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Le ontologie pedagogiche dell’Educazione Motoria

Nel documento Umberto Margiotta / 1 (pagine 189-200)

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1 Le riflessioni qui delineate scaturiscono dal lavoro triennale del gruppo di ricerca del-l’Università degli studi di Enna “Kore”, coordinato dall’autore, sulla rappresentazione ontologica del concetto di Educazione Motoria, realizzato nell’ambito del Programma di Ricerca di Interesse Nazionale del 2009 Ontoped.

assumere nella progressiva autodeterminazione della persona e nella sua re-sponsabilizzazione sono, invece, troppo spesso disattesi.

A ciò deve essere aggiunta la confusione sui significati di “Attività fisi-ca”, “Educazione fisifisi-ca”, “Sport” ed “Esercizio (fisico)”, che tradisce la de-bolezza delle basi teoriche di questo ambito di indagine e di conoscenze che può essere riassunto con “Scienze Motorie”.

La mancanza di definizioni univoche dà spazio a sovrapposizioni seman-tiche che, oltre a lasciar emergere l’assenza di concetti e ambiti specifici di indagine sull’educazione del movimento, si ripercuote inevitabilmente sul-la pratica didattica.

1. Il concetto di Educazione Motoria

Una delle questioni principali sulla quale ci siamo confrontati ha riguarda-to la definizione del concetriguarda-to sul quale costruire un percorso di ricerca sul-le ontologie pedagogiche della Didattica delsul-le attività motorie e sul quasul-le articolare una mappa gerarchica delle conoscenze ad esso relative. Il primo

step è stato quindi quello di fare chiarezza sulle definizioni, partendo

dall’a-nalisi della letteratura nazionale e internazionale.

Tratterò in breve le principali definizioni, considerando le differenze che assume la relativa terminologia in lingua inglese e italiana. Una breve sinte-si è riportata nella tabella 1.

Da un confronto iniziale appare subito evidente la separazione tra le definizioni italiane e quelle internazionali. Le prime indicano ambiti, aree di indagine molto vaste, forse talmente inclusive da cadere nell’indeter-minazione. Dalle seconde, invece, si evince una netta specializzazione me-dica della Exercise Science e delle connesse finalità legate al mantenimento della salute o alla cura di problemi, al cui interno rientrano i termini di

Physical Activity e di Exercise intesi come movimenti corporei, più o meno

pianificati. La Sport Science, di carattere interdisciplinare, è legata invece al potenziamento della performance sportiva attraverso l’allenamento fisico dell’atleta.

Un discorso separato deve essere poi fatto per la Physical Education e l’E-ducazione Fisica. Mentre la Physical Education riguarda l’apprendimento del movimento o attraverso il movimento, nell’intero ciclo di vita, l’Educazio-ne Fisica in Italia finisce, invece, con il coincidere con la disciplina scolasti-ca regolamentata dalle specifiche “Indiscolasti-cazioni nazionali”.

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Sport Science Scienze motorie e dello sport

[È] “centrata sulla “identificazione del talento”, sul “miglioramento della

performance” e sul “supporto all’atleta”.

Sebbene gli approcci olistici rivolti al supporto/sostegno dell’atleta della Sport Science contengano elementi di benessere, tale supporto è finalizzato al performer; […] - gli scienziati di questo ambito spesso si ritrovano a lavorare in un contesto che è stato determinato da politiche del Dipartimento (ministero) della Cultura, dei Media e dello Sport e organizzazioni governative. […]

- L’allenamento fisico per gli atleti professionisti non è lo stesso di chi fa esercizio fisico […];

- L’interdisciplinarietà della Sport Science è caratterizzata dalla collaborazione con gli allenatori e con i preparatori atletici” (Smith, 2004).

[Le Scienze Motorie costituiscono un’] “area molto vasta che include l’intervento di specialisti di molte discipline scientifiche (Carraro e Lanza, 2004, p.21).

