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Le mie impressioni

Nel documento UN MONDO PER TUTTI (pagine 25-68)

Il 6 aprile siamo andati nell’aula video. C’erano gli operatori di una cooperativa, ci hanno parlato della diversità delle persone. Erano in tutto 6 che facevano parte di una cooperativa sociale e aiutano le persone diverse da noi. In seguito Mascia ci ha raccontato la storia della sua vita in bielorusso e noi abbiamo cercato di capirla. Poi ci ha tradotto quello che ci aveva detto in italiano. Infine siamo tornati in classe. Questo incontro mi ha fatto capire la diversità delle persone che dobbiamo cercare di aiutare.

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L’incontro che si è svolto il 3 aprile mi ha fatto riflettere, mi sono accorta che l’uomo non sa cosa vuol dire essere disabili, infatti costruiscono ostacoli per essi come gradinate e non sono solo le barriere architettoniche a fare da ostacolo: ci sono anche persone che occupano i parcheggi anche se non sono disabili.

Durante l’incontro ci hanno fatto fare un gioco che consisteva nel cercar di indovinare i 5 oggetti che stavano dentro uno scatolone. Questo per farci capire quanto un non vedente può essere bravo nel percepire una cosa solo toccandola. Dopo il gioco una ragazza Bielorussa ci ha raccontato la sua vita in russo e noi non capivamo un granchè e ci hanno detto che non capire un’altra lingua è una forma di diversità. Mi è piaciuto molto e sono contenta perché ho capito quanto è importante la diversità.

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Questo incontro è stato molto interessante, perché mi ha fatto riflettere su molte cose, ad esempio quan-do mi lamento perché è rotto l’ascensore, e non penso alle persone disabili.

Però i problemi non sono solo quelli dei disabili, ma anche quelli degli emigrati, che possono essere di lin-gua, infatti molti stranieri hanno grandi difficoltà ad imparare la nostra linlin-gua, eppure noi li critichiamo!

Ecco uno dei punti principali di questo incontro, noi pretendiamo di criticare gli altri e di aspettarci che gli altri non ci critichino. Per esempio: c’è un gruppo di ragazzi tra cui uno è sordo o muto. Secondo voi con chi giocano gli altri ragazzi? Sicuramente non con quel bambino che ha non un difetto ma una parti-colarità.

Invece è una cosa opposta che dobbiamo fare! Dobbiamo confrontarci e comunicare con gli altri, non importa se si è disabili o stranieri, o muti, o ciechi, o sordi , perché anche gli altri sicuramente avranno una particolarità che li rende speciali. Pensiamo a quanto sarebbe noioso il mondo se tutti fossero uguali!

La cosa che mi è piaciuta di più, è stata quando dovevamo riconoscere gli oggetti dentro una scatola senza vederli. E già era difficile riconoscere ad occhi chiusi gli oggetti semplici; figuriamoci per un cieco le cose di tutti i giorni!

Un altro “ esperimento” che ci hanno fatto fare è: che una ragazza bielorussa prima ci ha raccontato la sua storia in russo, e noi dovevamo dire quello che avevamo capito, (anche se abbiamo capito tutto dai gesti!), e dopo questa ragazza, che si chiama Mascia, ce lo ha raccontato in italiano , e verificava se aveva-mo capito qualcosa. E’ stato divertente anche fare il questionario finale.

Questo gruppo di ragazzi fanno parte di una cooperativa che si occupa dei problemi delle persone disabi-li, infatti nel loro gruppo ce ne sono molte.

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E’ stato molto interessante l’incontro che abbiamo fatto con alcune persone che fanno parte di una cooperativa sociale perché ho imparato una cosa molto importante cioè di non met-tere da parte persone che hanno difficoltà a fare determinate cose. Alcune di queste per-sone in particolare Mascia, non sono italiani. Infatti Mascia è una ragazza che fa parte della cooperativa, è nata in Bielorussia e da 9 anni vive qui in Italia.

Le piace molto vivere qui, ma a volte piange perché le mancano i suoi genitori.

Come Mascia, anche a me mancavano i miei genitori: quando ero piccola sono stata adottata dai miei cugini, quindi conosco bene la sensazione che prova lei.

