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Le politiche dell’istruzione e dell’integrazione scolastica

Le politiche dell’istruzione e quelle di tutela dei soggetti svantaggiati s’incontrano nell’ambito della “integrazione scolastica”, dell’inserimento cioè, nei cicli didattici, di soggetti disabili o comunque disadatti in quanto portatori di difficili esperienze sociali. L’integrazione degli alunni diversamente abili a scuola trova il suo fondamento nella Costituzione repubblicana del 1948 che, all’art. 3, impone a tutte le Istituzioni il dovere di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Questo dovere viene poi esplicitato in una serie di diritti specifici, come il diritto allo studio (art. 34), il diritto alla salute (art. 32), il diritto all’educazione (artt. 30 e 38), il diritto all’assistenza e all’avviamento professionale, il diritto al supporto da parte della famiglia (art. 31). Emerge da questo corpo di norme uno scenario composito nel quale si muovono soggetti diversi, tutti peraltro uniti dalla comune responsabilità nei confronti degli alunni con diversa abilità.

Il punto di svolta è peraltro rappresentato dalla L. 104/92 che ha consentito di trattare in modo organico l’integrazione della persona disabile. Infatti, il riferimento specifico all’istruzione previsto dalla L. 104/92 è stato ripreso nel Testo Unico della legislazione Scolastica (D.Lgs 297/94) che all’art. 317 sancisce che ”l’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo

50 della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”. Successivi interventi normativi hanno poi definito in concreto le procedure e i soggetti interistituzionali che devono realizzare il coordinamento e l’integrazione; si tratta il particolare del D.Lgs 229/99 sui Distretti Sanitari, del D.P.R. n. 275/99 sull’autonomia delle scuole, della L. 328/00 sui Comuni.

Per rendere effettivo il diritto all’integrazione scolastica è prevista sin dalla L. 517 del 1977 la presenza di un docente specializzato (“di sostegno”) cui possono essere affiancati anche degli Assistenti educativi di supporto all’autonomia e alla comunicazione in carico agli Enti Locali (Comune o Provincia, a seconda che si tratti di Scuola Materna, Elementare, Media inferiore o Scuola superiore).

L’attribuzione degli insegnanti specializzati (“di sostegno”) avviene da parte dell’USR (Ufficio Scolastico Regionale) in base ad alcuni parametri numerici fissati dalla L. 449/97 (un docente per ogni gruppo di 138 alunni complessivamente frequentanti gli istituti scolastici della provincia) e sulla base dell’art. 41 del D.M.331/98 che considera “il progetto educativo individuale”.

Le politiche di contenimento della spesa pubblica che hanno ridotto i fondi destinati alla istruzione pubblica e quelle di riduzione dei costi dell’organizzazione scolastica con il conseguente taglio di classi, hanno condotto a una cronica penuria di docenti di sostegno e all’inserimento di più disabili in una stessa classe; fattori questi che certamente non favoriscono una effettiva integrazione dei soggetti deboli.

Queste difficoltà interne al sistema scolastico hanno aperto peraltro interessanti prospettive all’Agricoltura Sociale in quanto hanno portato diverse scuole ad avviare ambiti di collaborazione con aziende agricole che si sostanziano in attività cicliche in fattoria (una o più volte la settimana) di studenti disabili o comunque disadattati quale parte del complessivo programma di inserimento scolastico32.

L’integrazione degli alunni disabili fa leva infatti anzitutto sul Dirigente Scolastico che (art. 25 del D.Lgs 165/01) “è responsabile dei risultati del servizio” e ”per l’attuazione del diritto

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Finuola R. Pascale P.,(2008) L’Agricoltura sociale nelle politiche pubbliche, INEA, Roma. Un’interessante esperienza di integrazione scolastica basata sull’agricoltura sociale è stata condotta dal Liceo “Leonardo da Vinci” di Maccarese, nell’ambito di una collaborazione con la “Fattoria Verde” di Polidoro nel comune di Fiumicino.

51 all’apprendimento da parte degli alunni “ e che è affiancato dagli Organi Collegiali dell’Istituzione Scolastica cui è proposto e da eventuali figure di coordinamento (Funzioni strumentali) che procedono, con diversificate competenze e attraverso una articolata procedura fatta di Gruppi di lavoro, sia interni alla scuola che interistituzionali, a realizzare una sorta di rete di sostegno che sostiene il processo di integrazione.

È interessante rilevare come il concetto di integrazione scolastica, ancorché fortemente ancorato alla specifica Istituzione Scolastica presso il quale il soggetto diversamente abile è al momento inserito, venga visto nella normativa italiana anche in un ambito temporale molto più ampio.

La Circolare ministeriale 1/1988 sulla continuità verticale prevede infatti una serie di adempimenti funzionali volti ad assicurare un raccordo nei momenti di passaggio di un alunno disabile da un ordine di scuola a quello successivo.

In questo scenario particolarmente importante è la graduale elaborazione da parte dell’alunno di un progetto di vita che includa anche l’esperienza lavorativa in quanto fattore di crescita personale, di maturazione di responsabilità e fattore di promozione nella conquista dell’autonomia. Questa impostazione è particolarmente rilevante per l’Agricoltura Sociale in quanto può consentire alle autorità scolastiche, alle aziende agricole che con esse collaborano e ai responsabili delle politiche sociali di pensare a percorsi articolati di inserimento che, successivamente al periodo scolastico, si potrebbero declinare anche in momenti di ambito formativo/ lavorativo.

Questa impostazione sembra essere confermata dal D.Lgs 77/2005 sull’alternanza scuola- lavoro emanato ai sensi dell’art. 4 della L. 53/2003 (“Legge Moratti”); l’alternanza costituisce, infatti, uno degli strumenti ”per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro” e “per correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio”. Essa nasce dal superamento della separazione tra momento formale e momento applicativo e si basa sull’idea che educazione formale, informale ed esperienza di lavoro si combinano in un unico progetto formativo.

A tale scopo esso comporta un mix di preparazione scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro, predisposte con la collaborazione delle imprese, associazioni , per consentire agli studenti l’acquisizione di attitudini,conoscenze e abilità per l’inserimento e la crescita attraverso l’esperienza di lavoro (learning by doing).

52 In conclusione, il Decreto Legislativo sull’alternanza scuola-lavoro apre ampi spazi all’attivazione di esperienze di Agricoltura Sociale nelle quali gli studenti disabili possono prima integrarsi nell’ambito scolastico e poi nella propria vita lavorativa. Per dare concretezza a queste norma occorre ora sviluppare un dialogo fra mondo agricolo e mondo della scuola che, sulla base delle positive esperienze in atto, rendano sistematica la collaborazione fra scuola e aziende agricole quale ulteriore opportunità di inserimento dei soggetti deboli.

Merita attenzione l’esperienza dell’Istituto Tecnico Agrario Garibaldi di Roma, che ha creato una fattoria sociale di tipo B dove lavorano studenti disabili, genitori ed altri studenti impegnati nelle esercitazioni pratiche di azienda agraria. Tale fattoria costituita formalmente all’inizio del 2010 ha in dotazione un fabbricato rurale e un’area di circa un ettaro destinata alla produzione di ortaggi. Per la vendita dei prodotti l’Itas, con il contributo della Provincia di Roma, ha dato vita a 6 incontri denominati farmer’s market Garibaldi, a cui potranno aderire i produttori interessati alla vendita dei loro prodotti.