“Alcuni autori (Starosta, 2002) hanno previsto differenti raggruppamenti per le scienze che si occupano del movimento umano. Non tutte le etichette utilizzate appaiono appropriate, altri termini riportano a tentativi di definizione di scienze correlate alla motricità” (Carraro e Lanza, 2004, p.22).

Exercise Science Scienze dell’Esercizio fisico (e dello Sport) “Disciplina basata su teorie e ricerche che

riguardano soluzioni applicative ai problemi di salute collegati all’inattività fisica e che ha come obiettivo la promozione della salute individuale e pubblica e il benessere attraverso interventi di attività fisica basati su evidenze empiriche” (Smith, A., 2004, p.5) .

“è focalizzata sulla salute e sul benessere” “chi pratica esercizio (fisico) assume comportamenti e motivazioni differenti rispetto a chi pratica sport”

“l’interdisciplinarietà della Exercise Science è caratterizzata dalla collaborazione con medici e altre professioni mediche” (Smith, 2004, p. 7).

L’esercizio consiste in un “movimento corporeo pianificato, strutturato e ripetitivo con l’obiettivo di mantenere o migliorare la forma fisica” (Caspersen, Powell e Christenson, 1985, p.127).

“Il settore [scientifico-disciplinare] si interessa dell'attività scientifica e didattico-formativa nel campo biochimico, biologico, morfologico e fisiologico dello sviluppo di teorie, tecniche e metodi per l’allenamento e la pratica delle differenti attività sportive e delle valutazioni dei rendimenti e delle attitudini atletiche” (Declaratoria Area 5/L1, DM luglio/2011 n.159).

Altri aspetti rilevanti nascono anche dalla rilettura critica dei cambia-menti apportati nella normativa italiana che, dagli anni Ottanta del Nove-cento ad oggi, si è occupata di definire le linee guida programmatiche del-l’educazione motoria nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo.

Negli ultimi quarant’anni circa, i diversi interventi legislativi rivolti alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo d’istruzione non sono riusciti a indivi-duare una denominazione univoca e stabile delle attività motorie.

Il susseguirsi di denominazioni – tra le più varie – evidenzia strategie

po-Physical Activity Attività fisica

“Qualsiasi movimento corporeo prodotto attraverso l’apparato muscolo-scheletrico che ha come risultato un consumo energetico”

[La PA è] “in correlazione positiva con la forma fisica (physical fitness)” (Caspersen, Powell e Christenson, 1985, p.126). “Queste caratteristiche devono riferirsi a dei risultati rilevanti per la salute, ovvero il consumo energetico richiesto per stare bene deve essere all’interno di certi parametri” (Biddle e Mutrie, 2001, p.9).

“Alcuni autori utilizzano attività fisica come “termine ombrello” che raggruppa scienza dell’esercizio, studio della performance umana, cinesiologia, studio del movimento umano, educazione fisica, scienze dello sport e studi sportivi” (Carraro e Lanza, 2004, p.23).

Physical Education Educazione fisica

“imparare a muoversi e apprendere attraverso il movimento, adeguando le modalità in base agli individui e all’età” (Gallahue e Cleland-Donnelly, 2003, p.2) “I criteri Nazionali per l’educazione fisica (negli Stati Uniti) [della National Association for Sport and Physical Education] forniscono un quadro teorico per il raggiungimento degli obiettivi dell’educazione fisica durante l’età evolutiva” (Gallahue e Cleland-Donnelly, 2003, p.2).

[Disciplina scolastica che:]

“- È regolamentata da programmi nazionali - È obbligatoria nel curricolo

- Vi sono accertamenti valutativi che vengono trasmessi ai genitori

- Non prevede costi aggiuntivi per gli allievi - Può prevedere anche attività extracurricolari

- È generalmente allievo-centrica

- Sembra possedere valore in sé stessa” (Carraro e Bertollo, 2005, p.399).

Tabella 1 – Le definizioni internazionali e italiane dei principali ambiti delle Scienze motorie e dello sport

litiche altalenanti, in cui si passa dalla definizione pratica e salutistica di Edu-cazione Fisica (1979), a quella forse troppo incentrata su aspetti teorico-me-todologici di Scienze motorie e sportive (2003), per ritornare poi all’Edu-cazione Fisica nel 2012.

