• Non ci sono risultati.

Le reti sociali nel mondo online: i siti di social network

CAPITOLO 2 LE RETI SOCIALI

2.1 LA RIVOLUZIONE DELLE RETI SOCIALI

2.1.2 Le reti sociali nel mondo online: i siti di social network

Internet e la tecnologia del Web 2.0 hanno permesso agli individui di entrare in contatto ed interagire con milioni di altri utenti, raccontando sé stessi e le proprie esperienze, nonché di accedere liberamente ad una miriade di informazioni. Come ribadito più volte, tali possibilità sono state enormemente ampliate dalla nascita dei social media, “strumenti di comunicazione, trasmissione, collaborazione e crescita online tra reti interconnesse e interdipendenti di persone, comunità e organizzazioni, potenziate da funzionalità tecnologiche e mobilità” (Tuten, Solomon 2014, 14). Essi hanno iniziato ad affermarsi nel corso degli anni 2000, assumendo in breve tempo il ruolo di principale intermediario fra gli individui nel mondo virtuale e fra questi ed i contenuti presenti nella Rete, trasformando quest’ultima in un ambiente al tempo stesso personale e sociale, la cui natura favorisce la creazione di network sociali online (Lluch Lafuente, Righi 2011).

Questi, alla stregua di quelli offline, supportano la creazione di comunità di utenti, le quali, come ricordato (cfr. par. 2.1.1), si caratterizzano per la forte densità relazionale, dato che i membri interagiscono tra di loro, condividendo significati, pratiche, valori e norme.

Non tutte le appartenenze che si vengono a costituire, però, possono forgiarsi di tale definizione. Spesso, infatti, si tratta di individui che non si conoscono direttamente o che comunque condividono solo alcuni interessi o comportamenti, connessi da legami comunicativi effimeri e meno duraturi (Arvidsson, Delfanti 2013). Boyd (2008) preferisce parlare in tali ultimi casi di networked publics (pubblici connessi). Questi di differenziano dai mediated e dagli unmediated publics a causa delle

47

particolari condizioni del contesto nel quale avvengono le interazioni sociali. Mentre, infatti, negli ambienti “non mediati” i confini e, di conseguenza, l’audience sono rigidamente definiti e delimitati, in quelli “mediati”, come la televisione o la radio, le dimensioni del pubblico aumentano, dato che possono assistere ad un determinato evento non solo coloro che erano fisicamente presenti al momento del suo svolgimento, ma anche coloro i quali si trovano in altri luoghi, godendo di una riproduzione dello stesso, in tempo reale o differita. Le tecnologie “mediate”, infatti, sono caratterizzate da tre proprietà: la persistenza, la replicabilità e l’audience “invisibile”. I networked

publics ne aggiungono un’altra: la “ricercabilità”. I contenuti sono fruibili in qualsiasi momento e

luogo dall’utente, il quale può accedervi ricercandoli in appositi siti o applicazioni, che li mettono a disposizione dell’intero pubblico di Internet. Queste le parole di Boyd (2008, 125-126):

“The reason for differentiating networked publics from mediated and unmediated publics has to do

with fundamental architectural differences that affect social interaction. In unmediated environments, the boundaries and audiences of a given public are structurally defined. Access to

visual and auditory information is limited by physics; walls and other obstacles further restrain visibility. Thus when I say that I embarrassed myself in public by tripping on the curb, the public that I am referencing includes all of the strangers who visually witnessed my stumble. The audience is restricted to those present in a limited geographical radius at a given moment in time. The public that I conceptualize might also include all of those who might hear of my accident through word of mouth, although the likelihood of others sharing the event is dependent on my status in the public and the juiciness of the story. While I might think that the whole world must know, this is not likely

to be true. More importantly, in an unmediated world, it is not possible for the whole world actually to witness this incident; in the worst-case scenario, they might all hear of my mishap

through word of mouth. Mediating technologies like television, radio, and newsprint change everything. My fall could have been recorded and televised on the nightly news. This changes the

scale of the public. Rather than considering all of the people who did witness me visually, I must also consider all of the people who might witness a reproduction of my fall. The potential audience

is affected by the properties of the mediating technologies, namely persistence, replicability, and invisible audiences. Networked publics add an additional feature— searchability—while magnifying all of the other properties. While broadcast media take advantage of persistence, it is

not as if anyone could go to the television and watch my fall whenever they wish, but if my fall is uploaded to YouTube or MySpace Video, this is possible. These four properties thus fundamentally separate unmediated publics from networked publics: 1. Persistence: unlike the ephemeral quality

