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Le critiche all’attuale evoluzione delle rilevazioni

5. PER UN SISTEMA INTEGRATO DI RILEVAZIONE DEGLI IDE

5.3. Le critiche all’attuale evoluzione delle rilevazioni

5.3.1. L’Istat

Come si è visto nel par. 5.2.1., il piano di lavoro mira a rispondere all’obiettivo della costruzione del registro delle imprese sollecitato dall’Eurostat e, solo come sottoprodotto, all’individuazione e alla produzione di dati delle imprese multinazionali. Ma quali sono i punti critici rispetto all’obiettivo di fornire dei dati che consentano analisi economiche sul fenomeno degli investimenti diretti esteri?

Il primo elemento da considerare è la non completa copertura del fenomeno che si vuole indagare, sia a causa della mancanza di informazioni circa l’attività estera delle imprese italiane non costituite come società di capitale, sia perché nell’archivio Consob, come già messo in evidenza, le catene proprietarie si spezzano alla prima impresa non quotata.

Il secondo elemento di interesse è invece costituito dalla disponibilità di dati economici al di là dei dati meramente relazionali: è prevista l’associazione dei bilanci di impresa all’archivio relazionale, in modo da poter estrarre un data base di bilanci di imprese che abbiano collegamenti con l’estero, ma il problema è che questa strada non risulta percorribile per gli investimenti in uscita, ovvero attualmente non c’è alcuna possibilità di ottenere i bilanci delle imprese estere controllate da imprese italiane attraverso canali amministrativi39.

Infine, se anche fosse possibile ottenere i bilanci di tutte le imprese che hanno collegamenti con l’estero (dunque residenti proprietà di imprese estere o imprese estere possedute da imprese nazionali), mancherebbero comunque molte informazioni rilevanti che, d’altra parte, sono anche quelle richieste dagli organismi internazionali. Non è infatti normalmente possibile ottenere dai dati di bilancio – né in via generale dalle note integrative – informazioni su:

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a. occupazione totale; b. numero di ricercatori; c. investimenti fissi;

d. investimenti in ricerca e sviluppo; e. valore del flusso di investimento diretto; f. valore aggiornato dello stock;

g. importazioni ed esportazioni (fatturato all’esportazione o acquisti di semilavorati o prodotti dall’estero);

h. commercio intra-firm;

i. composizione del finanziamento secondo i rapporti di collegamento40.

La necessità di disporre di tali informazioni, già sottolineata nella prima parte del rapporto, è comunque testimoniata da quanto richiesto dagli organismi statistici internazionali tra cui l’Ocse - nelle pubblicazioni Activity of Foreign Affiliates41 e

Activity of Domestic Firm and of Foreign Affiliates in the Service Sector (FATS)42 - e l’Eurostat nella pubblicazione Inward Foreign Affiliates Trade Statistics43.

L’attuale attività dell’Istat, come già sottolineato volta a costruire un registro delle imprese con archivio relazionale degli incroci proprietari, non sembra dunque consentire la predisposizione a breve termine di dati sulle imprese multinazionali e sugli investimenti diretti sufficienti per analisi economiche del fenomeno.

Appare pertanto imprescindibile la predisposizione di un questionario ad hoc che consenta, almeno per delineare un benchmark, l’individuazione esaustiva delle imprese interessate (sia in Italia sia all’estero) e la raccolta dei bilanci delle imprese estere (che attualmente non sarebbe possibile reperire in alcun modo) e delle altre variabili specifiche non contenute nei conti civilistici. In effetti l’Istat ha potuto inviare dati alle pubblicazioni Eurostat e Ocse sulle multinazionali nel settore dei servizi solo grazie al 39 Alcune banche dati internazionali offerte da privati si propongono di offrire un prodotto di questo tipo ma, come già accennato per la Banca dati Amadeus, non sembrano esserci requisiti di soddisfacente completezza.

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Questa variabile a volte può essere presente anche nel bilancio. 41

Si veda, per le variabili richieste, l’appendice. 42

Nel questionario si richiedevano tra l’altro: occupati e numero di ricercatori, esportazioni e importazioni di beni e servizi, investimenti lordi , spese R&S, bilancia tecnologica, commercio intra-

firm.

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Nel questionario si richiedevano tra l’altro il numero di occupati, il fatturato all’esportazione intracomunitario e extracomunitario, e le importazioni di materie prime e servizi da altri paesi della comunità.

censimento intermedio del 1996 e non sembra attualmente in grado di fornire anche dati di solo aggiornamento o di analisi del manifatturiero.

Si può infatti sottolineare che il metodo del questionario, per quanto certamente dispendioso e non apprezzato dalle imprese, è attualmente in uso continuo sia nei paesi anglosassoni (che utilizzano i dati per la costruzione della bilancia dei pagamenti), sia in Giappone, dove viene utilizzato al solo fine di monitorare le caratteristiche degli investimenti diretti in entrata e in uscita (cfr. la prima parte del rapporto).

5.3.2. L’Uic

Nonostante l'attività istituzionale dell'Uic non richieda la produzione di dati di natura industriale sulle imprese multinazionali, l'Istituto sta ampliando le conoscenze del fenomeno attraverso l' indagine sugli stock delle imprese multinazionali. Come già messo in evidenza nella prima parte del rapporto, questa indagine nasce, congiuntamente all'indagine sugli investimenti di portafoglio, come necessario approfondimento per la corretta compilazione della bilancia dei pagamenti. Dal momento in cui l'Uic ha deciso di conformarsi il più possibile al BPM5, infatti, si è reso necessario stimare la componente degli utili reinvestiti e per questo è stato necessario chiedere l'autorizzazione per la nuova raccolta di dati. Senza riprendere qui quanto già descritto nel paragrafo 3.1 della prima parte, si può comunque sottolineare che l'indagine si è ampliata oltre le informazioni strettamente necessarie alla stima e c’è possibilità di ampliare ulteriormente il questionario e il campione. Da un lato infatti, l'ottica di costruzione del dato rimane diversa da quella "industriale" e le necessità di rappresentazione del flusso aggregato tendono a considerare il monitoraggio delle imprese più rappresentative; dall'altro lato, i vincoli normativi impediscono all'Uic di chiedere dati alle imprese che abbiano attività o passività sull'estero inferiori a 500 milioni di lire, tagliando dunque fuori le piccole e medie imprese, che costituiscono comunque più del 90% delle imprese nazionali.

5.4. Il quadro normativo del Sistan e delle rilevazioni a fini di bilancia dei

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