In generale, dunque, alla luce delle evoluzioni/involuzioni degli ultimi quattro documenti ministeriali proposti, si può affermare che il significato del concetto di attività motoria in ambito educativo o, come sarebbe più auspicabile, di Educazione Motoria, sia ancora in fase di definizione.

Inoltre, diventa altrettanto evidente quanto la confusione terminologica sia l’espressione di una confusione più profonda che si riflette inevitabil-mente sui contenuti stessi del curricolo.

La denominazione che meglio riassume, a nostro avviso, il significato educativo dell’attività motoria, il contributo che essa offre all’educazione complessiva della persona è, comunque, quella di Educazione Motoria, per noi intesa come

– l’insieme dei processi intenzionali o impliciti in grado di sostenere la maturazio-ne individuale e di favorire l’apprendimento di abilità e competenze proprie del Tabella 2 – L’evoluzione delle denominazioni della disciplina scolastica nei riferimenti legislativi

per la programmazione curriculare nazionale

Ciclo di istruzione Orientamenti 1991 Programmi anni ’80-’90 Indicazioni del 2003 (L.53/2003) Indicazioni

del 2007 Indicazioni del 2012 Scuola dell’infanzia (o materna) Il corpo ed il movimento Corpo, movimento e salute Il corpo e il movimento Il corpo e il movimento Scuola Primaria (o dell’Infanzia) Educazione motoria Scienze motorie e sportive Corpo, movimento e sport Educazione Fisica Scuola Secondaria di 1° grado (o scuola media inferiore) Educazione Fisica Scienze motorie e sportive Scienze motorie

e sportive Educazione Fisica

Scuola secondaria di 2° grado (o scuola media superiore) Educazione Fisica Scienze motorie e sportive Scienze motorie

movimento umano. L’educazione motoria comprende le dimensioni fisica, intel-lettiva, cognitiva, emozionale, motivazionale e socio-relazionale.

– Le sue finalità sono il raggiungimento della consapevolezza di significati e valo-ri della corporeità e del movimento, lo sviluppo dell’autonomia responsabile e del-la libera espressione deldel-la personalità, neldel-la prospettiva dell’adozione di un sano stile di vita (Lipoma, Nicolosi, Carraro).

2. La mappa ontologica dell’Educazione Motoria

Una volta definito il concetto dal quale muoversi per la costruzione delle ontologie dell’Educazione Motoria (EM), il confronto con alcune questio-ni irrisolte all’interno della fondazione epistemologica delle cosiddette

Scienze Motorie è stato inevitabile.

La prima questione ha riguardato la stessa costituzione delle discipline che compongono le Scienze Motorie. Lo studio del movimento umano, come “qualità, proprietà o caratteristica specificamente umana” (Carraro, 2004, p. 21), proprio perché oggetto complesso di indagine, ha richiesto un approccio multidisciplinare. Alla confusione terminologica e semantica pro-vocata dalle differenti definizioni di Scienze Motorie, deve essere aggiunto che all’interno di tale campo di indagine confluiscono molte aree discipli-nari, sulle quali l’accordo non è stato raggiunto, specialmente in ambito in-ternazionale.

Per affrontare un lavoro di documentazione scientifica e di rappresenta-zione della conoscenza della “Didattica delle attività motorie in ambiente educativo” è stato inevitabile percorrere quel legame che unisce le Scienze Motorie all’EM. Tuttavia, un’indagine sui contenuti delle discipline scienti-fiche che studiano il movimento umano (per citarne solo alcune, la biolo-gia, la fisiolobiolo-gia, l’anatomia, la medicina, la filosofia, l’antropolobiolo-gia, la psico-logia, la sociopsico-logia, la bioingegneria, l’informatica) non sarebbe stata perti-nente, né utile agli scopi della nostra ricerca. Non si trattava di rappresenta-re le conoscenze legate all’indagine sul movimento umano in sé, quanto in-vece di analizzare le relazioni tra i concetti di educazione e di movimento e, parallelamente, tra queste discipline e i processi di insegnamento/appren-dimento motorio. L’esplorazione pedagogica di tali relazioni ci ha portato quindi alla formulazione di un interrogativo cruciale sulla definizione del contributo educativo che l’attività motoria apporta all’acquisizione di pa-dronanza delle competenze finalizzate alla costruzione identitaria, al rag-giungimento del benessere, alla realizzazione di sé.