E’ stato molto bello questo incontro e non lo scorderò mai.

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Sono venuti a scuola delle persone che fanno parte di una cooperativa per i disabili. Per loro i disabili, però, sono non solo le persone che non possono camminare, ma anche le persone straniere che non capiscono la lingua come Mascia (una ragazza bielorussa), che ci ha rac-contato una storia in russo e noi abbiamo cercato di “decifrarla”.

Dopo di che abbiamo fatto un gioco.

Alla fine prima di andare via, ci hanno dato delle domande a cui rispondere.

Questo progetto è molto utile, e se riusciranno a portarlo a termine sarò molto contenta.

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Secondo me questo incontro aveva il compito di farci capire le difficoltà che possono provare le persone diverse nel modo di parlare, nel colore della pelle e nella religione e persone che hanno perso la possibilità di camminare. Quindi fisicamente una persona può essere diver-sa anche se in verità nessuno lo è.

Nessuno deve prendere in giro le persone diverse ma capire che siamo tutti uguali, anche se alcuni hanno degli handicap e quindi bisogna fare in modo che tutti possano vivere dignitosamente.

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Per me questo incontro è stato molto interessante, perché parlava della diversità e degli svantaggi che possono incontrare le persone disabili. All’inizio Giovanni ci ha letto una storia che ci ha fatto riflettere su l’importanza della discussione con gli altri per trovare le giuste soluzioni. Poi abbiamo fatto un gioco dove dovevamo indovinare gli oggetti che c’erano all’interno delle scatole toccandoli. Questo per farci capire la difficoltà dei ciechi.

Poi ci ha parlato della difficoltà delle persone che, per esempio, non possono muovere le gambe di trovare parcheggio perché i posti per i disabili sono occupati da altre persone, di salire su casa se l’ascensore è fermo e di entrare in qualsiasi centro se le porte sono molto piccole. Prima ci aveva fatto ascoltare una persona che parlava russo, per farci capire la difficoltà delle persone straniere di esprimersi con noi.

Questo incontro ci ha fatto capire la bellezza della diversità e l’importanza del rispetto per gli altri.

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Il 3 aprile siamo andati dai signori che ci hanno spiegato che anche le persone che stanno sulle sedie a rotelle sono uguali a noi.

Noi non sappiamo la difficoltà di queste persone, e dobbiamo aiutarle anche se loro non ce lo chiedono. Incontrano molte difficoltà; non possono camminare, correre, saltare come tutti noi. Loro stanno lì in silenzio e nessuno volge loro uno sguardo. Devono sempre spo-starsi con la sedia a rotelle, in qualunque luogo. Tutti noi dobbiamo fare uno sforzo per aiutarli e inserirli nel nostro cuore.

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Oggi 3 aprile abbiamo incontrato gli operatori di una cooperativa sociale. E’ stato molto istruttivo perché ci ha fatto capire che tutti abbiamo qualcosa di diverso ma, anche se non siamo simili, dobbiamo essere una squadra e aiutarci l’uno con l’altro. Secondo me non dobbiamo mettere da parte le persone che hanno delle difficoltà. Dopo ci ha letto un rac-conto di nome “Sentinella”. Questo racrac-conto è molto bello perché ti spiega come si è molto diversi. Una ragazza infine ha raccontato una storia in russo e noi, capendoci poco, abbia-mo riconosciuto il suo discorso, ma alcune cose erano sbagliate. Questo incontro mi ha molto commosso.

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Secondo me le persone che ho incontrato hanno fatto un bel gesto perché così aiutano i malati.

Io una volta ho visto una macchina sul posto per gli andicappati e ho detto: papà, posso avvertire questo signore? Si.

Io gli ho detto: Signore, si può spostare?

Perché?

Non vede che è il posto per gli andicappati?

E allora, che ca…… me ne frega.

Oggi ho approfondito che cosa vuole dire avere un handicap, con i giochi e i racconti.

Mi è sembrato molto triste.

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Questo incontro è stato molto importante perché ci ha fatto riflettere sulle diversità delle persone.

