• Non ci sono risultati.

3 STATO DELLE CONOSCENZE

3.4 LE POSSIBILITÀ DI INTERVENTO

Oltre alle azioni di prevenzione, rivolte alle fonti di generazione di azoto e fosforo di tipo diffuso, sono stati sviluppati diversi tipi di intervento da applicare direttamente al corpo idrico affetto da eutrofizzazione. Gli interventi si caratterizzano per gli effetti, definitivi o temporanei, e per i meccanismi sfruttati, ma vengono in primo luogo distinti come interni ed esterni al corpo idrico.

3.4.1 Interventi esterni ai corpi idrici

Una soluzione, attuata fin dagli anni ’70, consiste nel deviare le acque cariche di nutrienti nell’emissario del lago, o in un altro bacino idrografico. Questo sistema, che di fatto sposta il problema a valle, può essere accettato tenuto conto della maggiore tolleranza che le acque correnti di solito presentano nei confronti dei carichi di nutrienti. Bisogna considerare che si va ad alterare il bilancio idrologico del lago stesso, aumentando il tempo di rinnovo delle acque.

Nel caso in cui si tratti di acque reflue intercettabili, una volta deviate verso un impianto di trattamento, se in questo si attua un abbattimento spinto di azoto e fosforo, si può valutare di fare del lago il corpo idrico recettore del refluo depurato.

Esiste un’altra possibilità di abbattimento dei nutrienti veicolati dai tributari del lago: la messa in posto di bacini di decantazione a monte del lago, in cui è possibile trattenere i nutrienti tramite meccanismi fisici, chimici o biologici (letti filtranti, filtri in ossido di alluminio, bioreattori, phytoremediation).

Il lago Saint-Augustin ha una rete di tributari intermittente e su di essa sono in via di attuazione diversi interventi allo scopo di migliorarne la qualità delle acque. La captazione dei reflui provenienti dalle case isolate è quasi completa e la rete già esistente per gli agglomerati maggiori è sotto controllo; una campagna di protezione e ripristino delle superfici boschive è un’altra delle azioni in corso, in modo prioritario per una fascia di protezione di 300 m intorno alle rive (Lapierre et al., 2002); l’utilizzo di concimi in agricoltura e giardinaggio è stato regolamentato; infine, un progetto di eco-ingegneria è in corso per il trattamento delle acque provenienti dal settore in cui insiste l’Autoroute 40 (Morteau et al., 2009)

3.4.2 Interventi interni ai corpi idrici

Esistono molte possibilità di intervento direttamente sui corpi idrici in grado di attenuare gli effetti negativi conseguenti all’instaurarsi di condizioni eutrofiche. Di seguito sono sintetizzate le principali e i motivi per cui sono state ritenute più o meno adatte al caso del lago Saint-Augustin.

3.4.2.1 Asportazione delle biomasse vegetali

In passato è stato fatto ricorso a sostanze chimiche ad azione alghicida (tra i più utilizzati il solfato di rame), con conseguenze negative per uomo e ambiente, o all’asportazione meccanica della biomassa vegetale. Queste tecniche sono un esempio di lotta alle conseguenze, e non alle cause, del processo degenerativo delle acque, i benefici ottenibili sono unicamente a livello estetico; tali operazioni sono le meno costose ma vanno ripetute spesso.

Gli enti promotori dell’intervento di risanamento sul lago Saint-Augustin intendono agire sulle cause dell’eutrofizzazione in modo da ottenere un risultato di lunga durata.

rispondono ai problemi dei corpi idrici in cui le acque non si mescolano per differenze di densità dovute a gradienti di temperatura o gradienti di concentrazione di sali disciolti.

La destratificazione delle masse d’acqua si ottiene creando condizioni di turbolenza tali da impedire la formazione del termoclino; in questo modo si induce la riossigenazione delle acque profonde. Il beneficio di questa pratica è quello di ridurre la formazione dei prodotti indesiderabili del metabolismo anaerobico (acido solfidrico, ammoniaca etc.) ed evitare che l’istaurarsi di condizioni riducenti provochi il passaggio in soluzione di metalli pesanti eventualmente presenti nei sedimenti. Un aspetto negativo si presenta nel caso in cui i nutrienti si siano accumulati nelle acque ipolimniche: durante il rimescolamento andranno a disposizione di tutta la colonna d’acqua, “ricaricando” la zona eufotica. Per evitare quest’ultimo inconveniente si può ricorrere, tramiti diversi sistemi, all’aerazione ipolimnica, che consente di soddisfare il BOD (domanda biochimica d’ossigeno) delle acque profonde, mantenendo la stratificazione. È chiaro che queste pratiche, pur vantando diversi casi di successo, non risolvono il problema in maniera definitiva; se non si agisce sulle cause, le manifestazioni negative dell’eutrofizzazione ricompaiono non appena l’intervento viene sospeso (Marchetti, 1989).

