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Le organizzazioni internazionali di servizio sociale

1.3 Le nuove sfide del servizio sociale nel panorama internazionale

1.4 Lifelong learning per l'assistente sociale: dalla normativa europea ai contributi dell'IFSW e dell'IASSW

1.4.2 Le organizzazioni internazionali di servizio sociale

Anche le organizzazioni internazionali, come IFSW e IASSW, hanno introdotto la questione della formazione permanente come uno degli aspetti fondanti della professione e se ne possono individuare i riferimenti dall'analisi dei documenti ufficiali pubblicati nell'arco temporale di questi ultimi cinque anni.

Anche in questo caso, più che redarre un regolamento organico dedicato alla formazione continua, le associazioni internazionali hanno inserito tale requisito in una serie di svariati documenti che trattano di volta in volta differenti tematiche attinenti al servizio sociale.

Primo fra tutti il documento redatto nel marzo 2012 da IFSW in relazione alla definizione dei Global standards for the education and training of the social work profession 26.

Alla sezione 3 del testo, intitolata Standards with regard to programme curricula including field education, tra gli obiettivi di ogni programma di studio viene individuato al punto 3.6:

Garantire che i programmi di studio aiutino gli studenti di servizio sociale a sviluppare le competenze verso un pensiero critico e un'attitudine scolastica basata sul ragionamento, sull'apertura a nuove esperienze e paradigmi, e sull'impegno per l'apprendimento permanente.

(IFSW, 2012)

Sempre nel 2012 IFSW pubblica la Dichiarazione Effective and ethical working environments

25 Raccomandazione Rec (2001)1 del Comitato dei Ministri (degli Esteri) agli Stati membri sul Servizio Sociale (adottato dal Comitato dei Ministri (degli Esteri) il 17 gennaio 2001 al 737.mo incontro dei loro rappresentanti permanenti ), Consiglio d'Europa.

26 Global standards for the education and training of the social work profession, IFSW&IASSW, 3 marzo 2012

for social work: the responsibilities of employers of social workers27 mirata a fornire delle linee guida per l'ambiente di lavoro del servizio sociale. Nel testo si legge che: «un contesto che sia di supporto alle buone pratiche deve necessariamente tenere in considerazione i principi etici della professione, garantire effettive induzioni, supervisione, una gestione del carico di lavoro ed uno sviluppo professionale continuo (continuing professional development)»28”.

È la sezione 3 del documento che viene dedicata a Continuous Professional Development and an Organisational Environment of Learning, nel quale si riconosce che:

Il continuo sviluppo professionale e la formazione continua consentono agli assistenti sociali di rafforzare e sviluppare le proprie competenze e conoscenze e di garantire che le agenzie per cui si lavora si adattino alle mutevoli esigenze degli utenti e delle realtà organizzative. […] Le revisioni sistematiche dei servizi e delle pratiche, guidate da assistenti sociali che hanno una qualificata esperienza sul campo, dovrebbero essere tenute regolarmente. Questi esercizi forniscono un feedback importante per gli assistenti sociali, tra cui l'individuazione di pratiche efficaci. Inoltre forniscono supporto, formazione e sostegno quando si identificano situazioni in cui si ha una scarsa pratica o si incontrano dubbi etici; […] Investire nel futuro della professione contribuendo a fornire possibilità di educazione al servizio sociale e di formazione continua è essenziale; sono questi gli elementi chiave per attrarre e mantenere qualificati e motivati i dipendenti del futuro.

(IFSW, 2012)

Si individuano inoltre all'interno di documenti elaborati su specifici temi del servizio sociale continui riferimenti generici alla necessità di formazione continua.29

Dalle ricerche emerse si va così a delineare un quadro pressapoco incerto che conferma più volte la la necessità di percorsi di formazione continua ma che al contempo lascia carta bianca a ciascun Paese per la realizzazione di politiche d'intervento su questo ambito.

Aver sancito a livello istituzionale l'importanza e la necessità della formazione continua senza dei confini e delle linee guida da seguire comporta così una difficile comprensione di quello che

27 International Federation of Social Workers (IFSW), Effective and ethical working environments for social work: the responsibilities of employers of social workers, 2012

28 Continuing Professional Development e Lifelong Learning sono entrambi termini che si possono trovare quando si parla di: “un continuo processo di formazione e di sviluppo che continua per tutta la carriera del professionista (Bubb ed Erley, 2007).

29 Si rimanda alla lettura di: IFSW, (2012) HIV/AIDS and globa trends; IFSW,(2008) IFSW Statement to the UN Commission for Social Development, Promoting social integration; IFSW, (2012) Healt.

ad oggi sono i percorsi di life long learning per l'assistente sociale.

Al contrario di quello che si è potuto osservare con la Dichiarazione di Bologna e il conseguente impegno verso una riqualificazione e uniformazione dei percorsi di formazione di base del servizio sociale, ciò che concerne la formazione continua ad oggi si configura assai lontana da questo tipo di prospettiva.

Ovviamente occorre ricordare che l'impegno verso la realizzazione di lifelong learning è molto giovane e che ancora molto c'è da fare e da sapere. Ad oggi ci troviamo ad affrontare una prima fase di ricognizione su quello che è (e non è) la formazione continua nelle diverse realtà europee.

È sulla base di queste osservazioni che ho reputato interessante procedere e sviluppare il mio lavoro con l'intenzione di far emergere come si presenta attualmente la situazione e quali sono le strade che i singoli paesi europei percorrono per la realizzazione di sistemi di formazione continua.

Se a livello europeo è stata ben identificata la volontà astratta di intraprendere questo cammino, il passaggio successivo non può che essere quello di andare sul campo e conoscere le realtà che ad oggi si configurano nei singoli paesi europei.

Come abbiamo già visto per la formazione di base, le differenze storiche e le peculiarità dei singoli paesi fanno presupporre lo sviluppo di percorsi difficilmente uniformi ed omogenei. Tenendo conto delle particolarità di ciascuno Stato da un lato e delle esigenze di europeizzazione dall'altra, la ricerca si propone di sviluppare un approfondimento che faccia emergere come si configura la formazione continua dell'assistente sociale in Europa.

Individuare i trend e/o le peculiarità dei percorsi di lifelong learning che l'assistente sociale può incontrare variando da territorio a territorio è, a mio avviso, il punto di partenza necessario per indurre a una riflessione approfondita su come si presenta la situazione ad oggi e su come possa svilupparsi in futuro.

Nel capitolo a seguire si svilupperà il vero e proprio core della ricerca procedendo con uno studio esplorativo finalizzato a mettere in luce ed identificare i possibili percorsi di lifelong learning all'interno dei singoli paesi che compongono la cornice dell'Unione Europea.

2 La formazione continua degli assistenti sociali

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