Nella cooperativa c’è una ragazza, Francesca, che è disabile e mi ha fatto riflettere molto perché alcune volte, anche se c’è il parcheggio riservato a loro, lo occupano le persone abili oppure quando ci sono i gradini non c’è una rampa per permettergli di salire.

Mi ha fatto anche riflettere Mascia perché quando è venuta in Italia e non sapeva ancora parlare l’italiano ha avuto molta difficoltà.Tutte queste cose mi hanno fatto riflettere molto.

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La diversità è secondo me una cosa che ci rende speciali. Oggi ne abbiamo discusso con dei ragazzi di una coperativa integrata che ci hanno parlato delle difficoltà che incontra un disabile di qualsiasi tipo.

C’era una signora che stava sulla sedia a rotelle che si chiama Francesca e ci ha parlato delle difficoltà che lei incontra tutti i giorni. Abbiamo fatto un gioco che senza guardare bisognava toccare degli oggetti e indovinare che cosa erano. Poi abbiamo parlato dei pro-blemi degli stranieri che non sanno l’italiano. Io spero che in futuro ci sia più comprensio-ne per i disabili.

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Pensando e ripensando alle diversità nel mondo non penso che una semplice differenza di qualsiasi genere possa cambiare il cuore di una persona.

Oggi 3 aprile siamo andati ad ascoltare un gruppo sociale che ci parlava delle piccole prese in giro che facciamo agli altri senza accorgersene.

Non penso di non aver mai offeso qualcuno con dei problemi, ma credo di non averlo mai fatto con l’intenzione di offenderle in un modo cattivo.

Per questo trovo che questo incontro mi abbia fatto capire che è bello volerci bene, anche con le persone diverse da noi.

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La prima cosa che ho fatto entrando nella sala video dove ci aspettavano gli operatori della cooperativa è stato di guardare la signora sulla sedia a rotelle.

Un signore ha finito di parlare del fatto che i disabili non possono fare determinate cose.

Dopo abbiamo abbiamo fatto un gioco in cui bisognava mettere la mano in una scatola e indovinare l’oggetto, poi abbiamo ascoltato una storia in russo e subito dopo ci hanno fatto delle domande sui disabili, le mie impressioni sono state positive.

Adesso mi riprometto che giocherò sicuramente molto di più con i disabili e dedicherò loro più tempo per aiutarli.

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Questo incontro mi è piaciuto molto perché si è parlato sulle diversità di tutti noi e le diffi-coltà che possono avere i disabili. Prima, Giovanni ci ha letto un testo dove l’uomo doveva lottare contro i mostri dello spazio per conquistare i loro territori. Essi si odiavano e si disprezzavano a vicenda.

Poi, una bielorussa di nome Mascia ci ha raccontato la sua storia in russo e noi abbiamo cercato di ricostruirla in italiano. In seguito Mascia ci ha corretto gli errori che avevamo fatto.

Alla fine dell’incontro, Giovanni ci ha fatto fare un questionario a voce, questo consisteva nel riconoscere i problemi dei disabili. La cosa che mi è piaciuta di più è quando Mascia racconta la sua storia in russo.

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In aprile 2006 siamo andati alla sala/video dove abbiamo incontrato gli operatori di una cope-rativa, che ci hanno parlato dei disabili e di altre cose. Dopo la discussione la ragazza bielo-russa Mascia ci ha detto delle cose in bielorusso con i gesti, molti hanno indovinato, io volevo dire qualcosa, ma prima che la dicessi qualcuno l’ha detto prima di me.

Le mie impressioni sono che bisogna accettare le persone diverse da noi fisicamente e che parlano una lingua diversa.

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Oggi, 3 aprile 2006, nella nostra scuola sono venuti gli operatori di una cooperativa socia-le a parlarci delsocia-le diversità.

Quando siamo arrivati hanno iniziato a parlare delle diversità di ogni uomo. Ci hanno letto un racconto e insieme lo abbiamo commentato.

Poi abbiamo fatto dei giochi insieme. Come 1° gioco abbiamo messo la mano dentro alcuni scatoloni e dovevamo indovinare gli oggetti.