tutti quei filoni del pensiero scientifico che hanno affrontato il problema dell’analisi del movimento umano, dell’apprendimento motorio, della com-prensione delle dinamiche che risiedono alla base delle scelte che portano all’azione e della definizione dell’immagine corporea. Ma quali tra questi fondano le basi del rapporto tra educazione e movimento?

Queste considerazioni portano alla seconda questione che riguarda l’as-senza in letteratura di analisi sistematiche sull’EM o di un suo statuto epi-stemologico definito.

È emerso immediatamente che la base epistemologica sulla quale do-vrebbero poggiare le diverse declinazioni dimensionali dell’EM (fenome-nologica, referenziale, metodologica e assiologica) è frammentaria. E ciò ha implicato la difficoltà di avere pochi materiali e modelli in letteratura con i quali confrontarsi o ai quali riferirsi e ha portato a un lavoro di “co-com-posizione” e di “co-costruzione” di un mosaico epistemologico finalizzato al-la restituzione dei significati fondanti e caratterizzanti il concetto di EM.

La ricerca dei materiali scientifici è stata effettuata attraverso le principa-li banche dati bibprincipa-liografiche internazionaprincipa-li, i cataloghi virtuaprincipa-li delle bibprincipa-lio- biblio-teche nazionali, regionali e della scuola dello Sport del CONI. In partico-lare, sono stati interrogati i sistemi di ricerca delle riviste internazionali in-dicizzate contenute su EBSCO, SportDiscuss, Web of Science, PsychArticles ed Eric, ogni volta affinando le parole chiave riferibili all’Educazione Mo-toria e ai lemmi declinati nella dimensione epistemologica. Il risultato fina-le è frutto di un lungo e compfina-lesso lavoro di analisi della fina-letteratura nazio-nale e internazionazio-nale alla quale sono seguiti molti incontri per decidere quali paradigmi, quali modelli e quali categorie fondano il concetto di Edu-cazione Motoria. Un’altra questione ha riguardato l’individuazione delle relazioni nella mappa ontologica. Alcune di esse interessano la coerenza in-terna alle singole dimensioni e sono emerse nella realizzazione della strut-tura concettuale. Altre connessioni hanno richiesto uno sforzo più arduo e costituiscono la struttura relazionale dell’EM, in cui risiedono i significati esistenti, quelli possibili e alcuni spazi ancora esplorabili.

In particolare, le categorie dell’EM attraversano due temi-chiave: – la comprensione del movimento, delle cause, degli scopi e delle

modali-tà con cui si effettua;

– la corporeità e il rapporto tra mente e corpo.

Ciascuna categoria esprime un significato assunto dalla relazione tra movimento ed educazione all’interno dei due temi-chiave. L’autopoiesi, ad esempio, spiega l’organizzazione del vivente come sistema autonomo, che

rigenera e sostiene continuamente se stesso e considera movimento e co-noscenza un unico processo, in cui il cambiamento si realizza attraverso l’a-zione e coinvolge l’intero “sistema” persona. Inoltre, il concetto di com-plessità esprime le direzioni che assumono la relazione tra movimento ed educazione attraverso l’affermazione di un pensiero olistico, antimeccani-cistico e antivitalista, all’interno del quale possa essere inscritto l’intero fun-zionamento dell’organizzazione del vivente. La scelta del termine com-plessità intende sottolineare anche il cambiamento radicale che la relazio-ne mente-corpo, se ancora si può parlare di tale tema in questi termini, ha assunto nel corso del Novecento, sotto il profilo delle problematiche epi-stemologiche o scientifiche in generale. Per cogliere tale evoluzione, è ne-cessario legare i risultati del dibattito filosofico animato dallo strutturalismo (Kuhn, 1962), dalla fenomenologia (Brentano, 1889) e dal decostruzioni-smo (Derrida, 1967) con quelli della neuropsicologia delle emozioni (Da-masio, 2012; Oliverio, 2008; Le Doux, 1996) e della neurofenomenologia (Varela, 1997).