of speech in unmediated publics, networked communications are recorded for posterity. This enables asynchronous communication, but it also extends the period of existence of any speech

act. 2. Searchability: because expressions are recorded and identity is established through text, search and discovery tools help people find like minds. While people cannot currently acquire the geographical coordinates of any person in unmediated spaces, finding one’s digital body online is just a matter of keystrokes. 3. Replicability: hearsay can be deflected as misinterpretation, but networked public expressions can be copied from one place to another verbatim such that there is

no way to distinguish the “original” from the “copy”. 4. Invisible audiences: while we can visually detect most people who can overhear our speech in unmediated spaces, it is virtually impossible to

ascertain all those who might run across our expressions in networked publics. This is further complicated by the other three properties, since our expression may be heard at a different time

48

and place from when and where we originally spoke. In short, a mediated public (and especially a networked public) could consist of all people across all space and all time. Of course, in reality, it

probably will not, even when a person desperately wishes to have such attention. Still, the bounding forces of networked publics are less constrained by geography and temporal collocation

than unmediated publics”

Tornando alle reti sociali online, queste sono sviluppate tramite siti di social network (Social

network sites, SNSs, d’ora in poi semplicemente social network)42, piattaforme web che permettono agli utenti di creare un profilo personale pubblico, o semi-pubblico, all’interno di un sistema appositamente predisposto, costruire una lista di persone con le quali connettersi, nonché visualizzare tale lista e quella degli altri individui presenti all’interno della piattaforma stessa (Boyd, Ellison 2008). Essi sono, dunque, basati sulla costruzione ed il mantenimento di legami sociali con altri utenti del servizio.

Nello specifico, le principali attività consentite all’interno di tali siti sono (Lluch Lafuente, Righi 2011):

1. Mostrare, vale a dire pubblicare informazioni nella bacheca personale, aggiornando, alla stregua di un microblog, il proprio status, nel quale si può raccontare ciò che si sta facendo o pensando, nonché condividere foto e video. A tal fine, il profilo rappresenta uno strumento fondamentale di impression management, attraverso cui, cioè, i soggetti possono presentarsi descrivendosi in maniera codificata, rispettando una serie di parametri predefiniti dal social network (come, per esempio, musica o libri preferiti, citazioni, attività, interessi). Come accennato, esso può essere, a seconda della politica adottata dalla particolare piattaforma web, totalmente pubblico, parzialmente pubblico o accessibile a pagamento (Riva 2010).

2. Interagire, attraverso gli strumenti della chat e della posta elettronica integrate nella piattaforma;

3. Collegarsi, instaurando relazioni per mezzo di diverse funzionalità, come l’aggiunta di contatti alla propria rete, la possibilità di diventare fan o follower di una persona o marca o, ancora, l’iscrizione a determinati gruppi a seconda dei propri interessi.

Le relazioni che si vengono ad instaurare tra i partecipanti possono essere, a loro volta, di tre tipi (Riva 2010): bidirezionali, di gruppo e a stella.

La prima tipologia di legame, comunemente definita “amicizia”, permette, in generale, agli utenti di accedere e visualizzare in maniera completa i profili degli altri, nonché di contattarli direttamente. A seconda, poi, del particolare social network, può consentire la lettura e/o l’inserimento di messaggi sulla bacheca del nuovo “amico”, di esplorarne i contatti, di conoscerne le azioni compiute all’interno della piattaforma, di scambiare file o, ancora, di giocarci. La rete sociale che si viene a creare attraverso questo tipo di relazione è chiusa (possono farvi parte soltanto le persone accettate

42 A proposito di tale termine, è importante fare una piccola precisazione. Esso viene frequentemente utilizzato come

sinonimo di “Social networking site”. Tuttavia, come fanno notare Boyd ed Ellison (2008), i due concetti hanno significati parzialmente diversi: mentre la parola “networking” fa riferimento soprattutto alla creazione di legami con persone estranee, con cui non si ha mai avuto un contatto, la caratteristica distintiva di un “Social network site” è, invece, quella di consentire ai propri utenti di articolare le loro reti sociali online, renderle visibili e comunicare con le persone con le quali esiste già, seppur debole, un certo tipo di connessione, la quale si può anche essere formata offline.

49

come “amici”) e al suo interno gli individui sono tutti, più o meno, conoscenti e identificabili in quanto “amici” di qualcun altro.

