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Le insurrezioni cosacche

I COSACCHI UCRAIN

2.3 Le insurrezioni cosacche

Dal 1624 al 1638 l’Ucraina fu scossa da una serie di ribellioni cosacche e contadine. Per i polacchi, la percezione che i cosacchi avevano di sé, ovvero quella di uno stato nello stato, era inammissibile.

Il governo e l’esercito polacco riuscirono ad avere la meglio, le rivolte vennero sedate e si giunse a una pace che non durò più di un decennio11.

I motivi del fallimento devono essere rintracciati nel fatto che un numero consistente di ribelli erano contadini e per questo le rivolte possedevano una certa debolezza, tipica di tutte le

10 Magocsi P. R., A history of Ukraine, cit., pp. 187-189. 11 Riasanovsky N.V., Storia della Russia, cit., pp. 186.

insurrezioni contadine, che peraltro non si prefiggevano mai degli obiettivi a lungo termine, ma erano più che altro sollevazioni spontanee causate da un profondo e diffuso malcontento12.

2.3.1 Bohdan Chmel’nyc’kij

In questo contesto di ribellioni spicca la figura di Bohdan Chmel’nyc’kij, che nella causa nazionale ucraina ricoprì un ruolo di fondamentale e primaria importanza, avendo sempre avuto chiaro «il concetto di Rus’ Ucraina, identificando così popolo e territorio13».

Bohdan Chmel’nyc’kij nacque nel 1595 a Čyhyryn. Figlio di un ricco cosacco registrato, ricevette una buona educazione, studiò latino e polacco, ma al tempo stesso anche i miti e le storie cosacche, in più imparò a cavalcare e a usare una sciabola. Si può dire dunque che Bohdan fosse figlio di due tradizioni: quella cosacca indubbiamente, ma anche, in parte, quella del gentiluomo polacco14.

Nel 1620 venne catturato durante una campagna contro i turchi e per due anni, duranti i quali imparò la loro lingua, fu loro prigioniero.

La prima parte della sua vita Bohdan la passò in armonia e collaborazione con il governo polacco, fino a che nel 1646 non fu vittima di un tipico caso di sopraffazione da parte di un magnate polacco, Daniel Czaplinski, che alterò completamente il suo rapporto con il potere. Da questo momento le tensioni, che erano già presenti sul territorio ucraino, si uniscono alla voglia di vendetta di Bohdan che, come lui stesso scrive, decide di

«prendersi la rivincita sulla nobiltà polacca, non solo in virtù della personale offesa che gli è stata arrecata, ma anche nei confronti della campagna contro alla religione ortodossa e degli oltraggi inflitti alla popolazione15».

Nel 1648 persuase gli zaparožcy a supportarlo, espulse le guarnigioni polacche dalla Seč e si fece eleggere etmano. Con i poteri che gli conferiva la sua carica, lavorò al fine di concludere un’alleanza con i tatari contro i polacchi.

Le vittorie di Bohdan sbalordirono e preoccuparono i polacchi, mentre elettrizzarono la popolazione ucraina. Molti contadini colsero l’occasione per ribellarsi ai loro oppressori e nel giro

12 Subtelny O., Ukraine. A history, cit, p. 118.

13 Pachlovska O., Civiltà letteraria ucraina, Carocci Editore, Roma, 1998, p. 79. 14 Longworth P., The cossacks, cit., p.98.

di pochi mesi un numero consistente di nobili polacchi, preti cattolici ed ebrei vennero espulsi dall’Ucraina.

Il re Giovanni Casimiro propose una tregua, Bohdan acconsentì e il 18 agosto 1649 venne firmato il trattato di Zboriv, a cui ne seguì un secondo, stipulato nel settembre 1651 a Bila Cerkva.

La pace tuttavia durò molto poco, poiché i rapporti tra cosacchi e polacchi non migliorarono: i primi erano ben determinati e non tornare a una situazione pre-1648, i secondi invece auspicavano una diminuzione delle concessioni fatte ai cosacchi e ambivano a un ritorno dell’Ucraina sotto il loro controllo.

Quando la guerra riprese, Chmel’nyc’kij si rese conto che per realizzare i suoi obiettivi, aveva bisogno di un alleato forte, che trovò nella figura dello zar Alessio I di Russia che, seppur titubante, decise di accettare, confidando nel fatto che se avesse aiutato i cosacchi a vincere, sarebbe riuscito a porre sotto la sfera d’influenza russa territori polacchi, creando così in Ucraina una zona cuscinetto contro gli ottomani16.

2.3.2 Il trattato di Perejaslav

Nel marzo 1654 venne stipulato il trattato di Perejaslav, che costituisce un momento cardine sia nel contesto di definizione nazionale ucraino, che nella storia russa.

Il trattato sancì l’unione dei territori della parte orientale del Cosaccato a Mosca, inoltre i cosacchi e il popolo ucraino giurarono fedeltà allo zar. Il trattato garantiva il rispetto delle libertà degli zaparožcy, i quali vedevano assicurato anche il diritto di eleggere il proprio capo, che doveva, a sua volta, giurare fedeltà allo zar. Il numero dei cosacchi registrati venne fissato a 60.000 e lo zar avrebbe provveduto a rifornire i cosacchi di armi e attrezzatura militare. Inoltre i diritti della nobiltà ucraina vennero confermati e la gerarchia clericale, presente in tutto il regno polacco-lituano, da quel momento era sotto l’ala protettrice del patriarcato di Mosca, che prometteva di non intromettersi nelle faccende ecclesiastiche ucraine17.

Il titolo di Alessio I a questo punto si modificò e in quanto venne nominato “zar dei grandi e piccoli russi”, palesando la sua superiorità nei confronti della Polonia.

La lettura del trattato di Perejaslav da parte delle due parti contraenti non fu tuttavia unitaria e ciò comportò la successiva nascita di tensioni. Se i cosacchi lo intesero come un accordo militare

16 Subtelny O., Ukraine. A history, cit, p. 126-134. 17 Magocsi P. R., A history of Ukraine, cit, p. 213.

tra pari, per Mosca rappresentò un’incondizionata accettazione dell’autorità dello zar ed un ulteriore passo in avanti nel percorso di “raccolta delle terre della Rus’18”.

Nel 1656 venne firmata una tregua tra la Polonia e la Russia. Chmel’nyc’kij, infastidito da questo armistizio, considerandosi una figura politica libera ed indipendente, colse l’opportunità per rinnovare le alleanze diplomatiche con Moldavia, Valacchia, Transilvania, Lituania, Brandeburgo e Svezia. Questa mossa sottolinea il fatto che si stava assistendo a un cambiamento nelle relazioni diplomatiche e che l’etmano era sempre più interessato a confrontarsi con realtà legate al mondo protestante, che sperava potessero sostenerlo nel tentativo di rendere indipendente l’Ucraina.

Chmel’nyc’kij non solo si dimostrò un eccellente generale e uomo politico, capace di dare vita a uno stato cosacco, ma ebbe la grandiosa capacità di riuscire a tenere gli abitanti dell’Ucraina, e soprattutto i cosacchi, uniti e determinati a non accettare la sottomissione a nessun potere esterno19.