Questo metodo non è ritenuto ottimale per il lago Saint-Augustin per via del rischio di risospensione dei sedimenti con conseguente risolubilizzazione del fosforo in essi presente; inoltre, non rappresenta una soluzione duratura.

3.4.2.3 Evacuazione selettiva delle acque ipolimniche

In dighe e serbatoi artificiali le acque emissarie sono quelle profonde; un sistema alternativo di agire sui problemi presenti nel fondo dei laghi eutrofizzati consiste nel creare la stessa circostanza negli invasi naturali, allontanando le acque di fondo. A limitare l’impiego di questo metodo, oltre ai problemi correlati allo scarico a valle del lago di acque anossiche e ricche di sali nutritivi, sono soprattutto le difficoltà tecniche (messa in opera di sifoni e sbarramenti).

La taglia e la morfologia del lago Saint-Augustin non lo rendono adatto a questa tecnica.

3.4.2.4 Biomanipolazione

La strategia denominata biomanipolazione è agire a livello delle diverse componenti della catena trofica dell’ecosistema lacustre. Si introducono nel lago pesci predatori (o consumatori terziari), che si alimentano di pesci minori zooplanctivori. L’obiettivo è quello di incrementare l’attività dello zooplancton che, essendo meno soggetto alla predazione, può svolgere il suo ruolo di consumatore primario e si accresce a spese del fitoplancton. È anche possibile introdurre direttamente specie di zooplancton fitofago (Cenni, 1999).

Questo metodo necessita di un’eccellente conoscenza dell’ecosistema del corpo idrico specifico, nonché della comunità naturalmente presente prima della progressione del processo di eutrofizzazione; è inoltre una tecnica relativamente nuova i cui risultati a lungo termine sono poco conosciuti. Per questi motivi non si è scelto di applicarla al lago Saint-Augustin.

3.4.2.5 Precipitazione dei nutrienti

Un’altra opzione interessante, soprattutto per gli ambienti di modeste dimensioni, consiste nello spandimento sulla superficie del corpo idrico di materiali in grado di provocare la precipitazione dei nutrienti. L’intervento è rivolto soprattutto al fosforo e, tra i materiali utilizzabili per il suo

alla coagulazione, seguita dalla flocculazione di composti che legano il fosforo disciolto alla colonna d’acqua. Si forma così uno strato di fiocchi all’interfaccia acqua/sedimenti e il fosforo è reso indisponibile. L’inconveniente, presente negli ambienti acquatici poco profondi, è la rimessa in sospensione del materiale precipitato ad opera delle correnti indotte da venti e imbarcazioni.

Questo metodo è stato preso in considerazione per la riabilitazione del lago Saint-Augustin.

3.4.2.6 Interventi sui sedimenti

Nel momento in cui la sorgente di contaminazione è rappresentata dai sedimenti del lago stesso, gli interventi volti a ridurre gli apporti esterni dei nutrienti non possono essere sufficienti.

Una prima opzione in grado di ridurre la contaminazione proveniente dai sedimenti consiste nel ricoprirli con un deposito di materiale adatto alle caratteristiche fisiche e alle condizioni idrogeologiche del sito. Questa opzione è considerata adatta al caso del lago Saint-Augustin.

Oltre all’ipotesi dell’isolamento dei sedimenti, esiste quella di esportare i sedimenti tramite dragaggio. Questa opzione ha il vantaggio di eliminare definitivamente la sorgente di contaminazione, e lo svantaggio di presentare difficoltà sul piano tecnico ed economico; oltre al notevole impatto ambientale, va considerata anche la collocazione dei fanghi contaminati, una volta estratti dal lago. L’ipotesi di intervenire sul lago Saint-Augustin con un dragaggio è una delle alternative attualmente in studio.