La seconda modalità di connessione è tipica di social network quali, ad esempio, Facebook e Whatsapp e consente ad un gruppo, anche in questo caso, chiuso di utenti (creato da uno o più “amministratori” e caratterizzato da un profilo particolare, comprendente immagine, breve descrizione e tipologia) di condividere tra di loro foto, video, collegamenti e messaggi, senza che questi possano essere visualizzati da altri. L’accesso può essere libero (nel caso di un gruppo pubblico), rendere necessario la richiesta di iscrizione all’amministratore (nel caso di un gruppo privato) oppure può avvenire soltanto su invito (gruppo segreto).

Il terzo tipo di relazione, infine, distingue tra emittente e ricevente. I messaggi inviati dal primo possono essere generali e, quindi, condivisi con tutti gli utenti della rete sociale, oppure individuali, se rivolti ad un membro specifico. Il ricevente può rispondere ai messaggi dell’emittente, ma non entrare in contatto in modo diretto con gli altri riceventi, a meno che non venga esplicitamente autorizzato. In tal modo, dunque, un utente può essere sia emittente che ricevente a seconda della rete sociale a cui è connesso. A differenza delle precedenti modalità, quella “a stella” crea network aperti, in cui la maggior parte degli utenti riceventi non ha altri contatti con l’emittente a parte quello della rete sociale. In questo caso, a legare i due tipi di soggetti sono due bisogni opposti, ma complementari: gli emittenti cercano visibilità, mentre i riceventi sono mossi dalla curiosità di conoscere la vita (come nel caso di personaggi famosi) o le opinioni (nel caso di esperti ed “influencer” riguardo a settori o temi specifici).

In estrema sintesi, i principali social network che negli ultimi anni si sono distinti per l’elevata popolarità sono:

 Facebook. Nata nel 2004, tale piattaforma, con più di due miliardi di utenti, rappresenta il

social network di maggior successo. L’iscrizione è gratuita e, durante la stessa, vengono

richiesti alcuni dati personali come nome, cognome, data di nascita e indirizzo email. Completata la registrazione, gli utenti possono creare un profilo personale, con un’immagine di presentazione, includere altri utenti nella propria rete sociale e scambiarsi messaggi, anche via chat. La “home” del profilo mostra il newsfeed, vale a dire gli aggiornamenti propri, degli “amici” e delle pagine di cui si è “fan”. Tra le varie funzionalità offerte, vi è la possibilità di caricare foto, alle quali possono essere aggiunti dei “tag”, etichette che segnalano la presenza di altri utenti nelle stesse, con la creazione di un apposito link al loro profilo. Dal maggio 2007, poi, è disponibile il Marketplace, che consente di inserire gratuitamente annunci visibili solo agli utenti presenti nella stessa rete. Infine, non si può non menzionare la funzione legata al tasto “Mi piace”, lanciato il 21 aprile 2010, tramite il quale si può esprimere un apprezzamento circa singoli contenuti.

 Linkedin. Lanciato nel 2003, ha cominciato ad attrarre sempre più iscritti negli ultimi anni. Si tratta di un social network orientato al mondo del lavoro, in cui le relazioni che si vengono a creare tra gli utenti non sono di amicizia, ma di collaborazione professionale. Il profilo personale, infatti, è costituito dal proprio curriculum vitae. Il servizio offerto di maggiore importanza è la possibilità di visionare le offerte di lavoro inserite dalle aziende, anch’esse presenti con un proprio account, e di candidarsi alle stesse.

 Twitter. Nata nel 2006, è una rete sociale orientata al microblogging in tempo reale. La propria pagina personale, infatti, è aggiornabile tramite messaggi di testo di lunghezza non

50

superiore ai 140 caratteri, etichettabili tramite hashtag, parole o frasi riportate senza spaziature e precedute dal simbolo “cancelletto” (“#”). A differenza di Facebook, non ci sono amici, ma persone (followers) che seguono altre persone.

 Whatsapp. Applicazione di messaggistica istantanea creata nel 2009 che permette di chattare con la propria rete di contatti telefonici presenti nella rubrica dello smartphone in modo gratuito, richiedendo semplicemente una connessione Internet.

 Foursquare. Social network lanciato nel 2009, che pone l’enfasi sulla geolocalizzazione. Gli utenti che si recano in una determinata località possono fare “check-in”, cioè registrare la propria posizione, venendo retribuiti con punti o, talvolta, con “badge”. Coloro che visitano con maggior frequenza (per più giorni di seguito) quel particolare luogo vengono dichiarati “major” (sindaco). È possibile, infine, ricevere notifiche riguardanti i posti visitati dai propri contatti, nonché sconti e offerte da parte di proprietari di attività commerciali presenti nelle vicinanze.

Documenti correlati