• Non ci sono risultati.

Enfin, la Commission Méditerranéenne du Développement Durable (CMDD), dans l’optique des Objectifs du Millénaire, a préparé une Stratégie Méditerranéenne de

6. Risultati e discussione

6.1. Caratterizzazione della flotta peschereccia della Sicilia orientale

6.1.3. Le problematiche sommerse della piccola pesca artigianale

Il processo di co-costruzione degli indicatori, attraverso un continuo confronto con la comunità interessata, ha permesso di sviluppare anche un quadro completo delle problematiche affliggenti la categoria della piccola pesca artigianale.

Gran parte dei punti critici del settore della pesca è da imputare al fatto che le vigenti misure di controllo delle attività di cattura e di vendita del pescato, adottate soprattutto per la protezione

3Si è scelto di seguire una classificazione delle stagioni di tipo non meteorologica, considerando pertanto la seguente suddivisione: inverno (dicembre-febbraio), primavera (marzo-maggio), estate (giugno-agosto), autunno (settembre- novembre). In tal modo i mesi statisticamente più freddi, più caldi e intermedi sono proprio quelli identificati da tali periodi, con i mesi a medie termiche estreme (solitamente gennaio e luglio) che vengono a cadere nei periodi intermedi e quindi come mese centrale della rispettiva stagione meteorologica.

4 Per quest’ultima specie è di recente entrato in vigore un decreto regionale che ne regolamenta la cattura. In particolare, in conformità alla Raccomandazione ICCAT n. 13-04 e al Decreto Ministeriale del 3 giugno 2015, il provvedimento impedisce l’uso degli ami non selettivi prevedendo, nel periodo ricompreso tra il 1 ottobre e il 30 novembre, il divieto di cattura di esemplari della specie Alalunga, nonché di utilizzo del palangaro derivante per il prelievo di altre specie bersaglio, ad eccezione delle unità munite di permesso speciale per le catture di tonno rosso.

137

delle risorse marine, sono costantemente oggetto di elusioni o di infrazioni più o meno gravi. Su più fronti è emersa la necessità di sviluppare e di attuare una cultura di rispetto effettivo delle regole, obiettivo che attualmente sta al centro delle priorità della Commissione Europea. Le infrazioni alle norme comuni hanno però molteplici conseguenze, prima fra tutte, la difficoltà di applicare le politiche atte a garantire la sostenibilità delle attività di pesca.

Da un punto di vista economico, la trasgressione delle regole da parte dei soggetti che praticano attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), è causa dell’abbattimento dei prezzi del pescato sul mercato, con conseguente venire meno della competitività dei pescatori regolamentari che, oltre agli scarsi profitti della loro attività lavorativa, devono anche far fonte alla crescita dei suoi costi intermedi. A ciò si aggiunge la mancanza di un sistema di riconoscimento delle esternalità positive generate dalla PPA. Continuando ad esaminare le problematiche della pesca suddividendole per dominio di appartenenza alla sostenibilità (tab. 32), da un punto di vista sociale è emerso che la categoria dei pescatori artigianali è restìa alla cooperazione tra più unità di pesca. Allo stesso modo, risulta difficile coinvolgerli in processi di decisione collettiva, poiché sono stanchi e delusi da precedenti esperienze che hanno avuto esiti nulli. Altro aspetto rilevante è la sensazione comune, da parte dei piccoli pescatori, di costituire una categoria dimenticata dalle istituzioni e dalla società, e che questa, senza opportuni interventi che possano rispondere alle difficoltà economiche del settore, vada via via scomparendo attraverso la riconversione degli occupati verso altri settori.

Dal punto di vista ambientale, la PPA è interessata costantemente dall’interazione con l’attività di pesca a strascico che deturpa i fondali marini causando una diminuzione della risorsa disponibile, attività spesso registrata anche entro i limiti di distanza dalla costa interdetti a tale pesca, che invece dovrebbero essere di pertinenza della sola PPA. Il pescatore è inoltre chiamato costantemente a far fronte con l’inquinamento delle acque marine, causa di morìe e mucillagini che in alcuni periodi rendono impraticabile l’attività di prelievo. Altro aspetto importante include i casi di interazione di tipo opportunistico da parte della fauna selvatica marina (cetacei) che, competendo con il pescatore per le stesse specie preda-target (in genere pesce azzurro) spesso si alimenta a ridosso delle reti da posta causando ingenti danni agli attrezzi (con conseguenti ricadute economiche dovute alla perdita del pescato e ai giorni necessari per la ricucitura della rete) e al pescato (che solitamente viene strappato via dalla rete, oppure viene allontanato dall’attrezzo stesso pregiudicandone la cattura). La ricerca ha tentato di rispondere a tale problema con la creazione di dispositivi dissuasori per delfini (pinger e DID) da posizionare sugli

138

attrezzi di pesca. Tuttavia, le spese di acquisto di tali attrezzature non prevedono sovvenzioni e sono a carico dei pescatori, inoltre il loro utilizzo perde l’effetto dissuasore dopo qualche mese. Si calcola che il costo di un DID sia pari a 380€ e che questo abbia un raggio d’azione di 350m (da considerare che un attrezzo come la menaide è composto da una rete lunga anche 800 m e che quindi, per ottenere un effetto dissuasore effettivo, necessita del posizionamento di più DID).

Tabella 32. Problematiche della piccola pesca artigianale, raggruppate secondo i quattro domini della sostenibilità.

Dominio economico

- Aumento del costo del petrolio - Scarso profitto

- Costi eccessivi per il rinnovo e l’adeguamento imbarcazioni

- Mancanza di un sistema di riconoscimento delle esternalità positive generate dalla piccola pesca

Dominio sociale

- Scarsa predisposizione alla cooperazione

- Mancanza d’informazione sia per i pescatori (accesso ai fondi, normative) che per i consumatori (tracciabilità, sistemi di pesca)

- Carenza di infrastrutture e servizi per i pescatori (a partire dalle stesse strutture portuali)

- Carenza di studi scientifici

Dominio ambientale

- Interazione con la pesca a strascico - Interazione con i pescatori ricreativi

- Interazione con le attività di pesca informali - Inquinamento delle acque

- Interazione con i cetacei

Dominio della governance

- Difficoltà di accesso ai fondi - Lentezza burocratica

- Associazioni di categorie di pesca che, in realtà, hanno caratteristiche differenti

- Normative inadeguate alla categoria della piccola pesca - Insufficienza del sistema di sorveglianza

139

Da un punto di vista gestionale, si registra la difficoltà di accesso ai fondi pubblici da parte dei piccoli pescatori, spesso vittime anche di una costante lentezza burocratica. Essi lamentano inoltre diverse difficoltà nell’applicazione delle limitazioni dettate dalle direttive europee (es. quote tonno rosso), evidenziando l’inadeguatezza delle regolamentazioni rispetto all’area e al loro particolare sistema di pesca, e proponendo importanti varianti sui periodi di fermo biologico e divieto di cattura per specie quali pesce spada, alalunga.

6.2. Indicatori di sostenibilità e qualità per la valorizzazione della piccola pesca