Poi ci hanno parlato dei problemi dei disabili e ci hanno fatto delle domande sui problemi dei disabili. E’ stato molto istruttivo perché parlava di come rispettare tutte le persone.

Ci hanno parlato anche di tutte le barriere architettoniche e culturali di Roma. Per me molte persone trascurano, maltrattano e escludono i disabili ma non è un comportamento accettabile. I disabili sono uomini e vanno rispettati, anche se non hanno la nostra fortuna di essere efficienti in tutto quello che facciamo.

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Lunedì 3 aprile, sono venuti nell’aula-video della nostra scuola delle persone che parlavano di problemi dei disabili. Queste persone facevano parte di una cooperativa sociale e ci hanno detto che solo andare e visitare alcuni monumenti storici, per molti disabili, è un problema, perché, alcune volte, non ci sono rampe ma solo scale e per il disabile ci sono difficoltà a salirle. Molte volte il problema è quello del parcheggio. Molti parcheggi riserva-ti ai disabili vengono occupariserva-ti da persone senza disabilità. Poi, Giovanni, un signore della cooperativa, ci ha letto un racconto di fantascienza che parlava di una guerra tra 2 civiltà.

Il protagonista, per tutta la storia, ha raccontato che i soldati dell’altro esercito erano crea-ture stranissime. Ma poi, alla fine del racconto, si è scoperto che il protagonista è un’ alie-no e le creature strane soalie-no gli uomini. Questo racconto mi ha fatto capire che tutti colo-ro che noi riteniamo strani possono pcolo-rovare la stessa emozione per noi.

Dopo, ci hanno fatto fare dei giochi: al primo gioco dovevamo mettere la mano in una sca-tola e poi indovinare i soggetti contenuti in essa. L’altro gioco consisteva nell’indovinare attraverso i gesti quello che raccontava la ragazza bielorussa Mascia nella sua lingua. Infine ci hanno fatto fare un piccolo quiz. Questo è stato un incontro bello e istruttivo.

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Oggi 3 aprile 2006 sono arrivate a scuola alcune persone che lavorano in una cooperativa per i disabili.

Per conoscere meglio queste persone siamo andati in un aula molto accogliente e piena di materiale.

Subito abbiamo conosciuto un uomo robusto di nome Giovanni, che ci ha parlato dei pro-blemi che possono avere i disabili. Per farci capire ci ha raccontato una storia che si intitola

“Sentinella”.

Con Giovanni c’era anche una ragazza disabile di nome Francesca, una ragazza Bielorussa che si chiama Mascia e altre due persone l’aiutavano.

Io con questo incontro mi sono resa conto che molte persone disabili sono escluse da tutti i giochi, invece niente, oltre a un po’ di difficoltà, gli può impedire di giocare.

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Secondo me questo incontro è stato molto importante per capire la diversità che ci può essere nel mondo. Appena arrivati, Giovanni ha cominciato a parlare delle difficoltà che hanno i disabili nel compiere azioni quotidiane come salire sul marciapiede.

Poi ci ha fatto fare un gioco per capire le difficoltà dei non vedenti nel riconoscere gli oggetti che toccano. Poco dopo una ragazza ci ha fatto un discorso in russo e noi doveva-mo capire quello che diceva. Ci ha spiegato cosa sono le barriere architettoniche e abbia-mo risposto a abbia-molte domande.

Questo incontro è stato davvero bello ed educativo sentire delle persone che combattono per rendere la vita più facile alle persone meno fortunate.

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Questo incontro è stato molto importante perché ci ha fatto riflettere sulle diversità delle persone. Nella cooperativa c’è una ragazza, Francesca, che è disabile e mi ha fatto riflettere molto, perché alcune volte, anche se c’è il parcheggio riservato a loro, lo occupano le per-sone abili oppure quando ci sono i gradini non c’è una rampa per permettergli di salire. Mi ha fatto anche riflettere Mascia, perché quando è venuta in Italia e non sapeva ancora parlare l’italiano, ha avuto molta difficoltà. Sanno fare molte altre cose. Io sono molto felice perché ho conosciuto delle persone che hanno saputo ascoltare, ma soprattutto hanno fatto inseri-re queste persone con un tipo di difficoltà nel gruppo.

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