L’assenza di una definizione condivisa di EM nella letteratura scientifica nazionale, infine, dipende in parte dalla frammentazione della sua base teo-rico-scientifica, ma anche dalla mancanza di una riflessione epistemologica più ampia che sostanzi i suoi significati e i metodi euristici di sintesi che ri-flettano quella complessità propria del movimento umano nei risultati del-la ricerca empirica multidisciplinare.

La nostra analisi ha racchiuso al suo interno le diverse espressioni didat-tiche del sistema formativo (inclusa l’Educazione Fisica, nel significato che la letteratura scientifica italiana attribuisce ad essa, legandola soprattutto al-la disciplina scoal-lastica) e sportivo, aggiungendo a queste nuovi significati che riteniamo possano avere non solo l’attività motoria ma anche il movimento in educazione.

Nella Dimensione Fenomenologica dell’EM abbiamo esaminato l’evoluzio-ne della relaziol’evoluzio-ne tra educaziol’evoluzio-ne e movimento umano attraverso i contesti, gli ambienti e le funzioni. I contesti costituiscono gli spazi relazionali in cui si realizza l’educazione motoria in un continuum che parte da un livello for-male per arrivare ad uno inforfor-male, in cui si realizzano gli apprendimenti diretti o indiretti nei luoghi istituzionali e non. Tale relazione si concretiz-za sia negli ambienti specificamente strutturati per le attività motorie sia non predisposti inizialmente ad esse, ma che diventano uno scenario per una loro espressione educativa. Le funzioni tengono conto dei significati dell’educazione complessiva della persona attraverso il movimento, delle sue dimensioni orientativa e identitaria, delle capacità del soggetto e degli sco-pi dell’azione.

Altresì, per gli stessi motivi delineati nell’introduzione, la maggior parte della letteratura scientifica si è concentrata sui due punti principali della pratica didattica, i metodi e gli oggetti di insegnamento/apprendimento delle attività motorie.

Per quanto riguarda la Dimensione Metodologica dell’intervento educativo è stato difficile recuperare una sua connotazione rispetto ad altri ambiti di-dattici. Il problema non è stato quello di trovare le differenze con le didat-tiche delle “altre” discipline, ma di identificare all’interno delle metodolo-gie più utilizzate modalità educative del e con il movimento. Tale pratica di-dattica è spesso ostacolata dall’organizzazione scolastica dei luoghi e dei tempi e dalla formazione delle competenze dei docenti. Il sistematico ri-corso ai luoghi attrezzati a “palestra” non risolve il problema della defini-zione di quali siano i metodi più adeguati per l’Educadefini-zione Motoria. La tra-dizione che potremmo definire “oralista” della programmazione didattica – perché prevalentemente basata sulla parola scritta e parlata – determina una gerarchia tra priorità degli obiettivi e dei contenuti disciplinari da trasmet-tere, trascurando sempre quelli di natura motoria.

Nella Dimensione Referenziale ci siamo occupati degli oggetti dell’EM, sia nelle sue specifiche manifestazioni esterne (prodotti/azioni) sia per ciò che afferisce a quelle interne (processi).

