politiche di protezione ambientale. Da questo studio si evince che l’inquinante presente ad elevata concentrazione nel 2011 è il PM10, per il quale infatti sono stati registrati notevoli superamenti del limite giornaliero.

Figura 14 Concentrazione di PM10 - Monitoraggio ARPA Puglia

4.2 Acqua

Dal punto di vista idrogeologico il Comune di Bitritto è caratterizzato dalla presenza nel sottosuolo di una importante falda acquifera contenuta nei calcari cretacei.

Tale falda, alimentata dalle acque di precipitazione ricadenti in un vasto territorio comprendente l’entroterra murgiano, circola al di sotto del livello del mare, generalmente in modesta pressione, e presenta un livello statico che si attesta su circa 90-100 metri slm.

Dal punto di vista chimico le acque di falda in parola si possono considerare generalmente buone con valori medi di salinità pari a 0,5 g/l. Per quanto riguarda la vulnerabilità dell’acquifero, il territorio di Bitritto risulta essere quasi totalmente esterno alla zona vulnerabile, non escludendo però tale condizione la necessità di evitare scarichi di acque non depurate sul suolo e nel sottosuolo.

Il territorio comunale di Bitritto è inoltre interessato da un reticolo idrografico rappresentato da due tratti di lame e alcune linee di impluvio, che solcando la campagna e l’abitato da Sud verso Nord, ne caratterizzano

linee di impluvio intersecantisi da sud e da est), a nord del centro abitato, si raccorda alla lama Balsignano in territorio di Modugno.

Le dimensioni e le "forme” dei tratti delle Lame sono estremamente variabili sia per profondità che per ampiezza. Nel caso della lama Baronale si ha una profondità massima di circa 10 metri e una larghezza massima, in corrispondenza delle anse più estese, che supera i 300 metri; tali segni evidenziano una “portata formativa”, sia liquida che solida, molto significativa. Lama Baronale ha un bacino idrografico di oltre 123,5 kmq ed una lunghezza complessiva di circa 32,5 km2.

4.3 Suolo e sottosuolo

Il territorio del Comune di Bitritto e di parte dei comuni limitrofi è interessato dalla presenza dei Calcari delle Murge, essenzialmente neritici, complessivamente riferibili al Cretaceo. Su di essi poggiano in trasgressione depositi calcareo-arenacei e arenaceo-argillosi più o meno cementati, denominati comunemente “Tufi delle Murge”, riferibili al Pleistocene marino. Sul fondo dei solchi erosivi sono osservabili depositi alluvionali.

Secondo quanto riportato nella cartografia relativa all’Uso del Suolo della regione Puglia, aggiornata al 2011, l’area di interesse del suddetto Piano è prevalentemente interessata dalla coltivazione di Ulivi ed in minima parte da seminativi non irrigui, vigneti e sistemi colturali e particellari complessi.

Figura 15 Uso del Suolo Regione Puglia. Si evince che l'area è caratterizzata prevalentemente dagli uliveti di carattere non monumentale, come descritto nella relazione botanica.

4.4 Flora e Fauna

Il territorio del Comune di Bitritto ed in particolare l’area interessata dal Piano di Comparto BIT UP! non è interessata dalla presenza di particolari ecosistemi e componenti botanico vegetazionali da tutelare. Di fatti non è necessaria la valutazione di incidenza ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 e s.m.i., in considerazione di possibili impatti su siti classificati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici o come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, atteso che il territorio comunale di Bitritto non è qualificato, in tutto o in parte, come “ZPS” o “SIC”.

Le componenti biotiche della zona sono quelle tipiche dell'agro della Bassa Murgia. Per quanto riguarda la vegetazione, l'ambiente si caratterizza, dal punto di vista agricolo, per lo più per la presenza diffusa di arborati

spontanea erbacea appartengono alle famiglie botaniche di “Compositae” (cardi e calendule),

“Umbrelliferae” (finocchio selvatico e ferule), “Papaveraceae” (papaveri) e “Orchidaceae” (“Ophrys”). Diffusi, ai margini delle praterie, sono gli arbusti di lentisco e di rovo. Anche la fauna e l’avifauna sono tipiche dell’ecosistema sopra descritto. Gli animali che più frequentemente abitano questo paesaggio o vi possono transitare da territori limitrofi sono: rare volpi, talpe, lepri, ricci, rettili (lacertidi e serpenti), donnole, gazze, passeracei, storni, tortore, alcune specie di passo (tordi, colombacci) e alcuni rapaci diurni e notturni (pochissime coppie). Durante le stagioni di migrazione, è possibile avvistare il transito di stormi di trampolieri che, però, non utilizzano il territorio comunale nemmeno per soste temporanee.

Dai sopralluoghi effettuati nell’area di interesse del piano di Comparto BIT UP!, sono state censite le diverse specie vegetali, tra cui il mandorlo, il ciliegio, l’albicocco, il fico, il prugno, la vite. Particolare importanza riveste la presenza dell’ulivo, che in alcune piante ha assunto dimensioni tali da essere definito monumentale, e dunque oggetto di tutela. (per approfondimenti si veda la relazione botanica allegata)

4.5 Rifiuti

A seguito della Legge Regionale n. 24/2012 sulla nuova organizzazione dei servizi pubblici locali, la Regione Puglia è stata suddivisa in 38 Ambiti di Raccolta Ottimali (ARO), di cui 8 per la Provincia di Bari, 8 per la Provincia di Foggia, 11 per la Provincia di Lecce, 3 per la Provincia BAT, 3 per la Provincia di Brindisi e 5 per la Provincia di Taranto). Il Comune di Bitritto appartiene all’ARO n. 2 della Provincia di Bari, per il quale sono stati riportati valori molto bassi di Raccolta differenziata nel 2016.

Figura 16 Dati 2016 ARO 2 Provincia di Bari - Fonte: Portale Ambientale della Regione Puglia

Il comune di Bitritto, però, rispetto alla media di raccolta differenziata dell’Ambito Ottimale, ha una percentuale leggermente superiore per l’anno 2016, che si attesta interno al 15,56%.

Figura 17 Dati Raccolta Differenziata Comune di Bitritto anno 2016 - Fonte: Il portale ambientale della regione Puglia

Confrontando i dati degli anni 2014 2015,si nota che l’andamento della raccolta differenziata risulta pressoché uguale, eccetto che lievi variazioni mensili. Sarebbe opportuna incentivare le buone pretiche di raccolta differenziata, soprattutto in riferimento ai codici CER maggiormente raccolti all’interno dell’ARO di appartenenza e del Comune stesso, come ad esempio il codice 150101 riferito agli imballaggi di carta e cartone.

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