Il concetto generale di competenza motoria ha richiesto un’attenta di-samina delle variabili che possono favorire o contrastare il processo ad es-so es-sottees-so. Per Vicini (2010), “le competenze in senes-so astratto non esistono, ma esistono i bambini con le loro storie e i loro vissuti corporei. Esistono Anna, Pietro, Giuditta e Rachele, persone che in situazioni diverse, nel no-stro caso nell’ambito della motricità, manifestano competenza nel fare (sportivo), nell’agire (motorio), nell’essere (corporeo) in un certo modo, non in astratto ma per risolvere un problema, affrontare una situazione, rea-lizzare un prodotto ben preciso. Il soggetto delle competenze non è la di-sciplina ma la persona, che si dimostra competente nell’agire (operatività) per più volte in una serie di contesti diversi (trasversalità), dimostrandosi capace di scegliere in libertà e autonomia, consapevole delle sue scelte (me-tacognizione)”.

L’insegnamento, pertanto, deve essere organizzato in modo che le perso-ne possano realizzare esperienze che abbiano un significato individualizza-to e che prevedano un coinvolgimenindividualizza-to globale della loro personalità. Su ta-li premesse si inserisce il processo di capacitazione che, nel riunire in sé i concetti di capacità e di azione, identifica una tecnica d’intervento che favo-risce lo sviluppo delle competenze e dell’autonomia.

di ogni individuo e può essere definita come la disposizione a capitalizzare le capacità umane (motivazione, fiducia, competenza fisica, conoscenza e comprensione) per valorizzare ed assumersi la responsabilità di praticare at-tività fisica per tutta la vita. La Physical Literacy include anche l’abilità di “leg-gere” ciò che sta avvenendo, mentre si svolge un’attività che richiede una

reazione di adattamento agli eventi (Higgs & coll., 2008). Connessa alla

Physical Literacy, l’educazione valoriale, che rappresenta un processo in

gra-do di produrre contaminazioni positive in diversi ambienti di apprendi-mento. Valori come la tolleranza, il fair-play, la coesione sociale, le pari op-portunità, definiti in letteratura “obiettivi estrinseci”, finalità generali come l’autodeterminazione, la progressiva acquisizione di autonomia e responsa-bilità, il raggiungimento di uno stato di soddisfazione e di realizzazione, co-stituiscono una parte della literacy che l’EM intende trasmettere, la sua

di-mensione assiologica. Tali finalità educative sono certamente più ampie

rispet-to alla considerazione che la letteratura di setrispet-tore propone, probabilmente troppo schiacciata solo sugli aspetti sociali di questi temi.

3. I significati dell’Educazione Motoria

L’Educazione Motoria può e deve essere considerata co-essenziale alla for-mazione di ogni essere umano. Essa ne forma aspetti strutturali, come la par-te del Sé che riguarda il corpo, le sue popar-tenzialità e i suoi limiti, la sua po-sizione nello spazio fisico, la considerazione delle sue condizioni di salute generali e specifiche, la sua percezione nell’interrelazione con gli altri, la sua immagine; riguarda anche l’orientamento motivazionale all’accrescimento delle abilità individuali e l’autodeterminazione degli obiettivi riguardanti il benessere fisico e psicologico.

Essa, inoltre, include non solo l’insieme delle attività fisiche che parteci-pano allo sviluppo di capacità, abilità e competenze motorie, ma anche tut-te quelle attività che, attraverso il movimento, contribuiscono alla forma-zione dell’identità, all’accrescimento della consapevolezza nei confronti del proprio corpo.

L’EM, pertanto, facilita, accresce e valorizza le opportunità di fare espe-rienza, di entrare in relazione e di comunicare con gli altri, di esprimere se stessi con diversi linguaggi, oltre che rappresentare un “nodo” strumentale dei contesti di apprendimento, rendendo possibili variegate esperienze di co-disciplinarietà nella didattica.

La lettura, il calcolo aritmetico, l’algebra, la geografia, la fisica… possono diventare parti di un percorso educativo in cui il movimento è uno

stru-mento e in cui l’obiettivo è l’oggetto di studio, la soluzione di un proble-ma, la scoperta di senso.

Nella letteratura scientifica sono presenti percorsi didattici sulla mate-matica e sulla fisica strutturati da Mosston (1966), da Humphrey (1967,

Nel documento Umberto Margiotta / 1 (pagine 189-200)